Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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venerdì 20 gennaio 2017

"A chi facciamo del male ?" - Editoriale tratto da Freeway Magazine Italia n.186 del 2009

editoriale di freeway magazine italia n 186 del 2009

 Proprio in questi giorni in cui si sta svolgendo il Motor Bike Expo di Verona ed è da poco partita la Battle of The Kings per la miglior customizzazione su base Sportster Roadster 1200, mi è capitato tra le mani questo vecchio editoriale che mi fa pensare non poco.....

 

Il buon Luca Mattioli, ponendo al centro delle sue riflessioni la foto di un biker che viaggiava a bordo del suo Sportster chopper con telaio rigido e forcella  “springer”, faceva notare come, forse, vi fosse dell'altro in tema di normative riguardanti le modifiche legali alle moto.
Rileggendo questo editoriale a distanza di quasi dieci anni mi accorgo che poco o nulla è cambiato Italia.

Il movimento custom sta vivendo un periodo di fermento forse senza precedenti, abbracciando non solo il settore motoristico in senso stretto, ma anche altri ambiti, diventando un vero e proprio “must”. 
Eppure, a fronte di questo notevole consenso, elaborare la moto (o la auto) senza incorrere nelle ire del legislatore è praticamente impossibile: perchè ???

Se il motivo è il rispetto degli standard di sicurezza e ambientali, siamo certi che montando delle parti regolarmente testate ed omologate in Europa il veicolo diventi pericoloso o si contravvenga alle normative ambientali ???? Forse il problema di fondo è un altro. Leggete attentamente l'editoriale. 




martedì 20 dicembre 2016

Power of Gold

sportster digger on freeway magazine italia n 5 year 1994 pag 1

sportster digger on freeway magazine italia n 5 year 1994 pag 2

 

Continuiamo il viaggio tra gli Sportster elaborati negli anni novanta e duemila  con questo “digger” costruito negli States.

 

La moto è stata costruita nel 1983, utilizzando come base un motore Ironhead 1000 proveniente da un XLCH del 1972, ma è apparsa in Europa solo dieci anni dopo.

Gli interventi sono talmente profondi e radicali, da poter parlare di costruzione di una nuova moto.

Tanto per cominciare: il motore non solo è stato trapiantato su un nuovo telaio, ma è stato smontato per intero e revisionato aumentandone notevolmente la potenza, nonché impreziosito esteticamente.

Un must nell'elaborazione dei motori Harley-Davidson di quegli anni è rappresentato dall'utilizzo del carburatore Dell'Orto a doppio corpo (quello montato sulle macchine per intenderci).

Anche il resto della moto è stata curata nei minimi dettagli, ad iniziare dalla verniciatura della moto, passando attraverso le numerose cromature e finendo con il lavoro di cesello effettuato sul molte parti del motore.

Questo stile, molto in voga in quegli anni, nemmeno a dirlo fu lanciato da Arlen Ness negli USA e prese piede anche nel vecchio continente grazie, soprattutto, ad un periodo di forte espansione economica.



giovedì 15 dicembre 2016

La Corsa!!!!!!

la corsa sportster built in 1993 by battistinis 1
la corsa sportster built in 1993 by battistinis 2

la corsa sportster built in 1993 by battistinis 3

la corsa sportster built in 1993 by battistinis 4

 

Se negli States inizia l'epopea di Arlen Ness, in Europa un certo Battistinis non sembra essere da meno......

 

Questa moto è un tripudio di cromo ed alluminio, con un inedito telaio semirigido (i due ammortizzatori sono nascosti nella parte posteriore), molto lungo, ed un motore Sportster con cilindrata portata fino a 1495 attraverso parti provenienti da kit S&S e Carl Speed Shop.

La moto è curata maniacalmente e sembra non si sia badato a spese per costruirla.

In quegli anni di notevole benessere economico, infatti, “custom” equivaleva a molti soldi spesi per modificare la propria moto. In pratica, più si spendeva e più la moto era considerata bella. Altro “must” dell'epoca era l'elaborazione senza freni dei motori Harley-Davidson, sia dei Big Twin che degli Sportster. 

La Corsa apparve in copertina, sul numero uno della rivista Freeway Magazine Italia e fu un ottimo biglietto di presentazione.

 


martedì 13 dicembre 2016

Small is beautiful!

sportster custom built in 1999 on freeway magazine pag 1

sportster custom built in 1999 on freeway magazine pag 2

sportster custom built in 1999 on freeway magazine pag 3

 

Negli anni'90 lo stile creativo di Arlen Ness ha ispirato molti customizer.


Lunghi parafanghi, avvolgenti fiamme, telai in tinta, alluminio profuso a volontà su numerose parti, erano un must per chi si voleva ispirare al grande customizer americano. La maggior parte delle customizzazioni a tema avveniva sui Big Twin Evolution. Ogni tanto qualcuno si cimentava sullo Sportster elaborando anche il motore.

Uno stile che ha avuto senso in un periodo di benessere economico.

 


lunedì 16 maggio 2016

Ready to go!!!!!



 

Telaio rigido e motore Harley-Davidson Sportster: tutto quello che serve per viaggiare in libertà. Direttamente dal lontano 1998.....

 

Rovistando nell'album dei ricordi (vecchie copie della rivista Freeway Magazine Italia), mi sono imbattuto in questo chopper su base Sportster che ha attirato la mia attenzione. Non solo per la generale cura della realizzazione, ma anche per il fatto che quasi vent'anni addietro in Europa i chopper dal telaio rigido erano una prerogativa della scuola scandinava, svedese in particolare, anche se con delle peculiarità: lunghe forcelle, grossi pneumatici posteriori (spesso di derivazione automobilistica) e motori Panhead e Shovelhead utilizzati la maggior parte delle volte.
Sono quindi rimasto affascinato da questo chopper, oltretutto costruito in Francia, sulla base di un motore Sportster Evolution.
La moto in questione è un insieme di parti prelevate da alcuni cataloghi, cosa non sempre facile in quegli anni, poiché internet era appena nato e sconosciuto alla maggior parte delle persone. 
Il telaio è Paughco, cui sono state abbinate ruote anteriore da 21 pollici e posteriore da 16 con freni Performance Machine, dentro al quale viene installato un motore 883 dotato di carburatore S&S.
Il telaio rigido comporta, poi, lo spostamento obbligatorio della batteria dietro al motore.


UP: un chopper dal telaio rigido molto curato

DOWN:  il manubrio eccessivo
 


 


lunedì 9 maggio 2016

Sportster Custom 2004

sportster custom 2004 articolo

 

Il 2003 segna la fine degli Sportster con il vecchio telaio e molte vibrazioni. Il nuovo anno si preannuncia denso di novità.

 

Tra il 2001 ed il 2003 le voci di un nuovo Sportster erano incontrollate. Si sapeva solo che la Harley-Davidson stava apportando sostanziali modifiche alla moto, ma niente altro.
Finalmente, dopo tanta attesa, la nuova Sportster viene presentata e messa in produzione nel 2004 attraverso vari modelli. La sostanziale novità risiede nella diversa configurazione del telaio e nel montaggio di silent-blog che la rendono più confortevole, pur senza eliminare le  “good vibration” tanto care agli harleysti.
Nei vari modelli vi sono le versioni Custom, indicate con la sigla  “C”, con i motori 883 e 1200. Non si tratta di una novità assoluta per questi modelli (già prodotti nel 1998), ma questa volta beneficiano delle innovazioni apportate dal nuovo progetto.

Le caratteristiche di queste versioni sono sostanzialmente l'adozione del cerchio posteriore lenticolare da 16 pollici, abbinato all'anteriore a raggi da 21 pollici, il serbatoio del carburante da 17 litri dalla linea filante, la seduta a soli 668 cm da terra ed una abbondanza di cromature, oltre alla possibilità di scelta di una infinità di colori.
Il motore 1200, inoltre, beneficia di nuove teste, cammes, pistoni e bielle alleggerite, che lo rendono particolarmente vivace.
Nel tempo i modelli Custom saranno abbastanza ricercati, anche se non al livello delle serie Roadster 1200.
In questo articolo, tratto dalla rivista Freeway Italia, vengono messi in evidenza i punti caldi della moto.



 


mercoledì 30 marzo 2016

Una tracker per l'Europa: Harley-Davidson XR 1200!!!!


Dieci anni fa la Harley-Davidson presentava al Salone di Colonia il prototipo della XR 1200, la futura Sportster ispirata alle gare di flat-track ed alla mitica XR 750, studiata appositamente per il mercato europeo.  

 

Siamo nel 2006, all'interno del panorama motociclistico mondiale si è affermato il trend delle cafe racers, termine che genericamente fa riferimento alle moto dal piglio sportivo, di ispirazione classica. Qualche casa come la Triumph ha addirittura immesso sul mercato un modello specifico come la Thruxton. La Buell ha in listino i modelli XB con motore di derivazione Sportster. La Ducati continua a cavalcare l'onda dei successi con uno dei tanti aggiornamenti della Monster, e presenta le prime Sport Classic. Quasi tutti i customizer presentano moto a tema, pur se il concetto di cafe racers assume contorni sempre meno nitidi.

La XR 1200 viene accolta molto bene dalla stampa: si tratta della prima Harley-Davidson sportiva dopo decenni, potenzialmente in grado di attirare motociclisti invisi alle motociclette di Milwakee in quanto ritenute non guidabili.

Si passa poi all'elencazione dei dati tecnici: potenza tra 85 e 90 cv, forcella Showa upside-down con steli da 43 mm, freni Nissin, cerchi da 18 pollici all'anteriore (le moto del Trofeo che verrà organizzato qualche anno dopo in Italia monteranno il cerchio anteriore da 17 pollici n.d.r.) e 17 dal posteriore, abbinati a pneumatici Dunlop forniti di serie nelle misure 120/70 all'anteriore e 180/55 al posteriore.
A corredo di tutto le impressioni del tester che ne ha seguito lo sviluppo, Matt Weber, il quale sottolinea l'importanza della maneggevolezza di questa moto.
La presentazione è azzeccata e pone giustamente l'accento sulle qualità di una moto che in casa Harley-Davidson mancava, nonostante la presenza delle Buell.