Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.
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domenica 23 giugno 2019
martedì 24 maggio 2016
Monkee 7: uno Sportster XLCH 1000 ancor più selvaggio!!!!
Nell'era digitale del 2.0, trovare ancora qualcuno che si diverte a costruire moto utilizzando motori arcaici è quasi impossibile. Eppure nella Vecchia Europa c'è ancora qualche nostalgico.....
Per chi non li conscesse, i ragazzi danesi di Wrenchmonkees sono diventati famosi con le loro moto dallo stile minimalista e selvaggio, costruite su vecchi motori e dalle verniciature quasi sempre nere opache. Anche le recenti elaborazioni avvenute per Yamaha sui nuovi modelli (le Yard Built http://www.wrenchmonkees.com/the-yard-built) hanno rispettato questi canoni stilistici.
Lo Sportster in questione, se si eccettua il color rosso fuoco del serbatoio del carburante, rispetta questi canoni. Sebbene possa sembrare appena uscita da un fienile dove è stata ferma per anni, questa XLCH 1000 nasconde un lavoro incredibile.
Lavoro che ha visto sezionare letteralmente il mezzo. E' stato prima smontato il motore, revisionato e montato su un nuovo telaio (rigido), abbinato ad un carburatore S&S e scarichi costruiti in casa.
Successivamente si è provveduto a terminare la moto costruendo e montando numerose parti tra cui il parafango posteriore creato appositamente, le luci provenienti dal catalogo Wrenchmonkees, una forcella da 33mm, nuovi cerchi Borani da 18 pollici con pneumatici Pirelli tassellati ed un serbatoio del carburante proveniente da una Husqvarna.
Il risultato finale è una moto selvaggia come non poche, con elementi sia delle streettracker riviste in chiave “old”, che dei bobber.
UP: bellissimo il serbatoio Husqvarna degli anni settanta
DOWN: le piastre di sterzo che sarebbero dovute essere di colore nero opaco e non lucido
sabato 6 febbraio 2016
Black Monk: alle origini del custom
Bassa. Nera. Senza fronzoli. Semplice. Linee morbide, ma stilose. E' Black Monk: uno Sportster in grado di portarti nei meandri più profondi della customizzazione, così come i monaci ti fanno addentrare nei lati più oscuri della tua anima, dopo averti fatto visitare lati misteriosi dei luoghi in cui vivono.
Non me lo sarei mai aspettato che una moto si sarebbe insinuata nella mia anima, sconvolgendola da cima a fondo. Mi era capitato nei primi anni novanta con la “Suora”, una Harley-Davidson Fat-Boy 1340 tutta nera, con un enorme copertura sul fato anteriore (che le davano proprio questa connotazione) e la “Eve of Distruction”: una Triumph postatomica costruita sulla base di un Daytona 1000 a quattro cilindri. Entrambe ideate e preparate da quel genio che era Carlo Talamo. Quelle moto mi fecero star male. La mia anima vibrava e si torceva alla vista di quei mezzi, facendomi elaborare concetti di customizzazione ben lontani dagli standard tradizionali.Pensavo, quindi, che non sarebbe successo mai più.
Poi sono arrivati i ragazzi danesi Wrenchmonkees, che hanno proposto una loro interpretazione del modo di fare custom, destinato a far tendenza. Sono state costruite diverse moto tra cui questo Sportster. E la storia è ricominciata....
Black Monk entra nel più profondo del tuo essere. Semplice, ma nello stesso tempo complicata, per la ricerca dell'indiscusso effetto suggestivo, non risponde a canoni precisi. Un mix sapientemente amalgamato di tendenze brat style, bobber e delirio postatomico, esaltato da un motore elaborato.
Si parte, infatti, da uno Sportster 883 pre-2004 (quella con il vecchio telaio, per intenderci), portato a 1200 tramite pistoni maggiorati e valvole di diametro maggiore. Il carburatore resta di serie, ma viene montato un filtro dell'aria proveniente dal catalogo della americana Joker Machine ed uno scarico due-in-uno Supertrapp.
Il telaio subisce modifiche solo nella parte posteriore, attraverso il prolungamento di quello originale (cui nel frattempo sono stati tolti gli originali supporti del parafango), sul quale viene montata una sella appositamente creata. Il serbatoio del carburante ha una forma allungata e differente dall'originale, viene anch'esso costruito in casa.
Si cerca di abbassare la moto il più possibile operando sulla forcella e montando degli ammortizzatori più corti della Progressive Supension. Il tutto abbinato a cerchi da 18 pollici all'anteriore (in luogo degli originali 19) e 16 al posteriore, sui quali vengono montati pneumatici Firestone. A corredo di tutto elementi quali, ad esempio, le pedane Tarozzi, abbinate ad un kit di arretramento delle stesse Storz Performance.
Il monaco nero ha fatto vedere aspetti tenebrosi ma che esistono. Senza scoprire niente di nuovo.
UP: la linea della moto unita alla disarmante semplicità ed al nero opaco.
DOWN: avremmo voluto che ogni particolare fosse diventato nero opaco, unitamente a pneumatici tassellati.
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