Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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mercoledì 1 febbraio 2023

STORZ PERFORMANCE KIT - 2004 Sportster 1200





Una delle aziende più  "cult" in tema di elaborazioni Sportster è senza dubbio Storz. Le carrozzerie in alluminio battute a mano hanno da sempre fanno girare la testa, anche nel vecchio continente, a quanti inquadrano lo "small block" di Milwaukee in chiave meramente sportiva. 

I primi kit in Italia,  proposti dalla Numero Uno (azienda importatrice Harley-Davidson di Carlo Talamo), apparvero sulla rivista "Classic Bike" (una sorta di costola di Legend Bike) e permettevano di dare un aspetto molto "racing" al proprio Sportster, scegliendo tra un'impostazione cafe-racer e flat-track, grazie a differenti codoni e serbatoi del carburante, rigorosamente in alluminio battuto a mano. 

Harley-Davidson ha cessato la produzione dello Sportster ma non è finita. Lo splendido kit è disponibile anche per le versioni dal 2004, abbinato a pistoni "big bore" che portano la cilindrata ad oltre 1200, per quasi cento cavalli, ed ammortizzatori posteriori Ohlins con regolazione di precarico, compressione ed estensione, pedane arretrate, forcella Ceriani a steli rovesciati da 55 mm e semi-manubri.

E' possibile anche aggiungere altro come cerchi da 18 pollici, scarichi alti ecc. Fino quasi a costruirsi una moto intera.

Il prezzo ????? Da scoprire cliccando sul link qui sotto

https://www.storzperf.com/catalog/page3.html


giovedì 29 luglio 2021

NUDA ED AMERICANA - Sportster "sport" by HD Speed Shop Firenze




Questo Sportster, apparso nell'ottobre del 2000, rappresenta l'evoluzione delle preparazioni in chiave sportiva che si erano iniziate a vedere all'inizio degli anni novanta. Dopo quasi un decennio, la tendenza a trapiantare quasi totalmente ciclistiche di giapponesi sportive sugli Sportster, lascia il posto ad elaborazioni mirate con parti costruite "ad hoc". 

Su questo Sportster costruito dall'allora Americana Firenze (ora Harley-Davidson Speed-Shop Firenze) viene montata una forcella GCB Ceriani da 43mm a steli rovesciati, che Carlo Talamo e la Numero Uno avevano iniziato a montare qualche anno prima su diverse elaborazioni a tema.  Molte aziende, sulla scia di questa nuova tendenza, avevano iniziato a produrre parti performanti per la ciclistica degli Sportster. 

A livello ciclistico la moto è completata da un forcellone JMC in alluminio attaccato ad ammortizzatori Progressive più lunghi degli originali, una coppia di cerchi a raggi Akront da 18 pollici (al posto degli originali da 16 al posteriore e 19 all'anteriore) ed impianto frenante completo fornito dalla Brembo (con due dischi da 330mm e relative pinze a quattro pistoni). 

Così studiato lo Sportster offre un assetto neutro a favore di una maggiore guidabilità. Il motore, seppur lasciato nella originaria cilindrata 883, viene elaborato lavorando le teste al flussometro e montando un kit Screamin'Eagle composto da aste, bilancieri e valvole, oltre ad un carburatore Mikuni da 42mm (il kit della Screamin'Eagle era composto da un carburatore da 40mm con valvola a farfalla) ed uno scarico due-in-uno con terminale Vance & Hines.

Non tutti sanno che i ragazzi di Firenze, all'epoca, si cimentavano nelle gare dragster, ragion per cui avevano accumulato una notevole esperienza e bravura in tema di elaborazione motori pari solo ai tecnici della Numero Uno Italia e come pochissimi altri dealer della penisola.   

venerdì 29 gennaio 2021

Black Wings






Negli anni novanta, soprattutto in Italia, la tendenza verso la customizzazione degli Sportster andava in una precisa direzione: ciclistica prelevata da qualche “jap” di ultima generazione o, comunque, “modernizzata” e motore elaborato all'inverosimile.

Il “dark custom”, poi diventato di serie, si sarebbe affermato molto tempo dopo. Le prime elaborazioni  “dark” fecero scalpore, come le due creazioni di Carlo Talamo e della Numero Uno (anche se non su base Sportster) come “La Suora” e “Fate l'amore e non fate la guerra”. 

Lo Sportster apparso sulle pagine di Freeway nel 1995 è fedele alla filosofia dell'epoca: forcella Ceriani a steli rovesciati (la stessa di qualche kit approntato dalla Numero Uno) che lavora su un cerchio da 16 pollici (una novità per l'epoca ) con disco flottante da 320mm e pinza a quattro pistoni marchiata Brembo, ammortizzatori posteriori più bassi degli originali di tipo progressivo (altra novità in quegli anni....).

Il motore, fiore all'occhiello di questa elaborazione, viene spremuto a dovere aumentando la cilindrata da 883 a 1200 cc tramite pistoni Wiseco e montando alberi a cammes Andrews, carburatore Mikuni HSR 42 e scarico due in uno Supertrapp. Viene rinforzata la frizione sostituendo l'originale con una Barnett e montato posteriormente un cerchio più largo (sempre da 16 pollici come l'originale), montando la trasmissione finale a catena.


giovedì 14 novembre 2019

Agli albori!!!!!!

harley davidson kr 1956 bobber flat tracker

harley davidson kr 1956 bobber flat tracker

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Il modello KR del 1956 rappresenta l'emblema della rozzezza. La moto così come dovrebbe essere concepita tutt'ora. 


Non tutti sanno che lo Sportster deriva da una moto prodotta precedentemente dalla Harley-Davidson ideata, per contrastare le moto inglesi nelle competizioni durante gli anni cinquanta: il modello “K”. La KR ne rappresenta una delle tante (ed ultime) evoluzioni costruita per le gare da flat-track.


Si tratta di una moto essenziale e priva di tutti gli accessori inutili. E' pur vero che in quegli anni la tecnologia motociclistica era agli albori e le norme costruttive non erano così dettagliate ed impositive come ai giorni nostri, ma si tratta pur sempre di un modello da cui trarne ispirazione.


La maggior parte delle moto moderne vengono utilizzate in un contesto cittadino (anche se spesso a mero scopo di svago), dove leggerezza, robustezza , grande affidabilità e predisposizioni per quasi ogni tipo di terreno, a scapito di una non raffinata tecnica motoristica, sono gli elementi fondamentali per avere una moto da utilizzare tutti i giorni ed in quasi tutte le condizioni.


La moto in questione utilizza un motore del KH 900 con alberi a cammes del KR750, carburatore Mikuni e teste lavorate in modo da aumentare il rapporto di compressione dall'originale 5,6:1 a quasi 7:1 (numeri ridicoli oggi!!!). L'elaborazione è avvenuta utilizzando parti dell'epoca o riprodotte fedelmente. Le uniche novità sono rappresentate dalla forcella è Ceriani e dal serbatoio del carburante.


giovedì 11 luglio 2019

La Haduc

la haduc sportster cafe racer sixty style

la haduc sportster cafe racer sixty style

la haduc sportster cafe racer sixty style

la haduc sportster cafe racer sixty style

la haduc sportster cafe racer sixty style

Chi l’ha costruito ha attinto a piene mani agli Dei del motociclismo: telaio Ducati 850 GT abbinato a motore Sportster Evolution 1200, forcellone e cerchi Laverda SF750 del 1972. La lista delle parti è lunga: forcella Ceriani, comandi Tarozzi, serbatoio del carburante Ducati 500 SD, ammortizzatori posteriori Koni. 


Sembra il puzzle di uno squinternato, ma in realtà si tratta di una moto ben riuscita, anche se non convince affatto la scelta di montare i piccoli cerchi della Laverda SF750 che stonano molto con la moto e non ci sembrano adatti ad una moto che, per quanto replica delle vecchie cafe racer, è comunque attuale, anche se totalmente stravolta.  Ci sono però alcune delizie come il serbatoio dell'olio perfettamente incastonato nel telaio, i freni a tamburo e le piastre di irrobustimento del telaio nella zona centrale di attacco del motore. 


“La Haduc” è una di quelle realizzazioni che può essere tranquillamente confusa con qualche vecchio esemplare degli anni sessanta. Peccato solo per il disordine dei vari cavi a vista. Ma una cafe racer fatta in casa secondo l'antica tradizione non può essere perfetta......


giovedì 19 ottobre 2017

XR 750 "Mert Lawwill" - 1972

xr 750 mert lawwill 1972 side right

xr 750 mert lawwill 1972 side left

xr 750 mert lawwill 1972 engine

xr 750 mert lawwill 1972 front end

xr 750 mert lawwill 1972 front end

Una XR 750 molto particolare, in quanto monta un telaio che si ritiene fosse quello del celebre campione di flat-track degli anni '70, celebrato nel film di Steve McQueen “On any Sunday”.


Da poco abbiamo raccontato la storia della XR 750: un modello creato dalla Harley-Davidson appositamente per le corse.  Dopo la prima versione del 1970 con motore in ghisa e carburatore singolo, ne venne creata nel 1972 un'altra (quella di maggior diffusione) dotata di motore in alluminio e doppio carburatore sul lato destro, soprannominata “Alloy XR”.

La XR 750 che presentiamo è una di quelle con motore in alluminio, sulla quale il restauro è stato ridotto al minimo, dato che la moto era in ottime condizioni. Gli interventi hanno riguardato principalmente le sovrastrutture, usando decals e vernici originali.

Per il resto, a parte il telaio in tubi del celebre campione, non vi sono interventi di rilievo, dato che monta forcella Ceriani e doppio carburatore Mikuni. Forse l'unica difformità rispetto alla moto dell'epoca è nella scelta di utilizzare un doppio scarico alto Supertrapp.

Non si conosce il prezzo di questa XR 750, ma è ragionevole presumere che sia molto alto. Azzardiamo una cifra: superiore ai 50.000 Euro.    


venerdì 21 aprile 2017

X-Racers

sportster street tracker on freeway magazine italia n 4 1994 pag 1

sportster street tracker on freeway magazine italia n 4 1994 pag 2

sportster street tracker on freeway magazine italia n 4 1994 pag 3

sportster street tracker on freeway magazine italia n 4 1994 pag 4

 

Nel lontano 1994 la maggior parte delle realizzazioni su base Sportster avevano spesso dei “clichè” determinati, dal momento che se ne esaltava l'aspetto custom o, al contrario, ci si orientava verso telai rigidi e lunghe forcelle. Supercycles di Nizza decise di percorrere nuove strade. 

 

Prese vita, così, il progetto della X-Racers, che richiamava molto da vicino le famose XR 750 da Dirt-Track, ma vista in chiave Hi-Tech.
In quegli anni, infatti, nascquero molte aziende specializzate nella lavorazione dell'alluminio “billet” che divenne un must su molte motociclette. Di conseguenza molti customizzatori vi attingevano a piene mani.

La particolarità di queste moto (sono due con pochi elementi di differenza) è da ricercare anche nel grande sforzo effettuato per spremere cavalli dal motore. Per montare due carburatori Dell'Orto sul lato destro, si è dovuta rivisitare la testata posteriore (dove sono state invertite le valvole di aspirazione e scarico) e degli alberi a cammes Andrews che si trovavano a lavorare in maniera differente. 

Si tratta di un ulteriore lavoro in aggiunta a quello di elaborazione del motore che vedeva il montaggio di teste a quattro candele (che la Harley-Davidson avrebbe messo in produzione solo qualche anno dopo, ovvero nel 1998) e la cilindrata portata a 1200 cc.

L'elaborazione del motore resta la parte più importante di tutto il progetto, che ha riguardato anche la ciclistica e, come detto prima, l'aspetto estetico (basti guardare diligentemente tutte le parti che sono state lucidate).
Se pensiamo che per realizzare queste moto il tempo è stato di quasi un anno......

Nell'articolo tutto il procedimento è descritto con estrema accortezza, peccato per le foto che non  inserite nel modo giusto ed incomplete.

UP: progetto innovativo per l'epoca
DOWN: le foto mortificano le due motociclette



domenica 21 novembre 2010

Sfida



Prendi un bello Sporty 1200. Pompalo a dovere con alberi a cammes Andrews, carburatore Mikuni da 42mm, accensione Dyna single Fire e scarichi "Home Made". Poi modifica la ciclistica con forcella Ceriani, piastre e forcellone fatto in casa.
Infine monta un serbatoio raccattato in un mercatino e metti un codone monoposto sopra il parafango originale. Poi colora tutto di rosso "Magni" ed il gioco è fatto. Così come l'omaggio allo storico costruttore.

DI INTERESSE: sembra uscita dall'atelier di Magni.

martedì 9 novembre 2010

Storz - Cafè Racer



La ditta americana Storz, nei primi anni '90, mise in commercio un kit cafè racer per lo Sportster composto da forcella Ceriani da 42mm a steli rovesciati. Serbatoio in alluminio. Codone monoposto in alluminio, semi manubri e pedane arretrate. Il tutto si accoppiava bene a livello estetico con uno scarico Supertrapp 2-in-1.

DI INTERESSE: codone e serbatoio di una bellezza inaudita