Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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venerdì 19 maggio 2023

2007 - XB MUTANT SPRINGER


 



Non ci crederete ma.....è una Buell!!!!!! 

Una di quelle cose da non fare assolutamente, dato che è sempre più difficile trovare esemplari di questo marchio, ma un incidente può cambiare la visione del mondo.......e questa XB proviene proprio da un incidente che ha coinvolto il proprietario (con moto ovviamente distrutta), il quale ha voluto omaggiare il nonno che vagabondava su un vecchio WL 750.

Prelevato il motore da quello che restava, e dopo aver buttato l'impianto ad iniezione sostituendolo con un carburatore Mikuni HSR 42 affiancato da un'accensione Screamin' Eagle ed un paio di scarichi Bassani, è stato nuovamente alloggiato in un telaio costruito dalla azienda statunitense Redneck Engineering che ha il cannotto di sterzo inclinato di trentotto gradi. L'idea è stata quella di avere un mezzo molto basso ed i cerchi da 16 pollici (con larghezza da 3,5 pollici davanti e 5,5 pollici dietro, abbinate a pneumatici Dunlop D251 nelle misure 150x80R16 all’anteriore e 200x60R16 al posteriore) sono fondamentali per ottenere questo risultato.

La forcella tipo "Springer" è stato un altro "must" del progetto. Il bobber, sebbene dotato di cavalleria in eccesso, è stato pensato con un impianto frenante che genera non pochi dubbi sulla sua reale funzionalità, dato che vede montato un singolo freno a disco posteriormente, sul quale opera una pinza in alluminio billet a sei pistoni ricavata dal pieno della Performance Machine, così come in alluminio billet ricavato dal pieno sono le pedane fornite da Jocker Machine.

Domanda che molti potrebbero porsi: perchè pubblicare una moto che in fondo non piace ????? 

La risposta è molteplice. Questo blog è dedicato a Sportster e Buell (anche se per il futuro non si esclude altro) e cerco di dare una panoramica su quanto si può realizzare con queste moto, pure nel caso di mezzi che possano suscitare qualche disappunto. Inoltre, se è vero che critico ampiamente chi "smembra" certi modelli per farne delle special, eppur vero che, come in questa situazione, non si può non apprezzare il grande lavoro svolto nella progettazione e nella costruzione di questa Buell, unita ad un ottimo risultato.

giovedì 4 maggio 2023

THE HOPE - 2001 Sportster 1200 scrambler





“The Hope”: la speranza. Nome azzeccatissimo per questo Sportster scrambler, verde come i prati, costruito per fare qualche divagazione in mezzo ai boschi, ma anche per fare la sua figura in qualche bike show di primo livello. 

Diversamente da altri scrambler proposti, che potevano essere facilmente replicati dentro al proprio garage, in questo caso bisogna essere dei veri e propri professionisti non solo in fase di realizzazione della moto, ma anche per quanto riguarda l'ideazione stessa. Ad essere sinceri, uno scrambler così rifinito va un poco contro la sua naturale vocazione, ma  talmente fatto bene che non ci si pensa.

E’ un progetto tutto nuovo dove pochissimo del modello originale è rimasto intatto. La parte più evidente del lavoro si nota sulla parte ciclistica (rimasta con le misure originali). Il telaio è stato tutto rimaneggiato con alcune parti modificate ed altre costruite, come il forcellone, i morsetti delle ruote ed il serbatoio dell’olio sagomato all’interno del telaio. La forcella, seppur di serie, è stata rivisitata internamente e sono state costruite nuove piastre di sterzo in alluminio ricavato dal pieno.

Neppure il motore (totalmente verniciato in nero goffrato) è sfuggito ad interventi, anche se non radicali: pistoni ad alta compressione in sostituzione degli originali (cilindrata 1200), valvole più grandi, carburatore Mikuni da 42mm con filtro dell’aria artigianale, scarico due-in-uno anche questo artigianale.

Un coppia di pneumatici tassellati Hidenau, montati su cerchi con misure originali, rappresentano un’ottima scelta per questo tipo di moto.


 

mercoledì 26 aprile 2023

Thè Giapponese - 2001 Sportster 883 cafe racer by Hirock Kyoto






Ci sono mille modi per interpretare uno stile di moto. Modi che risentono anche dell'influenza culturale del paese dove viene elaborata la moto stessa. Un cafe racer che si rispetti deve avere come base una meccanica non troppo moderna, semi-manubri, comandi arretrati ed una corta coda. Il tutto quanto più vicino possibile allo stile british degli anni cinquanta, fatto di ampio uso di alluminio e ricerca maniacale delle prestazioni attraverso la leggerezza.

Il proprietario di questo Sportster ha voluto un cafe racer che in qualche modo ricordasse gli anni ottanta attraverso grafiche evocative ed uso di materiali compositi al posto dell'alluminio e non avesse solo un effetto scenico, ma fosse una moto molto più performante dell'originale. 

Il noto pragmatismo nipponico ha permesso di avere un notevole risultato grazie alla collaborazione tra i preparatori di Nice Motorcyles e Plus Cycles. Il comparto ciclistico non vede stravolgimenti, poichè la forcella rimane di serie (anche se rivisitata internamente) ed ammortizzatori posteriori progressivi prendono il posto degli originali. Solo il montaggio di un cerchio posteriore da 18 (ed anteriore originale da 16 pollici, entrambi che calzano pneumatici  pollici Bridgestone Battlax) e di una trasmissione finale a catena in luogo dell'originale a cinghia dentata sono un piccolo azzardo rispetto al modello di serie. Il resto è completato da un paio di semi-manubri e comandi arretrati Storz.

Qualche cavallo in più al motore non di serie non guastava. La ricetta più semplice ed efficace è stato smontare completamente lo small-block per bilanciarlo di nuovo e dargli modo di ospitare pistoni più grandi in grado di portare la cilindrata a 1200, abbinandolo ad un carburatore Mikuni HSR 42 ed uno scarico due-in-uno artigianale. Pinze Brembo a quattro pistoni fanno coppia con dischi freno originali servono a calmare in tutta sicurezza i bollenti spiriti.

mercoledì 14 dicembre 2022

Vintage Twin - 1965 Sportster XLCH flat-track







Se pensiamo al flat-track ci viene in mente la grande diffusione di moto a tema in questo ultimo decennio, molte ad appannaggio di customizzatori di fama mondiale. 

Eppure l’epoca d’oro di questa disciplina non è quella attuale, anche se così sembra per la grande diffusione mediatica dovuta ai social-media, ma quella degli anni sessanta e settanta, dove la sfida tra Harley-Davidson e le rivali inglesi era sempre più serrata e fonte di costante evoluzione di ciclistiche e meccaniche. Laddove nella vecchia Europa ed in Giappone proliferavano le corse nel circuiti asfaltati, gli sterrati ovali erano l’emblema del mondo a stelle e strisce. 

Prima dell’avvento della celebre XR 750 nel 1970, a combattere contro l’armata britannica era la vetusta K a valvole laterali (nata agli inizi degli anni cinquanta) nelle diverse versioni succedutesi nel tempo. Una moto che, ovviamente, segnò il passo con i tempi. Il modello KR si caratterizzava per l’ottimo telaio (successivamente impiegato per far nascere l’XR 750) che è stato utilizzato per questa motocicletta. 

Il motore è quello di un XLCH del 1965 con alberi a cammes differenti dagli originali, che garantiscono una maggiore alzata delle valvole ed un tempo di apertura maggiore delle stesse. Inoltre sono state montate molle delle valvole molto più resistenti, sono state lucidate le teste per migliorare il flusso dei gas combustibili al loro interno ed è stato montato un carburatore Mikuni VM38 abbinato ad un filtro dell’aria Kehin. Gli scarichi sono drag-pipes replica degli originali dell’epoca. La moto ha circa 60 cv e sembra che abbia raggiunto quasi i 190 km/h (circa 120 mph) su un lungo ovale.

Questa motocicletta, infatti, è stata costruita con l’idea di partecipare alle gare di flat-track per moto vintage, quindi ha un impianto elettrico semplificato (con l’avviamento a pedivella), è priva del freno anteriore ed è fedele come aspetto alle moto dell’epoca, tanto è vero che anche il logo del serbatoio del carburante è lo stesso che avevano le vecchie KR da corsa. L’unico elemento di diversità rispetto alla KR è rappresentato dalla forcella che proviene da una Yamaha R6 ma è stata molto ben mimetizzata.

Una stupenda moto da flat-track che vorremmo avere in casa. E magari utilizzarla su strada con qualche piccolo accorgimento…...


mercoledì 16 novembre 2022

PERDETE PESO NON DENARO !!!!! - 1995 Sportster 883 custom






Sono tra coloro che vedono il custom come un modo per migliorare la propria moto, senza necessariamente dissanguarsi a livello economico, facendo interventi radicali, che non sono garanzia di un risultato di alto livello. Certamente, avendo a disposizione un budget importante si ha più libertà di scelta (a patto di avere altrettanto gusto), ma non è tutto conseguenziale.

Ecco un esempio di come realizzare un ottimo "middle custom" con pochè risorse, magari utilizzando un vecchio Sportster che avete comprato da molti anni oppure che vi ha lasciato in eredità qualche parente. 

Iniziate togliendo i parafanghi originali, questo contribuirà a rendere la linea della moto molto più filante. Se avete una buona manualità, utilizzate i supporti posteriori del telaio per ancorarvi un archetto, realizzato piegando un tubo tondo di non grande diametro, che possa reggere uno striminzito parafango in alluminio (su questo Sportster il tubo piegato è stato direttamente saldato, soluzione forse dal miglior effetto visivo ma che non consente di portare la moto come era in origine). 

Se siete dei meccanici provetti potrete pure divertirvi sostituendo il serbatoio dell'olio ed il supporto della batteria con qualcosa fatto direttamente da voi, ma non è fondamentale, perchè in questo caso è molto difficile. Lo scopo di questa operazione ???? Eliminare le sporgenze dal telaio....

Montate una coppia di ammortizzatori performanti (Ohlins in questo caso), pinze freno Performance Machine, una sella piatta con cuciture a rombo ed il gioco è fatto!!!!

Se poi volete ancora qualcosa, potrete mettere le mani su motore in maniera più o meno pesante, ma bisogna assolutamente rivolgersi a professionisti del settore. Il vecchio "small-block" da 883 cc è stato elaborato con testate Buell, pistoni Wiseco con alesaggio maggiorato (ora la cilindrata è di 1200 cc), nuovi cilindri, carburatore Mikuni HSR 42, scarichi drag-pipes corti con diametro da due pollici.

Cosa ne dite ????


 

mercoledì 12 ottobre 2022

SLEDHEAD BOBBER - Evolution Sportster 1200 bobber





La presenza di chopper e bobber su questo blog è nettamente inferiore rispetto ad altri tipi di special, la maggior parte delle quali sono con il tassello.

Si tratta di moto che non sono nelle mie “corde”, dato che amo la velocità e la competizione. Eppure, ogni tanto, rimango letteralmente rapito da bobber o chopper. Solitamente si tratta di mezzi ignoranti con il motore Sportster elaborato. Un “non senso” su questo tipo di motociclette, ma che fa molto cool e mi attrae come il miele fa con gli orsi.

Questo Sportster Evolution richiama le moto costruite anni addietro da Zero Engineering. Il telaio (anche se non sembra) è quello originale, modificato nella parte posteriore in modo da renderlo rigido e nella zona del cannotto di sterzo per avere un maggior angolo di inclinazione (41 gradi) ed un profilo ancora più allungato, che lavora su forcella Springer e cerchi da sedici pollici (con pneumatici Avon sm 500 Mk1).

Il motore, come si può immaginare, è stato elaborato pesantemente: cilindrata portata a 1200, teste Thunderstorm ad alta compressione, alberi a cammes e bobine  Screamin’Eagle e carburatore Mikuni con filtro a cornetto, scarico due-in-uno fatto in casa.

Completano l’opera la trasmissione finale a catena, il parafango posteriore a filo di ruota ed un colore marrone metallizzato che rende lo Sportster ancor più rozzo.

Da notare: il serbatoio dell’olio a botte, il tubicino che misura il livello della benzina ed i semi-manubri che fanno molto drag-racing.


mercoledì 4 maggio 2022

Downtown Racer - 1991 Sportster XLH 883







Siamo da sempre abituati a considerare il popolo giapponese (e gli orientali in genere) come un popolo estremamente pragmatico e metodico, abituato a fare scelte razionali che seguono logiche consolidate.

Si rimane perplessi quando dal paese del Sol Levante qualcuno rompe questi schemi. Così anche in tema di customizzazione delle moto.

Questo Sportster è un chiaro esempio di reinterpretazione dello stile "suburbano" in maniera del tutto sconosciuta.

L'idea da cui si è partiti è stata quella di avere una moto in grado di dare molte soddisfazioni anche sulle strade di montagna, ragion per la quale il primo passo da fare era migliorarne la guidabilità, riducendone il peso.

Si è reso necessario, quindi, montare una coppia di cerchi da 18 pollici (in luogo degli originali 16 pollici al posteriore e 19 all'anteriore) più larghi degli originali, sui quali sono stati montati pneumatici Continental Conti Road Attack 2. La cinghia dentata della trasmissione finale ha lasciato il posto ad una catena. 

Se la forcella è rimasta quella originale con steli da 39mm (pur se rivisitata internamente e dotata di barra antisvirgolo della Screamin'Eagle), posteriormente sono stato montati una coppia di ammortizzatori Ohlins più lunghi degli originali. Dischi flottanti con pinze Brembo sono assolutamente necessari per questo tipo di moto. 

Per ridurre il peso senza snaturare lo Sportster è stato modificato il telaio posteriormente aggiungendo un arco sul quale ancorare uno piccolo parafango in alluminio, utilizzato anche anteriormente. 

Il motore viene liberato solo attraverso il montaggio di un carburatore Mikuni HSR42 abbinato ad uno scarico due-in-uno totalmente libero e dall'andamento insolito (realizzato interamente a mano). 

La sella bianca cucita a mano dalla forma a silhouette ed il manubrio alto e stretto con il traversino sono altri elementi di spicco di questo Sportster del tutto atipico ma, se visto nella giusta ottica, con una buona dose di fascino.


venerdì 15 aprile 2022

1980 Harley-Davidson XR 750 street-tracker





Iniziamo da un concetto fondamentale: in Italia omologare per la normale circolazione su strada un XR 750 è impresa quasi impossibile, salvo trovare qualche "Santo in Paradiso" sborsando una quantità industriale di denaro, recarsi dagli amici tedeschi facendo affidamento sull'affidabile TUV oppure seguire le nuove "rotte balcaniche".  All'atto pratico, una volta riusciti ad omologare la moto in un paese della Comunità Europea ci si dovrà poi seguire l'iter previsto dalla burocrazia italiana. Ci vuole comunque molto tempo e questo non deve assolutamente scoraggiare se è stata trovata la moto dei sogni.

Questo XR 750 non è tenuto benissimo ma rende bene l'idea di come negli Stati Uniti abbiano una concezione nettamente diversa rispetto alla nostra quando si parla di Harley-Davidson dove queste moto, oltre a rappresentare orgoglio nazionale, vengono apprezzate per la loro essenzialità e longevità.

La moto, dopo aver corso in diverse gare di flattrack, è stata elaborata per poter essere utilizzata tutti i giorni, pur senza essere "civilizzata" troppo.

Oltre ad un doppio freno a disco anteriore con pinza a singolo pistoncino (è sufficiente per tutti questi cavalli ???) sono stati montati fari ed impianto elettrico, mentre la ciclistica è rimasta quella utilizzata nelle gare. 

Diversamente, il motore ha visto aumentare i cavalli (.....con il comando dell'acceleratore rapido bisogna stare molto attenti....) attraverso testate Axtell, due carburatori Mikuni, accensione Motoplat ed il doppio scarico Supertrapp. Per garantire maggiore affidabilità è stata montata una differente pompa dell'olio.

La moto è selvaggia all'inverosimile e fa venir voglia di fare qualche follia.....

giovedì 27 gennaio 2022

HS1 - Turbo Charged Buell S1








Max Hazan, noto customizer di fama mondiale, mette la firma su questo vero e proprio "mostro", ma questa volta non si tratta di moto preparate per clienti, ma di una sua moto, in garage da quasi un decennio, arrivata a questa configurazione dopo essere letteralmente esplosa a seguito del montaggio di protossido d'azoto ed essere stata ferma per parecchio tempo. La decisione di ricostruire il motore (da zero!!!) e preparare la moto durante il primo lock-down dovuto al Covid-19. 

Cubatura portata a 1350 c.c. con cammes più grandi, ma senza alzare il rapporto di compressione. Anzi, la scelta di montare il turbo (Garret GT25 che lavora insieme ad un carburatore Mikuni HSR42) ha imposto di diminuire il rapporto di compressione portandolo ad 8,5:1.

Con questa elaborazione (che ha imposto una frizione da corsa) il motore produce 175 cavalli a 6000 giri ma Hazan giura che possa arrivare tranquillamente a 200 cavalli (ma in questo caso verrebbe compromessa in maniera importante l'affidabilità del vecchio bicilindrico ad aste e bilanceri).

Il telaio è in gran parte originale (modificato posteriormente) ma sono stati rimossi i silent-block poichè, secondo Hazan, non conferivano la rigidezza necessaria per sopportare il maggior aumento di potenza e di peso derivante dal turbo. Per completare il lavoro sulla parte ciclistica ed avere una moto nettamente più maneggevole dell'originale, ma comunque stabile, è stata montata una forcella proveniente da una Honda CBR1000 del 2014 con piastre artigianali per avere un maggiore "offset" e quindi migliorare la direzionalità. 

Il forcellone è sempre marchiato Buell ma proviene da una X1, mentre i cerchi sono italiani: Marchesini in magnesio nelle misure da 17 pollici al posteriore e 16,5 all'anteriore (soluzione oggi inusuale  adottata negli anni ottanta soprattutto sulle moto da corsa).

La carrozzeria è interamente in alluminio e questo, nonostante il kit turbo abbia aggiunto peso, ha comportato una riduzione totale di peso di circa quindici chilogrammi. Siete pronti a spendere fino all'ultimo risparmio per costruirvi un mostro simile ??????


mercoledì 19 gennaio 2022

Salt Flat Racer - Sportster 1972





 

Un lavoro intenso ha riguardato questo vecchio Ironhead Sportster, costruito per soddisfare il sogno di velocità sul lago salato di Bonneville. 

Non solo quello che emerge a prima vista dalla carrozzeria interamente in alluminio battuta a mano e modellata non solo per poter essere montata sullo Sportster, ma anche in modo da renderla più affilata possibile ed aderente al corpo del pilota. Per conferire stabilità alle alte velocità si è reso necessario modificare le quote geometriche del telaio nella parte anteriore del cannotto di sterzo aprendo l'angolo di sterzo a 40 gradi ed allungando il telaio di 4 pollici ed abbinandolo ad un forcellone in tubi anche questo appositamente realizzato ed una forcella Narrow Glide da 39mm. 

I cerchi sono originali Harley-Davidson nelle classiche misure da 16 pollici al posteriore (di tipo lenticolare) e 19 all'anteriore. Il motore, salvo un carburatore Mikuni HS40 abbinato a filtro e scarichi aperti è interamente di serie (sono stati lucidati solo i condotti delle testate) ma è stato alleggerito privandolo del motorino di avviamento. L'opera di alleggerimento ha riguardato tutta la moto ad iniziare dal serbatoio dell'olio che è in alluminio ed incastrato perfettamente all'interno del telaio. Dato che si tratta di un mezzo che deve raggiungere solo record di pura velocità il freno anteriore è stato eliminato mentre quello posteriore è di serie con pinza freno a singolo pistoncino. 

Sembra che lo Sportster abbia raggiunto una velocità di poco inferiore alle 150 mph (240 km/h) !!!!!!!!!!!