Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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mercoledì 26 aprile 2023

Thè Giapponese - 2001 Sportster 883 cafe racer by Hirock Kyoto






Ci sono mille modi per interpretare uno stile di moto. Modi che risentono anche dell'influenza culturale del paese dove viene elaborata la moto stessa. Un cafe racer che si rispetti deve avere come base una meccanica non troppo moderna, semi-manubri, comandi arretrati ed una corta coda. Il tutto quanto più vicino possibile allo stile british degli anni cinquanta, fatto di ampio uso di alluminio e ricerca maniacale delle prestazioni attraverso la leggerezza.

Il proprietario di questo Sportster ha voluto un cafe racer che in qualche modo ricordasse gli anni ottanta attraverso grafiche evocative ed uso di materiali compositi al posto dell'alluminio e non avesse solo un effetto scenico, ma fosse una moto molto più performante dell'originale. 

Il noto pragmatismo nipponico ha permesso di avere un notevole risultato grazie alla collaborazione tra i preparatori di Nice Motorcyles e Plus Cycles. Il comparto ciclistico non vede stravolgimenti, poichè la forcella rimane di serie (anche se rivisitata internamente) ed ammortizzatori posteriori progressivi prendono il posto degli originali. Solo il montaggio di un cerchio posteriore da 18 (ed anteriore originale da 16 pollici, entrambi che calzano pneumatici  pollici Bridgestone Battlax) e di una trasmissione finale a catena in luogo dell'originale a cinghia dentata sono un piccolo azzardo rispetto al modello di serie. Il resto è completato da un paio di semi-manubri e comandi arretrati Storz.

Qualche cavallo in più al motore non di serie non guastava. La ricetta più semplice ed efficace è stato smontare completamente lo small-block per bilanciarlo di nuovo e dargli modo di ospitare pistoni più grandi in grado di portare la cilindrata a 1200, abbinandolo ad un carburatore Mikuni HSR 42 ed uno scarico due-in-uno artigianale. Pinze Brembo a quattro pistoni fanno coppia con dischi freno originali servono a calmare in tutta sicurezza i bollenti spiriti.

mercoledì 1 febbraio 2023

STORZ PERFORMANCE KIT - 2004 Sportster 1200





Una delle aziende più  "cult" in tema di elaborazioni Sportster è senza dubbio Storz. Le carrozzerie in alluminio battute a mano hanno da sempre fanno girare la testa, anche nel vecchio continente, a quanti inquadrano lo "small block" di Milwaukee in chiave meramente sportiva. 

I primi kit in Italia,  proposti dalla Numero Uno (azienda importatrice Harley-Davidson di Carlo Talamo), apparvero sulla rivista "Classic Bike" (una sorta di costola di Legend Bike) e permettevano di dare un aspetto molto "racing" al proprio Sportster, scegliendo tra un'impostazione cafe-racer e flat-track, grazie a differenti codoni e serbatoi del carburante, rigorosamente in alluminio battuto a mano. 

Harley-Davidson ha cessato la produzione dello Sportster ma non è finita. Lo splendido kit è disponibile anche per le versioni dal 2004, abbinato a pistoni "big bore" che portano la cilindrata ad oltre 1200, per quasi cento cavalli, ed ammortizzatori posteriori Ohlins con regolazione di precarico, compressione ed estensione, pedane arretrate, forcella Ceriani a steli rovesciati da 55 mm e semi-manubri.

E' possibile anche aggiungere altro come cerchi da 18 pollici, scarichi alti ecc. Fino quasi a costruirsi una moto intera.

Il prezzo ????? Da scoprire cliccando sul link qui sotto

https://www.storzperf.com/catalog/page3.html


mercoledì 18 gennaio 2023

FLATTRACK TRIBUTE - 2001 Sportster 883 street tracker







Iniziamo con una premessa: 1957legend nasce come blog sullo Sportster e forse andrà anche verso altre direzioni. Alla base vi è non solo la passione per questo modello di Harley-Davidson, ma per la motocicletta in generale e per gli sport motoristici. Logicamente, troveranno molto spazio gli Sportster votati alla velocità, con modifiche su ciclistica e motore in grado di esaltarne questo aspetto.

Questo Sportster del 2001 forse è la combinazione perfetta tra velocità sull’asfalto e flattrack.

La forcella Ohlins a steli rovesciati di una Ducati 1098, sulla quale si è dovuto lavorare non poco per adattarla al telaio dello Sportster, abbinata ad impianto frenante Brembo (anche al posteriore) è più indicata rispetto alla forcella di serie per lavorare sui circuiti asfaltati, dove vi sono frenate molto brusche con ampi trasferimenti di carico sull’anteriore. Per favorire il lavoro dei freni, è stata montata una pompa freno Brembo con serbatoio separato, su un manubrio a sezione variabile (è stato montato anche un comando dell’acceleratore rapido), con eliminazione dei comandi originali. Si è reso necessario semplificare l’impianto elettrico.

Posteriormente, non poteva che scegliersi ammortizzatori Ohlins dotati di serbatoio separato.

Sulle moto da flattrack i cerchi sono da 19 pollici, scelta obbligata anche in questo caso, dove posteriormente è stato montato un cerchio anteriore originale in lega ed entrambi sono stati dotati di pneumatici Shinko specifici. Qualche dubbio in proposito viene dalla resa di questo tipo di pneumatico sull’asfalto, dato che ha un disegno studiato appositamente per rendere al meglio sugli ovali in terra battuta.

Il motore originale da 883 cc, a parte un paio di pistoni S&S montati all’interno dei cilindri originali opportunamente alesati che aumentano la cilindrata a 1200, non è stato oggetto di altre attenzioni, salvo l’abbinamento con una coppia di scarichi alti Supertrapp, un filtro dell’aria aperto ed il relativo kit di carburazione.

La ciliegina sulla torta è rappresentata dalle sovrastrutture: il serbatoio del carburante è Storz in alluminio mentre il codone, in materiale plastico, è stato strutturato per contenere il faro al suo interno in modo da non avere angoli vivi ma una linea filante. 

La tonalità di blue scelta per la carrozzeria richiama apertamente i colori sociali Buell  e lo spirito racing “home made” di questo marchio, purtroppo definitivamente uscito di scena.


mercoledì 2 marzo 2022

Bomba fiammante!!!!









Sembra una macchina del tempo. Uno di quegli oggetti capaci di proiettarti immediatamente a tanti anni addietro, perchè lo Sportster è costruito secondo alcune delle tendenze tanto in voga agli inizi degli anni novanta. 

Sul tema, all'interno di questo blog, sono stati pubblicati diversi articoli della rivista Freeway Magazine (cercateli nella sezione "Etichette" in basso sulla destra), ma vale la pena ammirare questa opera d'arte, non solo bella esteticamente, ma anche maledettamente tecnologica, considerando che la base di partenza è uno Sportster 1200 del 1993 sul quale, a parte il telaio (seppur modificato nella zona di attacco del forcellone) non è rimasto nulla di originale

Il progetto ha voluto una ciclistica moderna abbinata al vecchio "small block" debitamente elaborato, corredata da un quantità infinita di alluminio ed una vernice metallizzata, impreziosita da fiamme. Paradossalmente, proprio sul motore sono stati limitati gli interventi con un carburatore S&S, cammes Andrews ed un doppio scarico libero in titanio realizzato in casa. 

Il comparto sospensioni vede una forcella Ohlins a steli rovesciati prelevata da una Kawasaki ZRX1200, dotata di piastra antisvirgolo, abbinata ad un cerchio Bito (anche al posteriore) ed un impianto frenante completo Brembo con doppio disco e pinze a quattro pistoni. Posteriormente lascia a bocca aperta il bellissimo forcellone in alluminio ricavato dal pieno prodotto dalla Over Racing che lavora con l'ausilio di una coppia di ammortizzatori prodotti direttamente dalla Sundance ed impianto frenante Performance Machine. Per ospitare questo forcellone ed un cerchio maggiorato la trasmissione finale a catena è praticamente obbligatoria. 

Lungo il lavoro di adattamento al telaio del vecchio Sportster.....La carrozzeria è interamente in alluminio, ma se Storz fornisce il serbatoio del carburante, i parafanghi invece sono della Hot-Dock. Ovviamente è infinita la lista delle parti in alluminio realizzate in casa. Sebbene la tendenza a realizzare questo tipo di special sia superata da circa venti anni, questo Sportster 1200 intriga come non mai!!!!!


mercoledì 8 dicembre 2021

Caffè Metallico - Sportster 1200 S cafe racer







Le cafe-racer stanno perdendo seguito negli ultimi tempi, a fronte di preparazioni in chiave street-tracker o scrambler molto più in linea con i contesti urbani fatti di strade dissestate e con la nuova moda del traverso che sembra aver colpito moltissime persone. Ovviamente (e per fortuna) non tutti la pensano così e le cafe-racer sembrano ritornare ad appannaggio di quella nicchia di affezionati che le aveva fatte conoscere diversi anni addietro. Come per tutte le elaborazioni non serve spendere una fortuna o intervenire pesantemente sulla moto per decretarne la sua perfetta riuscita. E' fondamentale operare nella maniera corretta.

Se analizziamo questo Sportster, si può vedere che è la classica moto da realizzare tranquillamente nel garage di casa: basta avere gusto e fiuto. 

Tanto per rendere l'idea, serbatoio del carburante e codone sono in alluminio, di tipo "plug in", della azienda americana Storz Performance e non necessitano di particolari accorgimenti per essere montati. Diverso il discorso dell'ampio cupolino che è stato appositamente realizzato in fibra

Ciclistica e motore sono praticamente originali. Il 1200 a quattro candele ha avuto qualche cavallo in più grazie ad un carburatore Mikuni HSR 42 ed uno scarico due-in-uno privo di silenziatore (sarebbe bello sentire la musica!), mentre la ciclistica ha una coppia di ammortizzatori di tipo "progressive" ed un cerchio da 18 pollici al posteriore (in luogo di quello originale da 16), mentre quello anteriore rimane nella misura da 19 pollici (i pneumatici sono Dunlop K427). 

Semi-manubri RSD e pedane arretrate completano l'opera. L'impianto frenante è quello originale, così come la trasmissione finale che resta a cinghia. Ben studiata la verniciatura marrone metallizzato in linea con il tipo di motocicletta. 

mercoledì 17 febbraio 2021

Profumo Britannico


sportster cafe racer storz kit


sportster cafe racer storz kit

sportster cafe racer storz kit

Arriva dal Giappone, ha stile inglese e cuore americano.

Non è uno dei tanti indovinelli o domande che si trovano sull'enigmistica, ma un bellissimo Sportster Evolution cafe-racer realizzato nella terra del Sol Levante, dove sembrano saperla molto lunga in tema di elaborazione di Sportster. 

La ricetta non è delle più originali, dal momento che è stato utilizzato un kit Storz (composto da serbatoio, codone e comandi arretrati in alluminio) prodotto agli inizi degli anni novanta, ma non si tratta di una semplice cafe-racer  “plug and play”. 

Trovata la chiave stilistica, si è andato oltre migliorando motore e ciclistica. Pistoni Wiseco che innalzano a 1200 l'originaria cilindrata 883, teste Buell Thunderstorm, alberi a cammes Andrews N8, carburatore Kehin FCR e scarico due-in-uno, sono indispensabili per avere prestazioni adeguate all'indole dello Sportster. Il reparto sospensioni vede una coppia di ammortizzatori Ohlins e la forcella originale rivisitata internamente. Montata la trasmissione finale a catena.

Non si comprende la scelta di non intervenire sul reparto freni e di montare ammortizzatori che, pur validissimi tecnicamente, stonano con la linea della moto. Ma si tratta di dettagli. In fondo nessuno è perfetto......


mercoledì 2 dicembre 2020

Spanish Flyer






Negli anni novanta la tendenza per customizzare gli Sportster  (quando non si voleva realizzare un bel chopper con telaio rigido) era più o meno una: ciclistica prelevata da qualche “jap” sportiva, motore elaborato pesantemente, verniciatura vistosa. Questo prima che negli anni duemila si affermasse il fenomeno cafe racer e, un decennio più tardi, si iniziasse ad esplorare infinite forme di customizzazione.

Specialmente in Francia si poneva molta attenzione all'aspetto cromatico, fondamentale per supportare un'ottima elaborazione.

Nel 1997 sulla rivista Freeway Magazine Italia appare questo Sportster costruito in Spagna seguendo quella logica. La base di partenza è un 883 del 1991 con cambio a cinque rapporti e trasmissione finale a cinghia, sul quale viene montata una forcella a steli rovesciati prelevata da una Suzuki GSX-R 750, abbinata a cerchi della Performance Machine in lega da 17 pollici di diametro con canale da 3.5 (anteriore) e 4.5 pollici al posteriore.  La stessa azienda fornisce anche i dischi freno, molto in voga in quegli anni.

Il motore subisce un notevole aumento di potenza grazie alla cilindrata portata a 1427 cc tramite pistoni Axtell, carburatore S&S Super G dotato di Thunderjet, cammes Redshift, aste Crane, scarico due-in-uno Supertrapp.

Troviamo una serie di altri componenti di pregio come le pedane arretrate Storz, specchietti Arlen Ness e carrozzeria di tipo “warbird”, altro elemento che per un periodo di tempo è stato utilizzato in molte preparazioni.


domenica 23 giugno 2019

Back in Black Cafe Sportster

wrenchmonkees cafe racer sportster

wrenchmonkees cafe racer sportster

wrenchmonkees cafe racer sportster

wrenchmonkees cafe racer sportster

wrenchmonkees cafe racer sportster

wrenchmonkees cafe racer sportster


Chi conosce questi artigiani danesi è al corrente di quale sia la loro filosofia costruttiva: ampio ricorso al nero, grossi pneumatici, aspetto marcatamente old-style, nessuno spazio ai fronzoli. Le loro moto si riconoscono da lontano, sebbene vi siano stati tentativi di imitazione. 


Lo Sportster Evolution, chiamato “AW16” è un cafe racer con un ampia carenatura che la fa assomigliare alle moto delle gare da endurance, ma ha alcuni elementi bobberistici come i grossi pneumatici. 


Si parte da un modello 883 del 2001 sul quale si monta un bellissimo serbatoio in alluminio spazzolato Storz con rubinetto del carburante Pingel. Salvo il cupolino proveniente da una Yamaha TZ da corsa, tutto il resto è costruito in casa, ad iniziare dalla carenatura, all’interno della quale è stato incastrato perfettamente il filtro dell’aria del carburatore, per passare al bellissimo codone e finire ai collettori degli scarichi con andamento parallelo. 


Se il motore è totalmente originale (salvo un filtro dell’aria K&N e gli scarichi) sulla ciclistica si è lavorato provvedendo ad abbassare la parte anteriore tramite un kit Progressive che diminuisce l’interasse della forcella, mentre posteriormente sono stati montati ammortizzatori della stessa azienda ma leggermente più lunghi degli originali. Il cerchio posteriore è rimasto originale da 16 pollici, mentre anteriormente si è provveduto a montarne uno da 18 pollici, con pneumatici Continental K112. 


L’eliminazione dei supporti parafango si è resa indispensabile per montare il corto codone. Come avviene per la maggior parte delle realizzazioni Wrenchmonkees, molte parti presenti sulla moto sono frutto di lavorazioni specifiche, ma facilmente replicabili ed acquistabili sul loro sito. 


giovedì 2 novembre 2017

Harley-Davidson XR 1000 flat-track

harley davidson xr 1000 flat track side right

harley davidson xr 1000 flat track side right

harley davidson xr 1000 flat track engine

Ritorno alle origini per questo XR 1000 che viene restaurato e migliorato attraverso un lavoro certosino.


Decidere di mettere le mani su una vecchia moto può essere non solo un'impresa, ma anche una grossa responsabilità, specialmente se di modelli ne sono stati prodotti appena 1800. In passato era stata presentata una XR 1000 rivisitata in chiave street-tracker, che aveva molti spunti interessanti.

Questa XR 1000 da flat-track la possiamo considerare come una sorta di evoluzione. E' stato curato molto l'aspetto che, contrariamente al tipo di moto, non è più rude ma aggraziato. 
Vi è abbondanza di parti lucidate e cromate, nonché un ampio utilizzo di alluminio billet per numerose componenti come cerchi, forcellone e freni. Una verniciatura a più strati. Un serbatoio Storz in alluminio.  Il tutto abbinato alla ricerca delle prestazioni, dato che è stata sostituita la forcella originale con una più performante sempre della Storz, sono stati montati freni flottanti con pinza a doppio pistone della Performance Machine ed un paio di scarichi Supertrapp della stessa forma degli originali.

Questa XR 1000 è stata completamente rivisitata e migliorata in ogni sua parte. Si tratta di un tipo di intervento migliorativo che, tuttavia, travalica i confini della originalità che si dovrebbe mantenere su questa moto quando si interviene.


martedì 29 novembre 2016

Roku's 883

roku 883 sportster side right

roku 883 sportster exhaust

 

La scuola nipponica del custom ha preso direzioni ben precise.....

…....e per quanto riguarda le street-tracker pochi fronzoli e molta sostanza: in pratica si lavora a livello prestazionale e senza esasperazioni di sorta. L'estetica, ovviamente, ha il suo peso, ma non è così fondamentale come nella tradizione europea od in quella statunitense.

Di questa moto mi ha colpito molto lo scarico ed, ovviamente, la scelta di montare un kit carrozzeria Storz, ma ci sono anche altri particolari cui ho fatto attenzione, come la scelta di una coppia di ammortizzatori Ohlins dotati di serbatoio del gas, la piastra di irrigidimento della forcella ed il disco freno anteriore di maggior diametro che viene morso da una pinza Brembo.

Non mi piace assolutamente il prolungamento del telaio nella parte posteriore. Probabilmente è stata ritenuta una soluzione necessaria per tenere alta la seduta e caricare maggiormente l'avantreno. 

Bruttissimo anche il filtro dell'aria! Ma, come ho detto, quando si tratta di un certo tipo di moto i giapponesi sembrano prestare molta attenzione alla sostanza e non alla forma.....



martedì 27 settembre 2016

Shavonna Sportster Turbo

shavonna sportster turbo side right

shavonna sportster turbo side left

shavonna sportster turbo engine

shavonna sportster turbo engine and exhausts

 

Un tranquillo Sportster 883 ad iniezione che viene trasformato in una belva da strada grazie ad un kit turbo e numerose parti hi-tech.

 

 

Spesso ci si chiede quale sia il miglior modo per elaborare uno Sportster rendendolo una vera e propria “mangia asfalto”. Le possibilità sono infinite e dipende da quale connotazione estetica e tecnica si vuole dare alla moto, dal momento che lo Sportster è come una tela bianca sulla quale dipingere il quadro che si vuole.

Il customizer americano Jesse Rooke interpreta il concetto di prestazioni in chiave puramente moderna,  abbinando ad un kit turbo della Trask Performance (http://www.1957legend.it/2016/06/turbo-kit-accelerazioni-brucianti-per_8.html)  numerose parti in alluminio che migliorano  “l'handling” della moto e contribuiscono, nel contempo, ad addeguarne l'estetica.

Come detto il motore, salvo il montaggio di una turbina, non subisce modifiche (se non quelle strettamente necessarie per installare il nuovo componente e farlo funzionare al meglio)   http://www.1957legend.it/2016/06/aria-nuova-sportster-turbo.html

La ciclistica vede interventi sostanziosi, dal momento che si è dovuto lavorare sulla parte centrale del telaio, affinchè fosse in grado di ospitare il forcellone monobraccio dotato di singolo ammortizzatore.
Sul forcellone troviamo un bellissimo cerchio in alluminio billet a tre razze della Performance Machine da 18 pollici di diametro, sul quale calza un pneumatico Dunlop da 240 mm (!!!!!!!!!) di larghezza.
La stessa Performance Machine fornisce l'identico cerchio anteriore ma dal diametro di 19 pollici, che lavora su una forcella di tipo  “upside down” con steli da 50 mm.
Completano l'opera dei freni Brembo con pinze ad attacco radiale, serbatoio del carburante e codone Storz.

L'aspetto di questo Sportster è da vera e propria street-fighter, anche se alcune scelte operate da Jesse Rooke (come il serbatoio ed il codone Storz) fanno pensare che l'idea di fondo sia stata quella di costruire una street-tracker non tradizionale.

Qualche aspetto estetico di questo Sportster non convince, come verniciatura ed alcuni abbinamenti cromatici.
Per il resto si tratta di una realizzazione interessante che abbina abbastanza bene elementi tipici delle moto street-fighter, con altri delle street-tracker.

Da lodare la scelta di utilizzare il turbo per elaborare il motore.


UP: il forcellone con singolo ammortizzatore

DOWN: la bruttissima verniciatura