Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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giovedì 13 gennaio 2022

Fiammante!!!!! - Sportster dragster 1996






Negli anni novanta il mondo custom in Italia era praticamente allo stato embrionale trascinato, come si può ben immaginare, dal fenomeno Harley-Davidson, soprattutto da Carlo Talamo e dalla sua Numero Uno. Fu un fenomeno che si espanse in pochissimo tempo, grazie molto anche alle riviste specializzate (Freeway Magazine su tutti) che diede modo a realtà imprenditoriali di nascere e svilupparsi nel tempo. Iniziarono a venire organizzati eventi e nacque anche il Campionato Italiano Dragster, sulla scia di quanto stava accadendo in alcuni paesi europei. Le preparazioni a tema, praticamente inesistenti fino ad allora, iniziarono a vedersi.

Lo Sportster di questo articolo apparve nel 1997 ed, oltre ad essere molto bello esteticamente è anche interessante dal punto di vista tecnico. Basamento del motore e telaio sono di serie (anche se quest'ultimo è stato verniciato e sottoposto a "molding"), ma su tutto il resto si è intervenuto di brutto nell'ottica di spremere ogni cavallo disponibile dallo "small block" sul minor peso possibile.

Partiamo dal motore. La cilindrata è rimasta di serie (1200 cc) ma quasi tutto il resto è stato cambiato. 

Imbiellaggio S&S, pistoni forgiati JE, cammes Andrews, punterie Crane, carburatore S&S Super G, accensione Dyna, testate STD, molle e valvole Manley, scarico Supertrapp, portano il rapporto di compressione all'impressionante cifra (per l'epoca) di 12:1.

Telaio e forcella sono di serie ma sono stati abbinati a cerchi PM da 18 pollici e freni forniti dalla stessa ditta ed una trasmissione finale a catena (la cinghia sarebbe stata fatta a pezzi alla prima partenza....). Poi tutta una serie di dettagli come il coperchio del pignone ed il serbatoio dell'olio fatti a mano.

La potenza ?????

Dato che la moto fu costruita dai ragazzi di Harley-Davidson Speed Shop di Firenze (a quei tempi erano officina autorizzata Americana), fate un salto da loro e chiedete se hanno buona memoria!!!!!!!!

venerdì 31 dicembre 2021

Crazy Sportster by Magnacycle






Odiate a morte i moderni "scooteroni" e non volete assolutamente separarvi dal vostro (ormai "vecchio") Sportster ?????

Questa è la soluzione che fa per voi......ma non pensateci più di un secondo ed agite d'istinto perchè si tratta di una scelta talmente strana ed inconsueta che potrebbe porvi una miriade di dubbi nella testa.

Il kit è prodotto dalla azienda americana Magnacycle  e del vostro Sportster rimarranno praticamente solo i cerchi ed il motore. 

Di questi kit  fino ad ora ne sono stati costruiti circa trenta, venduti ad un prezzo compreso tra 1700 e 4000 dollari, che comprendevano sostanzialmente telaio, carrozzeria e forcella, potendo essere utilizzati differenti motori Sportster. In una delle foto troviamo un motore Sportster Ironhead 1000 del 1972 con alberi a cammes Andrews e carburatore S&S, mentre nell'altra un moderno Sportster Evolution 883.

Poichè non si conoscono gli sviluppi di questo kit e se venga prodotto ancora, se volete buttare il vostro "scooterone" non vi resta che scrivere due righe all'azienda, magari prima di Natale, chiedendo se vi possono fare ancora questo regalo (....così per dire, dato che dovrete pagare il kit profumatamente....). 

Dimenticavo.....ovviamente dovrete tentare di omologarlo in Italia per poter circolare senza problemi con la legge.....

mercoledì 3 novembre 2021

Thunderbird Sportster





Torniamo ancora molto indietro nel tempo con questo Sportster customizzato seguendo fedelmente i dettami dell'epoca.

Siamo nel 1996, periodo che potremmo definire di nascita del fenomeno custom (sebbene l'inizio delle elaborazioni sulle moto vada ricercata molto più indietro nel tempo....)  trainato in Italia dalla Harley-Davidson con Carlo Talamo e la sua Numero Uno che, almeno in questa fase, trova poco riscontro sui rotocalchi (se si eccettuano le famose pubblicità dello stesso Carlo Talamo che ogni tanto appaiono su vari tipi di riviste). Accanto alle moto personalizzate con qualche accessorio si iniziano a vedere custom particolarmente curate, che rispondono a canoni ben precisi, dove l'alluminio billet è elemento trainante, in controtendenza a quanto accadrà molti anni dopo con l'affermarsi della tendenza "dark-custom". 

Diverse aziende ed officine, intuito il trend, avevano iniziato a produrre parti per Harley-Davidson e si erano convertite al custom, anche se non in maniera totale.
Lo Sportster di queste pagine ha qualcosa in più: il telaio verniciato e sottoposto a "molding" (cioè quel procedimento volto all'eliminazione delle imperfezioni). Il motore Evolution 883 è tutto lucidato e potenziato attraverso alberi a cammes Andrews, Carburatore S&S Super E, scarico due-in-uno Supertrapp. Ciclistica con forcella dotata di steli da 41 mm ancorati a piastre larghe OMP, maggiormente inclinate di sei gradi (uno dei must di quegli anni), cerchi Arlen Ness da 18 e 21 pollici, forcellone JMC, freni Performance Machine (fino a quando venne introdotta di serie la pinza freno a doppio pistone fu fondamentale sostituire l'impianto frenante originale se si voleva stare un poco più tranquilli......).

Il nome scelto per Sportster di per se non dice nulla, ma facendo un passo indietro a quegli anni, ha molto di evocativo. Nel 1994 la Triumph presentò la sua prima "modern-classic" che tanto avrebbe fatto successo: la Thunderbird. 

Carlo Talamo, che da qualche anno aveva iniziato l'importazione con successo delle moto inglesi attraverso la sua Numero Tre, ne approfittò per creare qualche special dall'indubbio appeal come ad esempio il Thunderbird Sport.

In questi giorni ricorre l'anniversario della scomparsa di Carlo Talamo e lo Sportster di queste pagine fa battere molto il cuore.....

mercoledì 27 ottobre 2021

Fiamme perenni!!!! - XLH 883 del 1990






Godetevi questo "chopperino" semplice, semplice, ma dall'indiscutibile fascino, realizzato sulla base di un vecchio Sportster, quattro marce, con trasmissione finale a catena, dalla linea semplice ed essenziale che non concede nulla a fronzoli vari. 

Premetto che in Italia una moto del genere, per poter essere in regola con il Codice della Strada, necessita di una serie di adempimenti burocratici (che confluiscono nell'aggiornamento della carta di circolazione) da far passare la voglia di costruirsela, ma vale la pena vedere come è fatto. 

Il primo aspetto da tenere in considerazione riguarda il telaio originale sostituito con uno rigido (....comunque improponibile in alcune città italiane a causa delle buche, vere e proprie voragini....). Poi, a voler essere pignoli, l'assenza di specchietti, frecce e....silenziatori!!!! Il rigido, comunque, è stato ottimamente realizzato, utilizzando molte parti originali, come freni, cerchi e forcella, abbinati ad un serbatoio del carburante da 12,5 litri (in luogo dell'originale peanut da 8,5 litri), un differente serbatoio dell'olio, sagomato all'interno del telaio ed uno striminzito parafango posteriore in alluminio. Il motore è originale salvo due drag-pipes ed un carburatore S&S con filtro dell'aria aperto. 

Vi è venuta voglia di costruirlo ??????

mercoledì 8 settembre 2021

Spirito Racing!!!!! - XLH 1970

 






Gli anni settanta segnano un cambiamento epocale nella società odierna e nemmeno Harley-Davidson non sfugge a questa ansia di rinnovamento nata dal movimento culturale del 1968 e presenta diverse novità sui modelli Sportster che, dal 1972, avrà il motore con alesaggio aumentato, portando la cilindrata a 1000 (in luogo degli originari 883 cc).

La moto della foto è una delle ultime versioni con motore 883, dato che si tratta di un XLH del 1971 (la H aggiunta alla sigla XL fu un una mossa del marketing HD per differenziare il motore più potente grazie ad un aumento del rapporto di compressione da 7,5:1 a 9:1 e del diametro delle valvole, oltre all'adozione di punterie più leggere) ed è stata elaborata ispirandosi alle vecchie KR 750 da competizione con motore a valvole laterali. 

Il telaio originale è stato sostituito con uno di tipo rigido ed è stato abbinato a cerchi e freni originali (a tamburo!). Nel montare il motore (rimasto di serie salvo un carburatore S&S Super E abbinato ad un filtro dell'aria aperto e due drag-pipes) si è provveduto a ricostruire tutto l'impianto elettrico, ora dotato di diversi cablaggi e semplificato. 

L'impronta racing impone di non lasciare spazio ad inutili accessori e di contenere il più possibile il peso. Ecco che il parafango posteriore è ridotto al minimo e l'anteriore eliminato, mentre il serbatoio del carburante è il classico "peanut" da 8 litri.  Ovviamente di specchietti e frecce nemmeno a parlarne. Pur se la moto sembra costruita per gli ovali in terra battuta, mancano un paio di pneumatici con il tassello. Ma si tratta di dettagli......

giovedì 26 agosto 2021

Top Gun!!!!





Nel 1995 Freeway Magazine presentò questo Sportster "street-legal" preparato per le gare di accelerazione da Carl Morrow. Vi dice nulla questo nome ???? Bene. Continuate a leggere..... 

Tra le moto che in quasi due anni erano apparse sulla rivista, questa suscitò curiosità perchè, diversamente dalle altre elaborazioni in chiave dragster, talmente estremizzate da apparire quasi irreali, questo Sportster manteneva la sua versatilità, pur secondo i concetti a "stelle e strisce"......

Avendo come riferimento il telaio originale trasformato in rigido, con l'aggiunta di barre posteriori al posto degli ammortizzatori, ancorate all'altezza del perno ruota, il motore è stato elaborato mantenendo il basamento originale, con la cilindrata portata a 1556 cc, con testate ad alta compressione progettate direttamente da Carl Morrow insieme agli alberi a cammes CM6, mentre il carburatore utilizzato è S&S: il celebre Typhoon verrà progettato dopo. Ora avete capito di chi parlo????? Di colui conosciuto come "Carl's Speed Shop", dedito al culto dei cavalli vapore per i motori di Milwaukee per moltissimi anni . 

Sembra che questo Sportster sia stato un ottimo progetto perchè la popolarità di Carl Morrow in quegli anni è cresciuta moltissimo. 

Capitai nel suo negozio quasi per sbaglio nel lontano 1998, quando andai alla Bike Week di Daytona. Ricordo perfettamente che rimasi molto impressionato sia dal negozio stesso e dalla quantità di parti speciali messe in evidenza, sia dalla grande disponibilità di quanti vi lavoravano all'interno,  anche se la visione della velocità era rivolta unicamente al quarto di miglio. Peccato che da qualche tempo abbia chiuso i battenti.


 

giovedì 3 giugno 2021

Little HD

sportster chopper freeway magazine 1996




Quando, negli anni novanta, la presenza HD in Italia iniziò a farsi sempre più importante, grazie a Carlo Talamo ed alla sua Numero Uno, immediatamente emerse una netta distinzione tra chi aveva il "1340" e chi aveva lo Sportster. Il primo era, per la maggior parte dei casi, l'harleysta "figo", mentre lo Sportster veniva considerata la moto di passaggio verso la cilindrata maggiore. 

Il mondo delle corse statunitensi con gli Sportster era pressochè sconosciuto in Italia e poco nel resto dell'Europa. Le preparazioni che utilizzavano come base gli "small block" non erano moltissime. 

Accanto alle rivisitazioni in chiave sportiva, con ciclistiche prelevate da moderne "jap" iniziarono a diffondersi chopper su base Sportster con telai cambiati. Questo Sportster 883 del 1988 segue la tendenza dell'epoca: telaio rigido (Pauchgo) con largo cerchio posteriore da 16 pollici ed anteriore da 19, manubrio basso, abbondanza di cromature, motore elaborato ricorrendo all'aumento di cilindrata tramite pistoni maggiorati Wiseco, montati dopo aver alesato i cilindri, carburatore S&S, scarichi liberi.    

giovedì 20 maggio 2021

Street 48


forty eight street tracker

forty eight street tracker


Ci avevate mai pensato ?????

Il secondo Forty-Eight proposto a distanza di poco tempo dall’altra elaborazione in chiave cafe racer  che si discosta non poco da quella che è (o dovrebbe essere…..) unicamente la sua anima bobber (si tratta sempre di uno Sportster…..).

In questa occasione è il tassello a dominare ed il lavoro non è così complicato quanto possa, in realtà, sembrare.

Si inizia da un paio di pneumatici adatti rappresentati, in questo caso, dai Pirelli MT60. Trovati i pneumatici, si deve intervenire principalmente su sovrastrutture e ciclistica. Le sospensioni sono rimaste di serie salvo le molle della forcella, mentre al posto del serbatoio e della sella originali si è montato un codone e sella (ricamata) Saddlemen, abbinati ad un serbatoio FXD degli anni settanta con grafiche AMF, ben modificato lateralmente per ospitare la pompa del carburante. L’opera è completata da un paio di scarichi sovrapposti S&S abbinati ad una centralina aggiuntiva Thunder Max ed una serie di componenti forniti da RSD come pedane arretrate, carter motore, manubrio e filtro dell’aria. Eliminato il parafango anteriore e semplificato l’impianto elettrico. 

Avete pronti i vostri Forty-Eight ?????


mercoledì 14 aprile 2021

Bad Rocker






sportster 1200 cafe racer

Ecco cosa succede quando il puro spirito rocker si lega con il più underground contesto suburbano nell'elaborare uno Sportster XLH 1200 del 1988.

E' inutile raccontare per l'ennesima volta l'origine delle cafe racer e quanto si sviluppò attorno al movimento rocker. Però un aspetto va sottolineato: la ricercatezza della perfezione, anche a livello stilistico, delle moto che venivano elaborate. Ogni aspetto era oggetto di una notevole attenzione, con lo scopo di andare più veloce possibile.

Quando si intende costruire una cafe racer che si richiami in tutto e per tutto alle moto degli anni sessanta, si deve andare nella direzione appena evidenziata. 

Su questo Sportster troviamo aspetti delle cafe racer, ma anche di moto che molto poco hanno a che fare con quel movimento culturale. Sembra di trovarsi in presenza di una sorta di "dinosauro" dell'era paleolitica costruito con parti trovate in giro, senza un preciso ordine. Accanto al bellissimo serbatoio in alluminio battuto a mano ed alle pedane arretrate della LSL, troviamo la parte anteriore (forcella, cerchio, faro e supporti) che sembrano prelevati da qualche mercatino dell'usato senza far troppo caso all'usura delle parti. Peggio ancora la sella e gli ammortizzatori.

Come tutti gli Sportster proposti all'interno di questo blog, anche questo ha una logica. 
E' la dimostrazione lampante di come sia una moto "trasversale" e talmente rozza e solida da accettare qualsiasi tipo di intervento. Da quanto è dato sapere, il motore ha moltissimi chilometri sulle spalle ed è di serie salvo il carburatore S&S ed il doppio scarico "home made".  

lunedì 5 aprile 2021

Low Art





Sul finire degli anni novanta lo stile di Arlen Ness si era ormai affermato nella vecchia Europa. Moto curate in maniera maniacale, dove l'ampio utilizzo di alluminio billet era uno degli aspetti che connotavano questo genere. Anche se si stavano iniziando a vedere le prime cafe racer (e relative elaborazioni), qualcuno continuava sulla vecchia strada che, solo parecchi anni più tardi, sarebbe stata definitivamente abbandonata, salvo qualche sporadica realizzazione. 

Le pagine di Freeway Magazine del 1999 immortalano questo splendido Sportster elaborato da Hard Core Custom Cycles di Assemini (Cagliari). Telaio e forcellone realizzati direttamente in casa, tenendo a mente parametri ben precisi come un'ampia inclinazione del cannotto di sterzo ed aspetto “low”.

 Motore Sportster del 1998 elaborato in maniera pesante facendo ricorso a pistoni Wiseco per portare la cilindrata a 1200, imbiellaggio e carburatore S&S, camme Andrews, scarichi Bub (abbastanza utilizzati in quegli anni per elaborazioni simili). Il motore, così come il resto della moto, non è stato solo elaborato, ma assai curato nella parte estetica (eliminate alcune alette di raffreddamento nella parte bassa dei cilindri.....).

Ovviamente vengono utilizzate ovunque parti in alluminio realizzate a mano.

Attualmente si sono affermate elaborazioni e moto in chiave scrambler e street-tracker, sicuramente dettate anche da esigenze pratiche, ma quanto mancano preziosismi come questo Sportster Low......


 

mercoledì 24 marzo 2021

Cafe caliente

sportster cafe racer

sportster cafe racer

sportster cafe racer

sportster cafe racer


Lo Sportster del 2003 emana cattiveria da ogni sua parte. 


Raramente tra i vari Sportster visti lungo più di un ventennio è capitato di notarne qualcuno che sembrava progettato e costruito attorno ad un telaio. Approfondendo, si tratta solo di mera impressione, dal momento che il telaio di questo Sportster cafe racer è totalmente di serie, salvo qualche mano di vernice rosso acceso. 

L’effetto “factory” è dato probabilmente dal minuzioso lavoro di alleggerimento globale e riposizionamento di molte componenti, oltre che all’utilizzo di un reparto sospensioni di alto livello (forcella USD prelevata da un Suzuki GSX-R con pinze ad attacco radiale e doppio ammortizzatore Ohlins con serbatoio separato, posteriormente) che lavora su un forcellone artigianale in alluminio.

Parafango anteriore, cupolino, serbatoio del carburante e codone (che contiene anche il serbatoio dell’olio) sono costruiti in materiale composito ed ampiamente modellati sul telaio in modo da esaltarne il profilo filante. Quello che all’apparenza la parte meno curata, ovvero il motore, in realtà nasconde importanti modifiche. Un kit S&S che porta la cilindrata a 1460 cc (sono stati allargati i carter), abbinato ad alberi a cammes Andrews, carburatore S&S Super E ed un paio di scarichi artigianali con terminali a trombone, fanno di questo Sportster un vero “animale”. 

Un moderno cafe racer lontano dalla concezione tradizionale ma con un appeal notevole.