Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

mercoledì 9 ottobre 2019

Sportstard!!!!!!

sportstard sportster 1200 super motard

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Ecco cosa succede quando si pensa (eppoi si costruisce) uno Sportster in chiave motard! 


Da sempre mi soffermo sul fatto che lo Sportster è una “moto totale” che permette di trasformarla a piacimento ed utilizzarla in una infinità di modi. Trasformazioni a non finire ne ho viste fin dal lontano 1992, quando comprai il primo Sportster e, dopo poco, uscì in edicola in primo numero della rivista “Freeway Magazine”. Sportster rivisitati in chiave motard, però, ne ho trovati pochissimi  ed anche su questo blog possiamo annoverarne al massimo un paio.

Alcuni dei principi cardine delle motard sono la leggerezza unita a quote ciclistiche assai “svelte” (poco interasse e ridotta inclinazione della forcella). Probabilmente questo è il motivo principale per cui non si vedono trasformazioni a tema. Pensiamo solo al peso del motore Sportster ed allo spazio che occupa all'interno di un telaio.....

Eppure qualcuno ha dimostrato che, con gli ovvi limiti, lo Sportster può diventare un bel motard, anche se non basta montare sospensioni allungate, diminuire interasse ed angolo di sterzo, abbinandoci cerchi da 17 pollici (della WRP con pneumatici Michelin Pilot Supermotard).
Bisogna partire da un telaio adatto, avendo ottimi riferimenti sul tema (come ad esempio la KTM con la sua Supermotard 950).

Chi ha progettato lo “Sportster motard” ha deciso di prendere il telaio di una Yamaha YZF ed adattarlo al “piccolo” V-Twin americano  (….con le opportune modifiche ovviamente....), abbinandolo ad una forcella Kayaba da 46mm. 

Per avere le quote ciclistiche di un motard, si è capito che il lavoro avrebbe dovuto riguardare la trave posteriore del telaio (dalla sezione quadrata) in modo da avvicinare quanto più possibile il perno del forcellone. 
Con una ciclistica simile era un vero peccato lasciare il motore di serie. Il 1200 Sportster è stato smontato completamente subendo un pesante intervento.

L'albero motore di serie ha lasciato il posto a quello Buell, mentre dalla Screamin'Eagle arrivano gli alberi a cammes SE203 e l'accensione elettronica a doppia scintilla. Per il carburatore la scelta è caduta sul “classico” Mikuni da 42mm con valvola a ghigliottina. Le teste sono state lucidate, mentre i pistoni rimangono di serie. Lo scarico è Vance & Hines.  

I freni sono Nisin ed arrivano da una Fireblade. Il grosso lavoro sul telaio ha comportato la costruzione di molte parti come il serbatoio dell'olio, ed il nuovo posizionamento di altre, come la batteria. Sebbene si sia voluta mantenere la linea dello Sportster, utilizzando il serbatoio “peanut” originale, si è riusciti a contenere il peso in soli 163 kg (!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!)


mercoledì 2 ottobre 2019

Hot dragster!!!!!

sportster xlch dragster double engine

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Un “mostro” old-school.


Incute terrore solo a guardarlo questo dragster costruito secondo la vecchia tradizione. Il motivo è semplice: doppio motore Ironhead 1000 di due esemplari di XLCH montato in un unico telaio. 

Un lavoro difficilissimo. Si deve tener presente che il telaio si può rompere e che i due motori possono non funzionare in maniera armonica. Il progettista ha lavorato sul funzionamento dei due motori che al minimo girano come se fosse un singolo motore Harley-Davidson, mentre agli alti regimi assomigliano ad un quattro cilindri nipponico. Poiché la trasmissione dello Sportster Ironhead è fragile, per contenere la potenza notevolmente aumentata e le molte vibrazioni è stato installato un cambio a quattro velocità prelevato da un Big Twin del 1980. 

Il telaio è stato appositamente studiato e costruito con tubi in acciaio, abbinato ad una forcella proveniente da una Ducati 750 Imola degli anni settanta, opportunamente abbassata e lavorata per avere anche un “custom look”. I cerchi sono in alluminio da 18 pollici. I due motori, a parte una revisione totale, non hanno subito interventi, salvo il montaggio di due carburatori S&S Super B con trombette di aspirazione ed un doppio scarico due-in-uno. Quasi tutto il dragster è stato costruito a mano. Il serbatoio dell’olio è contenuto all'interno del piccolo codone in alluminio, mentre quello del carburante si trova nella tradizionale posizione e segue il profilo della moto. 

Mette paura la scelta dell’avviamento a “kick-start” invece di quello tradizionale con il classico motorino d’avviamento, ma probabilmente è motivato da ragioni tecniche. Questo mostro è stato esposto allo “Yokohama Hot Rod Custom Show” del 2018.

giovedì 26 settembre 2019

Misumi Engineering

forty eight misumi engineering

forty eight misumi engineering

forty eight misumi engineering


Parti speciali direttamente dal Giappone.


Dopo aver visto delle pedane arretrate ottimamente realizzate, siamo andati a curiosare su questo sito nipponico, trovando molte parti interessanti. Si tratta per lo più di lavorazioni di alluminio, ma vi è un catalogo da vedere che comprende anche parti prodotte in Italia. 
Il sito è in Giapponese e non semplice risulta la navigazione, ma forse vale la pena darci un'occhiata.
Sul Forty-Eight della foto si possono notare i bellissimi cerchi in alluminio billet.
Non vi resta che consultare il sito: www.misumi-eg.com 

martedì 24 settembre 2019

XR 750 Style: flat-track rules!!!!

sportster 1200 S xr 750 replica

sportster 1200 S xr 750 replica

sportster 1200 S xr 750 replica

sportster 1200 S xr 750 replica

sportster 1200 S xr 750 replica


La leggendaria XR 750 ispira questo Sportster costruito in Giappone sulla base di un moderno motore Evolution. 


Riuscire a trovare una XR 750 è un'impresa difficile oltre che assai dispendiosa, può venire in mente, allora, di costruirsene una in casa utilizzando uno Sportster 1200 S del 2001, miscelando abilmente parti aftermarket, con elementi realizzati in casa. Il gioco di per se non è difficile, dato che non sono stati apportati piccoli cambiamenti al modello di serie, intervenendo in maniera leggera sul motore ma non sul telaio che rimane di serie, così come dalla forcella.

Tutto parte dal gruppo serbatoio del carburante-sella-codone, fedele replica dell'originale, abbinato a tabelle porta numero ed una mascherina anteriore con faro integrato (elemento di diversità rispetto alla XR750). I cerchi originali (in lega) vengono sostituiti da una coppia di Excel da 18 pollici, scelta incomprensibile per una moto che deve essere la replica di una moto da flat-track, ma che può avere un senso logico in chiave di utilizzo stradale e giornaliero. 

Per scelta del costruttore, la coppia di dischi freno originali lasciano il posto ad un unità Brembo dello stesso diametro dotata di pinza a quattro pistoncini  ritenuta ugualmente performante ma con un effetto ottico diverso. Tale scelta comporta anche il montaggio di una diversa pompa del freno. Pedane arretrate della Misumi Engineering, così come il kit di trasmissione finale a catena in luogo dell'originale a cinghia dentata. Il forcellone rimane originale ma viene ancorato ad una coppia di ammortizzatori racing più lunghi.

Il motore resta di serie, salvo un carburatore FCR con filtro dell'aria K&N, abbinato ad uno scarico due-in-uno con terminale conico leggermente rialzato.


martedì 17 settembre 2019

XR 1200 TT

sportster xr 1200 xr 750 tt replica

sportster xr 1200 xr 750 tt replica

sportster xr 1200 xr 750 tt replica

sportster xr 1200 xr 750 tt replica


E' figlia degli anni settanta ma arriva direttamente dal nostro tempo.


Tra le tante elaborazioni su base Sportster non mi era mai capitato di vedere utilizzata come base per una trasformazione racing anni settanta una XR 1200. La logica vorrebbe che per una connotazione racing utilizzasse questo modello dotato di più potenza rispetto ai tradizionali Sportster, in modo da evitare di mettere le mani sul motore e rischiare di incorrere in problemi di affidabilità. A livello estetico l'XR1200 non è il massimo a causa di una linea fin troppo moderna.


Eppure questa trasformazione, a parte alcuni dettagli come l'andamento del doppio scarico Vance & Hines, è interessante, ricordando molto il segmento “heritage” delle moto attualmente in produzione connotate da una meccanica e ciclistica moderna abbinati ad aspetto vintage.


Le sovrastrutture, che sono l'aspetto più importante di questa trasformazione, sono state progettate e costruite appositamente in fibra di vetro, con un'insolita forma del serbatoio del carburante, molto largo nella parte anteriore e quasi a voler ricordare più le moto da endurance degli anni novanta che la XR750 TT.


La forcella è di serie, ma è stata sostituita la piastra superiore dello sterzo e montati una coppia di semi-manubri. A parte una coppia di ammortizzatori posteriori sportivi tutto il resto è di serie. Il motore, infatti, ha beneficiato solo dello scarico, di un filtro dell'aria più aperto e della mappatura della centralina.


giovedì 12 settembre 2019

S.Eustachio!!!




Il flash di una domenica può generare molta curiosità......


Domenica stavo tornando verso casa dopo un bel giro con il mio Sporty quando vedo in lontananza una figura a me familiare un Forty-Eight ritoccato. Nell'avvicinarmi scopro un bellissimo serbatoio maggiorato con vernice bicolore (anzi tricolore, considerando il bianco al centro) invecchiata e qualche altro dettaglio come lo scarico due in uno ed il filtro dell'aria aperto. Poca cosa se si pensa a molte moto elaborate che si vedono in giro, ma quanto basta per incuriosirmi. Riesco a scambiare qualche parola con il rider, che la sera mi manda le foto.
Ottima scelta dei pochi interventi!!!! 


martedì 10 settembre 2019

XLCH Beach Racer

sportster xlch beach racer old school bobber

sportster xlch beach racer old school bobber

sportster xlch beach racer old school bobber

sportster xlch beach racer old school bobber

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…..della serie prendi un vecchio Sportster e giocaci sulla sabbia!!!!!


L’idea di costruire questo Sportster è nata dalla voglia di partecipare alla Race of Gentleman in New Jersey, gare per moto d’epoca sulla spiaggia. Il proprietario, però, da sempre attratto dalle moto costruite negli anni quaranta, le ha volute in qualche modo replicare. 


La scelta è caduta su questo XLCH del 1970 il cui motore è restato originale, salvo l’aggiunta di un filtro dell’aria aperto costruito in casa ed un paio di terminali aperti. Il telaio, dopo essere stato completamente smontato, è stato sverniciato e privato di tutte le piccole imperfezioni. Il passo successivo è stato quello di saldare tubi nella parte posteriore e trasformarlo in rigido, cui è stata abbinata una forcella di tipo “Girder”, abbinata a ruota da 16 pollici con freno a tamburo Royal Enfield (mentre al posteriore è tutto originale) e pneumatici Dunlop.


L’elemento trainante di tutta l’elaborazione è stata la famosa moto inglese Brough Superior, presa a modello in ordine alle scelte da effettuare, come ad esempio il piccolo faro montato sopra all’ampio manubrio, tipico delle moto dei pionieri. Per replicare una moto di molti anni è fondamentale ottenere un notevole effetto invecchiamento. 


In questo caso il risultato è stato ottenuto combinando la scelta ed il posizionamento di molte parti con il lavoro di invecchiamento di telaio e carrozzeria. All'atto pratico questo Ironhead è un mix tra un bobber, una vecchia moto da corsa ed, effettivamente, un mezzo degli anni quaranta. Molto intrigante!