Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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mercoledì 15 aprile 2020

Gentleman Jim

harley davidson sportster british style

harley davidson sportster british style

harley davidson sportster british style

harley davidson sportster british style

harley davidson sportster british style

Pochi, sapienti, tocchi sono sufficienti per "inglesizzare" uno Sportster.


Elaborazioni dello Sportster in chiave "british" se ne vedono molto poche, diversamente da quelle in puro stile "british-cafe racer" che hanno un notevole seguito tra gli appassionati.
Il primo passo in questo senso è quello di studiare una linea "leggera" e perfettamente parallela al terreno. La moto deve essere pulita nelle forme ed armonica.

Sulla carta l'operazione non è difficile, ma quando si attua nel concreto i risultati potrebbero non essere quelli sperati a causa dell'andamento del telaio nella parte centrale e posteriore. Per raggiungere un buon risultato bisogna intervenire sul telaio della moto come ha fatto il noto preparatore Deus di Sidney. 

Partendo da un 1200 Custom ad iniezione del 2008 è stata sostituita la parte posteriore del telaio con quella di una Kawasaki W650. Sono stati sostituiti i cerchi (ora da 19 pollici all'anteriore e 18 al posteriore, invece di 21 all'anteriore e 16 al posteriore) a raggi. Lavorando sulla parte interna della forcella e montando un paio di ammortizzatori posteriori Ikon ne trae beneficio sia l'aspetto, sia la guida che diventa più fluida.
Completano l'opera dei parafanghi aftermarket ed una sella artigianale. Il motore, tranne uno scarico due-in-uno RSD abbinato ad un filtro dell'aria aperto (è stato reso necessario intervenire sulla centralina) è di serie.

Stranamente si è utilizzato il serbatoio da 17 litri che è stato inserito bene nel contesto. Una moto da veri gentiluomini!!!!    


lunedì 9 marzo 2020

Sportster "STP" Richard Petty

sportster custom richard pretty




Di questa moto mi ero occupato in prima persona per la rivista Special Cafe nel lontano 2012. Dopo tanti anni incrocio di nuovo la sua strada...


All'epoca ricordo che rimasi molto incuriosito da questo Sportster. Mi ricordava molto le preparazioni in chiave "sports" che andavano di moda in Europa negli anni novanta, quando il concetto di  "cafe racer" era praticamente sconosciuto e riguardava unicamente una piccola cerchia di cultori delle vecchie moto inglesi

Si partiva solitamente da uno Sportster al quale si elaborava il motore secondo precisi canoni, montando poi la ciclistica di una moto sportiva in produzione. Questo modo di elaborare le moto rimase circoscritto a quel periodo e quando partimmo per il servizio fotografico cercai di cogliere ogni aspetto della trasformazione. Notai immediatamente il lavoro sul telaio, sopratutto in ordine all'adattamento di forcellone e cerchi in lega. 

Ora trovo la moto evoluta grazie all'intervento dell'amico Maurizio Rigamonti che l'ha migliorata negli anni attraverso un lungo lavoro fatto nel tempo libero   "....da quando l'ho acquistata nel 2014 che non aveva nemmeno le frecce e quell'orribile scarico a tromba... e se la ricordi visto che hai scritto un articolo che io ho   noterai il cambiamento ed il risultato ottenuto negli anni con tanta dedizione, migliaia di euro e una quantità di ore di lavoro fatte con passione."

I lavori effettuati sono tantissimi, di cui la verniciatura STP che richiama l'auto da corsa del campione Nascar Richard Petty, non è il più importante.
Lo Sportster del 1991 ha subito un notevole aumento di potenza grazie ad una formula collaudata negli anni novanta: cilindri alesati per farci entrare due pistoni Wiseco che portano la cilindrata a 1200, aste distribuzione Screamin' Eagle, cammes Andrews N2, bobina dell'accensione Hi Performance, centralina Dyna, carburatore Mikuni HSR da 42mm con filtro dell'aria Hypercharger Kuryakyn, scarico due-in-uno Supertrapp (!!!). Per contenere la potenza sono stati montati dischi frizione in kevlar della Barnett.

Per rendere sfruttabile l'aumento di potenza, Maurizio ha prestato molta cura alla parte ciclistica, attraverso una forcella Ohlins a steli rovesciati da 43mm,  forcellone posteriore Kruger in alluminio saldato a mano, ammortizzatori posteriori Bitubo, cerchi in lega da 17 pollici con pneumatici Michelin Street. La Ohlins fornisce anche l'ammortizzatore di sterzo. Ovviamente si è dovuto pensare anche ad un impianto frenante adeguato, così un doppio disco all'anteriore con pinze freno a sei pistoncini sono adeguati a calmare i bollenti spiriti. 

Se solo Richard Petty vedesse questo Sportster......  



giovedì 12 settembre 2019

S.Eustachio!!!




Il flash di una domenica può generare molta curiosità......


Domenica stavo tornando verso casa dopo un bel giro con il mio Sporty quando vedo in lontananza una figura a me familiare un Forty-Eight ritoccato. Nell'avvicinarmi scopro un bellissimo serbatoio maggiorato con vernice bicolore (anzi tricolore, considerando il bianco al centro) invecchiata e qualche altro dettaglio come lo scarico due in uno ed il filtro dell'aria aperto. Poca cosa se si pensa a molte moto elaborate che si vedono in giro, ma quanto basta per incuriosirmi. Riesco a scambiare qualche parola con il rider, che la sera mi manda le foto.
Ottima scelta dei pochi interventi!!!! 


giovedì 6 giugno 2019

Thunder Sportster!!!!

thunder sportster by hd speed shop firenze

thunder sportster by hd speed shop firenze

thunder sportster by hd speed shop firenze

thunder sportster by hd speed shop firenze

thunder sportster by hd speed shop firenze

Precisiamo subito che la moto non è stata elaborata “in via ufficiale” dalla concessionaria, ma da un suo meccanico che dopo qualche tempo ha deciso di venderla. 


Eppure l'influenza di Carlo Talamo e delle moto concepite alla Numero Uno è notevole: pochissimi stravolgimenti alla linea, ma interventi mirati su ciclistica e motore (abbinati ad un sobria verniciatura) in modo da esaltarne la guidabilità. 


Quando Fabrizio di Livorno mi ha scritto mandando le foto, un brivido è corso lungo la schiena, riportando immediatamente i pensieri agli anni novanta.


La base di partenza è un 1200 R a carburatore del 2004. La ciclistica ha visto il montaggio di molle di tipo  “progressive” sulla forcella, una coppia di ammortizzatori posteriori dotati di serbatoio separato dell'olio provenienti dalla XR 1200 ed un ammortizzatore di sterzo montato lateralmente sul lato sinistro. Come si può ben immaginare, freni e cerchi sono originali.


Il motore è stato oggetto di una accurata elaborazione (in linea con la tendenza degli anni novanta all'interno della Numero Uno) mirante ad esaltarne le prestazioni senza comprometterne in alcun modo l'affidabilità.


All'unità Sportster 1200 originale sono stati abbinati alberi a cammes Andrews N3, carburatore Mikuni 42 con filtro dell'aria a cono della Screamin' Eagle (unico elemento dei giorni nostri), scarico Supertrapp per i modelli pre-2003 opportunamente adattato, centralina Dynatek.


Cupolino, soffietti forcella e qualche mano supplementare di nero completano l'opera di questo Sportster che emoziona tantissimo chi, come il sottoscritto, ha vissuto a piene mani gli anni della Numero Uno e di Carlo Talamo, potendo osservare sotto una lente privilegiata tutte le Harley-Davidson (….eppoi le Triumph della Numero Tre.....) elaborate. 


Fabrizio mi dice che ha comprato la moto già così elaborata. Non resta che fargli i migliori elogi per la scelta!!!!


venerdì 8 febbraio 2019

The Mustard

the mustard forty eight by shaw hd

the mustard forty eight by shaw hd

the mustard forty eight by shaw hd

the mustard forty eight by shaw hd


Un Forty-Eight ispirato alle linee della Porsche.


Shaw HD è sinonimo di “special”. Moto che spesso rompono gli schemi con tendenze e mode, specialmente quando si parla di Sportster, il vero cavallo di battaglia della “crew” inglese.
Anche questa volta hanno sorpreso con questo Sportster curato nei minimi particolari e dalla verniciatura con un'insolita tonalità di giallo.

L'impresa vera e propria ha riguardato il conferire un marcato aspetto “low” ad uno Sportster di per se già molto basso, senza comprometterne la guidabilità, intervenendo in maniera minima sulla forcella e coprendo le molle degli ammortizzatori posteriori con un kit Axle. 

Per riuscire nell'intento è stato creato da zero il codone con sella integrata, perfettamente armonizzato con il doppio scarico dall'andatura del tutto inusuale. Il montaggio di uno spoiler sotto il motore dona un aspetto molto aggressivo alla moto, esaltato dai panciuti pneumatici Firestone e dai cerchi con inserti appositamente dedicati (montati sugli originali). Contribuisce a questo aspetto anche l'assenza del parafango anteriore ed il piccolo cupolino montato.

Il Forty-Eight è stato reso più cattivo non solo costruendo uno scarico artigianale con un terminale per lato, ma c'è stato l'abbinamento con un filtro dell'aria aperto ed una nuova mappatura della centralina.

Se “The Mustard” colpisce per il suo aspetto, qualche dubbio lo pone in ordine al suo possibile utilizzo giornaliero, diversamente dalle altre moto realizzate dall'atelier inglese. Ma è talmente bella e particolare che si tratta di un peccato veniale......

martedì 9 ottobre 2018

Vincent Sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster


Un vecchio Sportster Ironhead assume le sembianze di una gloriosa inglese.


Vincent è tra quei marchi che hanno segnato la storia del motociclismo, ed in particolare della produzione britannica, dalla fine della Prima Guerra Mondiale fino quasi agli anni sessanta. Moto che, rispetto alle dirette concorrenti, si distinguevano soprattutto per il motore con i cilindri a “V”, caratteristica inusuale per le moto inglesi

Durante l'epopea della “cafe racer” molti furono gli esemplari di Vincent cannibalizzati con motori inseriti in telai Norton (da qui le famose Norvin), oppure pesantemente elaborati.

In passato abbiamo trattato di Sportster rivisti in chiave cafe racer (Sporton, Dresda Davidson, Sportster Norton Manx, Norley) secondo i dettami delle moto inglesi dell'epoca, tra i quali spicca persino una Buell della serie XB (Buell Norton Manx Neo Retrò), moto assai curate ed ottimamente rifinite, talvolta anche riviste nel motore con un incremento di potenza, ma esemplari unici.
Questo Sportster Vincent, invece, fa parte di una piccola serie prodotta tra il 1991 ed il 1993 da una azienda californiana di nome Classified Motorcycle Company e, da quanto si conosce, l'unico su base Ironhead.

Il progetto è stato abbastanza complesso, dal momento che è stato inserito il motore Sportster Ironhead in un telaio Sportster che ospitava il motore Evolution (per cui più recente), mantenuto originale con persino lo stesso forcellone.

La forcella è Ceriani, così come il faro anteriore in ceramica, mentre le molle della forcella sono prodotte dalla Race Tech. Per i cerchi si sono scelti due Akront in alluminio a raggi da 18 pollici al posteriore e 19 all'anteriore su cui sono stati montati pneumatici Dunlop di primo equipaggiamento negli anni novanta.
Parafanghi e serbatoio sono in alluminio (il posteriore è dotato di un faro Lucas da sette pollici) ed è stato montato un portapacchi ancorato ad un archetto aggiunto al telaio. Il motore è stato verniciato a polvere nella parte inferiore ma non ha subito interventi, tranne un carburatore S&S con filtro dell'aria aperto ed uno scarico due-in-uno con il classico terminale a bottiglia, presente su molte moto inglesi dell'epoca ed attuali.

I costi di realizzazione di questa piccola serie, ma non sembrano esagerati. Sarebbe bello se ne venisse prodotta un'altra serie.


martedì 11 settembre 2018

Ice cream R!

sportster 883 r custom cream color my 2003

sportster 883 r custom cream color my 2003

sportster 883 r custom cream color my 2003

sportster 883 r custom cream color my 2003

sportster 883 r custom cream color my 2003


A volte basta molto poco per creare una custom interessante.....


Sono uno dei fautori del “middle-custom”, ovvero di quelle trasformazioni leggere e fatte con gusto, attraverso modifiche reversibili e senza spendere cifre folli

Curiosando tra i vari Sportster realizzati in Giappone ho notato che, accanto alle trasformazioni importanti su base dei motori Ironhead, vi è una scuola che mira a non stravolgere gli Sportster Evolution, avendo come obiettivo primario i miglioramenti a livello tecnico che influiscono sull' “handling” della moto.

Questo Sportster, così come molti altri, mi ha attratto per l'estrema semplicità con cui è stato elaborato. Se non fosse per lo spigoloso codone, potrebbe essere scambiata tranquillamente per una 883R di serie alla quale è stata cambiata unicamente la verniciatura. 

Osservando attentamente, invece, si nota anche il serbatoio in alluminio (così come il codone) che riprendono la linea delle Kawasaki Z degli anni ottanta, abbinata al disegno dei chopper americani anni settanta del parafango anteriore e del manubrio. A parte ciò, sono state montate delle pedane arretrate, uno scarico due-in-uno realizzato in casa abbinato ad un filtro dell'aria S&S ed una coppia di ammortizzatori performanti. Come si vede il risultato non è da poco. 

Il prezzo ???? Non lo conosciamo ma possiamo giurare che non sia eccessivo.

venerdì 15 giugno 2018

Midnight Rambler

sportster ironhead 1000 on freeway magazine 1997

sportster ironhead 1000 on freeway magazine 1997

Sono passati oltre venti anni dall'elaborazione di questo Ironhead 1000 ed è palese la tendenza dell'epoca.....


Negli anni novanta in Italia, agli albori del custom che riguardava praticamente solo le Harley-Davidson, una delle mode era quella di “modernizzare” le Harley prelevando quasi tutta la ciclistica da una moto giapponese sportiva, ad iniziare dai cerchi. Esteticamente la moto appariva come un ibrido mal riuscito e stonava non poco questo abbinamento.  In aggiunta si elaborava il motore pesantemente. A dire il vero questa tendenza riguardava le numerose officine che iniziavano a sorgere nella penisola, ma non le moto customizzate dalla Numero Uno e da Carlo Talamo che mantenevano altre prerogative. 

Infatti l'Ironhead ha pistoni Wiseco in grado di aumentare la cilindrata, silenziatori in carbonio e filtro dell'aria S&S. Cerchi Marchesini, forcella Showa e forcellone JMC (altra moda dell'epoca era l'utilizzo di questi forcelloni quando si montavano cerchi più larghi) completano le modifiche effettuate che fanno a completarsi attraverso qualche accessorio. 

Ciò che veniva mostrato da chi effettuava questo tipo di preparazioni, era il grosso lavoro di meccanica indispensabile per adattare la ciclistica proveniente da altre moto. Gli interventi sul motore, almeno in Italia, spesso erano approssimativi sebbene si utilizzassero numerose parti, dal momento che tecnici preparati per le Harley-Davidson erano quasi solo quelli formati dalla Numero Uno.  Non era inusuale vedere molti motori elaborati con potenze nettamente inferiori a quelle che avrebbero potuto sviluppare con un corretto lavoro di montaggio e messa a punto.
Questo Ironhead offre esattamente la dimensione della tendenza che si era diffusa in Italia negli anni novanta.


venerdì 16 marzo 2018

XLCH Replica

sportster 883 evolution xlch replica blue and white

sportster 883 evolution xlch replica blue and white

sportster 883 evolution xlch replica blue and white

Pochi e sapienti tocchi per riportare indietro nel tempo uno Sportster 883 del 2003.


Quando, nel lontano 1958, venne messa in produzione la XLCH molti ragazzi dell'epoca ne furono felici. Era la moto sportiva americana tanto desiderata. Strutture minimaliste (comparve con questo modello il leggendario serbatoio peanut che equipaggia tutt'ora alcuni modelli Sportster), motore elaborato, in grado di spingere la moto ad oltre centocinquanta chilometri all'ora. Una moto che poi venne impiegata anche per le competizioni, rimanendo in catalogo fino al 1979.

Sebbene sia uno degli Sportster di maggior successo, forse a causa della scarsa reperibilità, nel vecchio continente non è mai stato oggetto di interesse.

Eppure ai ragazzi di Vintage Cycle Service, officina fiorentina specializzata in elaborazioni old-school, qualcuno ha pensato che la XLCH si poteva replicare bene con molto poco
.
Partendo da una 883 Hugger (il modello con sospensioni ribassate), hanno ottenuto una perfetta replica della XLCH. Il segreto ???? La semplicità

In primis sono state azzeccate verniciatura e grafica sul serbatoio. E questo vuol dire molto, perchè da lontano sembra una vera XLCH. E' stato aggiunto un parafango anteriore vintage e soffietti sulle forcelle. Sella singola, parafango posteriore profilato, scarico due-in-uno alto, manubrio a corna di bue e comandi retrò completano l'opera.
Come si nota il lavoro è stato ben congegnato e realizzato.

Customizzazioni come questa potrebbero rappresentare il futuro......


venerdì 2 febbraio 2018

Boatster

883 iron with boat tail and number one paint by hd breva e tivan

883 iron with boat tail and number one paint by hd breva e tivan

883 iron with boat tail and number one paint by hd breva e tivan

883 iron with boat tail and number one paint by hd breva e tivan

Look anni '70 per questa Iron costruita dal dealer Breva e Tivan in occasione della Battle of The Kings 2018.


Un piede nel futuro mantenendo un legame con il passato. 
Con questi presupposti è partito il progetto Boatster, i cui tratti caratteristici sono: il parafango posteriore tipo “boad-tail”, che richiama esplicitamente quello montato su FX e Sportster negli anni settanta, unitamente alla verniciatura “Number One”. 

Si tratta di una moto realizzata attingendo a piene mani da parti aftermarket e dal catalogo Genuine (cover, filtro dell'aria Stage 1 ed ammortizzatori), di cui l'unico elemento costruito in casa è il doppio collettore di scarico.

Non si può parlare di progetto innovativo o elaborato, dato che nel  2016 qualcuno aveva già solcato questa strada,  ma si tratta comunque di una bella custom che  piace per alcuni abbinamenti, come il parafango posteriore, la verniciatura e lo scarico old style, potendo lanciare il filone  “Sportster anni settanta”. 

Ci vorrebbe qualche ulteriore dettaglio come un lungo parafango anteriore. Sono comunque piccoli affinamenti non influenti su un progetto molto curato, in grado di mostrare apertamente le prerogative del dealer.

venerdì 24 novembre 2017

883 R - orange custom

sportster 883 r my 2002 custom side right

sportster 883 r my 2002 custom side left

sportster 883 r my 2002 custom tank

sportster 883 r my 2002 custom front left angle

Lo Sportster 883 R degli anni 2002-2003 è una delle migliori moto su cui intervenire. E basta poco.....


Purtroppo lo Sportster 883 R con il vecchio telaio, dove il motore era alloggiato rigidamente, è stato prodotto per soli due anni, ma è una moto riuscitissima per una serie di motivi. 

Innanzitutto è la prima ad avere il motore quasi interamente verniciato di nero (salvo alcuni piccoli particolari), il doppio disco del freno anteriore, i cerchi in lega e lo scarico due-in-uno. Questo permette di intervenire con poco laddove si voglia interpretare la “R” in chiave cafe racer e street-tracker, o renderla una vera e propria moto da flat-track

Parliamo principalmente dell'aspetto estetico, ma anche di quello tecnico. Allo scarico si può solo sostituire il terminale, l'impianto frenante, ad essere pignoli, può vedere cambiata solo la pompa del freno anteriore, i cerchi in lega montati sono adatti  per qualunque tipo di moto. Grazie al motore nero si può giocare a piacimento a livello cromatico, abbinando verniciature luminose o altre più tenui.

Questa “R” è una custom con pochissimi interventi. Al telaio sono stati eliminati i supporti posteriori (ma si poteva anche non fare) e montati un paio di ammortizzatori più bassi di tipo progressive, che lavorano accanto ad un parafango corto a filo di ruota. Anteriormente, invece, a parte l'eliminazione del parafango, non è stato fatto alcunchè. Il motore, salvo il filtro dell'aria ed uno scarico due-in-uno costruito in casa, non è stato elaborato. Pneumatici Avon dal disegno vintage hanno preso il posto di quelli di serie.

Molto poco su un modello che può rendere molto di più.

lunedì 21 agosto 2017

"Marley" by Mr.Martini

marley sportster with rear long fender by mr martini side right

marley sportster with rear long fender by mr martini side left

marley sportster with rear long fender by mr martini back left angle

marley sportster with rear long fender by mr martini handlebar

marley sportster with rear long fender by mr martini seat

marley sportster with rear long fender by mr martini gas tank

Il famoso customizer veronese si spinge oltre i canoni tradizionali con questo Sportster dal look stravagante, curato nei minimi dettagli.


Conosco Nicola da una vita, ma ogni volta rimango stupefatto per le moto che sforna. Vere e proprie opere d'arte su due ruote che mi fanno rimanere di sasso per qualche aspetto.  
Con Nicola non abbiamo parlato nello specifico di questo progetto, ma conosco il suo modo di approcciarsi. 
Vuole spingersi sempre  “oltre”.  Tentare nuove strade, creare vere e proprie tendenze. Senza alcun compromesso. A volte le sue “creature” paiono senza logica e prive di senso, ma sono in realtà frutto di uno studio accurato che spesso sfocia nel progetto vero e proprio dopo diverso tempo. La grande capacità di customizer di Nicola Martini è proprio in questo aspetto: il genio creativo ed impulsivo, che lo porta a vivere in un perenne stato agitativo, si plasma nello studio e realizzazione delle sue moto.

“Marley” non tradisce questa regola.

A livello tecnico non vi sono particolari intuizioni. La base di partenza è una 883 pre-2003 su cui si è intervenuti in maniera “soft”. Carburatore Mikuni con filtro dell'aria Screamin'Eagle e scarico due-in-uno con terminale Zard (che Nicola usa spesso insieme a Supetrapp) riguardano il motore, mentre la ciclistica vede l'utilizzo di due ammortizzatori Ohlins con serbatoio separato, un kit di revisione interno della forcella ed la finale a catena in luogo dell'originale a cinghia.

Quando poi ci si sofferma sul resto si nota la genialità esplosiva di Nicola (….o se volete di Mr.Martini...). 

La tendenza attuale è quella di creare moto rastremate e lui che fa ???? Piazza un lungo parafango posteriore, molto in voga sulle Harley custom “made in USA”, con un fanalino tondo ed una sella in due pezzi. Poi, non contento, monta il serbatoio di una Honda “Four” degli anni settanta, su cui lascia il logo della casa dall'ala dorata. Il tutto condito da una serie di particolari quali, ad esempio, manopole e pedane bianche.

Come al solito Nicola meraviglia e fa discutere.


Up: parafango posteriore
DOWN: logo Honda sul serbatoio