Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

venerdì 22 settembre 2017

Sportster Ironhead by Vibrazioni Art Design!

sportster ironhead dragster style by vibrazioni art design side right

sportster ironhead dragster style by vibrazioni art design side left

sportster ironhead dragster style by vibrazioni art design engine

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Romba come una miriade di tuoni. Vibra come un terremoto del più alto grado della scala Mercalli. Emoziona come un arcobaleno dopo la pioggia battente.



Chi ha seguito “Lord of The Bike” non può non conoscere questi ragazzi che amano dar forma a vecchi fusti di olio e carburante riciclati con cui costruiscono  sovrastrutture di motociclette e ne ricavano arredi di design. Si tratta di un lavoro lungo ed emozionante, così come emozionanti sono state da sempre le loro creature. A parte le varie Moto Guzzi trasformate per la serie televisiva di cui sopra, vi sono altre moto come la Ducati Scrambler, denominata “SC-Rumble”, che lasciano senza fiato.

La storia di questo Sportster è abbastanza particolare. La moto apparteneva ad un certo Paolo Bergamaschi che l'aveva poi venduta a Roberto Ungaro, direttore responsabile della rivista Riders, ma si trattava di una moto praticamente da flat-track.  Per festeggiare i 110 anni della Harley-Davidson, la moto di Ungaro finisce nelle mani dei ragazzi di Vibrazioni Art Design, che la trasformano totalmente, tirandone fuori questo ordigno. 

Fermo restando che, sebbene non si sappia se la moto in origine fosse una XLCR oppure una XLCH, e ritenendo l'opera di trasformazione di uno dei due modelli una vera e propria follia senza senso, tanto sono rari e ricercati, va fatto tuttavia un plauso per l'ottimo risultato finale

Il primo passo per il progetto finale è stato quello di smontare il motore dal telaio e far diventare quest'ultimo rigido saldando una triangolazione rigida in tubi di acciaio al posto del forcellone oscillante. E' stato abbassato l'avantreno in modo da avere un effetto rasoterra e sono stati montati due semi-manubri ricavati al tornio. Dopo un lungo lavoro di battitura dei bidoni si è ottenuto il codone, montato senza sella ne la minima parvenza di imbottitura, serbatoio e cupolino (per quest'ultimo l'ispirazione è stata fornita dal cupolino di una Ducati 999).

Il motore è stato montato senza alcun intervento mantenendo la ruggine accumulata negli anni, oltre al carburatore Dell'Orto da 40mm ed il filtro dell'aria Amal. I vecchi scarichi sono stati sostituiti con due collettori cortissimi.

Per i 110 anni della Harley-Davidson questa era la moto più appropriata. Una moto rozza, selvaggia e poco domabile, che può essere creata ed appartenere solo ad uno spirito veramente libero.  E nell'immaginario collettivo le moto di Milwaukee sono proprio così.

Ho scelto di proporla dopo quasi cinque anni dalla sua creazione come  provocazione a tutte quelle moto anonime prodotte da grandi case motociclistiche


UP: progetto in se stesso
DOWN: il modello da elaborare utilizzato