Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

venerdì 9 novembre 2018

EICMA 2018: ma gli Sportster ?????

sportster forty eight my 2019

sportster xlcr 1000

sportster xr 1000


Praticamente nessuna novità al Salone di Milano da parte di Harley-Davidson, salvo il progetto LiveWire, quando ci sarebbe stato bisogno di nuovi modelli Sportster da presentare proprio in questa occasione.....


Harley-Davidson, praticamente da sempre, ha un modo di ragionare tutto suo che la porta a fare scelte all'apparenza discutibili ma che poi risultano corrette.
Il 2018 è stato l'inizio di una vera e propria rivoluzione, con la messa sul mercato di nuovi modelli ed una gamma che è destinata ad ampliarsi notevolmente nei prossimi anni, andando ad abbracciare nuovi utenti ed uscendo fuori da quello che è stato il target finora conosciuto.

Fatte queste premesse, è facile pensare come, a dispetto di quasi tutte le altre case motociclistiche EICMA abbia la sua importanza, ma non sia fondamentale per presentare nuovi modelli. Eppure, forse mai come quest'anno avrebbe dovuto approfittarne far vedere nuovi Sportster.  

Urge un cafe-racer che richiami le forme della XLCR, ma anche un modello con le ruote tassellate, ed uno Sportster  “di accesso”, con prezzo nettamente più basso rispetto all'Iron 883, perchè i modelli della gamma Street 750, seppur abbelliti e migliorati nel tempo, non possono essere considerati di accesso al mondo Harley-Davidson, semplicemente...... perchè non sono Harley!!!!!! 

L'occasione era assai ghiotta e le maggiori case non sono state a guardare presentando quasi tutte aggiornamenti di modelli esistenti o nuovi modelli. Harley-Davidson rischia di perdere una grossa fetta di mercato che difficilmente sarà rimpiazzabile nei prossimi anni da modelli più economici ed in linea con il target odierno.

Triumph, Ducati, Moto Guzzi, Royal Enfield, Kawasaki (gradito ritorno del W800), Yamaha, Indian, solo per citare i più importanti, hanno portato ad EICMA 2018 le loro allettanti proposte, lavorando molto oltre che sui modelli, anche su comunicazione e marketing.
Un paio di esempi su tutti: la Yamaha XSR700 XTribute e le Royal Enfield Continental e GT 650. 

Con tutte queste proposte perchè comprare uno Sportster ????? Il mondo Harley non è più un punto di arrivo (di cui lo Sportster spesso ne rappresentava la moto di accesso per poi passare ai modelli più grossi) e tutte le case motociclistiche hanno lavorato sui propri brand per renderli sempre più attraenti (….vedasi Ducati con Scrambler tanto per fare un esempio....).

Una vera risposta logica non c'è. La si compra perchè emoziona (e per altre qualità come l'estrema robustezza che non vengono evidenziate....), ma non è l'unica. Si torna al discorso iniziale: occasione persa ad EICMA 2018. Ci volevano nuovi modelli Sportster in modo da potersela giocare ad armi pari con gli altri a breve. Ma forse a Milwaukee la vedono diversamente......


martedì 6 novembre 2018

Double team!!!!

sportster 1200 s street tracker by momiaged speed

sportster 1200 s street tracker by momiaged speed

sportster 1200 s street tracker by momiaged speed

sportster 1200 s street tracker by momiaged speed


Se volete realizzare un bellissimo street-tracker su base Sportster uno dei modelli più indicati è il 1200S (meglio a quattro candele).


Quando apparve sul mercato, a metà degli anni novanta, il 1200S rappresentò il modello in grado di solleticare il palato degli harleysti dalla manetta pesante. Gli interventi riguardarono ammortizzatori posteriori, forcella rivisitata, ritocchi estetici ed un motore accordato per offrire il meglio tra i 2500 ed i 4000 giri. Poi venne prodotta la versione con testata a doppia candela, ma non restò in produzione molto.

Per elaborare questo Sportster non si è dovuto ricorrere a chi sa quale stratagemma, ma solo seguire la strada tracciata da molti, con una variante a livello ciclistico, un solo cerchio da 19 pollici montato posteriormente (solitamente chi usa la moto sugli ovali in terra battuta monta anche il cerchio anteriore da 19 pollici). 

Il motore ha visto l'adozione di testate Buell, carburatore Mikuni da 42mm a valvola piatta con filtro dell'aria S&S, doppio scarico alto Supertrapp, accensione Twin Tec.
La ciclistica, invece, a parte un paio di ammortizzatori posteriori Ohlins ed una rivisitazione della parte interna della forcella, non ha subito alcun intervento. 

Una street-tracker che si rispetti deve avere nella leggerezza uno dei punti cardini, specialmente se la si vuole utilizzare anche sul qualche ovale per divertirsi a derapare. Logico, quindi, far ricorso ad una struttura in vetroresina composta da serbatoio (8 litri) e codone ed è stato segato il telaio nella parte posteriore per avere un aspetto racing. Come ribadito più volte è una pratica che andrebbe evitata per una serie di motivi (tra cui quelli legali), ma qui siamo in Giappone......



mercoledì 31 ottobre 2018

Fate i mandrilli!!!!!

sportster cafe racer by mandrill garage

sportster cafe racer by mandrill garage

sportster cafe racer by mandrill garage

sportster cafe racer by mandrill garage

sportster cafe racer by mandrill garage


Uno Sportster cafe racer eccitante come pochi e degno del nome di chi l'ha costruito.


La scelta di chiamarsi Mandrill Garage per un atelier che costruisce moto come questo Sportster Evolution può ritenersi quanto mai appropriata. La forme sono quelle che si convengono ad una cafe racer costruita come quelle di un tempo che, tanto per intenderci, imperversavano nella vecchia Inghilterra, ma con finiture e preziosismi odierni. Nulla esagerato. Tutto è stato calibrato alla perfezione. 

Il serbatoio del carburante è stato costruito facendo molto attenzione alla forma (che vagamente richiama quella dei serbatoi utilizzati nelle gare di endurance) ed alla lunghezza, in modo da poter avere una posizione di guida distesa. Il serbatoio è stato perfettamente accordato il codone  monoposto (con una sella in pelle marrone cucita a mano) e la parte posteriore del telaio che ha visto l'aggiunta di una parte tonda seguente il profilo del codone stesso. 

Poiché la base di partenza è stato un modello 883 costruito prima del 2003, è risultato agevole eliminare il serbatoio dell'olio originale e sostituirlo con uno fatto in casa, dalla forma cilindrica. Strano per una cafe racer la scelta del doppio scarico (…..se così si può definire....) laterale parallelo, probabile tributo al mondo “star and stripes” delle corse, mentre rispecchia la natura della moto l'adozione di due semi-manubri con manopole in pelle in tinta con la sella, la piastra porta strumenti ed i soffietti sulla forcella. Si è trattato per lo più di un restyling, dal momento che interventi su ciclistica e motore (se si eccettua il doppio scarico ed un filtro dell'aria più aperto) non ve ne sono stati. Il motivo ispiratore della livrea è stato rappresentato dalle vecchie macchine inglesi da corsa, anche se la tonalità di verde è leggermente differente dal classico verde bottiglia.

Mandrill Garage ha costruito una cafe racer che può essere facilmente replicata dentro al box di casa. Ma è comunque una bella realizzazione.

martedì 23 ottobre 2018

Forty-Eight "bobber"

forty eight bobber with springer fork

forty eight bobber with springer fork

forty eight bobber with springer fork

forty eight bobber with springer fork

forty eight bobber with springer fork


Si può intervenire su una moto “perfetta” ???? Sembra che qualcuno ci sia riuscito.....


Quando il Forty-Eight apparve sul mercato, nel 2010, a Milwaukee volevano riempire quel vuoto di mercato causato dall'assenza di un vero “bobber” nella produzione di serie. In passato troppi Sportster erano stati “bobberizzati” (talvolta intervenendo anche in maniera pesante). 

La scelta si rivelò vincente e, non a caso, il Forty-Eight è tra le moto più vendute dell'intera gamma Harley-Davidson. Linee pulite, altezza sella ridotta, cerchio anteriore da 16 pollici con relativo gommone ed aspetto rude. Questi i punti  fondamentali che ne hanno decretato il successo. Possibile fare di più ????

Certamente. Basta montare una forcella Springer (utilizzando cerchio e pneumatico di serie) con il manubrio di un vecchio WL 750, comandi CCM, manopole Biltwell “old style” e qualche altro accessorio come un piccolo faro posteriore, un filtro dell'aria dall'aspetto antico ed una coppia di terminali Screamin'Eagle per dare una voce tonante al bicilindrico 1200, troppo soffocato dalle normative Euro.

Per finire ampio ricorso ad una verniciatura rosso opaca su molte parti (come la calotta del faro anteriore).

Semplice ????? Si, ma il rischio di rovinare una moto pressochè perfetta era altissimo ed in questi casi bisogna agire con molta accortezza. 
Questo tipo di interventi, infatti, sono quelli attualmente più indicati per alcuni modelli ed il Forty-Eight così realizzato è un valore aggiunto al prodotto di serie.

martedì 16 ottobre 2018

Miller Time Scrambler

miller time sportster tracker by shaw speed

miller time sportster tracker by shaw speed

miller time sportster tracker by shaw speed

miller time sportster tracker by shaw speed

miller time sportster tracker by shaw speed


Il marchio di fabbrica è Shaw Speed & Custom ma questa scrambler, o meglio dire tracker, si differenzia nettamente dalle altre realizzazioni.


Quando si tratta di special su base Sportster, gli inglesi di Shaw Speed sono una garanzia in merito. Tantissime moto in cui, nella maggior parte dei casi, il comune denominatore è rappresentato da ruote artigliate, assetto rasoterra e poche concessioni a fronzoli vari. In passato su questo blog vi abbiamo mostrato qualche esemplare a tema come The Thugster.

"Miller Time Scrambler”, pur mantenendo una soluzione di continuità con le altre realizzazioni, ha una cura maniacale a livello cromatico ed un'impostazione tecnica che, per certi versi, la fanno assomigliare ad una moto da cross degli anni settanta.

La verniciatura, effettuata anche sul telaio, omaggia la famosa birra, miscelando abilmente alluminio spazzolato ad azzurro metallizzato. 

Ma non bisogna pensare che si tratti di uno Sportster pensato e costruito solo per gli show. L'aspetto tecnico è altrettanto curato. Il reparto sospensioni è affidato alla Ohlins che fornisce ammortizzatori posteriori e forcella che lavorano su una coppia di cerchi da 19 (anteriore) e 17 (posteriore) pollici muniti di pneumatici tassellati Michelin Anakee Wild. A causa della maggiore larghezza del pneumatico posteriore e dell'aumento di potenza dovuta ad un kit Screamin'Eagle Stage 4 composto da cilindri, teste (comprese di valvole e molle), pistoni ad alta compressione, alberi a cammes e collettore di aspirazione, è stato reso necessario montare una trasmissione finale a catena in luogo di quella originale a cinghia. 

Il telaio è stato lavorato nella zona posteriore con l'aggiunta di un corto parafango sostenuto da un archetto. Bellissimi i due scarichi realizzati in casa che escono su entrambi i lati ed il serbatoio del carburante RSD abbinato a grafiche vintage.

Nel mezzo di questo lavoro una serie di piccole accortezze come la mascherina anteriore del faro sagomata ed i comandi in alluminio anodizzato dello stesso azzurro del resto della moto.
Perchè i ragazzacci inglesi non producono in piccola serie qualcuna delle loro scrambler-tracker ?????      


venerdì 12 ottobre 2018

Sportster......ci sarà un motivo!!!!





Prodotta ininterrottamente dal lontano 1957 con ottimi numeri di vendite.


La presentazione alla stampa della Indian FTR 1200 ha indotto anche a me qualche riflessione che, in realtà, covavo in maniera più o meno latente da qualche tempo. Come mai lo Sportster continua ad avere (almeno in Italia) un alto numero di vendite rappresentando, ora, quasi un quarto dell'immatricolato Harley-Davidson????

I dati riportati su Motociclismo di Ottobre (….e non è la prima volta che li leggo....) parlano di oltre settecento immatricolazioni in questi primi mesi del 2018 (i dati sono incompleti in quanto vengono evidenziati i numeri di vendita solo delle prime dieci moto per categoria) a fronte di un globale Harley-Davidson di poco più di quattromila moto.
Se non ricordo male questo rapporto è in calo rispetto al passato, però parliamo sempre di dati incompleti.

Personalmente mi sono fatto da tempo un'idea di quanto stia accadendo soprattutto in Italia, dove il mercato Harley-Davidson e Sportster (è bene ricordare) è iniziato nei primi anni novanta.
Lo Sportster ha mantenuto sempre la propria identità e non è mai stato tolto dal listino ufficiale. Nemmeno nei momenti di grandi difficoltà economiche e progettuali, come il periodo dell'acquisto della Company da parte della AMF. Alcuni modelli sono spariti dal catalogo dopo poco e altri sono immediatamente arrivati, in una alternanza che ha ruotato sostanzialmente attorno alle cilindrate 883 e 1200 ed un aggiornamento costante e continuo, fatto di piccoli e mirati interventi. Tanto è vero che l'odierno motore Evolution è in produzione dagli ottanta ed ha subito solo i necessari adeguamenti alle norme di omologazione per le emissioni inquinanti.

Poi c'è stato quel fenomeno che qualcuno chiamava “moda” è che ora è diventato un vero proprio costume: parlo del marchio Harley-Davidson e di tutto ciò che ha portato con se. Mi riferisco soprattutto allo spirito di libertà. Lo Sportster è diventato il modello di accesso a questa libertà, acquistabile con poco più di diecimila Euro (usato uno Sportster in ottime condizioni si trova tranquillamente a cinquemila Euro.....).  

Vedendo quanto è accaduto nel mercato, dove negli anni il settore delle moto vintage è divenuto sempre più importante, ho trovato una spiegazione logica al tutto.

E' teoria economica che, in periodi di forte crisi economica, sociale e culturale (come quello attuale), in cui il futuro abbia sempre più i caratteri dell'incertezza, i consumatori si leghino a quei beni che diano loro una certa sicurezza in termini di solidità e longevità. Beni da cui non è necessario separarsi perchè troppo vecchi dopo poco tempo e non più rispondenti alle immediate esigenze che ne avevano determinato l'acquisto

Quasi tutte le case motociclistiche hanno fiutato l'affare o, per dirla in termini  “politically correct” compreso il trend, proponendo qualche modello vintage  nella gamma. Il problema è che il mercato a offerto una risposta positiva soprattutto a quelle moto che non hanno rotto il legame con il passato: vedasi soprattutto Ducati Scrambler, ma si può parlare anche di BMW NineT, di Kawasaki Z900, di Moto Guzzi V7 e Triumph Bonneville. Se anche la Suzuki, da sempre restia alle moto classiche, ha deciso di “rispolverare” la Katana, un motivo di fondo forse c'è.  Ultimamente, poi, anche la Royal Enfield in Italia sta sfornando risultati degni di nota, anche se sul marchio anglo-indiano forse andrebbe fatto un discorso a parte, dal momento che l'innovazione è stata nettamente più lenta di quella avvenuta per lo Sportster ed, a parte l'India, non in tutti i paesi vi è una rete commerciale all'altezza. Un plauso va soprattutto alle campagne di comunicazione appositamente create, che hanno generato una sorta di “domanda” dell'utente. 

La moto classica è diventato uno degli oggetti del desiderio, sebbene la si utilizzi prettamente la domenica. Una sorta di bene facente parte di un determinato stile di vita.

Torniamo al punto iniziale con una domanda: quanto reggerà ancora lo Sportster sul mercato con questi numeri ????

La paura è che il trend legato allo Sportster stia per esaurirsi. In Harley-Davidson parlano di nuovi modelli che verranno lanciati sul mercato entro il 2020 e, sebbene non vi sia menzione dello Sportster, la sensazione è di vedere a breve una moto totalmente rinnovata che romperà gli schemi con il passato. Questo decreterà la fine dello Sportster ed è lecito pensare che dopo qualche tempo uscirà di produzione


martedì 9 ottobre 2018

Vincent Sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster


Un vecchio Sportster Ironhead assume le sembianze di una gloriosa inglese.


Vincent è tra quei marchi che hanno segnato la storia del motociclismo, ed in particolare della produzione britannica, dalla fine della Prima Guerra Mondiale fino quasi agli anni sessanta. Moto che, rispetto alle dirette concorrenti, si distinguevano soprattutto per il motore con i cilindri a “V”, caratteristica inusuale per le moto inglesi

Durante l'epopea della “cafe racer” molti furono gli esemplari di Vincent cannibalizzati con motori inseriti in telai Norton (da qui le famose Norvin), oppure pesantemente elaborati.

In passato abbiamo trattato di Sportster rivisti in chiave cafe racer (Sporton, Dresda Davidson, Sportster Norton Manx, Norley) secondo i dettami delle moto inglesi dell'epoca, tra i quali spicca persino una Buell della serie XB (Buell Norton Manx Neo Retrò), moto assai curate ed ottimamente rifinite, talvolta anche riviste nel motore con un incremento di potenza, ma esemplari unici.
Questo Sportster Vincent, invece, fa parte di una piccola serie prodotta tra il 1991 ed il 1993 da una azienda californiana di nome Classified Motorcycle Company e, da quanto si conosce, l'unico su base Ironhead.

Il progetto è stato abbastanza complesso, dal momento che è stato inserito il motore Sportster Ironhead in un telaio Sportster che ospitava il motore Evolution (per cui più recente), mantenuto originale con persino lo stesso forcellone.

La forcella è Ceriani, così come il faro anteriore in ceramica, mentre le molle della forcella sono prodotte dalla Race Tech. Per i cerchi si sono scelti due Akront in alluminio a raggi da 18 pollici al posteriore e 19 all'anteriore su cui sono stati montati pneumatici Dunlop di primo equipaggiamento negli anni novanta.
Parafanghi e serbatoio sono in alluminio (il posteriore è dotato di un faro Lucas da sette pollici) ed è stato montato un portapacchi ancorato ad un archetto aggiunto al telaio. Il motore è stato verniciato a polvere nella parte inferiore ma non ha subito interventi, tranne un carburatore S&S con filtro dell'aria aperto ed uno scarico due-in-uno con il classico terminale a bottiglia, presente su molte moto inglesi dell'epoca ed attuali.

I costi di realizzazione di questa piccola serie, ma non sembrano esagerati. Sarebbe bello se ne venisse prodotta un'altra serie.