Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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martedì 24 settembre 2019

XR 750 Style: flat-track rules!!!!

sportster 1200 S xr 750 replica

sportster 1200 S xr 750 replica

sportster 1200 S xr 750 replica

sportster 1200 S xr 750 replica

sportster 1200 S xr 750 replica


La leggendaria XR 750 ispira questo Sportster costruito in Giappone sulla base di un moderno motore Evolution. 


Riuscire a trovare una XR 750 è un'impresa difficile oltre che assai dispendiosa, può venire in mente, allora, di costruirsene una in casa utilizzando uno Sportster 1200 S del 2001, miscelando abilmente parti aftermarket, con elementi realizzati in casa. Il gioco di per se non è difficile, dato che non sono stati apportati piccoli cambiamenti al modello di serie, intervenendo in maniera leggera sul motore ma non sul telaio che rimane di serie, così come dalla forcella.

Tutto parte dal gruppo serbatoio del carburante-sella-codone, fedele replica dell'originale, abbinato a tabelle porta numero ed una mascherina anteriore con faro integrato (elemento di diversità rispetto alla XR750). I cerchi originali (in lega) vengono sostituiti da una coppia di Excel da 18 pollici, scelta incomprensibile per una moto che deve essere la replica di una moto da flat-track, ma che può avere un senso logico in chiave di utilizzo stradale e giornaliero. 

Per scelta del costruttore, la coppia di dischi freno originali lasciano il posto ad un unità Brembo dello stesso diametro dotata di pinza a quattro pistoncini  ritenuta ugualmente performante ma con un effetto ottico diverso. Tale scelta comporta anche il montaggio di una diversa pompa del freno. Pedane arretrate della Misumi Engineering, così come il kit di trasmissione finale a catena in luogo dell'originale a cinghia dentata. Il forcellone rimane originale ma viene ancorato ad una coppia di ammortizzatori racing più lunghi.

Il motore resta di serie, salvo un carburatore FCR con filtro dell'aria K&N, abbinato ad uno scarico due-in-uno con terminale conico leggermente rialzato.


martedì 12 febbraio 2019

Stunt Sportster Evel Knievel

stunt sportster evel knievel tribute

stunt sportster evel knievel tribute

stunt sportster evel knievel tribute

Alzi la mano chi non conosce lo stuntman per eccellenza. Praticamente impossibile non aver sentito pronunciare almeno una volta nella vita il nome Evel. Nome legato a mirabolanti imprese con ogni genere di mezzo (….anche con un razzo....).
Parecchie sono state le moto a lui dedicate (in prevalenza Sportster), per la maggior parte elaborate a livello grafico e con poco altro. Quasi tutti mezzi sostanzialmente di serie che poco si discostavano dagli originali. Nel 2016 i principali dealer Harley-Davidson italiani hanno anche proposto una serie di eventi a lui dedicati, in concomitanza con l'uscita di un film documentario sulla sua vita.


Rispetto agli altri, questo Sportster si presenta con una propria fisionomia. Non è il classico modello di serie rivisitato per lo più a livello estetico. Si tratta, invece, di una moto assai diversa per concezione e indole. Come assai di rado capita, si è attinto a piene mani dal mondo dello speedway ed, in parte, dal supermotard


Ne è scaturito un ibrido dalle forme tanto inusuali quanto intriganti, in grado di trovarsi a proprio agio in un bike-show come in un ovale in terra battuta. Di originale (….e nemmeno tanto...) questo Sportster mantiene solo il motore a carburatore del 1998 dal momento che il telaio, sebbene assomigli anteriormente a quello di serie, in realtà è fornito dalla nota azienda Paughco ed è stato rimaneggiato in modo da renderlo più simile a quelli da speedway.


Lo stesso motore è stato dapprima elaborato portando la cilindrata dagli originali 883 a 1200 cc attraverso pistoni forgiati che sono stati abbinati a cammes Andrews ed un carburatore Mikuni da 42mm dotato di filtro dell'aria Goodson e scarichi artigianali. Quando la moto è stata pensata, uno degli aspetti fondamentali era quello di contenere il peso il più possibile senza spendere una fortuna, quindi si è fatto ampio ricorso ad alluminio billet per numerose parti che sono state costruite appositamente. Dopo varie ricerche si è prelevata una forcella Ohlins a steli rovesciati da una Honda CRF 450 supermotard, insieme ad un cerchio Excel da 17 pollici (montato anche posteriormente). Naturalmente si è dovuto lavorare molto per adattare il tutto al telaio. I freni sono Brembo.  Il serbatoio del carburante è marchiato Salinas Boyz. 


Da notare che il serbatoio dell'olio è stato spostato davanti al motore ed agganciato al telaio, mentre la batteria è stata alloggiata nella parte inferiore al telaio in un supporto di pelle. Ovviamente l'impianto elettrico non esiste, così come non vi è traccia del cavalletto.
E' probabile che il mitico Evel se avesse dovuto progettare una moto per l'ultima sua follia, l'avrebbe concepita proprio come questo Sportster.....


martedì 1 maggio 2018

Psyclone

psyclone sportster ironhead 900 yellow board track

psyclone sportster ironhead 900 yellow board track

psyclone sportster ironhead 900 yellow board track

psyclone sportster ironhead 900 yellow board track

psyclone sportster ironhead 900 yellow board track

Una board-track su base Sportster Ironhead irrompe sulla scena custom....


….e sembra arrivare direttamente dagli anni venti, se non fosse che il suo creatore, tale Frederick Fortune, si fosse deciso a costruirla non molti anni addietro, quando si rese conto che comprare una vera moto da board track degli anni venti voleva dire spendere una vera e propria fortuna. 

Partì da un motore Sportster da 900 cc del 1964 che smontò completamente, rigenerò e verniciò a polvere in molte parti, al quale abbinò un carburatore Linkert DC-12 . Tagliò la copertura del pignone e delle cammes in modo da modellare il motore e farlo assomigliare ad un vecchio v-twin. 

Il passo successivo fu quello di rettificare e lucidare bulloni ed elementi di fissaggio del motore al telaio. Dopo diverse ricerche, finalmente trovò il telaio adatto che proveniva dalla Carolinas Customs, sebbene si dovessero apportare degli adattamenti per alloggiare il motore Sportster. Trovò una forcella Girder con ammortizzatore progressivo regolabile. Scelse una coppia di cerchi Excel da 21 pollici e vi abbinò pneumatici Avon Speedmaster. Banke Performance fornì il telaietto a supporto della sella, mentre i parafanghi provengono da una vecchia Norton, ma furono anche questi adattati. L'impianto elettrico fu costruito praticamente da zero e questo portò via diverso tempo. 

La parte più difficile fu nascondere il serbatoio dell'olio, ma grazie all'aiuto di un abile maestro il risultato fu portato a termine senza problemi. Vedremo altre board track come questa ???? 

martedì 10 aprile 2018

Inizia l'avventura!

sportster gs adventure by gasser customs

sportster gs adventure by gasser customs

sportster gs adventure by gasser customs

sportster gs adventure by gasser customs

sportster gs adventure by gasser customs

sportster gs adventure by gasser customs

Poche e sapienti modifiche per trasformare uno Sportster in una moto in grado di affrontare ogni terreno che fa paura persino alla BMW GS......


Non deve essere stato facile imbattersi nella progettazione e nella costruzione di questo Sportster. Qualche moto si è vista negli anni, tipo la Carducci, ma si tratta di un progetto assai elaborato. Qui si doveva trasformare lo Sportster evitando stravolgimenti di sorta e tentando di colpire subito nel segno. A quanto pare sembra che i ragazzi di Gasser Customs ci siano riusciti partendo, oltretutto, da un modello 1200 del 2005 che è molto più pesante rispetto alle versioni costruite fino al 2003. Quindi non proprio indicato per questo tipo di trasformazioni. 

Quasi tutto è stato progettato e costruito su misura per questo Sportster. Gli interventi più grossi, ovviamente, hanno riguardato la parte ciclistica, dal momento che il motore è rimasto di serie, salvo il montaggio di uno scarico-du-in-uno. Anteriormente si è ricorsi all'adozione di una forcella USD che, per essere montata, ha richiesto la costruzione di specifiche piastre in alluminio ricavato dal pieno che lavorano su un cerchio Excel da 21 pollici e pneumatico Heidenau Scout. Si è voluto montare un doppio faro, appoggiato su una struttura in tubi, sulla quale si trovano anche dei faretti a led (...per illuminare la sabbia di notte....). 

Il telaio è stato irrobustito posteriormente ed è stato creato un grosso supporto che funge da portapacchi e da elemento di ancoraggio per le borse in alluminio. Sono stati montati due ammortizzatori Hagon dotati di molle progressive, che lavorano anche questi su un cerchio Excel e pneumatico Heidenau. Su una moto del genere è doveroso montare la trasmissione finale a catena al posto della originaria cinghia dentata.

L'assetto della moto è un tantino caricato sulla parte posteriore, ma è una precisa scelta. Sembra, infatti, che lo Sportster così conformato risulti facilissimo da guidare sui terreni sabbiosi. Decisamente un ottimo progetto che potrebbe essere preso a modello dalla Harley-Davidson.
Qui si apre un capitolo a parte. 

A Milwaukee da sempre hanno ascoltato la voce si dei customizer sia degli appassionati. Ultimamente, invece, sembra che ciò non sia accaduto o si sia verificato solo in parte. Lo Sportster è una moto totale. Con piccoli accorgimenti si può creare una piattaforma, composta unicamente da telaio e motore, su cui intervenire con vari allestimenti. Azzardiamo la possibilità di ordinarla (omologata) attraverso un apposito configuratore on-line. Questo permetterebbe di reggere il confronto con altre case (vedasi Yamaha) che sono riuscite a creare più modelli partendo da una base comune. Ma si sa: Harley-Davidson ha una strada tutta sua......   


giovedì 4 gennaio 2018

The Bueller!

the bueller buell ulysses scrambler revival cycles

the bueller buell ulysses scrambler revival cycles

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the bueller buell ulysses scrambler revival cycles

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La Buell Ulysses cambia pelle, per diventare una belva in grado di affrontare il caotico traffico metropolitano.


Una delle tendenze di questi ultimi tempi è rappresentata dalle scrambler: moto con pneumatici tassellati, abbastanza rifinite, con una verniciatura curata, in grado di essere utilizzate sia su terreni impervi, che di far bella figura davanti al bar all'ultima moda. 

Il concetto originario delle scrambler si è evoluto in una ulteriore direzione, quella di moto create appositamente per quei contesti cittadini dominati dal caos delle grandi metropoli e dalle strade rovinate, come se fossero retaggio di una guerra appena conclusa. Sono nate, così, moto estremamente selvagge, elaborate senza spendere molto: un manubrio largo, due pneumatici tassellati ed un alleggerimento globale, pochissima cura di verniciatura e particolari. 

Il caso non è di questa Buell che, diversamente da quanto sembra, è una moto  molto curata. Il lavoro di trasformazione ha avuto come presupposto lo smontaggio completo della Ulysses ed un certosino lavoro di alleggerimento, che ha comportato la sostituzione della parte posteriore del telaio con uno nuovo in alluminio progettato al CAD

Dello stesso materiale il finto serbatoio, sotto al quale ora è ospitata anche la batteria (ora a litio) e la nuova centralina Buell Racing in grado di portare la potenza a 115 cv. Per trovare lo spazio necessario si è sostituito il vecchio air-box con un filtro K&N. L'aumento di cavalli è stato ottenuto anche attraverso un nuovo scarico ispirato alle Harley-Davidson da board-track dei primi del '900.

Per quanto riguarda la ciclistica, la forcella originale Buell è stata modificata con parti di una forcella Aprilia, per abbassarla, mentre sull'ammortizzatore posteriore sono stati costruiti nuovi leveraggi. I cerchi originali sono stati sostituiti da unità Excel a raggi di diverso diametro (17 pollici al posteriore e 19 pollici all'anteriore), che hanno comportato il montaggio di un nuovo impianto frenante all'anteriore, costituito da un disco freno non perimetrale ed una pinza a quattro pistoni Discacciati. In linea con il tipo di moto, la scelta di montare una trasmissione finale a catena in luogo della cinghia dentata ed i pneumatici tassellati Continental TKC80.  

Il vero tocco finale per questa moto sarebbe montare una borsa laterale che la renderebbe non solo ancora più affascinante, ma assai più adatta all'utilizzo urbano.


 

lunedì 8 febbraio 2016

Unspeakable (inqualificabile) Sportster






Raramente è capitato di vedere uno Sportster tanto sgraziato, costruito senza seguire un'idea ben definita. Sembra che tutto sia stato messo lì a caso. Ha qualcosa di una scrambler, di una moto da flat-track, di una postatomica ed anche di un chopper. Osservandola meglio poi si comprende che è stata realizzata secondo una precisa filosofia costruttiva.  

Quando si pensa ad una Harley-Davidson Sportster, specialmente se customizzata, la prima idea che viene in mente è quella di una moto piacevole da vedere, costruita secondo dei precisi criteri, a prescindere dal tipo di moto che si è voluta realizzare. Perchè è nell'immagine collettiva che le Harley-Davidson in genere e, quindi, anche gli Sportster, siano moto nate unicamente per andare piano su strada, lontane da ogni velleità sportiva. Questo pensiero è dominante sebbene, in passato, la Company (così viene spesso soprannominata la Harley-Davidson) abbia dimostrato di saper costruire moto sportive, anche se fedeli alla sua filosofia (chi si ricorda la mitica XR 750 che ha spopolato sui circuiti da dirt-track ????) e di avere dei trofei sparsi per il mondo dedicati allo Sportster.
Per cui è difficile ragionare in quest'ottica quando si vede uno Sportster che sembra nato per tutto, tranne che per guidare tranquillamente su strada.
Alla Destroy Motorcycle Company hanno ragionato in maniera diametralmente opposta, volendo costruire una moto con il chiaro intento di avere un perfetto “l'handling” su gran parte dei percorsi non asfaltati, dimostrando che lo Sportster è una moto adatta anche a correre. 
Si è partiti da un modello costruito prima del 2004: la base ideale in quanto dotato del vecchio telaio che trasmetteva tutte le vibrazioni del motore, ma più leggero di cinquanta chili rispetto al nuovo.
Il motore è stato portato a 1250 cc tramite pistoni Wiseco (che non necessitano di riequilibratura dell'albero motore in quanto di peso uguali agli originali), al quale è stato abbinato un filtro dell'aria aperto ed uno scarico due-in-uno realizzato a mano, con trombone finale. Gli interventi, quindi, non sono stati molti.
E' la ciclistica ad aver subito gran parte del lavoro. Il telaio è rimasto di serie, ma è stato adattato il forcellone di una Ktm, abbinato ad una tradizionale forcella Showa con steli da 49mm. Sono stati montati cerchi Excel da 21 pollici all'anteriore e 18 al posteriore dotati di impianto frenante Brembo.
A corredo di tutto una generale opera di alleggerimento. Il risultato finale è stato quello di uno Sportster originale, che potrà non piacere ma non lasciare indifferenti.
UP: alla Destroy Motorcycle Company hanno avuto il coraggio di percorrere una diversa strada privilegiando gli aspetti tecnici, legati alla guidabilità su terra.
DOWN:  esteticamente andrebbero rivisti molti elementi.