Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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mercoledì 11 gennaio 2023

XLCR Evolution 1200






Sarebbe interessante sapere se Willie G.Davidson, al momento della progettazione, avesse previsto quanto poi accaduto all'XLCR 1000.  Linee troppo futuristiche ed un progetto abbandonato da Harley-Davidson dopo appena due anni di produzione (1977-1979), con molti esemplari rimasti invenduti (solo 3100 quelli venduti....), a giacere in nel retrobottega di qualche concessionaria, pieno di polvere. Poi, dopo trent'anni, l'esplosione del mito ed i prezzi dei pochi modelli circolanti che vanno alle stelle

Il problema, poi, non è solo l'acquisto dell'XLCR 1000 ma anche il mantenimento della stessa: i pochi ricambi originali circolanti vengono venduti a peso d'oro. Una banale scivolata potrebbe essere fonte di notti insonni......

La soluzione potrebbe essere un'altra. Negli anni sono stati sviluppati numerosi kit estetici su base Sportster Evolution e su questo blog ne abbiamo proposti, basta digitare come ricerca all'interno del blog le parole "XLCR 1000" oppure "XLCR Evolution" che troverete molto.

Alle voci aggiungo questa ottima elaborazione realizzata da DP Customs, alias Del Prado Brothers, su base Sportster 1200 del 2002.

Le linee spigolose e le forme allungate non tradiscono lo stile XLCR, estremizzato da una posizione di guida ancor più sportiva con l'adozione di due semi-manubri e comandi al pedale arretrati. La carrozzeria è tutta in alluminio, appositamente realizzata. Differentemente da molte altre realizzazioni, dove sono stati sfruttati gli attacchi del parafango per alloggiare il codone posteriore, in questo caso sono stati eliminati ed è stato costruito un piccolo telaio supplementare che segue il profilo del codone.

Il motore è originale anche si sente maggiore reattività grazie ad una  accensione Dynatek Single Fire, un collettore aspirazione Joker Machine ed scarico basso che fa suonare il motore come in biplano degli anni trenta. La ciclistica è stata migliorata grazie a ruote in lega da 19 pollici davanti e 18 dietro, forcella Showa prelevata da uno Sportster 1200 S ed ammortizzatori posteriori Progressive 970.  Impianto frenante anteriore Brembo completa l'opera.

Questa ennesima rivisitazione in chiave XLCR 1000, sebbene non sia stata realizzata su larga scala tramite kit messi in commercio, può rappresentare un'idea per non spendere una fortuna. Certo, avere un XLCR 1000 originale non è proprio la stessa cosa...... 


mercoledì 28 settembre 2022

Ritorno al passato!!!! - 1979 Sportster XLCH cafe racer







Se volete un "vero" cafe racer, questo Sportster è la moto che fa per voi!!!!

Quando si parla di cafe racer si possono seguire diverse strade. Si può comprare una moto moderna (qualche anno addietro era pieno di modelli a tema proposti da gran parte delle case motociclistiche) oppure prendere una qualsiasi moto ed operare una bella trasformazione.

Si può anche comprare una vero esemplare dell'epoca (....se si riesce a trovarne....) oppure si può decidere di crearne uno utilizzando un vecchio motore. 

Chi ha elaborato il bellissimo XLCH che vi presentiamo ha scelto quest'ultima strada molto dispendiosa......

La carrozzeria è stata realizzata a mano in alluminio, così come anche il sellino è opera di artigiani. La batteria è stata montata sotto il serbatoio del carburante, mentre il serbatoio dell'olio è incorporato nella parte posteriore del telaio.  

Il telaio proviene da uno Sportster del 1973. Dopo essere state eliminate tutte le staffe e supporti necessari lavorando con una smerigliatrice, è stato nichelato.   Un nuovo set di forcelle da 35mm sostituiscono le originali e sono abbinate ad un cerchio con mozzo Moto Guzzi con ganascia a doppia cammes e cerchio Borrani da 18 pollici, che viene montato anche posteriormente della stessa  misura ma utilizzando un mozzo Sportster. I pneumatici sono Avon Roadrunner.

Il motore ha teste lucidate, accensione Dynatec e carburatore S&S Super E. Lo scarico è un due-in-due artigianale con terminali a trombone senza alcun silenziatore (!!!!!!!!) 

Da notare altre finezze realizzate a mano come le pedane arretrate ed i mezzi manubri.


mercoledì 9 dicembre 2020

Racer XLH 883







 Il Maestro nipponico An-Bu Custom colpisce ancora nel segno con questo Sportster da pista!!!!

In Giappone si sta diffondendo sempre di più la tendenza di usare Harley-Davidson vecchie e nuove (….e Buell.....) su piste d'asfalto, con elaborazioni che spesso mettono letteralmente paura. Si tratta di belve che spaventano al primo ruggito del motore. Non in questo caso però. Accanto a linee molto aggressive troviamo uno Sportster praticamente di serie, dove gli unici interventi rilevanti hanno riguardato l'alleggerimento della moto. 

Il motore ha visto mantenere l'originaria cilindrata di 883, ma respira meglio attraverso un carburatore Mikuni da 41mm (con relativo filtro aria aperto) ed uno scarico due-in-uno realizzato appositamente, in modo da abbassare il baricentro della moto. Una accensione Dyna di tipo “single fire” ottimizza il funzionamento del motore sul telaio originale. 

Accanto all'opera di rimozione di tutte le parti superflue (come l'impianto elettrico) ed alla costruzione di un nuovo serbatoio in alluminio nascosto sotto il codone che contiene un litro in più di olio, vi è unicamente il montaggio di un paio di cerchi in lega da 18 pollici e nuove sovrastrutture. La forcella è originale e rivista solo nella parte interna attraverso nuove molle ed olio più denso, mentre gli ammortizzatori posteriori sono di tipo progressivo. Anche il forcellone è originale e non è stato variato l'attacco per gli ammortizzatori. Il comparto freni vede un disco flottante all'anteriore da 320mm abbinato ad una pinza Brembo a quattro pistoncini. Da notare il serbatoio del carburante proveniente da un BMW K100 e sapientemente adattato allo Sportster, unitamente al codone posteriore di una Yamaha TZ250. 

Considerando che la moto è praticamente di serie, forse un pensierino a costruirne una simile può venire in mente a molti......  


mercoledì 18 novembre 2020

Under 6!!!!



I dragster non sono quel genere di moto in voga nel vecchio continente. Ogni tanto si vedono elaborazioni a tema e ci sono anche dei campionati organizzati, ma si tratta di ben poco, diversamente da quanto avviene negli Stati Uniti.

Questo Sportster costruito per le gare di accelerazione è apparso sulla rivista Freeway Magazine del lontano 1995, mostrando quanto si può elaborare lo “small-block” (inserito in un telaio apposito...).  

La cilindrata è infatti arrivata a 1900 (pistoni Ross) ed è stato indispensabile intervenire su imbiellaggio (S&S) ed albero motore per evitare rotture immediate. Carburatore S&S, teste STD, cammes Zippers ed accensione Dyna S Single Fire (che fornisce la scintilla all'interno del cilindro nella fase utile e non in maniera simultanea) completano l'opera.

Sono passati oltre venti anni dalla costruzione di questo Sportster per le drag-racing e questo la dice lunga su quanto questo motore sia robusto, dal momento che è stato spremuto a dovere.


giovedì 6 giugno 2019

Thunder Sportster!!!!

thunder sportster by hd speed shop firenze

thunder sportster by hd speed shop firenze

thunder sportster by hd speed shop firenze

thunder sportster by hd speed shop firenze

thunder sportster by hd speed shop firenze

Precisiamo subito che la moto non è stata elaborata “in via ufficiale” dalla concessionaria, ma da un suo meccanico che dopo qualche tempo ha deciso di venderla. 


Eppure l'influenza di Carlo Talamo e delle moto concepite alla Numero Uno è notevole: pochissimi stravolgimenti alla linea, ma interventi mirati su ciclistica e motore (abbinati ad un sobria verniciatura) in modo da esaltarne la guidabilità. 


Quando Fabrizio di Livorno mi ha scritto mandando le foto, un brivido è corso lungo la schiena, riportando immediatamente i pensieri agli anni novanta.


La base di partenza è un 1200 R a carburatore del 2004. La ciclistica ha visto il montaggio di molle di tipo  “progressive” sulla forcella, una coppia di ammortizzatori posteriori dotati di serbatoio separato dell'olio provenienti dalla XR 1200 ed un ammortizzatore di sterzo montato lateralmente sul lato sinistro. Come si può ben immaginare, freni e cerchi sono originali.


Il motore è stato oggetto di una accurata elaborazione (in linea con la tendenza degli anni novanta all'interno della Numero Uno) mirante ad esaltarne le prestazioni senza comprometterne in alcun modo l'affidabilità.


All'unità Sportster 1200 originale sono stati abbinati alberi a cammes Andrews N3, carburatore Mikuni 42 con filtro dell'aria a cono della Screamin' Eagle (unico elemento dei giorni nostri), scarico Supertrapp per i modelli pre-2003 opportunamente adattato, centralina Dynatek.


Cupolino, soffietti forcella e qualche mano supplementare di nero completano l'opera di questo Sportster che emoziona tantissimo chi, come il sottoscritto, ha vissuto a piene mani gli anni della Numero Uno e di Carlo Talamo, potendo osservare sotto una lente privilegiata tutte le Harley-Davidson (….eppoi le Triumph della Numero Tre.....) elaborate. 


Fabrizio mi dice che ha comprato la moto già così elaborata. Non resta che fargli i migliori elogi per la scelta!!!!


martedì 9 gennaio 2018

Ironhead "crazy" cafe racer

sportster ironhead cafe racer redonda motors

sportster ironhead cafe racer redonda motors

sportster ironhead cafe racer redonda motors

sportster ironhead cafe racer redonda motors

Una cafe racer lontana da tutti gli standard tradizionali,  costruita percorrendo folli strade della mente.....


Capita spesso di imbattersi in situazioni talmente strane da sembrare prive di senso, in quanto lontane anni luce dagli schemi conosciuti. Prendiamo ad esempio le cafe-racer: semi-manubri, sella singola od al massimo ad un posto e mezzo, pedane arretrate, alleggerimento globale. 
Negli anni la filosofia costruttiva di queste moto si è evoluta adeguandosi ai tempi moderni, ma pur sempre seguendo un determinato filone non solo tecnico, ma anche cromatico.

Consideriamo ora questo Sportster Ironhead costruito da Redonda Motors: cosa ha di una cafe-racer ???? Poco o nulla a parte qualche elemento. Analizziamola attentamente.

La moto è appesantita non solo nella linea, a causa di un faro supplementare, di trombette supplementari in funzione di clacson e da uno scarico fin troppo massiccio, ma anche nel peso: si è aggiunto invece di togliere. Il colore bianco di quasi tutta la carrozzeria, oltretutto, contribuisce ad aumentare la sensazione di non leggerezza, laddove nelle cafe-racer di stampo tradizionale l'aspetto cromatico ha la sua importanza. Poi guardiamo la parte posteriore, troppo corta, con una prolunga per poter montare una targa. I pneumatici Maxxis Classic sono ottimi per una moto dal sapore retrò, ma la fascia bianca degli stessi, seppur accordata al colore della moto, stona. Forcella a steli rovesciati e freni provenienti da una Suzuki GSXR del 1998 sono troppo moderni per il tipo di moto e per la base: un modello Sportster Ironhead del 1985, così come lo scarico, il filtro dell'aria in alluminio, la grande abbondanza di cromature e qualche altro dettaglio. L'aspetto tecnico (il motore ha carburatore S&S ed accensione Dyna, mentre la ciclistica beneficia oltre che della forcella GSXR, anche di una coppia di ammortizzatori Koni posteriori e di pompe freno Brembo) è indovinato, ma solo quello.

In definitiva, quindi, è una moto illogica ???? Se si considera che è stata ispirata agli anni sessanta la risposta è negativa. Ma solo effettuando questa opportuna considerazione......


martedì 21 marzo 2017

The Hinny - Sportster

the hinny sportster scrambler with mule frame by olivi motori

the hinny sportster scrambler with mule frame by olivi motori

the hinny sportster scrambler with mule frame by olivi motori

 

Se è vero che il  “custom” è di tutti, è altrettanto vero che ognuno ha la propria vocazione sul tema. E quando si riesce ad oltrepassarla, diventa interessante....

 

Vittorio Olivi, il “padre” di questo Sportster, cresce alla scuola di Carlo Talamo lavorando per lunghi anni sulle Triumph. Dapprima come semplice concessionario, eppoi come tecnico di successo. In breve tempo, nella città di Dante, la sua passione per le corse e la competenza sul tema, lo porta ad avere un sempre maggior numero di appassionati che si rivolgono a lui per elaborare o mettere a punto le Triumph sportive. La partecipazione, come pilota, alla Triumph Cup con la Thruxton, lo consacra.

Ma come diceva Carlo Talamo “....le belle storie debbono finire quando è il momento...” ed il rapporto con Triumph, dopo tanti anni, si chiude. Inizia così la sua nuova avventura con un altri marchi, di pari passo con la prosecuzione della sua attività in officina.

A questo punto ci si chiederebbe che cosa c'entra tutto questo con la moto in questione. Un bel giorno da Vittorio si presenta un amico con uno Sportster 1200, dotato di telaio Mule, comprato in una officina californiana, una vera moto da flat-track impossibile da usare su strada e vuole che Vittorio la renda fruibile nell'utilizzo giornaliero, pur senza tradirne la sua indole. E qui inizia la nostra storia.....

Il buon Vittorio si trova dinanzi ad sentiero impervio: da una parte deve entrare in sintonia con lo Sportster, per certi versi molto distante dalle moto sulle quali ha sempre messo le mani, pure se questo esemplare ne tradisce in parte lo spirito originario. Dall'altra, le sue vocazioni corsaiole, lo debbono supportare nella trasformazione dello Sportster senza, tuttavia, costituirne un limite.

Dopo circa cinque mesi di duro lavoro la moto è pronta per aggredire le strade, non essendo più il “cavallo imbizzarrito” quasi impossibile da domare, ma una moto addolcita nel carattere, che è un incrocio di stile tra street-tracker e scrambler, anche se a ben guardarla assomiglia ad un grosso “motard”.

Il lavoro si sviluppa su ciclistica e motore. Lo scopo è di rendere la moto meno nervosa a livello ciclistico. Per questo motivo lavora sull'avantreno montando una forcella Ohlins con steli da 45 mm, che ne ridisegna la geometria. Poi viene costruito un nuovo telaietto posteriore che alza un poco il retrotreno, rendendo la ciclistica più equilibrata. I cerchi originali vengono sostituiti da una coppia di Kineo da 17 pollici sui quali calzano pneumatici Dunlop Sportmax Mutant.

Il motore con cilindrata 1200, viene incattivito con carburatore Mikuni, alberi a cammes Scramin'Eagle, scarico RSD ed accensione Dyna. 

Per fermare la Hinny si ricorre al “made in Italy” attraverso dischi freno Discacciati con pinze Brembo racing.

Inutile dire che Vittorio ha colpito nel segno con questa moto, non solo per l'ottimo lavoro a livello tecnico, ma per la capacità di rispettarne l'originaria natura, pur senza tradire la propria vocazione corsaiola.


UP: la scelta dei cerchi da 17 pollici
DOWN: il colore impersonale del serbatoio



mercoledì 2 novembre 2016

XL1200S Sportster Sport: esaltata!

xl1200s sportster sport side right

xl1200s sportster sport side left

xl1200s sportster sport tank and engine

xl1200s sportster sport back right side angle
 
xl1200s sportster sport back handlebar

 

Guidabilità attraverso pochissimi interventi che non ne cambiano la natura custom. E' il must di questo Sportster. 

 

Per quanto lo Sportster sia da considerare una tela bianca sulla quale dipingere quadri a scelta, è indubbio che si tratti di una moto custom. Molti tra coloro che decidono di “metterci le mani” ne rispettano questa caratteristica, lavorando in termini di esaltazione della stessa.

Prendiamo ad esempio questo Sportster 1200 a quattro candele. La linea non subisce cambiamenti di sorta, mentre gli interventi si limitano in maniera soft sulla ciclistica ed in modo un poco più importante sul motore. Il risultato è che molti lavori potrebbero passare del tutto inosservati, se non ci fosse il doppio scarico, alto, sul lato destro che attira l'attenzione.

A livello estetico, infatti, a parte gli ammortizzatori Ohlins ed il citato scarico, praticamente nulla è cambiato. 

Solo un occhio allenato può notare il doppio disco anteriore di maggior diametro con pinze della Brembo, la pompa del freno anteriore di tipo radiale e la trasmissione finale a catena che ha preso il posto di quella originaria a cinghia. Ovviamente, non si possono vedere le molle interne della forcella di tipo progressivo.
Il motore ha subito quegli interventi necessari per avere ancor più cavalleria senza comprometterne l'affidabilità: scarichi, carburatore FCR con filtro dell'aria in carbonio, cammes Andrews N4, accensione della Dynatek  “Dyna 2000”.


UP: interventi non evidenti

DOWN: l'andamento dei collettori del doppio scarico