Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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mercoledì 21 ottobre 2020

After war


In Italia vedere un "vero" bobber è sempre più raro per diversi fattori, principalmente legati a problematiche di ordine legale ed al tipo di strade che, soprattutto nelle metropoli, sono dissestate.

Negli Stati Uniti, diversamente, i bobber su base HD sono un vero e proprio must e molte realizzazioni sono ispirate dalla tradizione americana.

Il motore di questo bobber su telaio rigido è di un XLCH 900 del 1969 (la versione più spinta dell'XLH), utilizzato molto spesso su bobber e chopper, lucidato e rimesso a nuovo nell'estetica ma non revisionato, cui sono stati sostituiti solo gli scarichi (con due drag-pipes) ed un filtro dell'aria aperto. La moto si ispira al periodo post-bellico della Seconda Guerra Mondiale e fondamentali sono stati la cura dei particolari, ad iniziare dalla verniciatura verde oliva e la forcella "Springer".  

Ogni dettaglio (anche il posizionamento del faro) è studiato attentamente. L'effetto è quello dei vecchi Flathead degli anni quaranta.


 

mercoledì 16 settembre 2020

Figlio dei fiori!!!!





Un vecchio Sportster Ironhead che sembra arrivare direttamente dagli psichedelici anni settanta.

Quando si parla di chopper, la maggior parte delle realizzazioni avvengono tenendo a mente quel periodo da cui, per molti, nacque tutto.

Diversamente da altri Sportster chopperizzati seguendo lo stile di quegli anni, la caratteristica principale di questo XLH del 1964 è quella di montare una carrozzeria in vetroresina (costruita proprio in quegli anni) formata da un unico, ridotto, elemento costituito da parafango-sella-serbatoio del carburante, verniciato in blu metallizzato a due colori, sul quale è stata montata una sella con funzione di sissy-bar e numerose cuciture diamantate all'interno.

Il telaio è stato lavorato nella parte posteriore in modo da farlo diventare rigido. I cerchi sono Borrani da 19 pollici all'anteriore e 18 al posteriore.
Il motore è stock, salvo un filtro dell'aria aperto ed una coppia di drag-pipes (che diventano un vero e proprio must su questo tipo di moto).
Si tratta di una moto che può essere tranquillamente costruita nel garage di casa senza particolari competenze e senza doversi indebitare per tutta la vita.
Volendo si possono ottenere gli stessi risultati anche lasciando gli ammortizzatori originali.   

mercoledì 15 luglio 2020

Hot Rod S1







Prendete il motore di una Buell S1 del 1996 e provate a montarlo su un telaio rigido......


.....non un telaio a caso, ma con precise caratteristiche: tubi di grosso diametro, inclinazione del cannotto di sterzo minima e trave centrale che non scende  "a picco" verso la parte posteriore del telaio. 

Vi piace l'idea ????? 

Bene. Senza stare a passare le giornate a cercare un telaio in giro, prendete quello di un vecchio Sportster Ironhead, tagliatelo nella parte posteriore e trasformatelo in rigido. Abbinate forcella e cerchi originali Sportster dotati di pneumatici Dunlop Qualifier e costruitevi da soli una serie di parti come il serbatoio dell'olio, il piccolo serbatoio del carburante, il parafango posteriore in alluminio con la relativa staffa, la sella e le pedane (oltre a qualche altro particolare). Il motore Buell è dotato di cavalli a sufficienza ma ha bisogno di far sentire la sua voce gutturale. Montate quindi uno scarico due-in-uno abbinato ad un filtro dell'aria aperto.  Poi verniciate tutto di nero con le grafiche John Player Special ed avrete un perfetto hot-rod!!!!!

mercoledì 27 maggio 2020

Nudo e Crudo





Un XLCH del 1966 semplificato all'inverosimile.


Se in Italia le Harley-Davidson sono per lo più oggetto di moda e vanto, in altri paesi vengono considerate per ciò che sono: moto dall'indubbio fascino, robuste all'inverosimile, da utilizzare tutti i giorni migliorandone alcuni aspetti. Non è rado, così, che quando ci si imbatta in qualche vecchio modello di Milwaukee si opti per grosse elaborazioni, piuttosto che per un restauro fedele all'originale.

Certamente, modelli iconici andrebbero riportati come erano in origine, senza stravolgimenti e vederne alcuni quasi irriconoscibili può lasciare l'amaro in bocca, ma in alcuni frangenti il senso pratico della vita può prevalere su tutto.

Lo Sportster Ironhead in questione è un esempio di questa concezione. Spogliato di tutto ed alleggerito, telaio originale sostituito con un'unità di tipo rigido dotato di sella singola con le molle, carrozzeria ridotta all'osso e motore originale, salvo due scarichi drag-pipes che fanno fare la voce grossa ad motore messo a punto a dovere. Una moto da utilizzare tranquillamente tutti i giorni....



lunedì 16 marzo 2020

Terra di confine!!!








Un chopper rozzo e selvaggio che sembra uscito da un film di Mad Max.


Concepire una Harley-Davidson del genere è quanto di più lontano ci sia dal modo in cui molti intendono marchio americano: moto da fighi con cui andare in giro e talvolta viaggiare. Ma le Harley-Davidson restano soprattutto mezzi robustissimi con cui macinare miliardi di chilometri e gli Sportster quanto di più vicino alla concezione europea

Fatte queste considerazioni iniziali, quando si vede una simile realizzazione, oltretutto sulla base di un modello molto ricercato come l'XLCH del 1964, si rimane interdetti. Nessuno spazio a fronzoli estetici e metallo a vista. Da lontano appare un vecchio rottame che si trascina lungo le highway statunitensi. Almeno fino a che non lo si osserva attentamente. 

E' tutto studiato molto bene: dal lavoro effettuato per trasformare il telaio stock in rigido, abbinato a cerchi da 19 pollici all'anteriore e 18 al posteriore, ai tubi di raccordo del serbatoio dell'olio spostato sul lato sinistro, ai numerosi rinvii necessari per ottenere un cambio "suicide" (sul lato destro), alla piccola sella in lamiera (....se così si può chiamare...). 

Il motore non  subisce alcuna modifica tranne un carburatore Mikuni senza filtro dell'aria ed un paio di corti scarichi liberi. 


lunedì 13 gennaio 2020

.....simply chopper....

sportster ironhead xlh 1976 chopper


Il perfetto chopper da costruire nel garage di casa.....


Linee pulite, quote ciclistiche non eccessive, motore stock, richiamo esplicito ai chopper costruiti su base delle vecchie moto inglesi. Questi sono gli aspetti principali che caratterizzano questo XLH del 1976. 

E' un chopper semplice, basato su un vecchio motore, interamente ricostruito e reso ancor più affidabile da un basamento (completo di cambio) di un moderno XL 883 del 2009. Il motore è nettamente migliorato grazie anche ad un rapporto di compressione pari a 9,5:1 ed alberi a cammes che permettono un maggior tempo di apertura delle valvole, a vantaggio di una fluidità di erogazione. 

Molte parti provengono da vecchie moto inglesi come il serbatoio del carburante (Triumph America) ed i cerchi (BSA). Il telaio (ovviamente) è di tipo rigido, abbinato ad una forcella di tipo “springer”. 
Siete pronti a costruirlo ?????


martedì 19 novembre 2019

Tifone malese!

typhoon sportster cafe racer old school bobber

typhoon sportster cafe racer old school bobber

typhoon sportster cafe racer old school bobber

typhoon sportster cafe racer old school bobber

typhoon sportster cafe racer old school bobber


In Asia hanno iniziato a capire come mettere le mani sulle Harley……


La base è un Nightster 1200 del 2010 interpretato in chiave cafe racer con elementi “old-school” e bobber. Partendo dall'eliminazione dei supporti del parafango posteriore presenti sul telaio si è provveduto a costruire tutta la carrozzeria cercando di armonizzare le forme e linee. 


Accanto al corto codone con la pregevole sella ed allo squadrato serbatoio del carburante, trova posto l’affusolato cupolino di ispirazione navale che connota tutta la moto, nera come una suora di clausura. Gli elementi “old school” come le manopole d’orate ed il doppio, piccolo, faro anteriore incastrato nel cupolino, impreziosiscono ancor più lo Sportster sul quale è stato montato un carburatore S&S in luogo del tradizionale impianto ad iniezione, abbinato a filtro dell’aria costruito in casa, così come il cortissimi scarichi che “sparano” verso il basso. 


Assai complicato è stato effettuare la conversione da iniezione a carburatore poiché si è dovuto intervenire anche su altri elementi come l’accensione e sull’impianto elettrico. Ma per un “old school” che si rispetti il caro, vecchio, carburatore è un “must” indispensabile!  


giovedì 14 novembre 2019

Agli albori!!!!!!

harley davidson kr 1956 bobber flat tracker

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harley davidson kr 1956 bobber flat tracker

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Il modello KR del 1956 rappresenta l'emblema della rozzezza. La moto così come dovrebbe essere concepita tutt'ora. 


Non tutti sanno che lo Sportster deriva da una moto prodotta precedentemente dalla Harley-Davidson ideata, per contrastare le moto inglesi nelle competizioni durante gli anni cinquanta: il modello “K”. La KR ne rappresenta una delle tante (ed ultime) evoluzioni costruita per le gare da flat-track.


Si tratta di una moto essenziale e priva di tutti gli accessori inutili. E' pur vero che in quegli anni la tecnologia motociclistica era agli albori e le norme costruttive non erano così dettagliate ed impositive come ai giorni nostri, ma si tratta pur sempre di un modello da cui trarne ispirazione.


La maggior parte delle moto moderne vengono utilizzate in un contesto cittadino (anche se spesso a mero scopo di svago), dove leggerezza, robustezza , grande affidabilità e predisposizioni per quasi ogni tipo di terreno, a scapito di una non raffinata tecnica motoristica, sono gli elementi fondamentali per avere una moto da utilizzare tutti i giorni ed in quasi tutte le condizioni.


La moto in questione utilizza un motore del KH 900 con alberi a cammes del KR750, carburatore Mikuni e teste lavorate in modo da aumentare il rapporto di compressione dall'originale 5,6:1 a quasi 7:1 (numeri ridicoli oggi!!!). L'elaborazione è avvenuta utilizzando parti dell'epoca o riprodotte fedelmente. Le uniche novità sono rappresentate dalla forcella è Ceriani e dal serbatoio del carburante.


martedì 10 settembre 2019

XLCH Beach Racer

sportster xlch beach racer old school bobber

sportster xlch beach racer old school bobber

sportster xlch beach racer old school bobber

sportster xlch beach racer old school bobber

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…..della serie prendi un vecchio Sportster e giocaci sulla sabbia!!!!!


L’idea di costruire questo Sportster è nata dalla voglia di partecipare alla Race of Gentleman in New Jersey, gare per moto d’epoca sulla spiaggia. Il proprietario, però, da sempre attratto dalle moto costruite negli anni quaranta, le ha volute in qualche modo replicare. 


La scelta è caduta su questo XLCH del 1970 il cui motore è restato originale, salvo l’aggiunta di un filtro dell’aria aperto costruito in casa ed un paio di terminali aperti. Il telaio, dopo essere stato completamente smontato, è stato sverniciato e privato di tutte le piccole imperfezioni. Il passo successivo è stato quello di saldare tubi nella parte posteriore e trasformarlo in rigido, cui è stata abbinata una forcella di tipo “Girder”, abbinata a ruota da 16 pollici con freno a tamburo Royal Enfield (mentre al posteriore è tutto originale) e pneumatici Dunlop.


L’elemento trainante di tutta l’elaborazione è stata la famosa moto inglese Brough Superior, presa a modello in ordine alle scelte da effettuare, come ad esempio il piccolo faro montato sopra all’ampio manubrio, tipico delle moto dei pionieri. Per replicare una moto di molti anni è fondamentale ottenere un notevole effetto invecchiamento. 


In questo caso il risultato è stato ottenuto combinando la scelta ed il posizionamento di molte parti con il lavoro di invecchiamento di telaio e carrozzeria. All'atto pratico questo Ironhead è un mix tra un bobber, una vecchia moto da corsa ed, effettivamente, un mezzo degli anni quaranta. Molto intrigante!


giovedì 30 maggio 2019

Sugar Rush Sportster

sugar rush sportster chupa chups drag crazy chopper

sugar rush sportster chupa chups drag crazy chopper

sugar rush sportster chupa chups drag crazy chopper

sugar rush sportster chupa chups drag crazy chopper

sugar rush sportster chupa chups drag crazy chopper

sugar rush sportster chupa chups drag crazy chopper

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Trovare la ragione giustificatrice di questo Sportster appare impresa assai difficile, anche se la livrea si ispira apertamente a quella dei famosi dolci “Chupa-Cups”, ma sembra che l’intento sia stato quello di costruire una moto per gareggiare nelle “drag-racing” amatoriali dei vari eventi. 


Il motore è un 1200 originale del 2000 interamente verniciato in nero lucido sul quale è stato montato solo un filtro dell’aria aperto ed un paio di scarichi che escono paralleli dietro alla sella, inserito in un telaio rigido del 2008. 



A parte l’insolita colorazione anche del telaio, vi sono alcuni elementi interessanti come il serbatoio dell’olio dalla forma a “botticella” posto davanti al motore, la sella rialzata tramite tubi saldati sul telaio originale ed ulteriori tubi di irrobustimento, l’angolo aumentato della forcella e la lunghezza aumentata della stessa, il kit “NOS”, il piccolo cupolino e la batteria montata lateralmente in basso a sinistra in uno specifico alloggiamento. 


Difficile identificare  “Sugar Rush”  come una moto progettata per correre. Sembra più il chopper partorito dalla mente psichedelica di qualche “sessantottino” !!!!


mercoledì 8 maggio 2019

Newschool Extreme Bobber

newschool extreme bobber sportster ironhead ducati parts

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newschool extreme bobber sportster ironhead ducati parts

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La storia di Frankenstein può ispirare anche il mondo della motocicletta attraverso creazioni al limite dell’umano. La moto parla da sola con la carrozzeria (se così si può chiamare) ridotta al minimo indispensabile, costruita in materiale plastico. 


Il serbatoio del carburante che ad occhio può sembrare non presente, in realtà è celato nella “pinna” posizionata sopra quello che dovrebbe essere il parafango posteriore con il piano seduta. 


Forcella,  ruote e forcellone provengono da una Ducati Pantah degli anni ottanta. Ovviamente sono stati effettuati gli opportuni adattamenti, anche se il telaio è “home made” ed è dotato di singolo ammortizzatore.  


Totalmente originale, invece, il vecchio Ironhead che non viene neppure revisionato, ma lavora meglio grazie a carburatore e filtro dell’aria S&S e scarichi drag-pipes. In definitiva questo Ironhead degli anni ottanta, seppur forse contestabile in ordine alla fruibilità, è una trovata geniale che meriterebbe di essere ulteriormente sviluppata