Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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giovedì 30 novembre 2023

Sempre di moda!!!!!!




Chi è appassionato di vecchia data come il sottoscritto non può non ricordare i kit Storz  venduti dalla Numero Uno, che andavano tanto di moda negli anni novanta, rimasti sempre attuali!!!!!

Parlo sia del kit cafe racer di questa foto, sia di quello flattrack (meno diffusi in quel periodo) composto principalmente da sovrastrutture (serbatoio del carburante, codone e parafango anteriore) in alluminio battuto a mano, abbinato a semi-manubri o manubri da flattrack, pedane arretrate (in alluminio lavorate dal pieno) e forcella (generalmente Ceriani).

Costavano una vera fortuna ma rappresentavano il TOP. 

Trovare ora in giro moto con un kit degli anni novanta rappresenta una vera rarità, come questo Sportster 883 del 1997 al quale sono state apportate diverse modifiche anche al motore, con cilindrata portata a 1200 tramite pistoni ad alta compressione Wiseco che hanno comportato l'alesaggio dei cilindri originali, testate Screamin'Eagle, carburatore Mikuni HSR42, radiatore dell'olio, e scarico Supertrapp con terminale Vance & Hines.

Il cerchio anteriore è rimasto originale da 19 pollici, mentre il posteriore da 16 pollici è stato sostituito con un'unità (sempre a raggi) da 18 pollici con trasmissione finale a catena. Il reparto sospensioni ha visto la forcella originale lavorata internamente con l'aggiunta do olio più denso, molle progressive ed una piastra anti-svirgolo della stessa Screamin'Eagle, mentre posteriormente troviamo degli ammortizzatori di tipo progressivo con un maggior interasse. 

Gli interventi sulla ciclistica hanno comportato un diverso assetto sulla moto, più adatto ad una cafe-racer, conferendo una maggiore guidabilità, sebbene il comparto freni sia stato appena migliorato montando anteriormente un kit Performance Machine con pinza a sei pistoncini (quello posteriore è rimasto di serie).

Da rimarcare l'alto livello del kit Storz che si può notare soprattutto nella lavorazione delle pedane arretrate.

 

mercoledì 2 agosto 2023

Old Speed - 1998 Sportster 1200S scrambler






Basta poco,

veramente poco.

Un giorno sei al settimo cielo e pensi di avere tutto in mano

preso dalla routine di una vita che nelle grandi città si fa sempre più complicata

dove se non hai tutto, se non fai di tutto, non sei nessuno.

La cultura dell'apparire

in netto contrasto con quella dell'ESSERE.

Poi arriva un brutto momento. 

Un evento più o meno grave che ti offre le ragioni per cambiare la tua visuale.

Per molti è malasorte. Ma dalla malasorte si può imparare.

Allora comprendi.

Inizi a mutare la tua visione.

Non ti trasformi all'improvviso come pervaso da qualche spirito divino.

Cominci semplicemente a prendere la giusta distanza da molte situazioni che non portano a nulla.

E vuoi goderti più alcuni momenti.

Un'alba con la propria moto in riva al mare uno di quelli.

Questa potrebbe essere la moto giusta.

Un vecchio Sportster 1200S del 1998 con pochi e mirati interventi.

Parafango posteriore in alluminio, trasmissione finale a catena, pneumatici leggermente tassellati (Dunlop K70), manubrio largo. 

Questo solo per la parte ciclistica.

Il motore potrebbe pure rimanere di serie, ma un paio di tromboni realizzati in casa abbinati ad un carburatore Mikuni HSR 42 fanno la differenza.

Io, poi, amo colore blu. Questo blu. Vivace.

Colore utilizzato per questo blog e scelto poichè è anche il colore Buell e per me Buell è sinonimo di artigianalità vera, oltre a rappresentare in maniera perfetta il lato sportivo di Harley-Davidson.

Dicono che il colore blu rappresenti la calma, la lealtà, la profondità, l'equilibrio.

Non so se sia vero, ma sento un legame profondo con il blu.

Non posso quindi che amare questo Sportster 1200S in cui mi sono imbattuto per caso.

Avrei però lasciato i cerchi in lega.

E non tagliato i supporti del parafango.

Ma non tutti siamo uguali.

E va bene così.

mercoledì 12 luglio 2023

THE EXPONENT - 1998 Sportster 1200





Uno dei significati della parola "exponent" è "affiliato". Un termine utilizzato per definire il legame di uno o più soggetti di organizzazioni criminali, e quindi dotato di connotazione negativa. Nello sport l'affiliazione riguarda l'atto con cui una persona giuridica (società/associazione sportiva) entra a far parte, in quanto tale, del mondo dello sport. Soffermandoci sugli altri aspetti che in questo contesto non sono importanti, diviene interessante capire come il termine "affiliato" calzi a pennello per questo Sportster, denotando una sua appartenenza in qualche modo al mondo delle corse USA. 

Balza immediatamente all'occhio il telaio originale modificato nella parte posteriore, dove è stato saldato un telaietto con un attacco per ancorare centralmente un solo ammortizzatore che finisce disassato sul forcellone dotato di rinforzo

Poichè lo Sportster è stato elaborato in chiave street-tracker/flat-tracker, è stato necessario spostare il motore leggermente più indietro al fine di migliorarne la guidabilità, utilizzando piastre supplementari di ancoraggio dello stesso al telaio. Il peso è stato ridotto all'inverosimile costruendo da zero l'impianto elettrico ed eliminando molte parti superflue. Il serbatoio dell'olio, a causa del montaggio di un ammortizzatore centrale, è stato spostato nel bellissimo codone in alluminio fatto a mano, mentre la batteria si trova in posizione centrale proprio sotto la sella. La parte anteriore ha visto la costruzione di piastre di sterzo che lavorano sulla forcella originale da 39mm rivisitata solo internamente.

Anteriormente è stato montato un cerchio a raggi da 17 pollici, mentre posteriormente da 19 pollici. La scelta della misura del cerchio anteriore è abbastanza inusuale se lo scopo è quello di portare la moto sugli ovali in terra battuta, ma ha una sua logica se lo Sportster viene utilizzato prettamente su strada. I freni sono Performance Machine, con un solo disco da 13 pollici (330mm) montato anteriormente in puro stile motard. Per una moto del genere non si può che scegliere comandi arretrati Storz.

Il motore ha subito interventi importanti, pur se la cilindrata è rimasta di serie: testate lavorate con rapporto di compressione portato a 10,5:1 grazie anche all'utilizzo di pistoni marchiati J&E, alberi a cammes Andrews N-4, carburatore Mikuni a valvola piatta da 42mm, scarico due-in-uno artigianale libero.

Suggerimento: se per caso vi imbattete in uno Sportster con il telaio distrutto, potrebbe essere una buona occasione (denari permettendo) di realizzare una moto così. Sempre che abbiate velleità sportive......


venerdì 19 maggio 2023

2007 - XB MUTANT SPRINGER


 



Non ci crederete ma.....è una Buell!!!!!! 

Una di quelle cose da non fare assolutamente, dato che è sempre più difficile trovare esemplari di questo marchio, ma un incidente può cambiare la visione del mondo.......e questa XB proviene proprio da un incidente che ha coinvolto il proprietario (con moto ovviamente distrutta), il quale ha voluto omaggiare il nonno che vagabondava su un vecchio WL 750.

Prelevato il motore da quello che restava, e dopo aver buttato l'impianto ad iniezione sostituendolo con un carburatore Mikuni HSR 42 affiancato da un'accensione Screamin' Eagle ed un paio di scarichi Bassani, è stato nuovamente alloggiato in un telaio costruito dalla azienda statunitense Redneck Engineering che ha il cannotto di sterzo inclinato di trentotto gradi. L'idea è stata quella di avere un mezzo molto basso ed i cerchi da 16 pollici (con larghezza da 3,5 pollici davanti e 5,5 pollici dietro, abbinate a pneumatici Dunlop D251 nelle misure 150x80R16 all’anteriore e 200x60R16 al posteriore) sono fondamentali per ottenere questo risultato.

La forcella tipo "Springer" è stato un altro "must" del progetto. Il bobber, sebbene dotato di cavalleria in eccesso, è stato pensato con un impianto frenante che genera non pochi dubbi sulla sua reale funzionalità, dato che vede montato un singolo freno a disco posteriormente, sul quale opera una pinza in alluminio billet a sei pistoni ricavata dal pieno della Performance Machine, così come in alluminio billet ricavato dal pieno sono le pedane fornite da Jocker Machine.

Domanda che molti potrebbero porsi: perchè pubblicare una moto che in fondo non piace ????? 

La risposta è molteplice. Questo blog è dedicato a Sportster e Buell (anche se per il futuro non si esclude altro) e cerco di dare una panoramica su quanto si può realizzare con queste moto, pure nel caso di mezzi che possano suscitare qualche disappunto. Inoltre, se è vero che critico ampiamente chi "smembra" certi modelli per farne delle special, eppur vero che, come in questa situazione, non si può non apprezzare il grande lavoro svolto nella progettazione e nella costruzione di questa Buell, unita ad un ottimo risultato.

giovedì 4 maggio 2023

THE HOPE - 2001 Sportster 1200 scrambler





“The Hope”: la speranza. Nome azzeccatissimo per questo Sportster scrambler, verde come i prati, costruito per fare qualche divagazione in mezzo ai boschi, ma anche per fare la sua figura in qualche bike show di primo livello. 

Diversamente da altri scrambler proposti, che potevano essere facilmente replicati dentro al proprio garage, in questo caso bisogna essere dei veri e propri professionisti non solo in fase di realizzazione della moto, ma anche per quanto riguarda l'ideazione stessa. Ad essere sinceri, uno scrambler così rifinito va un poco contro la sua naturale vocazione, ma  talmente fatto bene che non ci si pensa.

E’ un progetto tutto nuovo dove pochissimo del modello originale è rimasto intatto. La parte più evidente del lavoro si nota sulla parte ciclistica (rimasta con le misure originali). Il telaio è stato tutto rimaneggiato con alcune parti modificate ed altre costruite, come il forcellone, i morsetti delle ruote ed il serbatoio dell’olio sagomato all’interno del telaio. La forcella, seppur di serie, è stata rivisitata internamente e sono state costruite nuove piastre di sterzo in alluminio ricavato dal pieno.

Neppure il motore (totalmente verniciato in nero goffrato) è sfuggito ad interventi, anche se non radicali: pistoni ad alta compressione in sostituzione degli originali (cilindrata 1200), valvole più grandi, carburatore Mikuni da 42mm con filtro dell’aria artigianale, scarico due-in-uno anche questo artigianale.

Un coppia di pneumatici tassellati Hidenau, montati su cerchi con misure originali, rappresentano un’ottima scelta per questo tipo di moto.


 

mercoledì 26 aprile 2023

Thè Giapponese - 2001 Sportster 883 cafe racer by Hirock Kyoto






Ci sono mille modi per interpretare uno stile di moto. Modi che risentono anche dell'influenza culturale del paese dove viene elaborata la moto stessa. Un cafe racer che si rispetti deve avere come base una meccanica non troppo moderna, semi-manubri, comandi arretrati ed una corta coda. Il tutto quanto più vicino possibile allo stile british degli anni cinquanta, fatto di ampio uso di alluminio e ricerca maniacale delle prestazioni attraverso la leggerezza.

Il proprietario di questo Sportster ha voluto un cafe racer che in qualche modo ricordasse gli anni ottanta attraverso grafiche evocative ed uso di materiali compositi al posto dell'alluminio e non avesse solo un effetto scenico, ma fosse una moto molto più performante dell'originale. 

Il noto pragmatismo nipponico ha permesso di avere un notevole risultato grazie alla collaborazione tra i preparatori di Nice Motorcyles e Plus Cycles. Il comparto ciclistico non vede stravolgimenti, poichè la forcella rimane di serie (anche se rivisitata internamente) ed ammortizzatori posteriori progressivi prendono il posto degli originali. Solo il montaggio di un cerchio posteriore da 18 (ed anteriore originale da 16 pollici, entrambi che calzano pneumatici  pollici Bridgestone Battlax) e di una trasmissione finale a catena in luogo dell'originale a cinghia dentata sono un piccolo azzardo rispetto al modello di serie. Il resto è completato da un paio di semi-manubri e comandi arretrati Storz.

Qualche cavallo in più al motore non di serie non guastava. La ricetta più semplice ed efficace è stato smontare completamente lo small-block per bilanciarlo di nuovo e dargli modo di ospitare pistoni più grandi in grado di portare la cilindrata a 1200, abbinandolo ad un carburatore Mikuni HSR 42 ed uno scarico due-in-uno artigianale. Pinze Brembo a quattro pistoni fanno coppia con dischi freno originali servono a calmare in tutta sicurezza i bollenti spiriti.

mercoledì 14 dicembre 2022

Vintage Twin - 1965 Sportster XLCH flat-track







Se pensiamo al flat-track ci viene in mente la grande diffusione di moto a tema in questo ultimo decennio, molte ad appannaggio di customizzatori di fama mondiale. 

Eppure l’epoca d’oro di questa disciplina non è quella attuale, anche se così sembra per la grande diffusione mediatica dovuta ai social-media, ma quella degli anni sessanta e settanta, dove la sfida tra Harley-Davidson e le rivali inglesi era sempre più serrata e fonte di costante evoluzione di ciclistiche e meccaniche. Laddove nella vecchia Europa ed in Giappone proliferavano le corse nel circuiti asfaltati, gli sterrati ovali erano l’emblema del mondo a stelle e strisce. 

Prima dell’avvento della celebre XR 750 nel 1970, a combattere contro l’armata britannica era la vetusta K a valvole laterali (nata agli inizi degli anni cinquanta) nelle diverse versioni succedutesi nel tempo. Una moto che, ovviamente, segnò il passo con i tempi. Il modello KR si caratterizzava per l’ottimo telaio (successivamente impiegato per far nascere l’XR 750) che è stato utilizzato per questa motocicletta. 

Il motore è quello di un XLCH del 1965 con alberi a cammes differenti dagli originali, che garantiscono una maggiore alzata delle valvole ed un tempo di apertura maggiore delle stesse. Inoltre sono state montate molle delle valvole molto più resistenti, sono state lucidate le teste per migliorare il flusso dei gas combustibili al loro interno ed è stato montato un carburatore Mikuni VM38 abbinato ad un filtro dell’aria Kehin. Gli scarichi sono drag-pipes replica degli originali dell’epoca. La moto ha circa 60 cv e sembra che abbia raggiunto quasi i 190 km/h (circa 120 mph) su un lungo ovale.

Questa motocicletta, infatti, è stata costruita con l’idea di partecipare alle gare di flat-track per moto vintage, quindi ha un impianto elettrico semplificato (con l’avviamento a pedivella), è priva del freno anteriore ed è fedele come aspetto alle moto dell’epoca, tanto è vero che anche il logo del serbatoio del carburante è lo stesso che avevano le vecchie KR da corsa. L’unico elemento di diversità rispetto alla KR è rappresentato dalla forcella che proviene da una Yamaha R6 ma è stata molto ben mimetizzata.

Una stupenda moto da flat-track che vorremmo avere in casa. E magari utilizzarla su strada con qualche piccolo accorgimento…...


mercoledì 16 novembre 2022

PERDETE PESO NON DENARO !!!!! - 1995 Sportster 883 custom






Sono tra coloro che vedono il custom come un modo per migliorare la propria moto, senza necessariamente dissanguarsi a livello economico, facendo interventi radicali, che non sono garanzia di un risultato di alto livello. Certamente, avendo a disposizione un budget importante si ha più libertà di scelta (a patto di avere altrettanto gusto), ma non è tutto conseguenziale.

Ecco un esempio di come realizzare un ottimo "middle custom" con pochè risorse, magari utilizzando un vecchio Sportster che avete comprato da molti anni oppure che vi ha lasciato in eredità qualche parente. 

Iniziate togliendo i parafanghi originali, questo contribuirà a rendere la linea della moto molto più filante. Se avete una buona manualità, utilizzate i supporti posteriori del telaio per ancorarvi un archetto, realizzato piegando un tubo tondo di non grande diametro, che possa reggere uno striminzito parafango in alluminio (su questo Sportster il tubo piegato è stato direttamente saldato, soluzione forse dal miglior effetto visivo ma che non consente di portare la moto come era in origine). 

Se siete dei meccanici provetti potrete pure divertirvi sostituendo il serbatoio dell'olio ed il supporto della batteria con qualcosa fatto direttamente da voi, ma non è fondamentale, perchè in questo caso è molto difficile. Lo scopo di questa operazione ???? Eliminare le sporgenze dal telaio....

Montate una coppia di ammortizzatori performanti (Ohlins in questo caso), pinze freno Performance Machine, una sella piatta con cuciture a rombo ed il gioco è fatto!!!!

Se poi volete ancora qualcosa, potrete mettere le mani su motore in maniera più o meno pesante, ma bisogna assolutamente rivolgersi a professionisti del settore. Il vecchio "small-block" da 883 cc è stato elaborato con testate Buell, pistoni Wiseco con alesaggio maggiorato (ora la cilindrata è di 1200 cc), nuovi cilindri, carburatore Mikuni HSR 42, scarichi drag-pipes corti con diametro da due pollici.

Cosa ne dite ????


 

mercoledì 12 ottobre 2022

SLEDHEAD BOBBER - Evolution Sportster 1200 bobber





La presenza di chopper e bobber su questo blog è nettamente inferiore rispetto ad altri tipi di special, la maggior parte delle quali sono con il tassello.

Si tratta di moto che non sono nelle mie “corde”, dato che amo la velocità e la competizione. Eppure, ogni tanto, rimango letteralmente rapito da bobber o chopper. Solitamente si tratta di mezzi ignoranti con il motore Sportster elaborato. Un “non senso” su questo tipo di motociclette, ma che fa molto cool e mi attrae come il miele fa con gli orsi.

Questo Sportster Evolution richiama le moto costruite anni addietro da Zero Engineering. Il telaio (anche se non sembra) è quello originale, modificato nella parte posteriore in modo da renderlo rigido e nella zona del cannotto di sterzo per avere un maggior angolo di inclinazione (41 gradi) ed un profilo ancora più allungato, che lavora su forcella Springer e cerchi da sedici pollici (con pneumatici Avon sm 500 Mk1).

Il motore, come si può immaginare, è stato elaborato pesantemente: cilindrata portata a 1200, teste Thunderstorm ad alta compressione, alberi a cammes e bobine  Screamin’Eagle e carburatore Mikuni con filtro a cornetto, scarico due-in-uno fatto in casa.

Completano l’opera la trasmissione finale a catena, il parafango posteriore a filo di ruota ed un colore marrone metallizzato che rende lo Sportster ancor più rozzo.

Da notare: il serbatoio dell’olio a botte, il tubicino che misura il livello della benzina ed i semi-manubri che fanno molto drag-racing.


mercoledì 4 maggio 2022

Downtown Racer - 1991 Sportster XLH 883







Siamo da sempre abituati a considerare il popolo giapponese (e gli orientali in genere) come un popolo estremamente pragmatico e metodico, abituato a fare scelte razionali che seguono logiche consolidate.

Si rimane perplessi quando dal paese del Sol Levante qualcuno rompe questi schemi. Così anche in tema di customizzazione delle moto.

Questo Sportster è un chiaro esempio di reinterpretazione dello stile "suburbano" in maniera del tutto sconosciuta.

L'idea da cui si è partiti è stata quella di avere una moto in grado di dare molte soddisfazioni anche sulle strade di montagna, ragion per la quale il primo passo da fare era migliorarne la guidabilità, riducendone il peso.

Si è reso necessario, quindi, montare una coppia di cerchi da 18 pollici (in luogo degli originali 16 pollici al posteriore e 19 all'anteriore) più larghi degli originali, sui quali sono stati montati pneumatici Continental Conti Road Attack 2. La cinghia dentata della trasmissione finale ha lasciato il posto ad una catena. 

Se la forcella è rimasta quella originale con steli da 39mm (pur se rivisitata internamente e dotata di barra antisvirgolo della Screamin'Eagle), posteriormente sono stato montati una coppia di ammortizzatori Ohlins più lunghi degli originali. Dischi flottanti con pinze Brembo sono assolutamente necessari per questo tipo di moto. 

Per ridurre il peso senza snaturare lo Sportster è stato modificato il telaio posteriormente aggiungendo un arco sul quale ancorare uno piccolo parafango in alluminio, utilizzato anche anteriormente. 

Il motore viene liberato solo attraverso il montaggio di un carburatore Mikuni HSR42 abbinato ad uno scarico due-in-uno totalmente libero e dall'andamento insolito (realizzato interamente a mano). 

La sella bianca cucita a mano dalla forma a silhouette ed il manubrio alto e stretto con il traversino sono altri elementi di spicco di questo Sportster del tutto atipico ma, se visto nella giusta ottica, con una buona dose di fascino.


venerdì 15 aprile 2022

1980 Harley-Davidson XR 750 street-tracker





Iniziamo da un concetto fondamentale: in Italia omologare per la normale circolazione su strada un XR 750 è impresa quasi impossibile, salvo trovare qualche "Santo in Paradiso" sborsando una quantità industriale di denaro, recarsi dagli amici tedeschi facendo affidamento sull'affidabile TUV oppure seguire le nuove "rotte balcaniche".  All'atto pratico, una volta riusciti ad omologare la moto in un paese della Comunità Europea ci si dovrà poi seguire l'iter previsto dalla burocrazia italiana. Ci vuole comunque molto tempo e questo non deve assolutamente scoraggiare se è stata trovata la moto dei sogni.

Questo XR 750 non è tenuto benissimo ma rende bene l'idea di come negli Stati Uniti abbiano una concezione nettamente diversa rispetto alla nostra quando si parla di Harley-Davidson dove queste moto, oltre a rappresentare orgoglio nazionale, vengono apprezzate per la loro essenzialità e longevità.

La moto, dopo aver corso in diverse gare di flattrack, è stata elaborata per poter essere utilizzata tutti i giorni, pur senza essere "civilizzata" troppo.

Oltre ad un doppio freno a disco anteriore con pinza a singolo pistoncino (è sufficiente per tutti questi cavalli ???) sono stati montati fari ed impianto elettrico, mentre la ciclistica è rimasta quella utilizzata nelle gare. 

Diversamente, il motore ha visto aumentare i cavalli (.....con il comando dell'acceleratore rapido bisogna stare molto attenti....) attraverso testate Axtell, due carburatori Mikuni, accensione Motoplat ed il doppio scarico Supertrapp. Per garantire maggiore affidabilità è stata montata una differente pompa dell'olio.

La moto è selvaggia all'inverosimile e fa venir voglia di fare qualche follia.....