Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

lunedì 24 ottobre 2016

Buell: una fine ingloriosa!

buell logo

buell s1 orange model from 1997 to 2000

buell m2 red model from 1997 to 2000

buell s3 thunderbolt black model from 1997 to 2000

Una settimana dedicata alla Buell che nel 2009 ha chiuso definitivamente i battenti, per la gioia dei (pochi) collezionisti e la tristezza dei (numerosi) appassionati.

 

Quando Carlo Talamo, verso la metà degli anni novanta, si avvicinò alle Buell per poi decidere in breve tempo di importarle in Italia, probabilmente mai e poi mai si sarebbe aspettato una fine tanto infame per questo marchio stupendo: comprato e rivenduto più volte, poi svilito nella sua intima connotazione.

Già.....perchè le Buell (quasi da subito) non rappresentarono altro che delle Harley-Davidson sportivizzate ed un tantino modernizzate nella linea e nella ciclistica. Così, infatti, furono accolte in Italia: come degli Sportster (dei quali condividevano il motore) vitaminizzati per harleysti e gente matura con la voglia di smanettare, ma senza rinunciare alle proverbiali sensazioni del v-twin americano.

Per alcuni, infatti, comprare la Buell rappresentò la soluzione per non perdere il legame con la Harley-Davidson ed il mondo che vi ruotava intorno. Per altri fu il modo di avere un prodotto esclusivo. Per altri ancora fu un giocattolo dall'indubbio fascino con il quale divertirsi e tornare ragazzini (le Buell si sono sempre connotate per l'estrema maneggevolezza e reattività della ciclistica, a dispetto di una cilindrata maxi).

Ma la storia sa essere bastarda e con la Buell lo è stata ancor di più. Il buon Carlo Talamo ne aveva compreso le indubbie potenzialità, costruendoci sopra un'abile strategia di marketing e comunicazione. Strategia successivamente disattesa, in seguito alla cessione dell'importazione e della distribuzione di Harley-Davidson e Buell (che ne frattempo era stata comprata in toto dalla Harley) direttamente alla casa madre.

A Milwakee probabilmente non hanno mai creduto fino in fondo nelle potenzialità della Buell, della quale non ne hanno compreso nemmeno l'intima essenza (creando di conseguenza modelli non più in linea con le originarie prerogative del marchio). Se a ciò aggiungiamo le notevoli difficoltà cui è andato incontro il mercato delle moto a partire dai primi anni duemila, possiamo comprendere le cause di questa fine.

E pensare che si trattava di moto veramente affascinanti (anche le ultime con motore di progettazione Rotax raffreddato a liquido) e divertentissime. Per fare un paragone nostrano, la storia della Buell, sia per il tipo di moto che per le vicissitudini del marchio, richiama da vicino quella della Bimota. 

Ora non resta che aspettare, dato che si rincorrono voci (da verificare) circa una rinascita del marchio. Nel frattempo le Buell sono diventate vere e proprio oggetto di culto.