Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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mercoledì 30 novembre 2016

REIR - XLH 1200 SPORTSTER

reir xlh 1200 sportster 2003 street tracker by asterisk side right

reir xlh 1200 sportster 2003 street tracker by asterisk side left

reir xlh 1200 sportster 2003 street tracker by asterisk engine

reir xlh 1200 sportster 2003 street tracker by asterisk engine

 

Differentemente da quasi tutte le street tracker costruite in Giappone, questo Sportster presenta anche una notevole cura a livello estetico.

 

Il “printing” di base è sempre lo stesso, con una notevole attenzione prestata all'aspetto prestazionale.

In più qui si è lavorato molto sui particolari estetici, tanto da poterlo quasi confondere con mezzi di tradizione europea. La moto di per se non è assolutamente male. Anzi. Però, forse, esce un poco troppo fuori dalla scuola nipponica per quanto riguarda l'aspetto puramente stilistico. 

L'utilizzo della vetroresina per creare serbatoio e codone posteriore, dando continuità ed armonia a forme rotonde ma non abbondanti è sicuramente un azzardo, così come l'impiego dell'alluminio in chiave ornamentale e non solo tecnica. Vedasi in questo senso i comandi a pedale e quelli al manubrio.

Per il resto il buon lavoro su ciclistica e motore attraverso ammortizzatori Ohlins, dischi freno flottanti di maggior diametro con relative pinze della Performance Machine, e l'ottenimento di qualche cavallo in più sul motore tramite uno scarico due-in-uno fatto in casa ed un carburatore Mikuni dotato di filtro dell'aria Rought Crafts.



martedì 27 settembre 2016

Shavonna Sportster Turbo

shavonna sportster turbo side right

shavonna sportster turbo side left

shavonna sportster turbo engine

shavonna sportster turbo engine and exhausts

 

Un tranquillo Sportster 883 ad iniezione che viene trasformato in una belva da strada grazie ad un kit turbo e numerose parti hi-tech.

 

 

Spesso ci si chiede quale sia il miglior modo per elaborare uno Sportster rendendolo una vera e propria “mangia asfalto”. Le possibilità sono infinite e dipende da quale connotazione estetica e tecnica si vuole dare alla moto, dal momento che lo Sportster è come una tela bianca sulla quale dipingere il quadro che si vuole.

Il customizer americano Jesse Rooke interpreta il concetto di prestazioni in chiave puramente moderna,  abbinando ad un kit turbo della Trask Performance (http://www.1957legend.it/2016/06/turbo-kit-accelerazioni-brucianti-per_8.html)  numerose parti in alluminio che migliorano  “l'handling” della moto e contribuiscono, nel contempo, ad addeguarne l'estetica.

Come detto il motore, salvo il montaggio di una turbina, non subisce modifiche (se non quelle strettamente necessarie per installare il nuovo componente e farlo funzionare al meglio)   http://www.1957legend.it/2016/06/aria-nuova-sportster-turbo.html

La ciclistica vede interventi sostanziosi, dal momento che si è dovuto lavorare sulla parte centrale del telaio, affinchè fosse in grado di ospitare il forcellone monobraccio dotato di singolo ammortizzatore.
Sul forcellone troviamo un bellissimo cerchio in alluminio billet a tre razze della Performance Machine da 18 pollici di diametro, sul quale calza un pneumatico Dunlop da 240 mm (!!!!!!!!!) di larghezza.
La stessa Performance Machine fornisce l'identico cerchio anteriore ma dal diametro di 19 pollici, che lavora su una forcella di tipo  “upside down” con steli da 50 mm.
Completano l'opera dei freni Brembo con pinze ad attacco radiale, serbatoio del carburante e codone Storz.

L'aspetto di questo Sportster è da vera e propria street-fighter, anche se alcune scelte operate da Jesse Rooke (come il serbatoio ed il codone Storz) fanno pensare che l'idea di fondo sia stata quella di costruire una street-tracker non tradizionale.

Qualche aspetto estetico di questo Sportster non convince, come verniciatura ed alcuni abbinamenti cromatici.
Per il resto si tratta di una realizzazione interessante che abbina abbastanza bene elementi tipici delle moto street-fighter, con altri delle street-tracker.

Da lodare la scelta di utilizzare il turbo per elaborare il motore.


UP: il forcellone con singolo ammortizzatore

DOWN: la bruttissima verniciatura 




martedì 28 giugno 2016

Miss Universe: custom Harley-Davidson Sportster racing

miss universe sportster racing by shaw speed side right

miss universe sportster racing by shaw speed side left

miss universe sportster racing by shaw speed front

miss universe sportster racing by shaw speed back

miss universe sportster racing by shaw speed fairing

miss universe sportster racing by shaw speed rear

Harley-Davidson Sportster Forty-Eight

miss universe sportster racing by shaw speed live photo

Il nome non poteva essere più appropriato per questo Sportster che ha perso totalmente la sua connotazione custom per acquistarne una racing.

 

Shaw Speed & Custom non finisce mai di stupire con le sue customizzazioni ed anche questa volta il risultato sorprende non poco.

La moto in questione è uno Sportster Forty-Eight che viene trasformato completamente su commissione di un facoltoso australiano, amante degli orologi.

Miss Universe, infatti, ha un forte richiamo a questo mondo ed è un mix di elementi che ricordano il passato con un tocco di modernità.

Le precise indicazioni del committente hanno portato i ragazzi di Shaw Speed ad effettuare un lavoro enorme smontando lo Sportster originario pezzo per pezzo.

Il telaio è stato modificato perimetralmente, nella parte anteriore, in modo da circondare il motore ed abbassare il serbatoio del carburante (all'interno del telaio così modificato vi è nascosto il serbatoio dell'olio). La parte posteriore, invece, è stata eliminata per far spazio ad un telaietto suplementare.

La ciclistica vede un forcellone costruito appositamente per questa moto più lungo dell'originale, che agisce su un cerchio da 21 pollici ed un ammortizzatore Ohlins, ancorato centralmente al telaio.
Di bellezza infinita la forcella tipo “girder” costruita attingendo alla tecnica delle Moto GP, sulla quale lavorano due dischi da 13 pollici e pinze a sei pistoni della Performance Machine. Anche il cerchio anteriore è da 21 pollici.

Il motore, invece, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non ha subito grossi interventi, a parte il montaggio di teste più performanti, un nuovo corpo farfallato ed uno scarico ad alte prestazioni.
Il resto dei lavori ha riguardato le sovrastrutture, molte delle quali costruite in casa, altre provenienti da altre parti (come la parte superiore della carena che è di una Ducati Panigale).

Miss Universe non solo è una moto bella esteticamente come poche, ma altrettanto intrigante per una serie di motivi. 
Vecchio e nuovo coesistono formando un insieme che solo gli occhi più attenti e preparati riescono a percepire. 
Più che di una moto customizzata, si può parlare di un vero e proprio gioiello, lontano anni luce da opere pacchiane e scontate in cui cadono molti customizzatori, quando si tratta di fondere stili e soluzioni tecniche appartenenti ad epoche differenti.

Per chi volesse ammirarla dal vivo non deve fare altro che aspettare EICMA 2016.


UP: il grande lavoro effettuato sul telaio e la splendida forcella tipo “girder”

DOWN: il colore dei cerchi



lunedì 16 maggio 2016

Ready to go!!!!!



 

Telaio rigido e motore Harley-Davidson Sportster: tutto quello che serve per viaggiare in libertà. Direttamente dal lontano 1998.....

 

Rovistando nell'album dei ricordi (vecchie copie della rivista Freeway Magazine Italia), mi sono imbattuto in questo chopper su base Sportster che ha attirato la mia attenzione. Non solo per la generale cura della realizzazione, ma anche per il fatto che quasi vent'anni addietro in Europa i chopper dal telaio rigido erano una prerogativa della scuola scandinava, svedese in particolare, anche se con delle peculiarità: lunghe forcelle, grossi pneumatici posteriori (spesso di derivazione automobilistica) e motori Panhead e Shovelhead utilizzati la maggior parte delle volte.
Sono quindi rimasto affascinato da questo chopper, oltretutto costruito in Francia, sulla base di un motore Sportster Evolution.
La moto in questione è un insieme di parti prelevate da alcuni cataloghi, cosa non sempre facile in quegli anni, poiché internet era appena nato e sconosciuto alla maggior parte delle persone. 
Il telaio è Paughco, cui sono state abbinate ruote anteriore da 21 pollici e posteriore da 16 con freni Performance Machine, dentro al quale viene installato un motore 883 dotato di carburatore S&S.
Il telaio rigido comporta, poi, lo spostamento obbligatorio della batteria dietro al motore.


UP: un chopper dal telaio rigido molto curato

DOWN:  il manubrio eccessivo
 


 


venerdì 26 febbraio 2016

Una scrambler per tutti!!!!!!







Uno Sportster scrambler costruito pensando a come erano queste moto negli anni sessanta e settanta, ma rivisto in un'ottica moderna. Il suo nome è H1 ed è stata costruita nella “Grande Mela”.

 

Non capita tutti i giorni qualcuno che ritenga una Harley-Davidson Sportster 1200 del 1999 la moto più adatta per costruire una scrambler estremamente duttile.
Solitamente si ripiega su altri marchi che hanno nel proprio catalogo mezzi più leggeri e di minor cilindrata, probabilmente più adatti all'utilizzo in questione.
VDB Moto va contro questa tendenza e costruisce una scrambler tanto bella e rustica, quanto versatile. Per riuscire in questo intento i ragazzi di Brooklyn hanno mixato sapientemente vecchio e nuovo.
Partendo dal telaio standard, si è provveduto ad accorciarlo posteriormente, creando poi una curvatura con tubi d'acciaio, per sostenere il corto parafango in alluminio costruito in casa insieme alla sella. La forcella originale è stata sostituita con una Showa a steli rovesciati, che lavora su un cerchio da 18 pollici (uguale a quello posteriore) con pneumatico  Continental TKC 80. La frenata è stata affidata anteriormente ad una pinza Performance Machine a 6 pistoni abbinata ad disco da 13,5 pollici, mentre posteriormente non si è intervenuti. Filtro aria Boyle Custom e scarichi artigianali tipo “shotgun” da oltre 2 pollici, privi di qualsiasi silenziatore, sono gli unici interventi sul motore, necessari per avere un poco più di potenza ed un sound da.....far tremare la terra!!!!
Completano l'opera il serbatoio del carburante proveniente da una Honda degli anni settanta modificato nell'imbocco della benzina ed altri particolari come il riposizionamento della chiave di accensione, la trasmissione finale a catena in luogo di quella originale a cinghia, ammortizzatori posteriori più lunghi ed un manubrio più basso, necessario per fornire una posizione di guida più caricata sull'avantreno.
Si tratta di un ottimo mezzo e ben riuscito, anche se i puristi potrebbero storcere il naso per alcune scelte tecniche come la forcella a steli rovesciati o il filtro dell'aria in alluminio.

UP: i ragazzi di VDB Moto sono riusciti a costruire una moto tanto rustica, quanto elegante in grado di soddisfare sia coloro che cercano nelle scrambler delle compagne di tutti i giorni per muoversi senza problemi nel caotico traffico urbano, sia quanti concepiscono questo mezzo nella sua connotazione più rude.

DOWN: la verniciatura del serbatoio brutta ed insensata come poche altre. I carter neri stonano non poco.



venerdì 5 febbraio 2016

Un chopper con un tocco british








Arriva direttamente dalla California, patria dei telai rigidi, delle lunghe forcelle e delle verniciature metal-flake, ma questa moto ha qualcosa di diverso.

Una verniciatura di color verde metallizzato che sembra richiamare i mezzi britannici ed una forcella “springer” finora poco utilizzata sui chopper costruiti utilizzando motori Sportster. Si tratta di una variazione sul tema che offre un tocco di personalità in più alle proprie realizzazioni.
Infatti, i ragazzi di Top Shelf Custom, pur realizzando un chopper seguendo lo stile convenzionale anche se non estremo (tipico dei paesi scandinavi) hanno voluto creare qualcosa che li facesse riconoscere immediatamente.
Oltre alla citata forcella “springer” (proveniente dal catalogo Custom Chrome), altro elemento caratterizzante è dato dal telaio rigido Paughco con serbatoio dell'olio, dotato di misure non estreme, sul quale è stato installato un motore Sportster 1200 del 1999 con pochi chilometri all'attivo, sul quale non si è assolutamente intervenuti nella parte meccanica. Le uniche modifiche in tal senso hanno riguardato il montaggio del “classico” carburatore Mikuni da 42 mm a valvola piatta (sempre più utilizzato in tutte le trasformazioni), con un filtro dell'aria Moon Equipment, abbinato a scarichi liberi “shotgun” realizzati appositamente.  Al telaio vengono abbinati due cerchi da 16 e 19 pollici dotati di pneumatici Avon ed impianto frenante fornito dalla Performance Machine. Completano l'opera parafango posteriore e sella con molle della West Eagle,  fari  Crime Scene Choppers.

UP: verniciatura e forcella
DOWN:  le bande per i collettori di scarico non in linea con lo spirito della moto.







lunedì 10 dicembre 2012

Airtech Sportster Project

Presentata diversi anni addietro a Daytona durante la Bike Week, la moto in questione è stata creata dalla nota azienda americana Performance Machine. Benchè la linea estremamente futuristica e sportiva mal si concili con l'arcaicità del motore dello Sportster, la moto in questione mantiene degli ottimi spunti di interesse, come il telaio in traliccio, l'attacco dell'ammortizzatore posteriore e del perno del forcellone in prossimità dei carter motore, pur senza utilizzare il motore stesso quale elemento stressato.