Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

domenica 5 settembre 2021

Lunga vita ai dealer!!!!!!


Gli amici della concessionaria Harley-Davidson Route 76 Jesi si preparano a festeggiare, con molto orgoglio, il raggiungimento dei dieci anni di attività. Questa ricorrenza, che vivo con particolare enfasi visto il legame di amicizia che ho con loro, mi fa riflettere molto su quanto sia importante, per alcuni marchi di motociclette che fondano il loro brand soprattutto sulla tradizione, avere un radicamento nel territorio. 

Ovviamente nel mondo Harley-Davidson gli amici di Jesi non sono i soli, ma molti si sono persi per strada per una serie di motivi. Dico da tempo che probabilmente, anche alla luce della pandemia, andrebbero riprogettato il dealer Harley-Davidson soprattutto in Italia. 

Logiche commerciali mutuate dal modello americano dei "mega store" non hanno ormai più senso, anche alla luce dell'infinito sviluppo dell' E-Commerce e della possibilità che stanno iniziando alcuni marchi di personalizzare la moto on-line, per poi vederla direttamente dal concessionario. 

Il rischio nel perseverare in questa politica miope è la chiusura (....come è avvenuto purtroppo.....) di concessionari storici a causa delle enormi spese di gestione divenute insostenibili. Ogni dealer che chiude è un danno di immagine a Milwaukee, ma forse non si è capito. Occorre quindi, come detto, non solo ripensare le concessionarie HD in termini dimensionali, ma anche logistici. 

Carlo Talamo studiò a fondo la faccenda in modo da non avere troppe concessionarie vicine ma giustamente distanziate e posizionate. E' l'unico sistema per garantire un futuro florido. Nell'augurarsi che passi questo concetto......Buon Compleanno Jesi!!!!!!

mercoledì 1 settembre 2021

Gamma Sportster 2004

sportster models 2004

sportster models 2004

Il 2004 rappresenta l'anno del cambiamento nella gamma Sportster. Le versioni in gamma sono quattro.

Dopo tanti anni, Harley-Davidson mette mano in maniera importante a quello che per molti è il suo modello di punta: lo Sportster. 
I numeri di vendita sono importanti, ma da tempo si sente la necessità di rendere la moto molto più confortevole, adatta soprattutto al pubblico europeo che la utilizza a trecentosessanta gradi.
Viene ridisegnata la parte centrale del telaio, il motore montato su supporti elastici, allargato il pneumatico posteriore.
La nuova versione si connota anche per un altro cambiamento epocale: la frizione diventa molto morbida e permette un utilizzo dello Sportster nel caotico traffico cittadino senza problema al braccio.

883 Standard: il modello d'accesso monta cerchi a tredici razze, motore satinato, serbatoio del carburante da 12,5 litri, comandi centrali, manubrio stretto e sella monoposto. 

883 Custom: rispetto alla versione standard si notano il cerchio anteriore a raggi da 21 pollici, il grosso serbatoio del carburante (17 litri), motore e teste verniciate a polvere (grigio per intenderci), ma le differenze sono anche altre come il cerchio posteriore lenticolare, i comandi avanzati e l'altezza da terra che si riduce a 668mm (contro i 693 della Standard). Il manubrio è sagomato diversamente per una migliore ergonomia.

1200 R:  il motore cresce di cilindrata così come potenza e coppia. I cerchi sono nelle classiche misure (per lo Sportster) da 16 e 19 pollici, in lega dotati di tredici razze, motore e teste verniciati a polvere, doppio freno a disco, verniciatura esclusiva (in tinte che non si trovano su altre versioni). Cresce l'altezza della sella che sulla 1200 R è di 713 mm.  

1200 Custom: rispetto alla 883 Custom beneficia di numerose cromature per motore ed altre parti, oltre alla verniciatura bicolore. Per il resto troviamo il cerchio anteriore a raggi da 21 pollici, comandi avanzati, serbatoio da 17 litri.

giovedì 26 agosto 2021

Top Gun!!!!





Nel 1995 Freeway Magazine presentò questo Sportster "street-legal" preparato per le gare di accelerazione da Carl Morrow. Vi dice nulla questo nome ???? Bene. Continuate a leggere..... 

Tra le moto che in quasi due anni erano apparse sulla rivista, questa suscitò curiosità perchè, diversamente dalle altre elaborazioni in chiave dragster, talmente estremizzate da apparire quasi irreali, questo Sportster manteneva la sua versatilità, pur secondo i concetti a "stelle e strisce"......

Avendo come riferimento il telaio originale trasformato in rigido, con l'aggiunta di barre posteriori al posto degli ammortizzatori, ancorate all'altezza del perno ruota, il motore è stato elaborato mantenendo il basamento originale, con la cilindrata portata a 1556 cc, con testate ad alta compressione progettate direttamente da Carl Morrow insieme agli alberi a cammes CM6, mentre il carburatore utilizzato è S&S: il celebre Typhoon verrà progettato dopo. Ora avete capito di chi parlo????? Di colui conosciuto come "Carl's Speed Shop", dedito al culto dei cavalli vapore per i motori di Milwaukee per moltissimi anni . 

Sembra che questo Sportster sia stato un ottimo progetto perchè la popolarità di Carl Morrow in quegli anni è cresciuta moltissimo. 

Capitai nel suo negozio quasi per sbaglio nel lontano 1998, quando andai alla Bike Week di Daytona. Ricordo perfettamente che rimasi molto impressionato sia dal negozio stesso e dalla quantità di parti speciali messe in evidenza, sia dalla grande disponibilità di quanti vi lavoravano all'interno,  anche se la visione della velocità era rivolta unicamente al quarto di miglio. Peccato che da qualche tempo abbia chiuso i battenti.


 

giovedì 19 agosto 2021

Desert Rat Sportster

desert rat sportster 1200

desert rat sportster 1200

desert rat sportster 1200

desert rat sportster 1200

Nelle caldi estate una delle prime cose che viene in mente da fare è quella di inforcare la propria moto e partire. Tra i tipi di moto che solleticano il palato,  specialmente in questo periodo dell'anno, vi sono le scrambler. La voglia di mare necessita spesso di una moto ancor più specifica, in grado di affrontare senza problemi la sabbia. Costruirsi una "desert" su base Sportster, come in questo caso, può risultare un gioco abbastanza semplice utilizzando, oltretutto, come base i modelli Sportster che meno piacciono. Mi riferisco agli 883 standard ad iniezione prodotti poco prima del modello 883 Iron, anche se in questo caso è stato utilizzato un 1200 del 2015.

Partiamo dai pneumatici: i Pirelli MT 60 sono l'ideale per qualsiasi scrambler ed adatti praticamente per ogni terreno, oltretutto si trovano nelle misure indicate all'interno della carta di circolazione e, quindi, rispettando il Codice della Strada. Per le sovrastrutture si può montare un serbatoio maggiorato presente sullo Sportster Superlow (al contrario non si deve montare assolutamente il piccolo "peanut" da 8 litri del Forty Eight), ma anche utilizzare l'originale. Importanza notevole rivestono i parafanghi. 

L'ideale è ricorrere ad un paio in alluminio come quelli di questo 1200 (ve ne sono in giro una infinità a prezzi più che onesti) ma si può optare anche per un parafango posteriore di seconda mano usato e riprofilato. Importante è che la linea della moto sia "snella". Si possono montare ammortizzatori posteriori più lunghi ed avere maggior escursione anche sulla forcella, come in questo caso, oppure lasciare l'assetto stock. 

Un paracolpi in alluminio sul telaio è un altro accessorio indispensabile, così come un manubrio con il traversino. Passiamo ad un aspetto molto delicato: la parte posteriore del telaio (qui sono stati eliminati i supporti originali del parafango e costruito un "archetto" che ha permesso di montare una sella dalla sagomatura differente) che può essere lasciata tranquillamente stock, cambiando solo la sella ed il fanale posteriore. Ultimo discorso gli scarichi. Una coppia di scarichi alti sono un "must" (qui sono stati montati degli Iron Cobras), ma si possono tenere anche i collettori originali, montando un paio di terminali corti.

Per la prima volta faccio una stima molto approssimativa della spesa cercando di tenermi largo con i prezzi ma molto contenuto con gli interventi:

-250 Euro i Pirelli MT 60

-300 Euro coppia di parafanghi grezzi in alluminio 

-250 Euro tra fanale posteriore con portatarga e manubrio

-150 Euro un paratelaio (vi sono da tutti i prezzi e mi sono tenuto nella media)

-400 Euro terminali corti

totale circa 1400 Euro.

A questo importo possiamo aggiungere

-400 Euro una sella artigianale

-1500 Euro per gli scarichi completi

-250 Euro per l'acquisto di un serbatoio maggiorato

qui arriviamo a circa 2200 Euro che sommati a quelli di prima diventano 3600 Euro cui vanno aggiunte le spese per la manodopera (da quantificare), salvo si faccia tutto in casa da soli. 

giovedì 5 agosto 2021

Devil Inside



Negli anni novanta il "custom", almeno nel Vecchio Continente era abbastanza standardizzato: chopper nel Nord Europa, qualche bobber in quella continentale ma, per lo più, moto elaborate senza seguire uno stile ben definito (qualcuno si ispirò ad Arlen Ness). 

Gli Sportster, come detto più volte, spesso venivano incattiviti abbinando la ciclistica di "jap" sportive ad un motore con il basamento di serie elaborato in maniera più o meno importante. Trionfava, comunque, l'alluminio billet e qualche azienda anche in Italia (come PSP) era entrata nel mercato. 

Vedere qualche Sportster dall'aspetto selvaggio, magari con finiture "black" di moda oggi, era molto difficile. Altrettanto difficile era trovare chi verniciasse il telaio originale, come lo Sportster di queste pagine, nato nel 1996 in Francia. A parte la forcella di un Suzuki GSX-R ed un paio di ammortizzatori posteriori Fournales, la ciclistica è originale. L'elaborazione del motore segue la prassi consolidata dell'epoca con cilindrata portata a 1200 e carburatore Mikuni. 

Insolito lo scarico Devil Gun utilizzato sugli Sportster che correvano la "French Cup". 

giovedì 29 luglio 2021

NUDA ED AMERICANA - Sportster "sport" by HD Speed Shop Firenze




Questo Sportster, apparso nell'ottobre del 2000, rappresenta l'evoluzione delle preparazioni in chiave sportiva che si erano iniziate a vedere all'inizio degli anni novanta. Dopo quasi un decennio, la tendenza a trapiantare quasi totalmente ciclistiche di giapponesi sportive sugli Sportster, lascia il posto ad elaborazioni mirate con parti costruite "ad hoc". 

Su questo Sportster costruito dall'allora Americana Firenze (ora Harley-Davidson Speed-Shop Firenze) viene montata una forcella GCB Ceriani da 43mm a steli rovesciati, che Carlo Talamo e la Numero Uno avevano iniziato a montare qualche anno prima su diverse elaborazioni a tema.  Molte aziende, sulla scia di questa nuova tendenza, avevano iniziato a produrre parti performanti per la ciclistica degli Sportster. 

A livello ciclistico la moto è completata da un forcellone JMC in alluminio attaccato ad ammortizzatori Progressive più lunghi degli originali, una coppia di cerchi a raggi Akront da 18 pollici (al posto degli originali da 16 al posteriore e 19 all'anteriore) ed impianto frenante completo fornito dalla Brembo (con due dischi da 330mm e relative pinze a quattro pistoni). 

Così studiato lo Sportster offre un assetto neutro a favore di una maggiore guidabilità. Il motore, seppur lasciato nella originaria cilindrata 883, viene elaborato lavorando le teste al flussometro e montando un kit Screamin'Eagle composto da aste, bilancieri e valvole, oltre ad un carburatore Mikuni da 42mm (il kit della Screamin'Eagle era composto da un carburatore da 40mm con valvola a farfalla) ed uno scarico due-in-uno con terminale Vance & Hines.

Non tutti sanno che i ragazzi di Firenze, all'epoca, si cimentavano nelle gare dragster, ragion per cui avevano accumulato una notevole esperienza e bravura in tema di elaborazione motori pari solo ai tecnici della Numero Uno Italia e come pochissimi altri dealer della penisola.   

mercoledì 21 luglio 2021

Mono - Shock Sportster Street-Tracker





Prendi un vecchio Sportster dei primi anni ottanta ridotto non tanto bene. Decidi poi di farne uno street-tracker senza fronzoli, preoccupandoti solo dell'essenza. Ecco il risultato: una moto rude che sembra mal curata, con dettagli in puro stile "yankee" , ma che nasconde soluzioni interessanti e, soprattutto, non è una "show bike"!!!!

Tralasciando il bellissimo serbatoio del carburante proveniente da un XLCR1000 in fiberglass ed il codone in vetroresina da flat-track, si può notare che lo Sportster ha perso qualcosa......parliamo del doppio ammortizzatore posteriore!!!!! Il telaio non è diventato rigido. Anzi. E' stato ancorato un solo ammortizzatore all'interno del telaio in posizione centrale, tramite un apposito attacco saldato. Questo intervento ha comportato il riposizionamento della batteria e del serbatoio dell'olio. L'ammortizzatore lavora su un forcellone rinforzato nella parte posteriore. Forcella e freni sono stock. 

Il vecchio Ironhead del 1980 è stato rinvigorito con un paio di teste performanti Thunderheads, un carburatore Mikuni da 40mm ed un paio di scarichi alti. L'abbondanza di cromature sul manubrio dalla piega insolita, il grande faro anteriore e qualche altro dettaglio in netto contrasto con una street-tracker (ma perchè non si è intervenuti anche su forcella e freni ????) sono il marchio di fabbrica di questo Sportster elaborato che, a prima vista, si capisce che proviene dagli States!!!!!