Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

Visualizzazione post con etichetta Avon Tyres. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Avon Tyres. Mostra tutti i post

mercoledì 31 gennaio 2024

Cafe Samurai!!!!!!!




Proviene dal Giappone questo Sportster 1200s del 2000 rivisitato in chiave cafe racer ma intriso di cultura nipponica, che appare evidente nella parte posteriore.

Come abbiamo avuto modo di appurare in diverse occasioni, i concetti custom negli ultimi anni hanno subito un mutamento talmente importante da diventare meri parametri di riferimento. Con le cafe racer tutto è iniziato negli anni duemila quando, divennero una vera moda, grazie soprattutto a Triumph che lanciò modelli iconici come la prima Speed Triple. Le customizzazioni a tema si andarono diffondendo sempre di più e l'originario concetto di moto inglese-semi manubri-sella singola racing-pedane arretrate-scarico a trombone andò via via adeguandosi ai tempi, complice anche qualche casa motociclistica che identificò come cafe racer modelli che ne avevano vaghi richiami.

Nel caso di questo Sportster, quanto appena affermato è evidente.

Accanto alla accoppiata serbatoio del carburante in alluminio-pedane arretrate Storz, troviamo semi manubri ed e mezza carena ma, soprattutto sella biposto e parafango posteriore in alluminio insieme ad un paio di scarichi Supertrapp alti e pneumatici che sembrano più adatti per un bel bobber: il Firestone posteriore e l'Avon rigato anteriore, nelle misure originali da sedici e diciannove pollici.

Per il resto abbiamo il motore praticamente di serie con solo il carburatore Kehin-FCR, pinze freno Brembo su dischi originali ed ammortizzatori posteriori Ohlins, mentre la forcella è totalmente di serie.

martedì 6 dicembre 2022

HOMEMADE SIN - Delirio postatomico su base Dyna del 2005





La terra è arida.

Il caldo cocente amplifica questa sensazione.

Le strade non esistono quasi più. Difficile trovarne.

Mi sento perso in un mondo senza più confini e regole 

l'anarchia è diventata consuetudine

il rispetto una parola arcaica

le norme assurde imposizioni di Stati primitivi

la libertà qualcosa da sputare in faccia al prossimo

non da vivere.

Ho voglia di correre in questo deserto.

Di scappare via il più lontano possibile da una società (se può chiamarsi tale) che non mi appartiene più. Che non mi rappresenta. Che non mi identifica.

Ho trovato anche la moto, ma questa volta non è uno Sportster.

Vediamo se me la vendono, altrimenti me la farò costruire dall'amico Luca Fava di Harley-Davidson Route 76 Jesi.

E' un Dyna e l'hanno costruito i ragazzi di Icon Motorsports a Portland, Oregon.

Mi ricorda i film di Mad Max in un delirio postatomico sempre più attuale.

Per me che sono fondamentali le regole, amo mezzi costruiti senza regole.

Come diceva Carlo Talamo: "mezzi maleducati guidati da persone educate".

E' una moto rozza. Senza fronzoli. A tratti cattiva e spaventosa.

Sul telaio originale con i supporti elastici di un Dyna Super Glide del 2005 è stato montato un mostruoso motore S&S da oltre duemila (!!!!!!) centimetri cubici, abbinato al cambio a cinque rapporti di serie ed un carburatore S&S Super G. Per l'esattezza si tratta di un blocco motore denominato T124 Black Edition.

Potenza e coppia sono paurose: 130 cv e 133 Nm di coppia.

Poi, tutta una serie di parti speciali che contribuiscono a rendere il Dyna ancor più minaccioso.

La forcella viene da una Ducati Monster ed è stata abbinata a piastre artigianali realizzate direttamente dalla Ducati. Sulla parte anteriore, tra le piastre, è stato installato un radiatore dell'olio, davanti al quale si trova il faro. Le coperture forcella sono state realizzate in casa.

Posteriormente, il brutto forcellone di serie ha lasciato spazio ad una brillante unità in alluminio prodotta dalla Roaring Toyz, abbinata ad una trasmissione finale a catena (indispensabile con tanta coppia e cavalli) ed un paio di ammortizzatori della Nitron.

Le ruote sono entrambe in lega da 16 pollici e calzano pneumatici Avon Cobra Chrome nelle inconsuete larghezze da 150 mm davanti e 160 mm dietro. I freni sono Ap Racing, con un solo disco montato anteriormente. La carrozzeria un'altra opera d'arte. Serbatoio del carburante di una Honda Bol D'Or, con sopra saldati i bocchettoni per il rifornimento veloce, come sulle moto da endurance e codone realizzato in materiale plastico tramite stampante in 3D.

Non vedo l'ora di montare su questo mostro.

Voglio scappare a gas spalancato.

Mi piacciono le pecore e molto le galline.

Ed il profumo dei campi.

Le vedrò, li assaporerò, quando avrò trovato pace.

Dopo questa lunga fuga.


 


mercoledì 19 ottobre 2022

Streamliner Sportster - 1998 Sportster 1200





Quando si parla di Streamliner, il pensiero va sempre al mondo delle drag-race a due e quattro ruote, poiché si fa riferimento a mezzi dalla forma insolita assomiglianti a veri e propri missili. 

La costruzione del primo “streamliner” è avvenuta nel lontano 1972 per gare di drag-race anche se ora, nella maggior parte dei casi, questi mezzi dalla forma insolita vengono utilizzati principalmente per battere i record di velocità sul lago salato di Bonneville nello Utah in agosto.

Poco in voga tra i customizzatori, lo stile “streamliner” ha pochissimi adepti per la complessità nella ricerca delle linee.

Questo Sportster 1200 è stato costruito in Francia ed ha una carrozzeria interamente in alluminio modellata a mano, con parafanghi con dotati di rivetti. Quasi tutto è stato realizzato in casa, a partire anche dal forcellone tubolare in acciaio, dall’alloggiamento del manubrio, integrato nel copri-forcella, fino nuovo coperchio della batteria

Il motore è stato interamente ricostruito, pur senza subire modifiche, e l’impianto elettrico revisionato. L’unica concessione è stata fatta ad un filtro dell’aria a tromboncino, dotato di retina ed al montaggio di un paio di collettori Supertrapp, abbinati ad terminale proveniente da una Harley-Davidson Breakout.

Di pregevole fattura anche i cerchi costruiti appositamente in alluminio, con diametro entrambi da 19 pollici, dalla azienda Metalsport Wheels sui quali calzano pneumatici Avon Roadrider. Il reparto freni, con dischi, pompe e pinze è affidato alla Beringer.  Ci sono volute circa 1400 ore di lavoro per realizzare questo Sportster. Forse nemmeno troppe….   

mercoledì 12 ottobre 2022

SLEDHEAD BOBBER - Evolution Sportster 1200 bobber





La presenza di chopper e bobber su questo blog è nettamente inferiore rispetto ad altri tipi di special, la maggior parte delle quali sono con il tassello.

Si tratta di moto che non sono nelle mie “corde”, dato che amo la velocità e la competizione. Eppure, ogni tanto, rimango letteralmente rapito da bobber o chopper. Solitamente si tratta di mezzi ignoranti con il motore Sportster elaborato. Un “non senso” su questo tipo di motociclette, ma che fa molto cool e mi attrae come il miele fa con gli orsi.

Questo Sportster Evolution richiama le moto costruite anni addietro da Zero Engineering. Il telaio (anche se non sembra) è quello originale, modificato nella parte posteriore in modo da renderlo rigido e nella zona del cannotto di sterzo per avere un maggior angolo di inclinazione (41 gradi) ed un profilo ancora più allungato, che lavora su forcella Springer e cerchi da sedici pollici (con pneumatici Avon sm 500 Mk1).

Il motore, come si può immaginare, è stato elaborato pesantemente: cilindrata portata a 1200, teste Thunderstorm ad alta compressione, alberi a cammes e bobine  Screamin’Eagle e carburatore Mikuni con filtro a cornetto, scarico due-in-uno fatto in casa.

Completano l’opera la trasmissione finale a catena, il parafango posteriore a filo di ruota ed un colore marrone metallizzato che rende lo Sportster ancor più rozzo.

Da notare: il serbatoio dell’olio a botte, il tubicino che misura il livello della benzina ed i semi-manubri che fanno molto drag-racing.


mercoledì 28 settembre 2022

Ritorno al passato!!!! - 1979 Sportster XLCH cafe racer







Se volete un "vero" cafe racer, questo Sportster è la moto che fa per voi!!!!

Quando si parla di cafe racer si possono seguire diverse strade. Si può comprare una moto moderna (qualche anno addietro era pieno di modelli a tema proposti da gran parte delle case motociclistiche) oppure prendere una qualsiasi moto ed operare una bella trasformazione.

Si può anche comprare una vero esemplare dell'epoca (....se si riesce a trovarne....) oppure si può decidere di crearne uno utilizzando un vecchio motore. 

Chi ha elaborato il bellissimo XLCH che vi presentiamo ha scelto quest'ultima strada molto dispendiosa......

La carrozzeria è stata realizzata a mano in alluminio, così come anche il sellino è opera di artigiani. La batteria è stata montata sotto il serbatoio del carburante, mentre il serbatoio dell'olio è incorporato nella parte posteriore del telaio.  

Il telaio proviene da uno Sportster del 1973. Dopo essere state eliminate tutte le staffe e supporti necessari lavorando con una smerigliatrice, è stato nichelato.   Un nuovo set di forcelle da 35mm sostituiscono le originali e sono abbinate ad un cerchio con mozzo Moto Guzzi con ganascia a doppia cammes e cerchio Borrani da 18 pollici, che viene montato anche posteriormente della stessa  misura ma utilizzando un mozzo Sportster. I pneumatici sono Avon Roadrunner.

Il motore ha teste lucidate, accensione Dynatec e carburatore S&S Super E. Lo scarico è un due-in-due artigianale con terminali a trombone senza alcun silenziatore (!!!!!!!!) 

Da notare altre finezze realizzate a mano come le pedane arretrate ed i mezzi manubri.


mercoledì 6 aprile 2022

Kuzuri Sportster 1200 chopper






E' noto che la globalizzazione e la relativa diffusione dei social-media ha portato verso la conoscenza di situazioni prima ad appannaggio di pochi, facendo emergere anche nuove realtà del tutto inaspettate.

E tra le realtà del tutto inaspettate vi è l'Indonesia dove grazie  alla diffusione della cultura "custom"  ogni tanto saltano fuori belle realizzazioni, assai rare quando si parla di Harley-Davidson in generale e Sportster in particolare.

Il chopper che vedete è addirittura una vera "perla", stante il numero di parti costruite a mano e la perfetta armonizzazione delle linee. Si nota l'impronta della vecchia scuola nipponica (anche grazie alle numerose visite al Custom Show di Yokohama), solo che in questo caso si è fatto ricorso all'utilizzo di un moderno motore Evolution e non un vecchio Ironhead. 

Contrariamente a quanto si possa pensare non si è proceduto a modificare un modello già esistente, ma si è comprato un motore da 1200 cc in pessimo stato, attorno al quale è nato il progetto. Il telaio rigido è stato costruito direttamente in Indonesia, andando nella precisa direzione di un design senza tempo. 

Rigenerato lo "small-block", senza alcuna modifica (salvo scarichi e filtro dell'aria aperto), si è provveduto ad avviare il processo di sabbiatura dello stesso. Ad una forcella  con steli da 39mm è stato abbinato un cerchio da 21 pollici con pneumatico Avon Speedmaster. Scelta del tutto insolita quella di montare un pneumatico Firestone posteriormente accoppiato ad un cerchio da 18 pollici.

L'estrema ricerca della pulizia delle linee ha richiesto che i cavi fossero il più possibile nascosti. Nel contempo si è cercato di limitare il peso al massimo e questo ha comportato oltre l'eliminazione di  tutte le parti superflue e l'alleggerimento di altri componenti ricorrendo alla vecchia scuola attraverso fori sugli stessi. Qualche dettaglio veramente "cool" come la chiave di accensione spostata sul carter sinistro ed il tendicatena creato utilizzando parti di uno skate.

 

martedì 1 maggio 2018

Psyclone

psyclone sportster ironhead 900 yellow board track

psyclone sportster ironhead 900 yellow board track

psyclone sportster ironhead 900 yellow board track

psyclone sportster ironhead 900 yellow board track

psyclone sportster ironhead 900 yellow board track

Una board-track su base Sportster Ironhead irrompe sulla scena custom....


….e sembra arrivare direttamente dagli anni venti, se non fosse che il suo creatore, tale Frederick Fortune, si fosse deciso a costruirla non molti anni addietro, quando si rese conto che comprare una vera moto da board track degli anni venti voleva dire spendere una vera e propria fortuna. 

Partì da un motore Sportster da 900 cc del 1964 che smontò completamente, rigenerò e verniciò a polvere in molte parti, al quale abbinò un carburatore Linkert DC-12 . Tagliò la copertura del pignone e delle cammes in modo da modellare il motore e farlo assomigliare ad un vecchio v-twin. 

Il passo successivo fu quello di rettificare e lucidare bulloni ed elementi di fissaggio del motore al telaio. Dopo diverse ricerche, finalmente trovò il telaio adatto che proveniva dalla Carolinas Customs, sebbene si dovessero apportare degli adattamenti per alloggiare il motore Sportster. Trovò una forcella Girder con ammortizzatore progressivo regolabile. Scelse una coppia di cerchi Excel da 21 pollici e vi abbinò pneumatici Avon Speedmaster. Banke Performance fornì il telaietto a supporto della sella, mentre i parafanghi provengono da una vecchia Norton, ma furono anche questi adattati. L'impianto elettrico fu costruito praticamente da zero e questo portò via diverso tempo. 

La parte più difficile fu nascondere il serbatoio dell'olio, ma grazie all'aiuto di un abile maestro il risultato fu portato a termine senza problemi. Vedremo altre board track come questa ???? 

venerdì 24 novembre 2017

883 R - orange custom

sportster 883 r my 2002 custom side right

sportster 883 r my 2002 custom side left

sportster 883 r my 2002 custom tank

sportster 883 r my 2002 custom front left angle

Lo Sportster 883 R degli anni 2002-2003 è una delle migliori moto su cui intervenire. E basta poco.....


Purtroppo lo Sportster 883 R con il vecchio telaio, dove il motore era alloggiato rigidamente, è stato prodotto per soli due anni, ma è una moto riuscitissima per una serie di motivi. 

Innanzitutto è la prima ad avere il motore quasi interamente verniciato di nero (salvo alcuni piccoli particolari), il doppio disco del freno anteriore, i cerchi in lega e lo scarico due-in-uno. Questo permette di intervenire con poco laddove si voglia interpretare la “R” in chiave cafe racer e street-tracker, o renderla una vera e propria moto da flat-track

Parliamo principalmente dell'aspetto estetico, ma anche di quello tecnico. Allo scarico si può solo sostituire il terminale, l'impianto frenante, ad essere pignoli, può vedere cambiata solo la pompa del freno anteriore, i cerchi in lega montati sono adatti  per qualunque tipo di moto. Grazie al motore nero si può giocare a piacimento a livello cromatico, abbinando verniciature luminose o altre più tenui.

Questa “R” è una custom con pochissimi interventi. Al telaio sono stati eliminati i supporti posteriori (ma si poteva anche non fare) e montati un paio di ammortizzatori più bassi di tipo progressive, che lavorano accanto ad un parafango corto a filo di ruota. Anteriormente, invece, a parte l'eliminazione del parafango, non è stato fatto alcunchè. Il motore, salvo il filtro dell'aria ed uno scarico due-in-uno costruito in casa, non è stato elaborato. Pneumatici Avon dal disegno vintage hanno preso il posto di quelli di serie.

Molto poco su un modello che può rendere molto di più.

venerdì 17 novembre 2017

Sportster 1200 S bobber

sportster 1200 s bobber side right

sportster 1200 s bobber side left

sportster 1200 s bobber tank

sportster 1200 s bobber drag pipes

Ecco cosa non fare assolutamente con uno Sportster 1200 dotato di testata a doppia candela.


Lo Sportster 1200 S è una di quelle moto assai rare e di notevole valore, non solo per l'inedita soluzione tecnica delle quattro candele, ma anche per il basso numero di esemplari prodotti. Girando per il web, mi sono imbattuto in questo esemplare costruito in Giappone. Purtroppo non è la prima volta che vedo qualche raro modello Sportster, che dovrebbe essere conservato il più originale possibile o, al massimo, elaborato senza stravolgerne troppo le caratteristiche. 

Ma il Giappone rappresenta un mondo a parte rispetto alla cultura ed alla mentalità di noi europei.....
La moto in questione ha una sua logica, anche se risulta alquanto anonima. Si tratta di un bobber minimalista dal sapore vintage, ottenuto lavorando sugli ammortizzatori, in modo da abbassare la moto il più possibile, ed eliminando parti superflue come il parafango anteriore. 

Purtroppo è stato segato il telaio nella parte posteriore in modo da avere allo scopo di poter montare un parafango cortissimo. La Avon ha fornito i pneumatici Vintage-Replica, che calzano sui cerchi originali (nelle misure da 16 pollici al posteriore e da 19 all'anteriore). Il motore, a parte un filtro dell'aria aperto ed una coppia di scarichi tipo “drag-pipes”, non ha subito alcun intervento.

In definitiva, se fosse stata utilizzata come base per la customizzazione un modello standard, avrei applaudito il lavoro svolto che non è affatto male. Ma visto che è stato usato uno Sportster 1200 S......


venerdì 21 aprile 2017

X-Racers

sportster street tracker on freeway magazine italia n 4 1994 pag 1

sportster street tracker on freeway magazine italia n 4 1994 pag 2

sportster street tracker on freeway magazine italia n 4 1994 pag 3

sportster street tracker on freeway magazine italia n 4 1994 pag 4

 

Nel lontano 1994 la maggior parte delle realizzazioni su base Sportster avevano spesso dei “clichè” determinati, dal momento che se ne esaltava l'aspetto custom o, al contrario, ci si orientava verso telai rigidi e lunghe forcelle. Supercycles di Nizza decise di percorrere nuove strade. 

 

Prese vita, così, il progetto della X-Racers, che richiamava molto da vicino le famose XR 750 da Dirt-Track, ma vista in chiave Hi-Tech.
In quegli anni, infatti, nascquero molte aziende specializzate nella lavorazione dell'alluminio “billet” che divenne un must su molte motociclette. Di conseguenza molti customizzatori vi attingevano a piene mani.

La particolarità di queste moto (sono due con pochi elementi di differenza) è da ricercare anche nel grande sforzo effettuato per spremere cavalli dal motore. Per montare due carburatori Dell'Orto sul lato destro, si è dovuta rivisitare la testata posteriore (dove sono state invertite le valvole di aspirazione e scarico) e degli alberi a cammes Andrews che si trovavano a lavorare in maniera differente. 

Si tratta di un ulteriore lavoro in aggiunta a quello di elaborazione del motore che vedeva il montaggio di teste a quattro candele (che la Harley-Davidson avrebbe messo in produzione solo qualche anno dopo, ovvero nel 1998) e la cilindrata portata a 1200 cc.

L'elaborazione del motore resta la parte più importante di tutto il progetto, che ha riguardato anche la ciclistica e, come detto prima, l'aspetto estetico (basti guardare diligentemente tutte le parti che sono state lucidate).
Se pensiamo che per realizzare queste moto il tempo è stato di quasi un anno......

Nell'articolo tutto il procedimento è descritto con estrema accortezza, peccato per le foto che non  inserite nel modo giusto ed incomplete.

UP: progetto innovativo per l'epoca
DOWN: le foto mortificano le due motociclette



martedì 17 gennaio 2017

The Soldier: uno Sportster per la pace!!!!

the soldier sportster military by studiomotor side right

the soldier sportster military by studiomotor side left

the soldier sportster military by studiomotor front left

the soldier sportster military by studiomotor front left angle

 

La guerra può rappresentare uno dei peggiori incubi. Quale miglior maniera di esorcizzare questo incubo se non costruire una moto che ricordi la guerra, con tanto di fondina porta fucile ????

 

E' sera. Da qualche tempo il gelo invernale consiglia agli abitanti del piccolo agglomerato ai piedi della collina di rimanere nelle proprie case accanto al camino. Nella campagna circostante regna il silenzio, intervallato ogni tanto da qualche soffio di vento che muove le foglie. Questa sera, però è diversa. Si sentono dei rumori  provenire all'interno del bosco. Rumori cui fa seguito un tuono. E' un uomo che ha acceso la sua Harley-Davidson Sportster. Un ex combattente che vuole andare incontro al proprio incubo cavalcando la sua moto, come quando fu ferito gravemente durante una battaglia nel cuore della notte, in uno dei tanti paesi del medio-oriente.

Questa moto l'ha costruita da solo. Un motore Sportster 883 del 2002 inserito in un telaio fatto in casa, intorno al quale ha provveduto a montare una serie di parti ed accessori in modo da richiamare la WLA 750: forcella “springer”, cerchi da 16 pollici con pneumatici Avon Safety Mileage, due scarichi cortissimi (privi di ogni forma di silenziatore), sella e fondina per il fucile in cuoio, trasmissione finale a catena, verniciatura verde militare anche per il telaio.

Il combattente non ha idea di quali altre battaglie lo aspetteranno in futuro. E' conscio solo del fatto che in questa lunga notte affronterà i propri demoni, per liberarsi definitivamente dalla collera che lo sta tormentando......


UP: la fondina per il fucile legata sulla forcella

DOWN:  il motore non in tinta











martedì 15 novembre 2016

Quentin Vaulet: un bobber signorile!

quentin vaulet sportster bobber side right

quentin vaulet sportster bobber side left

quentin vaulet sportster bobber front end

quentin vaulet sportster bobber handlebar

quentin vaulet sportster bobber oil tank

 

Armonia delle forme ed alcuni elementi del tutto particolari caratterizzano questo bobber con molte parti costruite appositamente.

 

Il bobber è una di quelle moto che nella mente di ogni biker si contraddistingue per l'opulenza delle forme, la classicità delle linee e la vistosità della verniciatura. Quando qualcuno di questi elementi tipici viene meno, il bobber potrebbe passare del tutto inosservato a fronte, anche, di un ottimo lavoro.

Quentin Vaulet (che prende il nome di colui che l'ha costruito) è un bobber che non rispetta gli stereotipi, ma si ispira alle moto degli anni venti pur se con l'aggiunta di  elementi futuristici. 

Lo si nota immediatamente dalla verniciatura dei serbatoi e dello striminzito parafango posteriore, con toni in metallo ed ottone, ma anche dal filtro dell'aria Kuryakyn in alluminio billet,  dai due scarichi liberi e dal quadro elettrico spostato sotto la sella.
Per il resto, il lavoro ha seguito l'iter tradizionale, con la modifica del telaio originale che è stato abbassato di quattro pollici ed allungato di due e modificato per farlo diventare di tipo hardtail  (con la parte posteriore rigida), finendo con il montaggio di una forcella tipo Springer e due cerchi da 16 pollici dotati di pnematici Avon Speedmaster MKII.
Nel mezzo, numerosi particolari costruiti a mano, come lo stupendo serbatoio dell'olio, oppure alcune parti abilmente scelte, quali il coperchio del carter motore sinistro della EMD, oppure  il grande lavoro di mimetizzazione di tutti i cavi.

Il tutto in grado di conferire una grande pulizia dell'insieme che fa pensare ad un progetto studiato al computer e realizzato all'interno di una fabbrica.


UP: il serbatoio dell'olio

DOWN: il quadro elettrico sotto la sella