Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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mercoledì 18 gennaio 2023

FLATTRACK TRIBUTE - 2001 Sportster 883 street tracker







Iniziamo con una premessa: 1957legend nasce come blog sullo Sportster e forse andrà anche verso altre direzioni. Alla base vi è non solo la passione per questo modello di Harley-Davidson, ma per la motocicletta in generale e per gli sport motoristici. Logicamente, troveranno molto spazio gli Sportster votati alla velocità, con modifiche su ciclistica e motore in grado di esaltarne questo aspetto.

Questo Sportster del 2001 forse è la combinazione perfetta tra velocità sull’asfalto e flattrack.

La forcella Ohlins a steli rovesciati di una Ducati 1098, sulla quale si è dovuto lavorare non poco per adattarla al telaio dello Sportster, abbinata ad impianto frenante Brembo (anche al posteriore) è più indicata rispetto alla forcella di serie per lavorare sui circuiti asfaltati, dove vi sono frenate molto brusche con ampi trasferimenti di carico sull’anteriore. Per favorire il lavoro dei freni, è stata montata una pompa freno Brembo con serbatoio separato, su un manubrio a sezione variabile (è stato montato anche un comando dell’acceleratore rapido), con eliminazione dei comandi originali. Si è reso necessario semplificare l’impianto elettrico.

Posteriormente, non poteva che scegliersi ammortizzatori Ohlins dotati di serbatoio separato.

Sulle moto da flattrack i cerchi sono da 19 pollici, scelta obbligata anche in questo caso, dove posteriormente è stato montato un cerchio anteriore originale in lega ed entrambi sono stati dotati di pneumatici Shinko specifici. Qualche dubbio in proposito viene dalla resa di questo tipo di pneumatico sull’asfalto, dato che ha un disegno studiato appositamente per rendere al meglio sugli ovali in terra battuta.

Il motore originale da 883 cc, a parte un paio di pistoni S&S montati all’interno dei cilindri originali opportunamente alesati che aumentano la cilindrata a 1200, non è stato oggetto di altre attenzioni, salvo l’abbinamento con una coppia di scarichi alti Supertrapp, un filtro dell’aria aperto ed il relativo kit di carburazione.

La ciliegina sulla torta è rappresentata dalle sovrastrutture: il serbatoio del carburante è Storz in alluminio mentre il codone, in materiale plastico, è stato strutturato per contenere il faro al suo interno in modo da non avere angoli vivi ma una linea filante. 

La tonalità di blue scelta per la carrozzeria richiama apertamente i colori sociali Buell  e lo spirito racing “home made” di questo marchio, purtroppo definitivamente uscito di scena.


mercoledì 19 ottobre 2022

Streamliner Sportster - 1998 Sportster 1200





Quando si parla di Streamliner, il pensiero va sempre al mondo delle drag-race a due e quattro ruote, poiché si fa riferimento a mezzi dalla forma insolita assomiglianti a veri e propri missili. 

La costruzione del primo “streamliner” è avvenuta nel lontano 1972 per gare di drag-race anche se ora, nella maggior parte dei casi, questi mezzi dalla forma insolita vengono utilizzati principalmente per battere i record di velocità sul lago salato di Bonneville nello Utah in agosto.

Poco in voga tra i customizzatori, lo stile “streamliner” ha pochissimi adepti per la complessità nella ricerca delle linee.

Questo Sportster 1200 è stato costruito in Francia ed ha una carrozzeria interamente in alluminio modellata a mano, con parafanghi con dotati di rivetti. Quasi tutto è stato realizzato in casa, a partire anche dal forcellone tubolare in acciaio, dall’alloggiamento del manubrio, integrato nel copri-forcella, fino nuovo coperchio della batteria

Il motore è stato interamente ricostruito, pur senza subire modifiche, e l’impianto elettrico revisionato. L’unica concessione è stata fatta ad un filtro dell’aria a tromboncino, dotato di retina ed al montaggio di un paio di collettori Supertrapp, abbinati ad terminale proveniente da una Harley-Davidson Breakout.

Di pregevole fattura anche i cerchi costruiti appositamente in alluminio, con diametro entrambi da 19 pollici, dalla azienda Metalsport Wheels sui quali calzano pneumatici Avon Roadrider. Il reparto freni, con dischi, pompe e pinze è affidato alla Beringer.  Ci sono volute circa 1400 ore di lavoro per realizzare questo Sportster. Forse nemmeno troppe….   

venerdì 15 aprile 2022

1980 Harley-Davidson XR 750 street-tracker





Iniziamo da un concetto fondamentale: in Italia omologare per la normale circolazione su strada un XR 750 è impresa quasi impossibile, salvo trovare qualche "Santo in Paradiso" sborsando una quantità industriale di denaro, recarsi dagli amici tedeschi facendo affidamento sull'affidabile TUV oppure seguire le nuove "rotte balcaniche".  All'atto pratico, una volta riusciti ad omologare la moto in un paese della Comunità Europea ci si dovrà poi seguire l'iter previsto dalla burocrazia italiana. Ci vuole comunque molto tempo e questo non deve assolutamente scoraggiare se è stata trovata la moto dei sogni.

Questo XR 750 non è tenuto benissimo ma rende bene l'idea di come negli Stati Uniti abbiano una concezione nettamente diversa rispetto alla nostra quando si parla di Harley-Davidson dove queste moto, oltre a rappresentare orgoglio nazionale, vengono apprezzate per la loro essenzialità e longevità.

La moto, dopo aver corso in diverse gare di flattrack, è stata elaborata per poter essere utilizzata tutti i giorni, pur senza essere "civilizzata" troppo.

Oltre ad un doppio freno a disco anteriore con pinza a singolo pistoncino (è sufficiente per tutti questi cavalli ???) sono stati montati fari ed impianto elettrico, mentre la ciclistica è rimasta quella utilizzata nelle gare. 

Diversamente, il motore ha visto aumentare i cavalli (.....con il comando dell'acceleratore rapido bisogna stare molto attenti....) attraverso testate Axtell, due carburatori Mikuni, accensione Motoplat ed il doppio scarico Supertrapp. Per garantire maggiore affidabilità è stata montata una differente pompa dell'olio.

La moto è selvaggia all'inverosimile e fa venir voglia di fare qualche follia.....

martedì 12 aprile 2022

2010 - Sportster 883 R - km 38.000





Da sempre sono molto restio ad acquistare “special” preferendo una moto quanto più possibile originale o, al massimo, migliorata con pochi accessori. 

Il problema delle “special” non riguarda solo il prezzo richiesto (nettamente più alto) ma gli interventi che spesso non sono effettuati a regola d’arte. Mi è capitato di vedere numerosi Sportster con il telaio segato spacciati per ottime moto, così come io stesso stavo per acquistare un 883R a carburatore di cui mi sono accorto per tempo che aveva il motore elaborato in maniera grossolana.

Ovviamente la mia è una considerazione generica. Questo 883R è stato elaborato direttamente dal dealer con diverse parti parti speciali (motore portato a 1200 cc, doppio scarico Supertrapp alto, trasmissione finale a catena ecc.) e gode della garanzia del concessionario. 

Questo vuol dire il dealer stesso è sicuro del fatto che la moto venduta sia in ottimo stato. Passando ad altre considerazioni, i chilometri non sono pochissimi ma il prezzo, a fronte dei notevoli lavori eseguiti, è corretto, considerando che gli Sportster hanno raggiunto quotazioni stellari.  

https://www.moto.it/moto-usate/harley-davidson/sportster/883-r-2008-16-xl-883r/8706035

giovedì 17 febbraio 2022

XR 750 del 1972 - Street Tracker






Il blog 1957legend è dedicato a Sportster e Buell (con motore Harley-Davidson Sportster o derivato da esso) ma sport e corse sono da sempre nel mio DNA, logicamente molto spazio viene dedicato alle moto con una inclinazione sportiva. Questa volta mi sono imbattuto in un XR750 stradalizzato. Possibile ???? Le leggi statunitensi probabilmente permettono di omologare mezzi da corsa a patto che rispettino determinati standard di sicurezza (…..e forse di rumore….). Sarebbe interessante, sul tema, riuscire a raccogliere informazioni dettagliate, perché in Italia omologare un XR750 penso sia operazione praticamente impossibile salvo dissanguarsi economicamente. Si può prendere la scorciatoia di alcuni paesi europei, ma anche in questo caso la strada non è semplice come possa sembrare in astratto.

Tornando a questo XR750, si tratta di uno dei primi esemplari con le teste in alluminio ed il doppio carburatore e sembra che il motore sia stato utilizzato nell’anno 1972-73 da Cal Rayborn, Mert Lawwill e Scott Brelsford, anche se non si hanno maggiori informazioni a riguardo.

Per stradalizzare la moto è stato necessario montare freni (doppio disco anteriore con pinza a singolo pistone), dotarla di impianto elettrico ed avviamento (a pedivella). 

Strano l’abbinamento di una forcella tradizionale (pur se abbinata ad un ammortizzatore di sterzo) stradale con un paio di performanti ammortizzatori Ohlins. 

Il motore è rimasto di serie con il doppio scarico Supertrapp sul lato sinistro. Purtroppo non si conoscono altri dettagli riguardo al chilometraggio del motore ed al fatto se sia stato smontato e revisionato completamente oppure sia ancora quello che ha corso molti anni addietro. L’unico dato certo è che ha mantenuto le caratteristiche di serie con quasi 90 cv ad 8000 giri. 

Certo che se in Italia si decidessero a riformare seriamente il Codice della Strada semplificando le norme per le omologazioni di parti e moto speciali…...

giovedì 13 gennaio 2022

Fiammante!!!!! - Sportster dragster 1996






Negli anni novanta il mondo custom in Italia era praticamente allo stato embrionale trascinato, come si può ben immaginare, dal fenomeno Harley-Davidson, soprattutto da Carlo Talamo e dalla sua Numero Uno. Fu un fenomeno che si espanse in pochissimo tempo, grazie molto anche alle riviste specializzate (Freeway Magazine su tutti) che diede modo a realtà imprenditoriali di nascere e svilupparsi nel tempo. Iniziarono a venire organizzati eventi e nacque anche il Campionato Italiano Dragster, sulla scia di quanto stava accadendo in alcuni paesi europei. Le preparazioni a tema, praticamente inesistenti fino ad allora, iniziarono a vedersi.

Lo Sportster di questo articolo apparve nel 1997 ed, oltre ad essere molto bello esteticamente è anche interessante dal punto di vista tecnico. Basamento del motore e telaio sono di serie (anche se quest'ultimo è stato verniciato e sottoposto a "molding"), ma su tutto il resto si è intervenuto di brutto nell'ottica di spremere ogni cavallo disponibile dallo "small block" sul minor peso possibile.

Partiamo dal motore. La cilindrata è rimasta di serie (1200 cc) ma quasi tutto il resto è stato cambiato. 

Imbiellaggio S&S, pistoni forgiati JE, cammes Andrews, punterie Crane, carburatore S&S Super G, accensione Dyna, testate STD, molle e valvole Manley, scarico Supertrapp, portano il rapporto di compressione all'impressionante cifra (per l'epoca) di 12:1.

Telaio e forcella sono di serie ma sono stati abbinati a cerchi PM da 18 pollici e freni forniti dalla stessa ditta ed una trasmissione finale a catena (la cinghia sarebbe stata fatta a pezzi alla prima partenza....). Poi tutta una serie di dettagli come il coperchio del pignone ed il serbatoio dell'olio fatti a mano.

La potenza ?????

Dato che la moto fu costruita dai ragazzi di Harley-Davidson Speed Shop di Firenze (a quei tempi erano officina autorizzata Americana), fate un salto da loro e chiedete se hanno buona memoria!!!!!!!!

martedì 14 dicembre 2021

Sportster 1200S by Roberto Rossi





Inauguro con questa moto la nuova sezione "BUY" dove inserisco gli Sportster (e Buell) che vedo in vendita e, per qualche motivo, potendo comprerei di corsa. La scelta delle moto avverrà in maniera del tutto casuale (cioè non effettuando ricerche mirate o con cadenza temporale), controllando gli annunci presenti sui portali che vanno per la maggiore, elencando quelli che, secondo me, sono gli elementi che mi hanno colpito. Di contro, non farò alcuna menzione delle moto in vendita che non mi piacciono.

Inizio da questo Sportster 1200S. La moto è stata costruita da Roberto Rossi (volto assai noto nel panorama custom e sulla cresta dell'onda a cavallo tra gli anni novanta e duemila). 

La carrozzeria interamente in alluminio verniciata a mano è il pezzo forte di questa moto, che tra le sue armi ha anche i pochi chilometri all'attivo (circa tredicimila), il carburatore e filtro aria Screamin'Eagle, il doppio scarico Supertrapp da flat-track e gli ammortizzatori più performanti. La cifra richiesta di per se non è bassa (sono sempre 9000 Euro) ma la moto è bellissima e, dato non indifferente, si tratta di una di quelle special con modifiche reversibili, cioè che può essere riportata in conformazione originaria

Personalmente la moto mi fa impazzire e cambierei solo la colorazione che, a mio avviso, non rende bene al 1200 S così elaborato. Tra l'altro, ho un debole per il 1200 S con testata a doppia candela ed amo su questa moto le elaborazioni che ne esaltino il carattere sportivo o racing. 


mercoledì 3 novembre 2021

Thunderbird Sportster





Torniamo ancora molto indietro nel tempo con questo Sportster customizzato seguendo fedelmente i dettami dell'epoca.

Siamo nel 1996, periodo che potremmo definire di nascita del fenomeno custom (sebbene l'inizio delle elaborazioni sulle moto vada ricercata molto più indietro nel tempo....)  trainato in Italia dalla Harley-Davidson con Carlo Talamo e la sua Numero Uno che, almeno in questa fase, trova poco riscontro sui rotocalchi (se si eccettuano le famose pubblicità dello stesso Carlo Talamo che ogni tanto appaiono su vari tipi di riviste). Accanto alle moto personalizzate con qualche accessorio si iniziano a vedere custom particolarmente curate, che rispondono a canoni ben precisi, dove l'alluminio billet è elemento trainante, in controtendenza a quanto accadrà molti anni dopo con l'affermarsi della tendenza "dark-custom". 

Diverse aziende ed officine, intuito il trend, avevano iniziato a produrre parti per Harley-Davidson e si erano convertite al custom, anche se non in maniera totale.
Lo Sportster di queste pagine ha qualcosa in più: il telaio verniciato e sottoposto a "molding" (cioè quel procedimento volto all'eliminazione delle imperfezioni). Il motore Evolution 883 è tutto lucidato e potenziato attraverso alberi a cammes Andrews, Carburatore S&S Super E, scarico due-in-uno Supertrapp. Ciclistica con forcella dotata di steli da 41 mm ancorati a piastre larghe OMP, maggiormente inclinate di sei gradi (uno dei must di quegli anni), cerchi Arlen Ness da 18 e 21 pollici, forcellone JMC, freni Performance Machine (fino a quando venne introdotta di serie la pinza freno a doppio pistone fu fondamentale sostituire l'impianto frenante originale se si voleva stare un poco più tranquilli......).

Il nome scelto per Sportster di per se non dice nulla, ma facendo un passo indietro a quegli anni, ha molto di evocativo. Nel 1994 la Triumph presentò la sua prima "modern-classic" che tanto avrebbe fatto successo: la Thunderbird. 

Carlo Talamo, che da qualche anno aveva iniziato l'importazione con successo delle moto inglesi attraverso la sua Numero Tre, ne approfittò per creare qualche special dall'indubbio appeal come ad esempio il Thunderbird Sport.

In questi giorni ricorre l'anniversario della scomparsa di Carlo Talamo e lo Sportster di queste pagine fa battere molto il cuore.....

venerdì 29 gennaio 2021

Black Wings






Negli anni novanta, soprattutto in Italia, la tendenza verso la customizzazione degli Sportster andava in una precisa direzione: ciclistica prelevata da qualche “jap” di ultima generazione o, comunque, “modernizzata” e motore elaborato all'inverosimile.

Il “dark custom”, poi diventato di serie, si sarebbe affermato molto tempo dopo. Le prime elaborazioni  “dark” fecero scalpore, come le due creazioni di Carlo Talamo e della Numero Uno (anche se non su base Sportster) come “La Suora” e “Fate l'amore e non fate la guerra”. 

Lo Sportster apparso sulle pagine di Freeway nel 1995 è fedele alla filosofia dell'epoca: forcella Ceriani a steli rovesciati (la stessa di qualche kit approntato dalla Numero Uno) che lavora su un cerchio da 16 pollici (una novità per l'epoca ) con disco flottante da 320mm e pinza a quattro pistoni marchiata Brembo, ammortizzatori posteriori più bassi degli originali di tipo progressivo (altra novità in quegli anni....).

Il motore, fiore all'occhiello di questa elaborazione, viene spremuto a dovere aumentando la cilindrata da 883 a 1200 cc tramite pistoni Wiseco e montando alberi a cammes Andrews, carburatore Mikuni HSR 42 e scarico due in uno Supertrapp. Viene rinforzata la frizione sostituendo l'originale con una Barnett e montato posteriormente un cerchio più largo (sempre da 16 pollici come l'originale), montando la trasmissione finale a catena.


mercoledì 2 dicembre 2020

Spanish Flyer






Negli anni novanta la tendenza per customizzare gli Sportster  (quando non si voleva realizzare un bel chopper con telaio rigido) era più o meno una: ciclistica prelevata da qualche “jap” sportiva, motore elaborato pesantemente, verniciatura vistosa. Questo prima che negli anni duemila si affermasse il fenomeno cafe racer e, un decennio più tardi, si iniziasse ad esplorare infinite forme di customizzazione.

Specialmente in Francia si poneva molta attenzione all'aspetto cromatico, fondamentale per supportare un'ottima elaborazione.

Nel 1997 sulla rivista Freeway Magazine Italia appare questo Sportster costruito in Spagna seguendo quella logica. La base di partenza è un 883 del 1991 con cambio a cinque rapporti e trasmissione finale a cinghia, sul quale viene montata una forcella a steli rovesciati prelevata da una Suzuki GSX-R 750, abbinata a cerchi della Performance Machine in lega da 17 pollici di diametro con canale da 3.5 (anteriore) e 4.5 pollici al posteriore.  La stessa azienda fornisce anche i dischi freno, molto in voga in quegli anni.

Il motore subisce un notevole aumento di potenza grazie alla cilindrata portata a 1427 cc tramite pistoni Axtell, carburatore S&S Super G dotato di Thunderjet, cammes Redshift, aste Crane, scarico due-in-uno Supertrapp.

Troviamo una serie di altri componenti di pregio come le pedane arretrate Storz, specchietti Arlen Ness e carrozzeria di tipo “warbird”, altro elemento che per un periodo di tempo è stato utilizzato in molte preparazioni.


venerdì 27 novembre 2020

Flattrack 750 by Harley-Davidson Monza





E' la bellissima  “special” realizzata da Harley-Davidson Monza, ma non ha come base uno Sportster......


Molti sicuramente storceranno il naso e riceverò diverse critiche, anche a fronte del fatto che questo blog è dedicato allo Sportster (seppur con qualche piccola divagazione), ma questa motoretta la dovevo assolutamente pubblicare e dire la mia, anche se è conosciuta da tempo.

Prima di continuare a leggere rispondete ad una semplice domanda: avete mai provato la Street-Rod 750 ?????? Se non lo avete fatto, provatela quanto prima, liberi da pregiudizi sul fatto che non sia una  “vera” Harley-Davidson.

Di certo la Street Rod 750 è molto “plasticosa” e se togliete il logo sul serbatoio potrebbe sembrare tranquillamente una di quelle tante moto cinesi dai nomi improponibili che circolano da tempo. Ma provate a salirci sopra e prima ancora a girale un poco intorno.....

Io l'ho provata dagli amici di Harley-Davidson Jesi e mi sono ricreduto!!!! Se cliccate qui leggerete le mie impressioni  e potrete farvi un'idea.
Tanto per fare un paragone, poco prima della Street Rod 750 ho provato la Royal Enfield Interceptor 650 (sulla quale sono salito nuovamente poco tempo addietro) che, seppur ottimamente realizzata, dalle linee coinvolgenti, dall'incredibile fascino “british” e dal prezzo giusto, lascia a desiderare in quanto a pure sensazioni di guida, se paragonata alla Street Rod 750 la quale, al contrario, è un “brutto anatroccolo”.

Della Flattrack 750 ho avuto modo di parlare con l'amico Paolo Ghirindelli del blog Due Cilindri il quale dopo aver visto (e penso anche provato) la moto me ne ha tessuto le lodi. Molti sui social ne hanno parlato malissimo ed una persona che l'ha comprata si è detto pentita perchè per l'idea che aveva in testa forse era più indicato uno Sportster da trasformare in casa. 

Diciamola tutta: è una moto da fighetto. Una moto che possono permettersi in pochi, perchè i 13.400 Euro richiesti sono tanti denari (anche se giustificati dalla qualità dell'elaborazione), soprattutto se si pensa che con poco di più (13.900 Euro) si compra il nuovo Softail Standard con motore da 1746 cc (!!!!!!!!). Certo, non si parla di una cifra impossibile, ma la moto è di fascia medio-alta. 

Però nella Flattrack 750 c'è moltissima sostanza. Più di quanto sembri. La moto, pur essendo praticamente di serie a livello tecnico (salvo i pneumatici da flat-track, il filtro dell'aria aperto ed il terminale Supertrapp) è stata rimaneggiata con una cura incredibile e la massima attenzione ai molti particolari. Evidente è lo spostamento di tutte le varie tubazioni del motore, nonché della loro sostituzione con altro materiale. Non immediatamente percepibile è la generale opera di alleggerimento a livello globale. Ad Harley-Davidson Monza sono riusciti non solo a rendere fascinosa una moto obiettivamente brutta, ma ad esaltarne il carattere.

Entra poi in gioco un altro aspetto, ma qui si esula dal mero lavoro sulla moto.
Guglielmo Zappa, attingendo ai suoi trascorsi (oltre venti anni a maneggiare vendere Harley-Davidson.....) “Talamiani”, ti vende non solo una bellissima “special”, ma anche un'idea. E qui sta principalmente il suo abile lavoro di marketing e comunicazione a cui facevo riferimento sopra, parlando dei suoi trascorsi. La linea di abbigliamento dedicata ed altri gadget che vengono dati insieme alla moto ne aumentano moltissimo il fascino.

Ora non mi resta che provarla non appena sarà possibile. Evitando poi di indebitarmi fino al collo per comprarla......




 


mercoledì 11 novembre 2020

Smanett-One!!!!!



 
                                       
                                                                         
          

Le preparazione in chiave racing degli Sportster, in Europa negli anni novanta, era sostanzialmente quella che si vede su questa moto apparsa sulle pagine della rivista italiana Freeway Magazine del 1995: si interveniva a fondo sul motore (talvolta anche sulla ciclistica adottando cerchi e forcelle prelevati da "jap" sportive), si montavano parafanghi in materiale plastico (prelevati da qualche catalogo) e si verniciava la moto in maniera abbastanza vistosa. Semi-manubri e pedane arretrate erano d'obbligo, seppur il concetto di cafe-racer si sarebbe affermato come moda negli anni duemila. 

Su questo Sportster 883 del 1989 (con trasmissione finale a catena e cambio a quattro rapporti) è stato cromato anche il telaio. Il motore è stato elaborato secondo la ricetta dell'epoca che prevedeva carburatore (nello specifico S&S Super E), motore portato a 1200 cc con pistoni dal diametro più grande (quasi sempre si utilizzavano i Wiseco dello stesso peso degli originali), alberi a cammes dal profilo più spinto (Andrews come in questo caso o Screamin'Eagle) e scarico due-in-uno Supertrapp (raramente venivano adottati altri scarichi). In più sono state lucidate le teste e rifatto completamente l'imbiellaggio.

A parte la verniciatura, negli anni questo modo di rivisitare gli Sportster in chiave quasi pistaiola ha fatto tendenza.