Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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lunedì 8 febbraio 2016

Sportster Fat Tracker: l'inseguitore ciccione!!!!!







Ancora una volta gli inglesi di Shaw Speed & Customs sorprendono proponendo uno Sportster decisamente fuori dall'ordinario e dai canoni delle tracker in genere.

“Fat Tracker” un nome che non dice niente, specialmente se associato ad una moto o ad uno stile custom. Eppure mai locuzione si è rivelata più azzeccata. Che sia stata costruita per mera provocazione o per esplorare nuove tendenze stilistiche, poco importa. Questo Sportster rimane impresso nonostante una verniciatura anonima, in quanto risalta l'enorme contrasto che porta in se. Contrasto legato alla natura stessa delle moto da “tracker”:  nate per correre su strade urbane o percorsi non asfaltati, la cui primaria dote deve essere l' “handling”, ovvero la guidabilità offerta una estrema maneggevolezza abbinata ad un motore potente e ricco di coppia ai bassi e medi regimi, oltre che ad una razionalità costruttiva.
La  “Fat Tracker” esce fuori da questi presupposti.  I grossi pneumatici (che obbligano a montare una trasmissione finale a catena in luogo della originaria a cinghia), il largo manubrio, l'opulento serbatoio del carburante e il corto codone in vetroresina fanno  più pensare ad un nuovo stile bobber più che ad una tracker, anche se lo scarico alto due-in-uno che esce sul lato sinistro (costruito in casa) richiama le moto che corrono sui lunghi ovali in terra battuta e la piastra para motore sulla parte inferiore del telaio è tipica di molte scrambler.
Questa moto incuriosisce, ma non convince appieno per le soluzioni stilistiche esplorate, anche se molto ben costruita e con degli aspetti decisamente interessanti.
UP: qualità di alcuni particolari, la ricerca di qualcosa di nuovo in termini stilistici ed il bellissimo scarico realizzato in casa
DOWN: la verniciatura anonima che mortifica ancor più una moto non in grado di esaltare per il proprio design       


sabato 6 febbraio 2016

Il Maialaccio!!!!!!






Gli inglesi di Shaw Speed & Customs danno vita ad una serie di tracker   riconoscibili il tutto il mondo per la linea rasoterra,  coda mozzata e pneumatici artigliati.  

Questa Harley-Davidson Sportster si chiama “The Pigster”, ed è un tributo a “Le Mans”, il celebre film di Steve McQueen del 1970 (il nome, tuttavia, lega poco con il motivo ispiratore della moto).
La base di partenza è una XL 1200 Roadster ad iniezione, alla quale si è provveduto immediatamente a verniciare il motore di un nero, che è stato successivamente montato sul telaio originale, ma segato ed accorciato. Per avere l'effetto “low” si sono dovuti montare degli ammortizzatori posteriori di tipo  “progressive” e, nel contempo, si è dovuto lavorare sulla forcella per abbassarla, in modo da mantenere inalterato l'assetto originale e la conseguente ripartizione dei pesi tra anteriore e posteriore. I customizzatori inglesi hanno poi provveduto a costruire una serie di parti quali: il serbatoio del carburante, il parafango posteriore, i fianchetti laterali debitamente traforati,  oltre che allo splendido impianto di scarico che dona alla Pigster una linea molto aggressiva. La trasmissione finale a cinghia dentata ha lasciato poi il posto ad una a catena, più adatta  al tipo di mezzo.

UP:  lo stile “low-tracker” della moto
DOWN: la parte posteriore troncato che svilisce la bella realizzazione e la verniciatura che mal si concilia con il tipo di mezzo.


 






lunedì 15 giugno 2015

F1-XLR The Art of Racing







Il nome di questa moto è un omaggio al mondo della Formula Uno, anche se l'ispirazione deriva chiaramente dalle moto da Board Track che correvano negli anni venti.  Per la costruzione di questo mezzo, che mixa presente e passato, si è partiti da un Nightster 1200 del 2012 che è stato smontato e ricostruito praticamente per intero. La forcella proviene da un V-ROD. Il serbatoio del carburante è stato costruito per intero in modo che una parte potesse ospitare l'olio del motore, in modo da rendere la parte posteriore del telaio più racing (dove solitamente è alloggiato il serbatoio dell'olio). Il telaio è stato accorciato posteriormente e sono stati montati ammortizzatori più bassi. Le ruote originali hanno lasciato il posto ad altre dal diametro di 21 pollici. Il motore ha subito interventi sostanziali attraverso il montaggio di alberi a cammes dal diverso profilo della Screamin' Eagle, così come le teste che sono state ridisegnate. Costruiti in casa gli scarichi completamente liberi. Da come si può notare, osservando anche attentamente la verniciatura, della moto originale è rimasto praticamente solo il basamento del motore e pochi altri particolari. 
Il mezzo è molto ben costruito e curato, oltre ad incuriosire molto per questa fusione di stili tra quello degli anni venti e quello attuale. Ottimo, quindi, il risultato finale!