Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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domenica 14 febbraio 2016

Storz on Sportster!!!!










Il primo kit cafe racer dedicato allo Sportster arriva dalla azienda americana Storz. La rivista italiana Classic Bike, nel lontano 1994, dedica un ampio servizio.


L'articolo è stato intitolato “American Dream”: il sogno americano. Il primo Sportster 883 Evolution, seconda serie, (dotato di cambio a cinque rapporti e trasmissione finale a cinghia) viene equipaggiato con i componenti Storz ed abbinato alla Dodge Viper. Titolo ed accoppiamento sono del tutto inappropriati, però le foto sono bellissime e rendono pieno merito al kit in alluminio commercializzato dalla Numero Uno, società importatrice e distributrice delle moto americane nel periodo a cavallo tra la metà degli anni '80 e la fine degli anni '90.
Il kit si compone del serbatoio in alluminio lucidato e battuto a mano, secondo la artica arte del battilastra, codone in vetroresina e pedane in alluminio ricavato dal pieno.
La moto oggetto del servizio ha anche interventi al motore che riguardano alberi a cammes e centralina della Scramin'Eagle (il reparto corse della Harley-Davidson) ed il montaggio di uno scarico Supertrapp due-in-uno. Tutti componenti venduti e garantiti dalla Numero Uno.
Si tratta di un'ottima moto, fedele ai canoni della Numero Uno: pochi e ben mirati interventi, riguardanti in molti casi anche il motore, senza apportare modifiche irreversibili alla moto ricercando, nel contempo, una sensazione di lusso, offerta da parti lucidate e cromate messe al punto giusto, abbinate ad una verniciatura di sicuro effetto.  Seguendo questi canoni lo Sportster Storz preparato dalla Numero Uno, pur essendo una cafe racer, è lontano dalle moto estreme che poi sono seguite nel corso degli anni.
Le foto e l'impaginazione esaltano ogni aspetto della moto, così come evidenziano l'alta qualità delle lavorazioni effettuate.

UP: l'alta qualità del kit Storz e la meticolosità della Numero Uno nel confezionare un vero e proprio kit, intervenendo anche sul motore.
DOWN: sebbene il servizio sia del 1994 ed all'epoca le cafe racer erano ad appannaggio di pochi, avrebbero dovuto montare dei semi-manubri al posto del drag-bar ed un parafando anteriore molto corto in luogo di quello avvolgente della foto.

 


sabato 6 febbraio 2016

Black Monk: alle origini del custom








Bassa. Nera. Senza fronzoli. Semplice. Linee morbide, ma stilose. E' Black Monk: uno Sportster in grado di portarti nei meandri più profondi della customizzazione, così come i monaci ti fanno addentrare nei lati più oscuri della tua anima, dopo averti fatto visitare lati misteriosi dei luoghi in cui vivono.  

Non me lo sarei mai aspettato che una moto si sarebbe insinuata nella mia anima, sconvolgendola da cima a fondo. Mi era capitato nei primi anni novanta con la “Suora”, una Harley-Davidson Fat-Boy 1340 tutta nera, con un enorme copertura sul fato anteriore (che le davano proprio questa connotazione) e la “Eve of Distruction”: una Triumph postatomica costruita sulla base di un Daytona 1000 a quattro cilindri. Entrambe ideate e preparate da quel genio che era Carlo Talamo. Quelle moto mi fecero star male. La mia anima vibrava e si torceva alla vista di quei mezzi, facendomi elaborare concetti di customizzazione ben lontani dagli standard tradizionali.
Pensavo, quindi, che non sarebbe successo mai più.
Poi sono arrivati i ragazzi danesi Wrenchmonkees, che hanno proposto una loro interpretazione del modo di fare custom, destinato a far tendenza. Sono state costruite diverse moto tra cui questo Sportster. E la storia è ricominciata....
Black Monk  entra nel più profondo del tuo essere. Semplice, ma nello stesso tempo complicata, per la ricerca dell'indiscusso effetto suggestivo, non risponde a canoni precisi. Un mix sapientemente amalgamato di tendenze brat style, bobber e delirio postatomico, esaltato da un motore elaborato.
Si parte, infatti, da uno Sportster 883 pre-2004 (quella con il vecchio telaio, per intenderci), portato a 1200 tramite pistoni maggiorati e valvole di diametro maggiore. Il carburatore resta di serie, ma viene montato un filtro dell'aria proveniente dal catalogo della americana Joker Machine ed uno scarico due-in-uno Supertrapp.
Il telaio subisce modifiche solo nella parte posteriore, attraverso il prolungamento di quello originale (cui nel frattempo sono stati tolti gli originali supporti del parafango), sul quale viene montata una sella appositamente creata. Il serbatoio del carburante ha una forma allungata e differente dall'originale,  viene anch'esso costruito in casa.
Si cerca di abbassare la moto il più possibile operando sulla forcella e montando degli ammortizzatori più corti della Progressive Supension. Il tutto abbinato a cerchi da 18 pollici all'anteriore (in luogo degli originali 19) e 16 al posteriore, sui quali vengono montati pneumatici Firestone. A corredo di tutto elementi quali, ad esempio, le pedane Tarozzi, abbinate ad un kit di arretramento delle stesse Storz Performance.
Il monaco nero ha fatto vedere aspetti tenebrosi ma che esistono. Senza scoprire niente di nuovo.

UP: la linea della moto unita alla disarmante semplicità ed al nero opaco.
DOWN: avremmo voluto che ogni particolare fosse diventato nero opaco, unitamente a pneumatici tassellati.

mercoledì 28 novembre 2012

Sporting Club

Lo Sportster ? Un'idea attorno alla quale costruire tutto. Ecco allora che la paciosa americana può trasformarsi in una performante racer stradale. Non basta un kit Storz per le sovrastrutture, ma si deve agire anche su ciclistica e motore. All'anteriore troviamo una forcella trapiantata da una "jap" sportiva, sulla quale viene montato un doppio freno a disco. Al posteriore gli ammortizzatori rimangono di serie. Il motore 1200 subisce poche modifiche. Sostanzialmente alle testate Buell, con alberi a cammes dal profilo più spinto, viene aggiunto un carburatore S&S con valvola a farfalla, una centralina Screamin' Eagle ed uno scarico due-in-uno. Non piace il terminale di chiara ispirazione moderna. DI INTERESSE: si può realizzare una bellissima Cafe Racer senza spendere una fortuna e con ottimi risultati.

martedì 9 novembre 2010

Storz - Cafè Racer



La ditta americana Storz, nei primi anni '90, mise in commercio un kit cafè racer per lo Sportster composto da forcella Ceriani da 42mm a steli rovesciati. Serbatoio in alluminio. Codone monoposto in alluminio, semi manubri e pedane arretrate. Il tutto si accoppiava bene a livello estetico con uno scarico Supertrapp 2-in-1.

DI INTERESSE: codone e serbatoio di una bellezza inaudita