Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

venerdì 12 ottobre 2018

Sportster......ci sarà un motivo!!!!





Prodotta ininterrottamente dal lontano 1957 con ottimi numeri di vendite.


La presentazione alla stampa della Indian FTR 1200 ha indotto anche a me qualche riflessione che, in realtà, covavo in maniera più o meno latente da qualche tempo. Come mai lo Sportster continua ad avere (almeno in Italia) un alto numero di vendite rappresentando, ora, quasi un quarto dell'immatricolato Harley-Davidson????

I dati riportati su Motociclismo di Ottobre (….e non è la prima volta che li leggo....) parlano di oltre settecento immatricolazioni in questi primi mesi del 2018 (i dati sono incompleti in quanto vengono evidenziati i numeri di vendita solo delle prime dieci moto per categoria) a fronte di un globale Harley-Davidson di poco più di quattromila moto.
Se non ricordo male questo rapporto è in calo rispetto al passato, però parliamo sempre di dati incompleti.

Personalmente mi sono fatto da tempo un'idea di quanto stia accadendo soprattutto in Italia, dove il mercato Harley-Davidson e Sportster (è bene ricordare) è iniziato nei primi anni novanta.
Lo Sportster ha mantenuto sempre la propria identità e non è mai stato tolto dal listino ufficiale. Nemmeno nei momenti di grandi difficoltà economiche e progettuali, come il periodo dell'acquisto della Company da parte della AMF. Alcuni modelli sono spariti dal catalogo dopo poco e altri sono immediatamente arrivati, in una alternanza che ha ruotato sostanzialmente attorno alle cilindrate 883 e 1200 ed un aggiornamento costante e continuo, fatto di piccoli e mirati interventi. Tanto è vero che l'odierno motore Evolution è in produzione dagli ottanta ed ha subito solo i necessari adeguamenti alle norme di omologazione per le emissioni inquinanti.

Poi c'è stato quel fenomeno che qualcuno chiamava “moda” è che ora è diventato un vero proprio costume: parlo del marchio Harley-Davidson e di tutto ciò che ha portato con se. Mi riferisco soprattutto allo spirito di libertà. Lo Sportster è diventato il modello di accesso a questa libertà, acquistabile con poco più di diecimila Euro (usato uno Sportster in ottime condizioni si trova tranquillamente a cinquemila Euro.....).  

Vedendo quanto è accaduto nel mercato, dove negli anni il settore delle moto vintage è divenuto sempre più importante, ho trovato una spiegazione logica al tutto.

E' teoria economica che, in periodi di forte crisi economica, sociale e culturale (come quello attuale), in cui il futuro abbia sempre più i caratteri dell'incertezza, i consumatori si leghino a quei beni che diano loro una certa sicurezza in termini di solidità e longevità. Beni da cui non è necessario separarsi perchè troppo vecchi dopo poco tempo e non più rispondenti alle immediate esigenze che ne avevano determinato l'acquisto

Quasi tutte le case motociclistiche hanno fiutato l'affare o, per dirla in termini  “politically correct” compreso il trend, proponendo qualche modello vintage  nella gamma. Il problema è che il mercato a offerto una risposta positiva soprattutto a quelle moto che non hanno rotto il legame con il passato: vedasi soprattutto Ducati Scrambler, ma si può parlare anche di BMW NineT, di Kawasaki Z900, di Moto Guzzi V7 e Triumph Bonneville. Se anche la Suzuki, da sempre restia alle moto classiche, ha deciso di “rispolverare” la Katana, un motivo di fondo forse c'è.  Ultimamente, poi, anche la Royal Enfield in Italia sta sfornando risultati degni di nota, anche se sul marchio anglo-indiano forse andrebbe fatto un discorso a parte, dal momento che l'innovazione è stata nettamente più lenta di quella avvenuta per lo Sportster ed, a parte l'India, non in tutti i paesi vi è una rete commerciale all'altezza. Un plauso va soprattutto alle campagne di comunicazione appositamente create, che hanno generato una sorta di “domanda” dell'utente. 

La moto classica è diventato uno degli oggetti del desiderio, sebbene la si utilizzi prettamente la domenica. Una sorta di bene facente parte di un determinato stile di vita.

Torniamo al punto iniziale con una domanda: quanto reggerà ancora lo Sportster sul mercato con questi numeri ????

La paura è che il trend legato allo Sportster stia per esaurirsi. In Harley-Davidson parlano di nuovi modelli che verranno lanciati sul mercato entro il 2020 e, sebbene non vi sia menzione dello Sportster, la sensazione è di vedere a breve una moto totalmente rinnovata che romperà gli schemi con il passato. Questo decreterà la fine dello Sportster ed è lecito pensare che dopo qualche tempo uscirà di produzione


martedì 9 ottobre 2018

Vincent Sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster


Un vecchio Sportster Ironhead assume le sembianze di una gloriosa inglese.


Vincent è tra quei marchi che hanno segnato la storia del motociclismo, ed in particolare della produzione britannica, dalla fine della Prima Guerra Mondiale fino quasi agli anni sessanta. Moto che, rispetto alle dirette concorrenti, si distinguevano soprattutto per il motore con i cilindri a “V”, caratteristica inusuale per le moto inglesi

Durante l'epopea della “cafe racer” molti furono gli esemplari di Vincent cannibalizzati con motori inseriti in telai Norton (da qui le famose Norvin), oppure pesantemente elaborati.

In passato abbiamo trattato di Sportster rivisti in chiave cafe racer (Sporton, Dresda Davidson, Sportster Norton Manx, Norley) secondo i dettami delle moto inglesi dell'epoca, tra i quali spicca persino una Buell della serie XB (Buell Norton Manx Neo Retrò), moto assai curate ed ottimamente rifinite, talvolta anche riviste nel motore con un incremento di potenza, ma esemplari unici.
Questo Sportster Vincent, invece, fa parte di una piccola serie prodotta tra il 1991 ed il 1993 da una azienda californiana di nome Classified Motorcycle Company e, da quanto si conosce, l'unico su base Ironhead.

Il progetto è stato abbastanza complesso, dal momento che è stato inserito il motore Sportster Ironhead in un telaio Sportster che ospitava il motore Evolution (per cui più recente), mantenuto originale con persino lo stesso forcellone.

La forcella è Ceriani, così come il faro anteriore in ceramica, mentre le molle della forcella sono prodotte dalla Race Tech. Per i cerchi si sono scelti due Akront in alluminio a raggi da 18 pollici al posteriore e 19 all'anteriore su cui sono stati montati pneumatici Dunlop di primo equipaggiamento negli anni novanta.
Parafanghi e serbatoio sono in alluminio (il posteriore è dotato di un faro Lucas da sette pollici) ed è stato montato un portapacchi ancorato ad un archetto aggiunto al telaio. Il motore è stato verniciato a polvere nella parte inferiore ma non ha subito interventi, tranne un carburatore S&S con filtro dell'aria aperto ed uno scarico due-in-uno con il classico terminale a bottiglia, presente su molte moto inglesi dell'epoca ed attuali.

I costi di realizzazione di questa piccola serie, ma non sembrano esagerati. Sarebbe bello se ne venisse prodotta un'altra serie.


venerdì 5 ottobre 2018

Boattail Evolution Sportsters

boattail evolution sportster

boattail evolution sportster

boattail kit for evolution sportster w&w cycles


Un look perfetto anni settanta è dato da questo estroso parafango, ora disponibile anche per i nuovi Sportster.


Il custom volge sempre il proprio sguardo verso un'infinità di direzioni, talvolta riprendendo ed elaborando concetti stilistici, altre volte inglobando vere e proprie epoche. 

Gli anni settanta furono un periodo di forte cambiamento per la Company con l'entrata a far parte dell'azienda di Willie G. Davidson, discendente di uno dei fondatori. Il suo estro creativo lo portò ad esplorare nuovi confini. Dalla sua mente nacque, tanto per fare un esempio, una delle moto che hanno fatto la storia delle due ruote: la mitica XLCR 1000.  A Willie G. si deve anche l'invenzione del famoso  “boattail” di cui abbiamo parlato.

Tra le varie moto presentate nel tempo su questo blog, un paio hanno adottato questo inusuale parafango, riprodotto da Mooneyes ed acquistabile in Italia da W&W Cycles al prezzo di circa 750 Euro, costruito facendo ricorso alla fibra di vetro, anche se più corto dell'originale.

"Boatster” ed  “Iron Scrambler” sono state costruite, rispettivamente,  dal dealer Breva e Tivan e  dal dealer Roman Village.  Si tratta di due realizzazioni opposte per stile e filosofia. Mentre la  “boatster” è uno Sportster con pochissimi ritocchi, fedele all'originale, la Iron Scrambler è una moto spartana, con qualche vago richiamo anche al mondo del flat-track grazie al doppio scarico Supertrapp alto.
In entrambi i casi l'adozione del “boattail” è stato fondamentale per dare ancor più personalità alle moto. 


martedì 2 ottobre 2018

1970 XLH "Boattail" Sportster

sportster xlh boattail 1970 green

sportster xlh boattail 1970 green

sportster xlh boattail 1970 green

sportster xlh boattail 1970 green

sportster xlh boattail 1970 green

sportster xlh boattail 1970 green


Uno dei pochi esemplari esistenti rimesso a nuovo dopo tanta fatica.

Se la storia dello Sportster inizia ufficialmente nel 1957 (anche se qualcuno la fa risalire addirittura al 1952 con la nascita dei modelli K e KH), è tuttavia negli anni settanta, con l'ingresso di Willie G. Davidson che inizia un vero e proprio periodo di fermento che porta la Company a sperimentare nuove soluzioni, anche stilistiche, per la “piccola” di Milwaukee. 

La versione Sportster “boattail” rappresenta uno sguardo verso il mondo della nautica, con l'adozione del parafango posteriore dalla forma inusuale con il faro incorporato (da qui il nome) ed uno dei primi esempi di customizzazione attuato direttamente dalla Harley-Davidson

Successivamente il “boattail” venne adottato anche per il modello di maggior cilindrata Super Glide. 

Di Sportster “boattail” ne vennero prodotti non più di quattromila esemplari, per cui risulta non facile trovarne qualcuno a distanza di anni.

La moto in questione è stata ristrutturata nei minimi particolari ed ha richiesto un lungo lavoro, seppur si tratti di un restauro conservativo. Sono stati aggiunti accessori touring originali dell'epoca (anche essi restaurati). Come si può notare dalle foto il lavoro è stato certosino. 

Purtroppo di Sportster “boattail” è assai difficile trovarne in Europa. Questo bellissimo esemplare infatti scorazza negli States.....



venerdì 28 settembre 2018

NO ai telai segati!!!!!

sportster con telaio segato

sportster con telaio segato

sportster con telaio segato

sportster con telaio segato

sportster con telaio segato

Questa volta allargo un attimino il discorso: ma ci vuole!!!!!!


Probabilmente a molte persone darà fastidio quello che sto per scrivere, ma bisogna essere onesti e corretti.

Da tempo, specialmente su Harley-Davidson e Sportster in particolare, assisto ad un proliferare di telai segati e, spesso, rimaneggiati pesantemente. In alcuni casi, sugli Sportster, si tratta solo dell'eliminazione dei supporti del parafango che sono dietro agli ammortizzatori posteriori, ma tanto basta......

Una moto con il telaio segato va incontro ad una infinità di problemi non sempre risolvibili, specialmente in Italia dove vi è una normativa abbastanza rognosa in tema di elaborazioni. 
Rischia di non passare la revisione in quanto non più in regola con il Codice della Strada, di non essere più sicura in quanto non rispondente ai requisiti di omologazione, con ovvie conseguenze in caso di incidente stradale, e di non essere facilmente vendibile.  In paesi come gli Stati Uniti la normativa è diversa ed è possibile effettuare questo genere di interventi senza andare incontro alle ire del legislatore. 

Osservo spesso su internet le moto in vendita (Sportster in particolare naturalmente....) e quasi sempre salto sulla sedia quando vedo annunci del tipo: “Perfetto stato, customizzata da professionisti, vero gioiello.....”.  Ma quale vero gioiello ?????? Una moto del genere diventa immediatamente un “pezzo di ferro” in quanto perde il suo valore originario. Mettere le mani sul telaio comporta una modifica praticamente irreversibile, dal momento che i costi per il ripristino dello “status ante” sono spesso proibitivi. Mi viene voglia di intervenire e far presente a chi vende queste moto che deve specificare il lavoro (…..sarebbe meglio dire danno.....) appena fatto. Per non parlare del discorso sicurezza. Una moto progettata da ingegneri sarà un attimino più sicura di quella modificata dal meccanico sotto casa ?????

E se da una parte c'è qualche furbacchione che, annusato l'andazzo, si libera della moto che ha rovinato, dall'altra c'è sempre qualcuno che abbocca eppoi si ritrova con una moto, pagata un sacco di soldi, di cui deve liberarsi quanto prima. Ed il giro ricomincia......


martedì 25 settembre 2018

BS1 Tracker Sportster

bsi tracker sportster evolution board track white 23 inch wheels

bsi tracker sportster evolution board track white 23 inch wheels

bsi tracker sportster evolution board track white 23 inch wheels

bsi tracker sportster evolution board track white 23 inch wheels

bsi tracker sportster evolution board track white 23 inch wheels

bsi tracker sportster evolution board track white 23 inch wheels

Le moto da board-track rappresentano una nicchia del mondo custom. Le poche realizzazioni sono assai curate come questo Sportster del 1986.


Se i primi pionieri delle corse su pista avessero solamente immaginato dove avrebbe portato l'evoluzione tecnologica dei gran premi, forse sarebbero inorriditi. Moto lontane anni luce da quei mezzi rudi ed essenziali su cui correvano dentro a stadi con il fiato del pubblico sul collo.

Il filone custom è quanto mai in fermento, ma le moto da board track non si sono ancora diffuse. Costruirle è difficile richiedendo tempo, denaro (molto) e cura maniacale dei particolari. Della moto originale rimane solo il motore (quando non viene elaborato), dal momento che telaio ed altri elementi della ciclistica quasi mai sono di serie.

La particolarità di questa BS1 risiede sia nell'inusuale misura da 23 pollici dei cerchi, sia nella scelta di adottare pneumatici tassellati

Tutto ruota attorno al motore Sportster (con cilindrata 883) che è rimasto di serie, pur se rigenerato in molti elementi ed abbellito con parti cromate.
Del telaio di serie è rimasto molto poco, stante la necessità di adattarlo alle nuove esigenze, dato che si è pensato da subito di nascondere i tubi di scarico (liberi) all'interno dello stesso. In pratica si è salvata solo la culla del motore che è rimasta quella originale. Se la parte posteriore è rigida, anteriormente troviamo una forcella tipo “springer” pesantemente rimaneggiata, dal momento che è stata accorciata e stretta nella parte superiore dove vi sono le molle.

Accanto a questi interventi, che sono i più importanti ed evidenti, ve ne sono altri assai interessanti, come i numerosi tubi dell'olio che passano sul lato destro del motore (il serbatoio è stato nascosto sotto a quello del carburante posto sotto la trave centrale del telaio come una volta....), vicino ai comandi elettrici, le numerose parti in ottone, il bellissimo filtro dell'aria e la grafica del serbatoio.

Sulla BS1 si fatica a trovare qualche nota stonata. Forse, a voler essere pignoli a tutti i costi, avremmo scelto un colore grigio pastello con tonalità verde, con cui avremmo verniciato anche il telaio. 


venerdì 21 settembre 2018

Gamma Sportster 2019

sportster iron 1200 my 2019 white


Otto modelli in produzione per una gamma al top anche grazie alle nuove colorazioni.





sportster 883 superlow my 2019
Superlow - 2019

883 SUPERLOW:  fin dalla sua entrata in produzione è rimasto fedele alle sue prerogative: assetto ribassato (altezza sella 705 mm), cerchi in lega da 18 pollici all'anteriore e 17 al posteriore, sella scavata, serbatoio da 17 litri. Grazie a questi interventi la Superlow ha un baricentro molto basso che permette di sentire meno il peso. Particolarmente indicata per i neofiti, il pubblico femminile e quanti cercano uno Sportster assai facile da condurre. Disponibile nei colori: Vivid Black, Twisted Cherry, Wicked Red/Barracuda Silver, Bonneville Salt Denim.  Prezzo a partire da 10.800 Euro.


sportster 883 iron my 2019 yellow
883 Iron - 2019

883 IRON: forse lo Sportster più famoso degli ultimi anni, mantiene inalterato lo spirito grezzo ed essenziale. Grazie al motore ed alcune finiture “all black” è il miglior Sportster da utilizzare per le trasformazioni, ove si intende privilegiare l'aspetto cromatico. Cerchi da 19 pollici all'anteriore e 16 pollici al posteriore, altezza da sella 760 mm,  serbatoio da 12,5 litri, nuove verniciature e grafiche.
Disponibile nei colori: Black Denim, Industrial Gray, Wicked Red, Rawhide Denim, Rugged Gold Denim, Silver Flux/Black Fuse. Prezzo a partire da 10.900 Euro


sportster 1200 iron my 2019 black
1200 Iron - 2019

1200 IRON: cresce di cilindrata lo Sportster più grezzo in produzione (grazie al maggior alesaggio). Finiture e motore sono interamente nere, ma si aggiungono grafiche AMF anni settanta sul serbatoio serbatoio del carburante (da 12,5 litri), un manubrio  “tall-boy” più alto rispetto a quello montato sul modello di minor cilindrata ed un cupolino. La sella è posta a 745 mm da terra. Un'ulteriore tinta cromatica si aggiunge rispetto al 2018. Disponibile nei colori: Vivid Black, Twisted Cherry, Biliard White.  Prezzo a partire da 11.500 Euro.


sportster forty right my 2019
Forty-Eight - 2019

FORTY-EIGHT:  il bobber per eccellenza di casa Harley-Davidson mantiene immutate le sue caratteristiche anche in questo 2019, beneficiando di un elemento ammortizzante a cartuccia per la forcella. Per il resto le caratteristiche sono immutate: serbatoio “peanut” da 7,9 litri, cerchi in lega da 16 pollici con pneumatici di ampia sezione, altezza sella 710 mm.  
Disponibile nei colori:  Vivid Black, Wicked Red Denim, Industrial Gray, Rugged Gold Denim, Blue Max, Scorched Orange/Black Denim. Prezzo a partire da 12.700 Euro.


forty eight special my 2019
Forty-Eight Special - 2019

FORTY-EIGHT SPECIAL: grafica del serbatoio AMF anni settanta, carter motore cromati, manubrio “tall-boy”. Disponibile nei colori: Vivid Black, Wicked Red, Biliard White. Prezzo a partire da 12.700 Euro.



sportster 1200 custom my 2019
1200 Custom - 2019

1200 CUSTOM:  a dispetto del nome, la base tecnica è la stessa del Forty-Eight, ma la vocazione è turistica.  Sospensioni più lunghe e confortevoli, per una maggiore altezza da terra (725 mm), serbatoio del carburante da 17 litri, pedane avanzate, sella biposto di serie, cerchi a raggi (sempre nel diametro da 16 pollici anteriormente e posteriormente), filtro dell'aria ovale, manubrio dotato di risers ed un mix di dettagli total-black e cromati abilmente miscelati.
Disponibile nei colori: Midnight Blue, Rawhide, Wicked Red/Twisted Cherry, Silver Flux/Black Fuse, Industrial Gray Denim/Black Denim. Prezzo a partire da 12.800 Euro.



sportster 1200 superlow t my 2019
Superlow 1200 T - 2019

Superlow 1200 T:  è la versione touring della versione più bassa presente nella famiglia Sportster. Oltre ad essere dotata del motore da 1200 cc impreziosito con diverse parti cromate, monta quegli accessori indispensabili per viaggiare come le borse semi-rigide dotate di chiusura a chiave, ammortizzatori posteriori a corsa lunga ed il parabrezza a sgancio rapido. Il tutto per avere un maggior comfort di marcia. L'altezza da terra rimane la stessa del modello di minor cubatura (705 mm). Disponibile nei colori: Vivid Black, Wicked Red, Midnight Blue/Barracuda Silver.  Prezzo a partire da 13.100 Euro.



sportster 1200 roadster my 2019
 Roadster 1200 - 2019
ROADSTER 1200:  è lo Sportster votato alla velocità. Il motore è sempre lo stesso e collaudato 1200, ma cambiano sospensioni (forcella a steli rovesciati da 43mm), cerchi  (19 pollici anteriore e 18 pollici posteriore) ed assetto di guida. Le finiture sono total-black. Nuove tinte cromatiche arrivano per le versioni 2019. 
Disponibile nei colori: Vivid Black, Wicked Red, Biliard White. Prezzo a partire da 13.200 Euro.