Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

martedì 18 settembre 2018

Jamesville Sportster bobber!

jamesville sportster bobber evolution springer fork

jamesville sportster bobber evolution springer fork

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jamesville sportster bobber evolution springer fork

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Nell'attuale contesto storico bobber e chopper non sono molto in voga in Italia, almeno tra le moto che si utilizzano quotidianamente, ma ogni tanto vale la pena vedere qualche realizzazione a tema.....


Nel nostro paese uno degli ostacoli maggiori alla diffusione delle elaborazione in stile bobber è rappresentato dal fatto che spesso si deve andare a sostituire il telaio, rendendo la moto non più conforme alle caratteristiche costruttive indicate nel libretto di circolazione, con tutte le problematiche in ordine legale che ne derivano.

In Europa e specialmente negli USA (qui anche per un discorso culturale) i bobber sono molto più diffusi e si vedono ottime realizzazioni e ben rifinite.
Questo Sportster bobber, costruito proprio negli Stati Uniti, è molto semplice anche se perfettamente studiato.

Il telaio rigido Fenland Choppers, con cannotto dello sterzo inclinato, calza a pennello su una forcella Springer ed un cerchio da 18 pollici Akront in alluminio (scelto in luogo del classico 16 pollici), conferendo alla moto un marcato aspetto “low”, grazie anche al cerchio posteriore dello stesso diametro. I pneumatici Firestone ANS dal disegno vintage, anche se leggermente scolpiti, unitamente ad una coppia di freni a tamburo, aiutano a conferire ancor di più un aspetto vintage.

Il cuore di questo bobber è un motore Sportster Evolution del 1988 rimasto interamente originale tranne filtro dell'aria e scarico due-in-uno  “home made” liberi che, per essere montato all'interno del telaio, ha necessitato di un riposizionamento della batteria (dietro al motore, facilmente visibile) e la fabbricazione di un nuovo serbatoio dell'olio, posizionato in posizione perpendicolare alla sella, sotto al trave del telaio.

Il parafango anteriore è assente, mentre quello posteriore è a filo di ruota. Il color metallo anche del serbatoio del carburante è particolarmente adatto e si sposa alla perfezione con la connotazione di questo Sportster il cui unico difetto sembra essere il collettore dello scarico troppo alto. 

Ma si sa......i bobber sono per uomini rudi!!!!!

venerdì 14 settembre 2018

Venite a provare i nuovi modelli !!!!!

harley davidson cagliari 2003 pubblicità sportster


Il 2003 è importante non solo perchè si celebra centenario della Harley-Davidson......


…..ma per il rinnovamento del modello Sportster, che vedrà la commercializzazione dei nuovi modelli l'anno seguente (2004). Un nuovo telaio dotato di silent-block, ridisegnato nella parte centrale e posteriore (in modo da poter accogliere un cerchio più largo), sono gli elementi innovativi della “piccola” di Milwaukee che si appresta a diventare una moto adatta anche per il turismo, con un ampliamento della fascia di utenti, sebbene vi sia un aumento di peso di circa cinquanta chili. 

E le tanto “good vibration” tanto care agli harleysti duri e puri, sono efficacemente smorzate.

La campagna informativa viene effettuata in anticipo ed è incentrata sulla presa di contatto con i nuovi modelli.

Dato che siamo in estate e la Sardegna è una delle mete preferite per le vacanze, proponiamo la pubblicità effettuata allora dal dealer di Cagliari, essenziale ed ottimamente impostata, facente leva sull'abbinamento Sportster-libertà-mare.      


martedì 11 settembre 2018

Ice cream R!

sportster 883 r custom cream color my 2003

sportster 883 r custom cream color my 2003

sportster 883 r custom cream color my 2003

sportster 883 r custom cream color my 2003

sportster 883 r custom cream color my 2003


A volte basta molto poco per creare una custom interessante.....


Sono uno dei fautori del “middle-custom”, ovvero di quelle trasformazioni leggere e fatte con gusto, attraverso modifiche reversibili e senza spendere cifre folli

Curiosando tra i vari Sportster realizzati in Giappone ho notato che, accanto alle trasformazioni importanti su base dei motori Ironhead, vi è una scuola che mira a non stravolgere gli Sportster Evolution, avendo come obiettivo primario i miglioramenti a livello tecnico che influiscono sull' “handling” della moto.

Questo Sportster, così come molti altri, mi ha attratto per l'estrema semplicità con cui è stato elaborato. Se non fosse per lo spigoloso codone, potrebbe essere scambiata tranquillamente per una 883R di serie alla quale è stata cambiata unicamente la verniciatura. 

Osservando attentamente, invece, si nota anche il serbatoio in alluminio (così come il codone) che riprendono la linea delle Kawasaki Z degli anni ottanta, abbinata al disegno dei chopper americani anni settanta del parafango anteriore e del manubrio. A parte ciò, sono state montate delle pedane arretrate, uno scarico due-in-uno realizzato in casa abbinato ad un filtro dell'aria S&S ed una coppia di ammortizzatori performanti. Come si vede il risultato non è da poco. 

Il prezzo ???? Non lo conosciamo ma possiamo giurare che non sia eccessivo.

martedì 4 settembre 2018

Maidstone Superlow cafe racer

sportster superlow cafe racer by maidstone hd

sportster superlow cafe racer by maidstone hd

sportster superlow cafe racer by maidstone hd

sportster superlow cafe racer by maidstone hd

Un buon esempio di cafe racer sulla base dello Sportster in assoluto più basso.


Sebbene sia apparso sul mercato per venire incontro alle esigenze di quanti volevano una moto dal baricentro assai basso ed estremamente facile da guidare, il Superlow, seppur proposto successivamente in alcune versioni, non ha avuto la diffusione di altri modelli Sportster quali, ad esempio, il Nightster (non cito 883 Iron in quanto il paragone sarebbe impietoso, dal momento che è lo Sportster più venduto). In pochi hanno utilizzato il Superlow come base per customizzazioni. 
Mi ha attratto questo esemplare rivisto in chiave cafe racer dal dealer americano Maidstone HD per una serie di motivi. 

Innanzitutto è la dimostrazione pratica di come tutti gli Sportster siano una tela bianca sulla quale un buon pittore può sbizzarrirsi a piacimento. In secondo luogo, perchè il risultato ottenuto è di sicuro effetto, a fronte di interventi minimi: semi-manubri, pedane arretrate, sella ad un posto con telaietto aggiuntivo, eliminazione dei parafanghi, scarico due-in-uno (RSD), filtro dell'aria aperto, ammortizzatori dal maggiore interasse in modo da caricare ancor più l'avantreno, forcella con molle progressive, eliminazione del carter copri cinghia. Il serbatoio resta quello originale, così come l'impianto frenante e gran parte della moto. 

Non mi convince affatto il taglio della parte posteriore del telaio, intervento che preclude il ripristino della moto originale. La reversibilità delle elaborazioni su base Sportster deve essere una prerogativa quando non si va a sostituire il telaio, creando un progetto totalmente nuovo

A parte questo aspetto, il Superlow cafe racer è un'ottima realizzazione “low-cost”.



mercoledì 29 agosto 2018

Icon Roach


icon roach sportster evolution postatomico

icon roach sportster evolution postatomico

icon roach sportster evolution postatomico

icon roach sportster evolution postatomico

icon roach sportster evolution postatomico

Quando l'uomo avrà quasi terminato la sua opera di distruzione resterà molto poco. Ma sarà tardi.....


Scarseggeranno le materie prime e le poche città rimaste avranno perso la loro identità, depredate di tutto il possibile. Pochi insediamenti urbani intorno a quelli che erano centri popolati da abitanti ed, in diversi casi, da una miriade di turisti.
Le strade, già dissestate a causa della grave crisi finanziaria mondiale, diventeranno quasi impraticabili e molti mezzi dovranno essere parecchio rimaneggiati per adattarsi alla nuova situazione, dato che sarà praticamente impossibile comprarne di nuovi. 

I ragazzi di Icon 1000, per non farsi trovare impreparati all'imminente fine del mondo, hanno escogitato questo Sportster in grado di solcare senza problemi ogni tipo di strada, mimetizzandosi nel degradato contesto urbano. Partendo da uno dei primi esemplari con motore Evolution, un 883 del 1986 con cambio a quattro rapporti e trasmissione finale a catena, sono stati effettuati tutta una serie di accorgimenti fondamentali per adattare lo Sportster alle nuove condizioni. 

Le sovrastrutture sono state ridotte al minimo eliminando il parafango anteriore e sostituendo quello posteriore con un codino da flat-track sul quale è stata approntata una sorta di sella che definire tale è quasi una esagerazione. Anche faro anteriore è finito nel cesto della spazzatura ed al suo posto è stato montato un faro PIAA, che offre notevole profondità, su un rullo con gancio traino (….nella nuova era di non di rado molti mezzi debbono essere trainati nei modi più ingegnosi.....)

La verniciatura (…..se così si può chiamare...) ha i toni della guerriglia urbana resi ancor più evidenti da un paio di pneumatici da flat-track Maxxis DTR-1 montati su cerchi in lega da 19 pollici che lavorano in abbinamento a molle forcella ed ammortizzatori della Progressive Suspension.

Per muoversi velocemente nelle città distrutte ed evitare di essere preda di disperati occorre avere motori potenti ma estremamente longevi.

Pistoni forgiati che portano la cilindrata a 1200, filtro dell'aria aperto ed un paio di scarichi Supertrapp alti diventano fondamentali per spremere qualche cavallo in più dal vecchio Sportster senza comprometterne l'affidabilità.

Pronti per affrontare la nuova era di decadenza!

martedì 31 luglio 2018

XLCH 1972 Scrambler

sportster xlch 1972 ducati scrambler style

sportster xlch 1972 ducati scrambler style

sportster xlch 1972 ducati scrambler style

sportster xlch 1972 ducati scrambler style

sportster xlch 1972 ducati scrambler style

sportster xlch 1972 ducati scrambler style

sportster xlch 1972 ducati scrambler style


Uno Sportster degli anni settanta che rispolvera i canoni della celebre Ducati Scrambler.


Che piaccia o meno, la Ducati Scrambler è una di quelle moto che hanno fatto scuola, non solo per il fatto di essere una delle poche moto dell'epoca in quel segmento, ma per alcune caratteristiche idonee a renderla celebre nel tempo, come il motore molto ruvido con un alto tasso di vibrazioni, la linea inusuale, le diverse cilindrate in cui veniva proposta. La Scrambler ha avuto talmente successo che a distanza di quasi cinquant'anni è stata riproposta dalla Ducati la quale ha creato un apposito brand.

In Giappone, dove i vecchi Sportster sono molto popolari, sanno come valorizzarli.
Il lavoro effettuato non è stato moltissimo, anche perchè in questo caso il motore non è stato per nulla toccato, rimanendo del tutto originale. 

L'unica concessione in tal senso ha riguardato la rimozione dal motore della ruggine formatasi negli anni. Per il resto, salvo un filtro dell'aria e due terminali più aperti, è rimasto di serie. Differente il discorso per ciclistica e telaio. I cerchi sono due Akront da 18 pollici al posteriore e 19 all'anteriore, dotati di specifici pneumatici tassellati. I freni, come vuole il tipo di moto, sono entrambi a tamburo. Ammortizzatori e forcella sono di serie, anche se rigenerati.

Il grosso del lavoro è stato effettuato sulla parte posteriore del telaio, sulla quale è stato imbullonato un archetto che regge un parafango in alluminio dotato di piccolo fanale e strapuntino per il passeggero.

Il serbatoio del carburante proviene da un altra moto ed è stato necessario adattarlo lavorando sul canale interno. Il colore, così come le grafiche, sono dell'epoca. Una bellissima realizzazione che fa battere molto il cuore di chi ama i mezzi rudi e minimalisti. Come gran parte delle moto degli anni settanta anche la XLCH mantiene l'avviamento a pedale, anche se l'augurio per il proprietario è che sia più semplice da avviare della vecchia Ducati Scrambler........

giovedì 26 luglio 2018

Salinas Style Sportster

salinas style sportster blue with rigid frame

salinas style sportster blue with rigid frame

salinas style sportster blue with rigid frame


salinas style sportster blue with rigid frame

Cole Foster ed il suo stile low-ride, fatto di linee pulite ed ampio utilizzo di alluminio billet, sono il riferimento nella costruzione di questo Sportster.


Nel custom, forse più che in altri settori, le influenze dei grandi customizer e le tendenze del momento si sentono molto. Spesso sono addirittura amplificate.

Accade così che un giovane Aaron Elliot, cresciuto alla scuola del maestro Cole Foster decida persino di dare un'evoluzione alla scuola custom tanto cara nel sud della California, costruendo una moto che ben potrebbe essere portata sul lago salato di Bonneville. Gran parte del merito di Elliot è quello di conferire allo Sportster una notevole pulizia delle forme, quasi che la moto fosse stata costruita nella galleria del vento

La prima cosa che si nota è la quasi totale assenza di cavi a vista, abilmente celati tra telaio e motore.  
Il telaio è di tipo “hardtail”, impreziosito da diverse lavorazioni come il faro posteriore integrato nel codone-parafango che va a formare un elemento unico, o il disco freno posteriore montato sul lato destro insieme alla corona della catena, in modo da lasciare a vista il bellissimo cerchio in alluminio a razze sul lato sinistro, oppure ancora il serbatoio dell'olio anche esso in alluminio ricavato dal pieno.  Il motore, a parte il bellissimo filtro dell'aria in alluminio sul carburatore Mikuni da 42mm e due corti scarichi liberi, rimane di serie nella cilindrata 883.

Il colore blu su tutta la moto, abbinato all'azzurro della parte interna del serbatoio del carburante, sembra un'ottima scelta.
Si tratta di una scuola di pensiero che stenta a trovare molti seguaci in Europa, stante anche le difficoltà di omologare simili mezzi in alcuni paesi (….tra cui l'Italia....), ma che andrebbe comunque studiata a fondo.