Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.
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giovedì 14 novembre 2019
martedì 10 settembre 2019
XLCH Beach Racer
…..della serie prendi un vecchio Sportster e giocaci sulla sabbia!!!!!
L’idea di costruire questo Sportster è nata dalla voglia di partecipare alla Race of Gentleman in New Jersey, gare per moto d’epoca sulla spiaggia. Il proprietario, però, da sempre attratto dalle moto costruite negli anni quaranta, le ha volute in qualche modo replicare.
La scelta è caduta su questo XLCH del 1970 il cui motore è restato originale, salvo l’aggiunta di un filtro dell’aria aperto costruito in casa ed un paio di terminali aperti. Il telaio, dopo essere stato completamente smontato, è stato sverniciato e privato di tutte le piccole imperfezioni. Il passo successivo è stato quello di saldare tubi nella parte posteriore e trasformarlo in rigido, cui è stata abbinata una forcella di tipo “Girder”, abbinata a ruota da 16 pollici con freno a tamburo Royal Enfield (mentre al posteriore è tutto originale) e pneumatici Dunlop.
L’elemento trainante di tutta l’elaborazione è stata la famosa moto inglese Brough Superior, presa a modello in ordine alle scelte da effettuare, come ad esempio il piccolo faro montato sopra all’ampio manubrio, tipico delle moto dei pionieri. Per replicare una moto di molti anni è fondamentale ottenere un notevole effetto invecchiamento.
In questo caso il risultato è stato ottenuto combinando la scelta ed il posizionamento di molte parti con il lavoro di invecchiamento di telaio e carrozzeria. All'atto pratico questo Ironhead è un mix tra un bobber, una vecchia moto da corsa ed, effettivamente, un mezzo degli anni quaranta. Molto intrigante!
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giovedì 30 maggio 2019
Sugar Rush Sportster
Trovare la ragione giustificatrice di questo Sportster appare impresa assai difficile, anche se la livrea si ispira apertamente a quella dei famosi dolci “Chupa-Cups”, ma sembra che l’intento sia stato quello di costruire una moto per gareggiare nelle “drag-racing” amatoriali dei vari eventi.
Il motore è un 1200 originale del 2000 interamente verniciato in nero lucido sul quale è stato montato solo un filtro dell’aria aperto ed un paio di scarichi che escono paralleli dietro alla sella, inserito in un telaio rigido del 2008.
A parte l’insolita colorazione anche del telaio, vi sono alcuni elementi interessanti come il serbatoio dell’olio dalla forma a “botticella” posto davanti al motore, la sella rialzata tramite tubi saldati sul telaio originale ed ulteriori tubi di irrobustimento, l’angolo aumentato della forcella e la lunghezza aumentata della stessa, il kit “NOS”, il piccolo cupolino e la batteria montata lateralmente in basso a sinistra in uno specifico alloggiamento.
Difficile identificare “Sugar Rush” come una moto progettata per correre. Sembra più il chopper partorito dalla mente psichedelica di qualche “sessantottino” !!!!
mercoledì 8 maggio 2019
Newschool Extreme Bobber
La storia di Frankenstein può ispirare anche il mondo della motocicletta attraverso creazioni al limite dell’umano. La moto parla da sola con la carrozzeria (se così si può chiamare) ridotta al minimo indispensabile, costruita in materiale plastico.
Il serbatoio del carburante che ad occhio può sembrare non presente, in realtà è celato nella “pinna” posizionata sopra quello che dovrebbe essere il parafango posteriore con il piano seduta.
Forcella, ruote e forcellone provengono da una Ducati Pantah degli anni ottanta. Ovviamente sono stati effettuati gli opportuni adattamenti, anche se il telaio è “home made” ed è dotato di singolo ammortizzatore.
Totalmente originale, invece, il vecchio Ironhead che non viene neppure revisionato, ma lavora meglio grazie a carburatore e filtro dell’aria S&S e scarichi drag-pipes. In definitiva questo Ironhead degli anni ottanta, seppur forse contestabile in ordine alla fruibilità, è una trovata geniale che meriterebbe di essere ulteriormente sviluppata.
martedì 30 aprile 2019
Old Britts Sportster Bobber
In Giappone le pensano tutte e la cara, vecchia, Europa spesso è elemento da cui trarre ispirazione. La versione più sportiva della cilindrata 883, contrariamente a quella che potrebbe essere la sua vocazione racing (almeno nelle grafiche e per l’utilizzo del doppio freno a disco anteriore), viene pensata in altro modo.
Qualche intervento ben studiato ed un ottimo abbinamento cromatico sono la chiave di riuscita di questo Sportster.
Parliamo infatti di verniciatura grigio opaco della carrozzeria abbinata al nero (anche esso opaco) di quasi tutte le altre parti, compresa la forcella originale dotata di copertura e kit abbassamento. Abbassamento che è stato effettuato pure nella parte posteriore attraverso un paio di ammortizzatori aftermarket.
La sella richiama quella delle vecchie Bonneville degli anni settanta sia per le forme sia per la presenza del bordino bianco, così come il serbatoio del carburante che potrebbe tranquillamente portare il famoso logo Triumph a rilievo. Il motore è di serie tranne un filtro dell’aria aperto ed una coppia di terminali a tromboncino. Assai originale il montaggio delle coperture lenticolari EMD dei cerchi originali dotati di pneumatici Firestone, per una moto che si ispira alle vecchie inglesi.
martedì 23 ottobre 2018
Forty-Eight "bobber"
Si può intervenire su una moto “perfetta” ???? Sembra che qualcuno ci sia riuscito.....
Quando il Forty-Eight apparve sul mercato, nel 2010, a Milwaukee volevano riempire quel vuoto di mercato causato dall'assenza di un vero “bobber” nella produzione di serie. In passato troppi Sportster erano stati “bobberizzati” (talvolta intervenendo anche in maniera pesante).
La scelta si rivelò vincente e, non a caso, il Forty-Eight è tra le moto più vendute dell'intera gamma Harley-Davidson. Linee pulite, altezza sella ridotta, cerchio anteriore da 16 pollici con relativo gommone ed aspetto rude. Questi i punti fondamentali che ne hanno decretato il successo. Possibile fare di più ????
Certamente. Basta montare una forcella Springer (utilizzando cerchio e pneumatico di serie) con il manubrio di un vecchio WL 750, comandi CCM, manopole Biltwell “old style” e qualche altro accessorio come un piccolo faro posteriore, un filtro dell'aria dall'aspetto antico ed una coppia di terminali Screamin'Eagle per dare una voce tonante al bicilindrico 1200, troppo soffocato dalle normative Euro.
Per finire ampio ricorso ad una verniciatura rosso opaca su molte parti (come la calotta del faro anteriore).
Semplice ????? Si, ma il rischio di rovinare una moto pressochè perfetta era altissimo ed in questi casi bisogna agire con molta accortezza.
Questo tipo di interventi, infatti, sono quelli attualmente più indicati per alcuni modelli ed il Forty-Eight così realizzato è un valore aggiunto al prodotto di serie.
martedì 18 settembre 2018
Jamesville Sportster bobber!
Nell'attuale contesto storico bobber e chopper non sono molto in voga in Italia, almeno tra le moto che si utilizzano quotidianamente, ma ogni tanto vale la pena vedere qualche realizzazione a tema.....
Nel nostro paese uno degli ostacoli maggiori alla diffusione delle elaborazione in stile bobber è rappresentato dal fatto che spesso si deve andare a sostituire il telaio, rendendo la moto non più conforme alle caratteristiche costruttive indicate nel libretto di circolazione, con tutte le problematiche in ordine legale che ne derivano.
In Europa e specialmente negli USA (qui anche per un discorso culturale) i bobber sono molto più diffusi e si vedono ottime realizzazioni e ben rifinite.
Questo Sportster bobber, costruito proprio negli Stati Uniti, è molto semplice anche se perfettamente studiato.
Il telaio rigido Fenland Choppers, con cannotto dello sterzo inclinato, calza a pennello su una forcella Springer ed un cerchio da 18 pollici Akront in alluminio (scelto in luogo del classico 16 pollici), conferendo alla moto un marcato aspetto “low”, grazie anche al cerchio posteriore dello stesso diametro. I pneumatici Firestone ANS dal disegno vintage, anche se leggermente scolpiti, unitamente ad una coppia di freni a tamburo, aiutano a conferire ancor di più un aspetto vintage.
Il cuore di questo bobber è un motore Sportster Evolution del 1988 rimasto interamente originale tranne filtro dell'aria e scarico due-in-uno “home made” liberi che, per essere montato all'interno del telaio, ha necessitato di un riposizionamento della batteria (dietro al motore, facilmente visibile) e la fabbricazione di un nuovo serbatoio dell'olio, posizionato in posizione perpendicolare alla sella, sotto al trave del telaio.
Il parafango anteriore è assente, mentre quello posteriore è a filo di ruota. Il color metallo anche del serbatoio del carburante è particolarmente adatto e si sposa alla perfezione con la connotazione di questo Sportster il cui unico difetto sembra essere il collettore dello scarico troppo alto.
Ma si sa......i bobber sono per uomini rudi!!!!!
giovedì 26 luglio 2018
Salinas Style Sportster
Cole Foster ed il suo stile low-ride, fatto di linee pulite ed ampio utilizzo di alluminio billet, sono il riferimento nella costruzione di questo Sportster.
Nel custom, forse più che in altri settori, le influenze dei grandi customizer e le tendenze del momento si sentono molto. Spesso sono addirittura amplificate.
Accade così che un giovane Aaron Elliot, cresciuto alla scuola del maestro Cole Foster decida persino di dare un'evoluzione alla scuola custom tanto cara nel sud della California, costruendo una moto che ben potrebbe essere portata sul lago salato di Bonneville. Gran parte del merito di Elliot è quello di conferire allo Sportster una notevole pulizia delle forme, quasi che la moto fosse stata costruita nella galleria del vento.
La prima cosa che si nota è la quasi totale assenza di cavi a vista, abilmente celati tra telaio e motore.
Il telaio è di tipo “hardtail”, impreziosito da diverse lavorazioni come il faro posteriore integrato nel codone-parafango che va a formare un elemento unico, o il disco freno posteriore montato sul lato destro insieme alla corona della catena, in modo da lasciare a vista il bellissimo cerchio in alluminio a razze sul lato sinistro, oppure ancora il serbatoio dell'olio anche esso in alluminio ricavato dal pieno. Il motore, a parte il bellissimo filtro dell'aria in alluminio sul carburatore Mikuni da 42mm e due corti scarichi liberi, rimane di serie nella cilindrata 883.
Il colore blu su tutta la moto, abbinato all'azzurro della parte interna del serbatoio del carburante, sembra un'ottima scelta.
Si tratta di una scuola di pensiero che stenta a trovare molti seguaci in Europa, stante anche le difficoltà di omologare simili mezzi in alcuni paesi (….tra cui l'Italia....), ma che andrebbe comunque studiata a fondo.
martedì 17 luglio 2018
Flatlands racer
Uno Sportster bobberizzato a dovere in omaggio alle gare americane di flat-track degli anni'50.
Se da un punto di vista storico e politico il periodo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale è stato un momento fondamentale di ricostruzione per molti paesi, per l'ambiente motoristico i primi anni furono quasi di stallo. Le popolazioni erano afflitte da altri problemi ed anche lo sport ne ebbe a risentire. La situazione cambiò sul finire degli anni cinquanta. Il decennio che ne seguì può considerarsi uno dei periodi aurei del motorismo mondiale.
Il bobber qui presentato suscita parecchio interesse proprio per il fatto di ispirarsi ad un periodo storico di scarso rilievo.
Si è partiti dal motore di uno Sportster 1200 dei primi anni novanta installato su un telaio rigido dotato di forcella Springer abbinata al classico cerchio da 16 pollici (così come al posteriore) e pneumatici tassellati Baja. Sebbene il motore non sia stato elaborato, salvo un filtro dell'aria più aperto ed un paio di scarichi aperti tipo “drag-pipes” da 2 pollici, è stato smontato completamente e revisionato. Alcune parti come i carter ed i copri punterie sono stati appositamente costruiti cercando l'effetto “old-racing” ottenuto facendo ricorso anche all'utilizzo dell'ottone.
La verniciatura, ottenuta dopo diverse prove, è il tocco finale racing di questo Sportster bobber ottimamente costruito.
martedì 10 luglio 2018
ICC - Ironhead Custom Chopper 1979
Vi presento un altro chopper costruito in casa sulla base di un vecchio Ironhead 1000.
Si tratta di una di quelle tante moto trasformate in qualche garage della provincia americana, magari ferme da diverso tempo, che vengono riportate in vita non pensando ad un vero e proprio restauro ma ad una trasformazione radicale.
Il motore Sportster Ironhead è stato inserito in un telaio rigido Paughco accoppiato ad una piastra di sterzo inclinata che rendono la moto assai lunga e con un notevole interasse. I cerchi sono da 21 pollici all'anteriore e nella misura inusuale da 18 pollici al posteriore.
Sebbene il motore sia stato elaborato attraverso un aumento di cilindrata dovuto a pistoni più grossi e cilindri alesati, accoppiati ad un carburatore S&S e due scarichi “drag-pipes”, si è scelto di montare un singolo disco freno anteriormente ed un tamburo nella parte posteriore.
Sebbene il motore sia stato elaborato attraverso un aumento di cilindrata dovuto a pistoni più grossi e cilindri alesati, accoppiati ad un carburatore S&S e due scarichi “drag-pipes”, si è scelto di montare un singolo disco freno anteriormente ed un tamburo nella parte posteriore.
Lo Sportster è stato dotato sia di avviamento elettrico che a pedale, in omaggio ad un vero chopper che si rispetti.
Non convince il disegno del cerchio posteriore e l'eccessiva inclinazione della forcella, mentre è bellissima la verniciatura arancio “flame-metal” che riguarda anche il telaio.
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