Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

mercoledì 13 ottobre 2021

Di corsa!!!!!!! Rush - Forty-Eight






Il piatto forte dei ragazzi di Speed and Custom sono i tracker su base Sportster: moto estreme che infiammano gli animi. La ricetta più o meno è sempre la stessa, ma i ragazzacci inglesi ogni volta riescono a trovare la chiave del successo affinando un progetto di base estremamente valido ed intrigante. Questa volta la moto è un tributo al film che ha portato sul grande schermo la figura del pilota di Formula Uno James Hunt, facendone conoscere tutti gli aspetti. 

La base, ovviamente, è un Forty-Eight elaborato a dovere. Ogni dettaglio è stato studiato nei minimi termini, riportando subito la mente agli anni d'oro (....anche per chi non li ha mai vissuti) della Formula Uno. In primis sono stati montati pneumatici dal grande tassello Michelin Anakee (anche se sopra vi è stata  impressa la scritta Good Year), ma è solo l'inizio del lavoro, anche se una delle parti più importanti insieme alle sovrastrutture. Non solo è stata studiata minuziosamente la grafica, ma anche forma e materiali scelti per codone/sella, serbatoio, tabelle porta numero, paramotore e faro (che è stato sostituito con uno dalla forma rettangolare e spostato nell'insolita posizione appena sopra la piastra anti-svirgolo della forcella).

Il serbatoio del carburante è da 12,5 litri (quello originale il classico "peanut" da 8,5 litri) ma sopra vi è stata saldata un'altra parte che contiene la strumentazione ed il tappo del rifornimento. Il codone è un altro pezzo pregiato, non solo per la forma che richiama la parte posteriore della McLaren di James Hunt, ma anche grazie  all'utilizzo dell'alcantara sul sellino con le cuciture a vista. A corredo le bellissime tabelle porta numero, specialmente quella montata al posto del faro anteriore che segue il profilo della forcella.

Ciclistica e motore hanno visto interventi minimi ma fondamentali per migliorare la guida del Forty-Eight ed il suo spirito selvaggio, ora molto racing. La forcella originale è stata dotata di molle progressive, mentre posteriormente sono stati montati un paio di ammortizzatori Ohlins con serbatoio separato. Uno scarico due-in-uno della HP Corse, abbinato al montaggio di un cornetto di aspirazione (realizzato in casa) al posto del filtro dell'aria originale, interventi che hanno comportato una nuova mappatura della centralina (purtroppo non si conosce il guadagno in termini di potenza e coppia massima), rappresenta l'elaborazione base per il motore.

I bollenti spiriti sono tenuti a bada sia da una corona con catena al posto della cinghia originale, sia da un paio di dischi freno di maggior diametro che lavorano abbinati alle pinze originali. A completamento una generale opera di alleggerimento di tutta la moto.

Vedendo questo Forty-Eight viene voglia di entrare immediatamente in pista con qualsiasi mezzo......

mercoledì 6 ottobre 2021

Thorowback Tracer - Sportster Street Tracker by Redmax Speed Shop

sportster street tracker by redmax speed shop




Lo Sportster costruito dai ragazzi inglesi attinge molto agli anni settanta ed alla cultura hot-rod, pur essendo una moto curata sotto l’aspetto tecnico per esaltarne guidabilità e prestazioni su strada, proprio come si conviene ad una vera street-tracker. La verniciatura metallizzata blu ed i copri testate EMD, che richiamano sia la Alloy XR750 che la stradale XR1000, sono sapientemente abbinati ad altri elementi che, a prima vista, possono disorientare chi vede per la prima volta questa moto. Anche la base di partenza non aiuta molto, poiché è stato scelto un vecchio Sportster 1100, in luogo di un più moderno 1200 con motore montato su supporti elastici. Il grande lavoro effettuato sulla ciclistica ha permesso di ottenere una moto “sui generis”.

Il telaio è stato sottoposto a “molding”, abbinato ad un forcellone costruito a mano facendo ampio ricorso ad elementi saldati al “tig”, abbinato poi ad una forcella prelevata da una Triumph Speed Triple e freni Brembo. I cerchi da 19 pollici con pneumatici Mitas da flat-trak sono stati una scelta obbligata.

Per non comprometterne l’affidabilità, il vecchio motore Sportster Evolution è rimasto di serie, salvo la lucidatura dei condotti delle teste, la sostituzione del carburatore originale con un Mikuni HSR 42 ed un paio di scarichi liberi (privi di qualsiasi silenziatore) che corrono singolarmente paralleli su entrambi i lati della moto. Uno degli altri aspetti da considerare per una street-tracker è il peso che va contenuto il più possibile. 

Non è dato sapere a quanto sia arrivata la bilancia, ma sicuramente con l’utilizzo della carrozzeria in materiale composito (che si trova nell’ampio catalogo di parti speciali realizzate direttamente dalla Redmax) e qualche altro dettaglio come il serbatoio dell’olio a botticella e le pedane arretrate in alluminio, si è scesi molto rispetto agli oltre due quintali del modello di serie, considerando che è stato anche semplificato l’impianto elettrico.


mercoledì 29 settembre 2021

Bisogna andare avanti: Sportster 1200 S






Non ho digerito alcune scelte fatte in casa Harley-Davidson, prima tra tutte quella di non produrre più le Buell. Peggio quando a Milwaukee hanno deciso di non produrre più lo Sportster, mettendo fine a quella che è stata ed è tutt'ora una vera icona delle due ruote. Non credo al fatto che non potessero rendere il motore compatibile con le normative Euro 5, dal momento che case come Moto Guzzi, Royal-Enfield e Kawasaki ci sono riusciti con i loro motori raffreddati ad aria. Secondo me è stato solo un pretesto perchè in mente avevano altro.....

Forse volevano solo rompere con la tradizione e creare qualcosa che fosse più appetibile ai giorni nostri. Congetture a parte, la storia insegna che tutte le volte in cui HD ha rotto con il passato, lanciando modelli troppo innovativi (vedi XLCR1000 ma anche V-Rod e Street Rod 750), ha fallito. Accadrà lo stesso ora???? 

Ovviamente è da vedere, ma forse la scelta non è insensata, soprattutto se si studia il contesto in cui nacque lo Sportster. Il 1957 era dominato dalle moto inglesi ed HD cercava una risposta (i vecchi modelli della serie K a valvole laterali nati nel 1952 avevano segnato il passo....). Risposta trovata nello Sportster. 

Ecco allora che il neonato 1200 S trova una sua logica nella tecnica al passo con i tempi ed in un motore dotato di molti cavalli. Certo, per molti sarà difficile da digerire questa scelta e, se proprio vogliamo dirla tutta, il nuovo Sportster 1200 S non ha niente in comune con i vecchi Sportster e, men che mai, con il 1200 S con testata a doppia candela. 

Provare per credere: basta coprire la scritta HD sul serbatoio e mettere la moto in mezzo ad altre, chiedendo a qualcuno di riconoscerla. Per lo più sarà identificata con qualche "cinesata" che sta invadendo il mercato italiano ed europeo. 

Ma forse è solo questione di tempo affinchè il nuovo Sportster (nei vari modelli che usciranno sul mercato) trovi una sua identità. Altro dubbio legittimo riguarda il prezzo del nuovo 1200 S. Fin dagli albori dei tempi lo Sportster ha rappresentato il modello di accesso alla gamma Harley-Davidson, forte di un prezzo nettamente più basso rispetto agli altri modelli. Ora il discorso cambia nettamente ed è lecito aspettarsi un modello di accesso. Nel frattempo i dealer italiani stanno cavalcando l'onda e ben venga!!!! Belle le pubblicità fin qui proposte. Ne aspettiamo altre!!!!!


mercoledì 22 settembre 2021

Tuoni e Fulmini!!!! - XLCH 1974







 

Si può trasformare un vecchio Sportster in una street-tracker quasi moderna con elementi che richiamano i favolosi anni settanta ????? A quanto pare sembra sia possibile.....

Chi ha deciso di intraprendere la strada di questa bellissima personalizzazione, parliamo del negozio "Navi's Custom Cycle" doveva avere le idee ben chiare, oltre al logico pragmatismo giapponese (avete capito bene.....la moto è stata elaborata proprio lì.....), poichè senza alcun dubbio si è rivolto al massimo esperto del settore per quanto riguarda il motore. Ma andiamo con ordine. 

Solitamente, in base al tipo di progetto che si vuole realizzare, si cerca il modello Sportster più adeguato. Non in questo caso. Il vecchio XLCH, seppur dotato di cavalli, non rappresenta la soluzione più adeguata. Cosa fare allora ???? Risposta semplice: si monta un motore Thunderhead all'interno del telaio originale (prima sottoposto a molding) elaborato dallo specialista Sundance, abbinato ad un carburatore Mikuni ed uno scarico due-in-uno realizzato in casa. 

Le sovrastrutture sono costituite da un unico elemento in vetroresina che copre il serbatoio del carburante e funge anche da parafango posteriore, la cui finezza è rappresentata dalla aerografia e dalla verniciatura, sul quale trova alloggio una sella doppia praticamente non imbottita. La forcella è rimasta quella di serie con steli da 39mm e dotata di piastra "antisvirgolo", necessaria per evitare movimenti inconsueti in assenza di parafango, sulla quale è stata alloggiata una mascherina porta-faro in alluminio battuta a mano. 

Quasi tutte le parti metalliche della moto sono state lucidate o cromate, rendendo la moto una vera opera d'arte che in grado di correre quasi come una moderna naked!

giovedì 16 settembre 2021

Sportster XLDS - Tribute Ducati Scrambler




Praticamente irriconoscibile. Un lavoro di fino ha reso questo Sportster 883 del 1988 (quattro marce e trasmissione finale a catena) una perfetta street-tracker/scrambler, non fosse per il motore poco potente seppur elaborato (l'ideale sarebbe stato utilizzare per la trasformazione un 1200 S con testata a doppia candela).

Gli interventi sono stati molti ed hanno abbracciato ogni aspetto della moto, a partire dall'insolita verniciatura color sabbia abbinata ad una sella marrone in pelle (visto motore e cerchi in alluminio sarebbe riuscito meglio un altro abbinamento). La carrozzeria ridotta al minimo, con parafanghi corti in materiale plastico ed un porta-faro anteriore in stile cross sono indispensabili per la buona riuscita del progetto. Fondamentale è cercare di contenere il peso, tanto è vero che è stato rimosso il coperchio del pignone per far posto ad uno costruito in casa e traforato, oltre al carter degli alberi a cammes sostituito con uno della EMD. 

La parte più importante del progetto, tuttavia, ha riguardato il lavoro sulla parte centrale e posteriore del telaio per ancorare il singolo ammortizzatore Ohlins a sinistra ed eliminare gli attacchi del doppio ammortizzatore. 

Si è reso indispensabile dotare il forcellone di barre di rinforzo ed ancoraggio all'ammortizzatore, grazie anche all'aiuto di un importante leveraggio. 

La forcella è stata prelevata da una Ducati e lavora in simbiosi con un paio di dischi flottanti e pinze Brembo che lavorano sul cerchio originale ( da 19 pollici come quello montato posteriormente ) con pneumatici tassellati.  Non meno importante l'intervento sul motore che ha visto il trapianto di cilindri e teste di una Buell XB del 2003 ed il montaggio di alberi a cammes Andrews N-2, oltre ad un carburatore Screamin'Eagle. Ovviamente ci sono altri dettagli come i comandi arretrati ed il manubrio di tipo crossistico.

Questo Sportster è molto intrigante ed è una bella idea anche se i costi di realizzazione non debbono essere proprio bassi


mercoledì 8 settembre 2021

Spirito Racing!!!!! - XLH 1970

 






Gli anni settanta segnano un cambiamento epocale nella società odierna e nemmeno Harley-Davidson non sfugge a questa ansia di rinnovamento nata dal movimento culturale del 1968 e presenta diverse novità sui modelli Sportster che, dal 1972, avrà il motore con alesaggio aumentato, portando la cilindrata a 1000 (in luogo degli originari 883 cc).

La moto della foto è una delle ultime versioni con motore 883, dato che si tratta di un XLH del 1971 (la H aggiunta alla sigla XL fu un una mossa del marketing HD per differenziare il motore più potente grazie ad un aumento del rapporto di compressione da 7,5:1 a 9:1 e del diametro delle valvole, oltre all'adozione di punterie più leggere) ed è stata elaborata ispirandosi alle vecchie KR 750 da competizione con motore a valvole laterali. 

Il telaio originale è stato sostituito con uno di tipo rigido ed è stato abbinato a cerchi e freni originali (a tamburo!). Nel montare il motore (rimasto di serie salvo un carburatore S&S Super E abbinato ad un filtro dell'aria aperto e due drag-pipes) si è provveduto a ricostruire tutto l'impianto elettrico, ora dotato di diversi cablaggi e semplificato. 

L'impronta racing impone di non lasciare spazio ad inutili accessori e di contenere il più possibile il peso. Ecco che il parafango posteriore è ridotto al minimo e l'anteriore eliminato, mentre il serbatoio del carburante è il classico "peanut" da 8 litri.  Ovviamente di specchietti e frecce nemmeno a parlarne. Pur se la moto sembra costruita per gli ovali in terra battuta, mancano un paio di pneumatici con il tassello. Ma si tratta di dettagli......

domenica 5 settembre 2021

Lunga vita ai dealer!!!!!!


Gli amici della concessionaria Harley-Davidson Route 76 Jesi si preparano a festeggiare, con molto orgoglio, il raggiungimento dei dieci anni di attività. Questa ricorrenza, che vivo con particolare enfasi visto il legame di amicizia che ho con loro, mi fa riflettere molto su quanto sia importante, per alcuni marchi di motociclette che fondano il loro brand soprattutto sulla tradizione, avere un radicamento nel territorio. 

Ovviamente nel mondo Harley-Davidson gli amici di Jesi non sono i soli, ma molti si sono persi per strada per una serie di motivi. Dico da tempo che probabilmente, anche alla luce della pandemia, andrebbero riprogettato il dealer Harley-Davidson soprattutto in Italia. 

Logiche commerciali mutuate dal modello americano dei "mega store" non hanno ormai più senso, anche alla luce dell'infinito sviluppo dell' E-Commerce e della possibilità che stanno iniziando alcuni marchi di personalizzare la moto on-line, per poi vederla direttamente dal concessionario. 

Il rischio nel perseverare in questa politica miope è la chiusura (....come è avvenuto purtroppo.....) di concessionari storici a causa delle enormi spese di gestione divenute insostenibili. Ogni dealer che chiude è un danno di immagine a Milwaukee, ma forse non si è capito. Occorre quindi, come detto, non solo ripensare le concessionarie HD in termini dimensionali, ma anche logistici. 

Carlo Talamo studiò a fondo la faccenda in modo da non avere troppe concessionarie vicine ma giustamente distanziate e posizionate. E' l'unico sistema per garantire un futuro florido. Nell'augurarsi che passi questo concetto......Buon Compleanno Jesi!!!!!!