Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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martedì 17 aprile 2018

Malo-Bueno

malo bueno sportster 1200 postatomico by el solitario

malo bueno sportster 1200 postatomico by el solitario

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El Solitario propone uno Sportster che va alle radici dell'essere umano. All'eterno dualismo da cui è caratterizzato.


Dave Borras, alias El Solitario, ha una visione tutta sua della motocicletta. Visione che trae ispirazione da uno studio accurato dell'uomo nelle sue molteplici implicazioni e della realtà di cui si circonda. Qualcosa di avulso dal modo di intendere la motocicletta dalla maggior parte dei customizer. Le sue creature rompono schemi, fanno discutere, creano tendenza.

Lo Sportster costruito è la prosecuzione di un concetto abbozzato con la Impostor dove, dietro ad un'apparente rudezza, si cela in realtà un mezzo dal carattere molto forte, ma docile al tempo stesso. Malo-Bueno, il nome fa riferimento a quegli esseri umani dallo sguardo feroce che ad un primo approccio mettono paura ma poi, se avvicinati in un certo modo, mostrano la loro parte più buona. Quella più reale. Diversamente da quelli che sembrano buoni ma, all'improvviso, mostrano la parte più buia e crudele. Questi ultimi sono quelli da evitare. Malo-Bueno attinge al primo tipo di persone.

Uno Sportster in grado di mettere facilmente soggezione, salvo poi rivelarsi una moto estremamente facile da utilizzare ed idonea per ogni tipo di terreno. Tornando indietro nel tempo, possiamo dire che El Solitario riprende e sviluppa concetti di base della Eve of Destruction di Carlo Talamo del lontano 1996. La carrozzeria è interamente in alluminio battuta a mano e poggia su uno Sportster 1200R del 2003 che mantiene intatte le caratteristiche originali, salvo un paio di ammortizzatori regolabili forniti dalla Fournales. La forcella è di serie, ma è stata avvolta dall'alluminio che termina con una mascherina da saldatore al posto del faro anteriore, vero elemento distintivo di Malo-Bueno. A parte filtro dell'aria e scarichi della Screamin'Eagle, il motore non subisce alcun intervento. L'impianto elettrico viene rivisto. 

Amante della Eve of Destruction non posso non ammirare lo stile proposto da Dave Borras che, con le sue moto, sembra dar voce alle paure di molte persone, specialmente nella tanto cara e vecchia Europa, dove si assiste ad un progressivo decadimento sociale, intendendo con tale termine la perdita del benessere dei popoli causato da un peggioramento delle condizioni economiche e culturali, unitamente alla perdita di valori

Tempo addietro avevo proposto  Marrajo che aveva fatto parecchio discutere, in quanto priva in apparenza di logica costruttiva.
In realtà le moto costruite da El Solitario rappresentano idealmente l'unica arma a difesa di questa decadenza. Moto in grado di essere utilizzate ovunque ed in ogni condizione.....   


mercoledì 23 giugno 2021

Desert Wolf!

desert wolf sportster 1200 el solitario




"Il lupo del deserto" è apparso qualche tempo addietro, ma merita assolutamente di essere riproposto in questa torrida estate, dove qualche escursione sulla sabbia potrebbe rappresentare un modo per affrancarsi anche dalle ristrettezze della pandemia. Contrariamente a molte elaborazioni di Sportster “da sabbia”, questa volta è stato scelto un modello post-2003 (con il telaio allargato nella parte centrale e posteriore ed il motore montato su supporti elastici che aumentano il peso globale della moto di quasi 50 kg), più precisamente un 1200 Roadster che è stato elaborato pesantemente in vista di una traversata nel deserto, privilegiando quindi l’aspetto funzionale rispetto a quello estetico. Non che sia una moto brutta. Anzi e molto bella, ma esce fuori dai canoni tradizionali a cui si è abituati. 

Per riuscire a compiere una vera e propria spedizione in Marocco per quasi 3000 km nel deserto (ne sono stati preparati diversi esemplari), David Borras alias El Solitario, ha dovuto elaborare lo Sportster secondo precisi criteri (la verniciatura non è tra questi….).

Prima di tutto bisognava aumentare la luce da terra. Forcella ed ammortizzatori forniti da Ohlins sono stati fondamentali per questo scopo. La moto doveva avere poi un comportamento “neutro” sulla sabbia. Si è ricorso all’utilizzo di una coppia di cerchi Kineo da 19 pollici con pneumatici Dunlop da flat-track. Per evitare problemi al motore e rotture varie, era indispensabile anche pensare ad uno scarico dalle forme differenti. L’italiana SC Project ha studiato appositamente uno scarico alto due-in-uno con terminale a cono, dotato di retina finale. 

Non meno importante è stata la scelta dell’impianto di illuminazione (doppio faro della PIAA) e set di bagagli (con il portapacchi per il parafango) fornito dalla Kriega. E la sella di pelliccia nera ????? Una splendida trovata in puro stile El Solitario!!!!!! 


 

martedì 14 giugno 2016

Marrajo: uno Sportster postatomico!

marrajo sportster side right

marrajo sportster side left

marrajo sportster tank

marrajo sportster front light

marrajo sportster handlebars


 

Dalla penisola iberica uno Sportster costruito per affrontare senza timori il nuovo periodo di decadenza.

 

Arriverà un giorno in cui il mondo non esisterà più. In cui l'economia mondiale ed il benessere della civiltà occidentale saranno solamente un pallido ricordo di alcune persone. Pochi fortunati in grado di poter raccontare quanto hanno visto alle future generazioni affinchè non facciano gli stessi errori del passato, riuscendo ad avviare un nuovo processo costruttivo della civiltà.

Quando ciò accadrà i libri saranno un pallido ricordo del passato ed internet, forse, non esisterà più.
Insieme alle testimonianze, alcuni oggetti diventeranno il segno tangibile di quanto accaduto. In questo futuro mondo, non poi troppo lontano, le materie prime saranno un lusso per pochi e le fabbriche non esisteranno quasi più, abbandonate dagli uomini in cerca di vita nelle campagne. Sarà un ritorno alle origini.

David Borras, alias “El Solitario”,  noto customizer di fama mondiale, ha sviluppato un stile che sembra pronto per questo avvenire oscuro.

Le sue moto si distinguono in lontananza e sono un inno all'utilizzo di parti di recupero, molte delle quali apparentemente inadatte per qualsiasi mezzo a due ruote, facendo emergere non solo una creatività degna di pochi, ma una robustezza dell'insieme che fa pensare a mezzi indistruttibili, necessari nella futura era di decadenza.

Lo Sportster in questione è un 1200 Custom del 1998 con pochissimi chilometri all'attivo, il cui nome è la traduzione spagnola di “Squalo Mako”, il famoso e velocissimo predatore del mare.
Per manterne l'estrema longevità e robustezza, il motore non viene assolutamente elaborato, salvo un filtro dell'aria aperto ed uno scarico due-in-uno costruito in casa, con il terminale che evoca nella forma quello delle vecchie BSA Rocket 3.
Il telaio, invece, è stato modificato nella parte posteriore in modo da poter avere un sissy bar integrato nell'insieme che ricordi la pinna di uno squalo. Anche la sella è opera dello stesso David Borras. Il parafango proveniente da una vecchia Bultaco su cui è costruito il supporto del fanalino, completano la parte posteriore.
Anteriormente la forcella originale è sormontata da un bellissimo supporto del faro che ricorda il muso dello squalo.
Completano l'opera il serbatoio del carburante proveniente da una vecchia Ducati, verniciato dall'artista Maxwell Paternoster, i cerchi da 16 pollici con pneumatici Firestone e la bellissima verniciatura grigia.

La Marrajo impressiona. I cultori del genere la ameranno alla follia, gli altri potranno osservarla con diverse perplessità. La forma è sgraziata ed alcuni dettagli potranno non convincere, ma si tratta di una moto che non lascia assolutamente indifferenti. Anzi: invita a comprendere le ragioni che le hanno dato vita.

Se poi volete sentirne la voce, non vi resta che cliccare sul seguente link (https://soundcloud.com/elsolitariomc/marrajo-el-solitario)


UP: il supporto faro anteriore

DOWN: i pneumatici Firestone che avrebbero dovuto lasciare il posto ad altri tassellati












domenica 14 gennaio 2024

Brutester!!!!!!!






Immaginate di vivere in una metropoli europea piena di palazzi, dove la luce del sole in inverno si vede poco. Immaginate che la cara, vecchia, Comunità Europea abbia emanato una infinità di atti che impongano allo Stato di riferimento di disciplinare ogni aspetto della vostra vita, magari anche l’abbigliamento da utilizzare per andare a comprare il latte…...Immaginate che non ce la facciate più a seguire questa infinità di norme assurde recepite obbligatoriamente dallo Stato in cui vivete, solo per la mera appartenenza a questa sorta di aggregazione tra Stati, senza che ne condivida i presupposti di fondo. Immaginate, quindi, di non trovarvi assolutamente con queste “regolette” senza senso e vogliate vivere a modo vostro, in maniera sfuggente, quasi invisibile.

Questo Sportster potrebbe essere la moto per le vostre esigenze.

Non è una novità, perché un certo customizer di nome El Solitario approntò Sportster simili (cui diede il nome di “Desert Wolves”) per compiere una traversata desertica, elaborati partendo da 1200 Roadster ad iniezione, trattati all’interno di questo blog https://www.1957legend.it/2021/06/desert-wolf.html

In questo caso la base di partenza è differente e più indicata, anche se lo stile è praticamente identico, poiché si è deciso di utilizzare uno Sportster 883 del 2002, il cui motore è rimasto standard, salvo la verniciatura in nero goffrato ed uno scarico due in uno artigianale con terminale HP Corse e filtro dell’aria aperto.

Tutta la moto è stata verniciata in nero non tralasciando nulla al caso, anche se il vero MUST di questo tipo di preparazioni sono i doppi fari PIAA con relativo telaietto.

Poichè lo scopo principale è quello di avere un mezzo in grado di destreggiarsi nei contesti urbani, si è provveduto ad aumentare la luce da terra montando una coppia di ammortizzatori posteriori da 335mm della Racing Bros ed anteriormente un kit forcella per allungarla in maniera proporzionale.

I cerchi originali hanno lasciato il posto ad una coppia nelle misure da 18 pollici al posteriore e 19 all’interiore (come l’originale), con pneumatici Michelin Anakee Wild.

Per forza di cose la trasmissione finale a cinghia ha dovuto cedere il passo a quella a catena ed il completamento dell’opera è stato dato dal montaggio di una coppia di parafanghi in plastica della UFO ed un manubrio da cross con il traversino.

Forse l’unica pecca di questa moto è la mancanza di qualche cavallo in più, fondamentale per scappare nella giungla urbana come un fantasma…..