Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

mercoledì 5 dicembre 2012

Buell: il perchè di una scelta

Chi visita questo blog potrà rimanere quanto meno incuriosito dal fatto di trovare anche le Buell poiché, lo dice chiaramente sia il titolo, sia la descrizione, è dedicato interamente allo Sportster. Lo smarrimento è più che comprensibile ed ho pensato per tanto tempo se inserire due apposite sezioni dedicate alla Buell (pubblicità e moto), soprattutto se pensiamo che la casa statunitense non solo ha smesso la produzione delle moto da immatricolare, subendo un cambiamento di veste che l'ha portata a fenomeno di nicchia nelle mani del suo stesso ideatore: il genio Erik Buell, ma ha prodotto moto che con lo Sportster non hanno praticamente nulla in comune. Eppure è un motivo c'è. Nel lontano 1997, quando le Buell iniziarono ad essere importate ufficialmente dalla Numero Uno in Italia, rappresentavano quel “plus” che molti Harleysti smanettoni avrebbero voluto dal proprio Sportster. Lo “Sporty” di quegli anni era una moto ostica. Vibrava da morire. Non curvava, non frenava e, nella cilindrata “piccola” di 883 cc, aveva pochissimi cavalli e tiro. Per riuscire ad ovviare in parte a questi problemi, si doveva intervenire pesantemente su motore, ciclistica e freni. Nulla a che vedere con i modelli attuali. Quando apparvero le prime Buell (M2 Cyclone ed S1), sembrò a tutti di aver trovato “l'anello mancante”. Si trattava in fondo del motore 1200 dello Sportster, vitaminizzato con nuove teste ed alberi a cammes dal diverso profilo, montato su un telaio dalle quote simili a quelle di una “duemmezzo” da gran premio, con sovrastrutture ridotte all'essenziale. Il tutto per esaltare la reattività della moto ed il piacere di guida sulle strade tortuose. Io stesso me ne sono immediatamente innamorato, tanto da cambiare la mia 883 (che avevo da cinque anni) con una M2 Cyclone appena arrivata presso la Numero Uno di Roma (siamo nel 1997). Effettivamente si trattava di uno “Sporty” esasperato nella guida, con molta più potenza e coppia a tutti i regimi. Con il passare del tempo il motore è andato sempre più cambiando, discostandosi dal progetto originario, fino ad arrivare alle moto dotate di motore Rotax di 1125 cc, che nulla hanno a che vedere con le loro antenate (e che non troveranno alcuno spazio all'interno del blog). Dopo quanto affermato, sembra naturale comprendere il motivo della mia scelta: la Buell ha rappresentato una imprescindibile tappa nella fondamentale evoluzione della “Sportster” che non può essere assolutamente ignorata.