Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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giovedì 28 settembre 2023

Grand National Replica Sportster and Buell flattracker kit




Se volete elaborare il vostro Sportster (oppure la vostra Buell anche della serie XB) ricostruendolo da zero in chiave flattrack senza badare a spese, questo kit potrebbe fare al caso vostro.

Si parte dal telaio in tubi, con quote ciclistiche differenti dalle originali ed un nuovo forcellone che permette di ancorare un singolo elemento ammortizzante internamente, direttamente sul telaio (al posto dei due canonici ammortizzatori sui lati), per finire ai cerchi, passando per una nuova forcella, un carburatore Screamin'Eagle ed un doppio scarico Supertrapp. 

Ovviamente si può anche decidere di montare singole parti, sempre che siano compatibili con la moto di serie.

Il prezzo non è indicato ma non è sicuramente basso.....

Per avere maggiori informazioni non vi resta che accedere al sito e contattare direttamente i produttori.

https://grandnationalreplica.com/

mercoledì 6 settembre 2023

120 years Harley-Davidson – XR 750

Harley-Davidson XR 750

 


Condivido questo "shorts" dedicato all'icona delle moto da flattrack per eccellenza. Il video si inserisce in un contesto di festeggiamenti ed eventi dedicati ai 120 anni di Harley-Davidson, il cui scopo è anche quello di tramandarne la storia.

Si tratta di video molto breve ma di grande impatto, tenuto conto che quando si parla di XR 750 non solo si pensa alle corse made in Milwaukee, ma si ha come riferimento uno dei modelli iconici di Harley-Davidson.

Se pensiamo alla prima serie prodotta in poco più di 200 esemplari dal 1970 al 1972, che si caratterizza per le testate in ghisa ed il singolo carburatore centrale, abbinando il motore della vecchia XLR al telaio della KR 750, e successivamente vediamo il cambiamento del successivo modello (quello conosciuto praticamente da tutti) con le testate in alluminio ed il doppio carburatore sul lato destro, evoluto fino alla cessata produzione nel 2020, si fa presto a capire quale sia stata l'importanza di questa moto, anche in termini di sviluppo del modello stradale XR1000 ad inizio degli anni ottanta. Oggi un XR750 originale ha raggiunto cifre impensabili!!!!! 

Video da vedere possibilmente in modalità ordinaria

mercoledì 12 luglio 2023

THE EXPONENT - 1998 Sportster 1200





Uno dei significati della parola "exponent" è "affiliato". Un termine utilizzato per definire il legame di uno o più soggetti di organizzazioni criminali, e quindi dotato di connotazione negativa. Nello sport l'affiliazione riguarda l'atto con cui una persona giuridica (società/associazione sportiva) entra a far parte, in quanto tale, del mondo dello sport. Soffermandoci sugli altri aspetti che in questo contesto non sono importanti, diviene interessante capire come il termine "affiliato" calzi a pennello per questo Sportster, denotando una sua appartenenza in qualche modo al mondo delle corse USA. 

Balza immediatamente all'occhio il telaio originale modificato nella parte posteriore, dove è stato saldato un telaietto con un attacco per ancorare centralmente un solo ammortizzatore che finisce disassato sul forcellone dotato di rinforzo

Poichè lo Sportster è stato elaborato in chiave street-tracker/flat-tracker, è stato necessario spostare il motore leggermente più indietro al fine di migliorarne la guidabilità, utilizzando piastre supplementari di ancoraggio dello stesso al telaio. Il peso è stato ridotto all'inverosimile costruendo da zero l'impianto elettrico ed eliminando molte parti superflue. Il serbatoio dell'olio, a causa del montaggio di un ammortizzatore centrale, è stato spostato nel bellissimo codone in alluminio fatto a mano, mentre la batteria si trova in posizione centrale proprio sotto la sella. La parte anteriore ha visto la costruzione di piastre di sterzo che lavorano sulla forcella originale da 39mm rivisitata solo internamente.

Anteriormente è stato montato un cerchio a raggi da 17 pollici, mentre posteriormente da 19 pollici. La scelta della misura del cerchio anteriore è abbastanza inusuale se lo scopo è quello di portare la moto sugli ovali in terra battuta, ma ha una sua logica se lo Sportster viene utilizzato prettamente su strada. I freni sono Performance Machine, con un solo disco da 13 pollici (330mm) montato anteriormente in puro stile motard. Per una moto del genere non si può che scegliere comandi arretrati Storz.

Il motore ha subito interventi importanti, pur se la cilindrata è rimasta di serie: testate lavorate con rapporto di compressione portato a 10,5:1 grazie anche all'utilizzo di pistoni marchiati J&E, alberi a cammes Andrews N-4, carburatore Mikuni a valvola piatta da 42mm, scarico due-in-uno artigianale libero.

Suggerimento: se per caso vi imbattete in uno Sportster con il telaio distrutto, potrebbe essere una buona occasione (denari permettendo) di realizzare una moto così. Sempre che abbiate velleità sportive......


mercoledì 1 marzo 2023

EVEL KNIEVEL - 1976 SPORTSTER XL 1000





Domanda che non ammette risposte di riserva: si può spendere quasi centomila dollari per una vecchia moto, oltretutto non da corsa ????????

Chi si pone questo interrogativo dia una risposta immediata eppoi continui nella lettura…..

Si tratta di una delle moto originali utilizzate dal più famoso stunt-man, quando era all’apice della sua fama, utilizzata anche nel film “Viva Knievel”, valutata questa cifra dalla casa d’aste Bonhamans.

La base è un semplice Sportster Ironhead 1000, inviato direttamente da Harley-Davidson a Bud Ekins affinché fosse elaborato per uno dei film del più famoso stuntman mai esistito.

Serbatoio del carburante, codone e sella sono stati sostituiti con elementi appositamente costruiti per il flattrack, mentre il parafango anteriore è stato eliminato. 

Gli scarichi originali sono stati sostituiti con due tubi vuoti da un pollice e tre quarti. Eliminato anche luci ed indicatori di direzione, con rifacimento dell’impianto elettrico.  Il motore è rimasto totalmente originale.

La moto è stata totalmente restaurata.

mercoledì 1 febbraio 2023

STORZ PERFORMANCE KIT - 2004 Sportster 1200





Una delle aziende più  "cult" in tema di elaborazioni Sportster è senza dubbio Storz. Le carrozzerie in alluminio battute a mano hanno da sempre fanno girare la testa, anche nel vecchio continente, a quanti inquadrano lo "small block" di Milwaukee in chiave meramente sportiva. 

I primi kit in Italia,  proposti dalla Numero Uno (azienda importatrice Harley-Davidson di Carlo Talamo), apparvero sulla rivista "Classic Bike" (una sorta di costola di Legend Bike) e permettevano di dare un aspetto molto "racing" al proprio Sportster, scegliendo tra un'impostazione cafe-racer e flat-track, grazie a differenti codoni e serbatoi del carburante, rigorosamente in alluminio battuto a mano. 

Harley-Davidson ha cessato la produzione dello Sportster ma non è finita. Lo splendido kit è disponibile anche per le versioni dal 2004, abbinato a pistoni "big bore" che portano la cilindrata ad oltre 1200, per quasi cento cavalli, ed ammortizzatori posteriori Ohlins con regolazione di precarico, compressione ed estensione, pedane arretrate, forcella Ceriani a steli rovesciati da 55 mm e semi-manubri.

E' possibile anche aggiungere altro come cerchi da 18 pollici, scarichi alti ecc. Fino quasi a costruirsi una moto intera.

Il prezzo ????? Da scoprire cliccando sul link qui sotto

https://www.storzperf.com/catalog/page3.html


mercoledì 18 gennaio 2023

FLATTRACK TRIBUTE - 2001 Sportster 883 street tracker







Iniziamo con una premessa: 1957legend nasce come blog sullo Sportster e forse andrà anche verso altre direzioni. Alla base vi è non solo la passione per questo modello di Harley-Davidson, ma per la motocicletta in generale e per gli sport motoristici. Logicamente, troveranno molto spazio gli Sportster votati alla velocità, con modifiche su ciclistica e motore in grado di esaltarne questo aspetto.

Questo Sportster del 2001 forse è la combinazione perfetta tra velocità sull’asfalto e flattrack.

La forcella Ohlins a steli rovesciati di una Ducati 1098, sulla quale si è dovuto lavorare non poco per adattarla al telaio dello Sportster, abbinata ad impianto frenante Brembo (anche al posteriore) è più indicata rispetto alla forcella di serie per lavorare sui circuiti asfaltati, dove vi sono frenate molto brusche con ampi trasferimenti di carico sull’anteriore. Per favorire il lavoro dei freni, è stata montata una pompa freno Brembo con serbatoio separato, su un manubrio a sezione variabile (è stato montato anche un comando dell’acceleratore rapido), con eliminazione dei comandi originali. Si è reso necessario semplificare l’impianto elettrico.

Posteriormente, non poteva che scegliersi ammortizzatori Ohlins dotati di serbatoio separato.

Sulle moto da flattrack i cerchi sono da 19 pollici, scelta obbligata anche in questo caso, dove posteriormente è stato montato un cerchio anteriore originale in lega ed entrambi sono stati dotati di pneumatici Shinko specifici. Qualche dubbio in proposito viene dalla resa di questo tipo di pneumatico sull’asfalto, dato che ha un disegno studiato appositamente per rendere al meglio sugli ovali in terra battuta.

Il motore originale da 883 cc, a parte un paio di pistoni S&S montati all’interno dei cilindri originali opportunamente alesati che aumentano la cilindrata a 1200, non è stato oggetto di altre attenzioni, salvo l’abbinamento con una coppia di scarichi alti Supertrapp, un filtro dell’aria aperto ed il relativo kit di carburazione.

La ciliegina sulla torta è rappresentata dalle sovrastrutture: il serbatoio del carburante è Storz in alluminio mentre il codone, in materiale plastico, è stato strutturato per contenere il faro al suo interno in modo da non avere angoli vivi ma una linea filante. 

La tonalità di blue scelta per la carrozzeria richiama apertamente i colori sociali Buell  e lo spirito racing “home made” di questo marchio, purtroppo definitivamente uscito di scena.


mercoledì 14 dicembre 2022

Vintage Twin - 1965 Sportster XLCH flat-track







Se pensiamo al flat-track ci viene in mente la grande diffusione di moto a tema in questo ultimo decennio, molte ad appannaggio di customizzatori di fama mondiale. 

Eppure l’epoca d’oro di questa disciplina non è quella attuale, anche se così sembra per la grande diffusione mediatica dovuta ai social-media, ma quella degli anni sessanta e settanta, dove la sfida tra Harley-Davidson e le rivali inglesi era sempre più serrata e fonte di costante evoluzione di ciclistiche e meccaniche. Laddove nella vecchia Europa ed in Giappone proliferavano le corse nel circuiti asfaltati, gli sterrati ovali erano l’emblema del mondo a stelle e strisce. 

Prima dell’avvento della celebre XR 750 nel 1970, a combattere contro l’armata britannica era la vetusta K a valvole laterali (nata agli inizi degli anni cinquanta) nelle diverse versioni succedutesi nel tempo. Una moto che, ovviamente, segnò il passo con i tempi. Il modello KR si caratterizzava per l’ottimo telaio (successivamente impiegato per far nascere l’XR 750) che è stato utilizzato per questa motocicletta. 

Il motore è quello di un XLCH del 1965 con alberi a cammes differenti dagli originali, che garantiscono una maggiore alzata delle valvole ed un tempo di apertura maggiore delle stesse. Inoltre sono state montate molle delle valvole molto più resistenti, sono state lucidate le teste per migliorare il flusso dei gas combustibili al loro interno ed è stato montato un carburatore Mikuni VM38 abbinato ad un filtro dell’aria Kehin. Gli scarichi sono drag-pipes replica degli originali dell’epoca. La moto ha circa 60 cv e sembra che abbia raggiunto quasi i 190 km/h (circa 120 mph) su un lungo ovale.

Questa motocicletta, infatti, è stata costruita con l’idea di partecipare alle gare di flat-track per moto vintage, quindi ha un impianto elettrico semplificato (con l’avviamento a pedivella), è priva del freno anteriore ed è fedele come aspetto alle moto dell’epoca, tanto è vero che anche il logo del serbatoio del carburante è lo stesso che avevano le vecchie KR da corsa. L’unico elemento di diversità rispetto alla KR è rappresentato dalla forcella che proviene da una Yamaha R6 ma è stata molto ben mimetizzata.

Una stupenda moto da flat-track che vorremmo avere in casa. E magari utilizzarla su strada con qualche piccolo accorgimento…...


mercoledì 26 ottobre 2022

Stratocycle - 1976 Sportster XLCH 1000





E’ una moto incredibile. Una di quelle realizzazioni che sono ad una mente folle può venire in mente di progettare. Se la mente folle in questione appartiene ad un certo Evel Knievel, allora tutto ha un senso, soprattutto sapendo che la moto arriva dai famigerati anni settanta e non si tratta di un progetto recente (Evel Knievel è scomparso nel 2007).

E’ l’unica moto di Evel messa all’asta (sul sito Auction e con base di partenza di centomila dollari!!!) ed è la stessa apparsa nel 1977 nel film “Viva Knievel” dove lo stunt-man più famoso del mondo interpreta se stesso, anche se con una storia romanzata. La moto, infatti, viene utilizzata da Evel Knievel per far evadere un suo amico da un istituto psichiatrico. 

La particolarità di questo Sportster, come si può vedere, è la carenatura in fibra di vetro dall’aspetto futuristico. Una moto talmente stravagante che l’azienda di giocattoli Ideal Toy Company ne realizzò una versione giocattolo che, in breve, diventò un vero e proprio cimelio. 

Per il resto, a parte gli scarichi, è completamente di serie anche se, in sede di restauro, sono stato aggiunti cerchi in lega nuovi. La moto è stata fornita di tutta la documentazione originale che riporta i vari passaggi di proprietà fin dall’acquisto dalla Harley-Davidson nel periodo in cui era di proprietà della AMF.

Tra le particolarità di quasi tutte le moto di Evel Knievel troviamo il serbatoio del carburante che ha le forme di quello montato sulle XR 750 da flat-track ed in manubrio ampio.



martedì 23 agosto 2022

Phil Little Racing









Di questo produttore ho accennato quando ho presentato la XX Tracker, un bellissimo Sportster Street-Tracker da poter utilizzare anche sugli ovali in terra battuta (inserire link).

E' un nome poco conosciuto che ha base nel Minnesota (USA) ma si può trovare tutto quello che serve per trasformare la moto in street-tracker o flat-tracker. 

Numerose sono le parti per lo Sportster, oltre a diversi kit carrozzeria rigorosamente in vetroresina. 

Mi ci sono imbattuto per sbaglio una decina di anni addietro mentre cercavo una sella per dare al mio Sportster un aspetto "vintage-racing", trovandomi benissimo. Dopo aver scambiato un paio di email ed effettuato il pagamento, la merce mi è arrivata senza aspettare troppo tempo (anche se non ricordo quanto). Ovviamente al prezzo ho dovuto aggiungere le tasse doganali, ma ne è valsa la pena.

Le foto all'inizio dell'articolo riguardano Sportster dotati qualche sua parte.

Date un'occhiata al sito:

https://phillittleracing.com/

mercoledì 13 luglio 2022

XX Tracer: uno Sportster street-tracker per ogni evenienza!!!!!!




E' una mattina come le altre. E' primavera. La temperatura è mite ed il cielo è limpido. Il sole è già alto sebbene siano appena le sette. La città si appresta a vivere la solita, frenetica, giornata. Iniziano a formarsi le prime code di auto. 

In una delle zone industriali della città un rumore differente dagli altri fa pensare ad una nuova fabbrica oppure ad un improvviso acquazzone in arrivo. Sembra quasi un tuono. Improvvisamente da una porta scorrevole si intravede una sagoma nera. E' uno Sportster con il suo proprietario. Lui oggi non vuole cominciare una nuova, estenuante, giornata lavorativa. Ha ben altro per la testa. Questa mattinata la vuole vivere nel modo in cui più gli piace: a manetta spalancata!!!!! 

Da qualche giorno ha appena ultimato la sua belva e vuole andarsi prima a divertire sugli ovali in terra battuta, continuando dopo la sua scorribanda lungo le strade la città. Con calma, poi, utilizzerà lo Sportster per andare al lavoro evitando la fila di automobili.

Per avere una moto da utilizzare tutti i giorni così come nelle sparate sugli ovali in terra battuta è stato necessario trovare un compromesso..

La base di partenza è stato uno Sportster 1200 del 2003. 

La moto è stata smontata totalmente per verniciare il telaio in bianco ed il motore totalmente in nero lucido. Per evitare di comprometterne la facilità di utilizzo senza rinunciare a qualche altro cavallo, lo "small block" da 1200 centimetri cubi è stato mantenuto originale, salvo il montaggio di un carburatore S&S Super E, abbinato a filtro dell'aria RSD e doppio scarico progettato e realizzato da Hi-Tech Mufflers in acciaio inossidabile. 

Anche sulla ciclistica si è intervenuto poco. La forcella è rimasta originale, ma è stata rivisitata internamente aggiungendo molle di tipo progressivo, mentre gli ammortizzatori posteriori della Nitron sono più alti degli originali. 

Questo ha comportato una riduzione dell'interasse a vantaggio di una maggior facilità di inserimento in curva ed un miglior bilanciamento della moto. I cerchi sono da 19 pollici con pneumatici specifici Maxxis da dirt-track, mentre i freni sono rimasti di serie.

Necessaria, per aumentare la guidabilità, una diminuzione del peso attraverso l'eliminazione di tutte le parti superflue, oltre al rifacimento totale dell'impianto elettrico.

Per le sovrastrutture (in vetroresina) ci si è rivolti ad un nome poco noto in tema di parti da flat-track, ma molto abile:  Phil Little Racing.

La trasmissione finale a catena, con corona da sessanta denti (conferisce maggior accelerazione) sostituisce la trasmissione a cinghi dentata conferendo un aspetto ancor più racing. I due potenti fari anteriori a led montati in basso sul telaio e la strumentazione sul manubrio fornita dalla Motogadget sono accessori indispensabili per dare un tocco "suburbano" allo Sportster.

Un perfetto Sportster!!!!!!






 

mercoledì 15 giugno 2022

Sportster Roots - 1956 KH



Tutti sanno che lo Sportster nacque nel 1957 come risposta efficace all'avanzata dell'industria motociclistica britannica, ma pochi sono a conoscenza del fatto che, qualche anno prima (1952), Harley-Davidson provò a mettere sul mercato il modello K per contrastare il dominio inglese nelle competizioni. Modello con cubatura originaria di 750 cc e valvole laterali, evoluto per qualche anno in differenti versioni, fino a quando venne soppiantato dallo Sportster. 

In questa sua evoluzione, nel 1954 la cilindrata venne portata ad 883 ed il modello prese il nome di KH, cui seguiva anche un aumento di potenza oltre che diverse migliorie sul motore. Seguirono ulteriori versioni.

Questo KH è stato restaurato avendo come ispirazione la versione per le gare di flat-track, ovvero il modello KR, provvedendo a montare il motore sul telaio rigido della moto da corsa, cercando di ridurre il peso al massimo (attraverso l'eliminazione del parafango anteriore ed il montaggio di un parafango posteriore in alluminio molto sottile) ed utilizzando altri particolari nati per le corse dell'epoca, come i doppi scarichi liberi stile drag-pipes e la sella singola. 

Diversamente dalle moto da flat-track, qui non è stato eliminato il freno anteriore ma è stato montato un tamburo a doppia camma ed è stato mantenuto l'impianto elettrico in modo da poter utilizzare la moto tutti i giorni. Il motore è stato completamente revisionato ma mantenuto originale.

Un restauro veramente ben riuscito.

Chi avesse la fortuna di trovarsi tra le mani un modello della serie K, può cliccare su questo link che fa riferimento ad un vecchio post in cui ho segnalato i siti di ricambi per queste moto.

giovedì 17 febbraio 2022

XR 750 del 1972 - Street Tracker






Il blog 1957legend è dedicato a Sportster e Buell (con motore Harley-Davidson Sportster o derivato da esso) ma sport e corse sono da sempre nel mio DNA, logicamente molto spazio viene dedicato alle moto con una inclinazione sportiva. Questa volta mi sono imbattuto in un XR750 stradalizzato. Possibile ???? Le leggi statunitensi probabilmente permettono di omologare mezzi da corsa a patto che rispettino determinati standard di sicurezza (…..e forse di rumore….). Sarebbe interessante, sul tema, riuscire a raccogliere informazioni dettagliate, perché in Italia omologare un XR750 penso sia operazione praticamente impossibile salvo dissanguarsi economicamente. Si può prendere la scorciatoia di alcuni paesi europei, ma anche in questo caso la strada non è semplice come possa sembrare in astratto.

Tornando a questo XR750, si tratta di uno dei primi esemplari con le teste in alluminio ed il doppio carburatore e sembra che il motore sia stato utilizzato nell’anno 1972-73 da Cal Rayborn, Mert Lawwill e Scott Brelsford, anche se non si hanno maggiori informazioni a riguardo.

Per stradalizzare la moto è stato necessario montare freni (doppio disco anteriore con pinza a singolo pistone), dotarla di impianto elettrico ed avviamento (a pedivella). 

Strano l’abbinamento di una forcella tradizionale (pur se abbinata ad un ammortizzatore di sterzo) stradale con un paio di performanti ammortizzatori Ohlins. 

Il motore è rimasto di serie con il doppio scarico Supertrapp sul lato sinistro. Purtroppo non si conoscono altri dettagli riguardo al chilometraggio del motore ed al fatto se sia stato smontato e revisionato completamente oppure sia ancora quello che ha corso molti anni addietro. L’unico dato certo è che ha mantenuto le caratteristiche di serie con quasi 90 cv ad 8000 giri. 

Certo che se in Italia si decidessero a riformare seriamente il Codice della Strada semplificando le norme per le omologazioni di parti e moto speciali…...