Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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mercoledì 20 maggio 2020

Strana creatura








Il concetto di  “digger”, con telaio basso ed allungato anteriormente all'inverosimile, è parzialmente rivisto.


Pensando ai “digger” costruiti dal guru del custom Arlen Ness, sembra una moto molto equilibrata questo Sportster XLX del 1982. 

Se non fosse per qualche particolare come il telaio rigido verniciato in tinta con la carrozzeria e lo strano serbatoio del carburante, forse potrebbe passare anche per un cafe racer reinterpretato secondo altre logiche logiche. Si vede la tradizione nipponica nella sobrietà dei colori e nell'assenza di cromature. E' una moto molto vicina a noi europei pur se il concetto stesso di “digger” è nato negli States.

Motore stock interamente smontato e revisionato (tranne il basamento), filtro dell'aria a trombetta e scarichi drag-pipes. La ciclistica è stata invece realizzata partendo da un disegno sul classico foglio di carta che poi si è evoluto in un progetto ben definito dove quasi ogni parte è stata appositamente realizzata. La scelta di montare un avvolgente cupolino delle moto da endurance degli anni settanta è intuizione a dir poco geniale.  

 

giovedì 27 febbraio 2020

Tributo al "Maestro" americano.

harley davidson sportster ironhead 1970 digger

harley davidson sportster ironhead 1970 digger

harley davidson sportster ironhead 1970 digger

harley davidson sportster ironhead 1970 digger

harley davidson sportster ironhead 1970 digger

La fama di Arlen Ness arriva anche in oriente, ispirando questo “digger” su Sportster Ironhead del 1970.


Il tema dei “digger” è tanto caro ai seguaci di Arlen Ness che ne hanno fatto dapprima un fenomeno di “elite” legato agli Hamster, per poi diventare vero e proprio culto. Telai “low”, con cannotto di sterzo allungato ed inclinazione esagerata dello stesso, unitamente a verniciature psichedeliche, cromature in abbondanza, motori potenti, “alluminio billet” a profusione, rappresentano il “must” di questo tipo di moto, diffuse quasi solo negli States.

Tuttavia qualche “digger” si vede anche altrove. 

In Giappone, ad esempio, hanno pensato bene apportare piccole variazioni sul tema, tralasciando il luccichio delle cromature e non curando le finiture, oltre a non utilizzare l'alluminio. Ne esce fuori, così, una moto grezza ed essenziale, reinterpretazione in chiave nipponica dei “digger”, con il motore originale pazientemente cesellato nel basamento e dotato di un carburatore doppio corpo Dell'Orto (unica modifica apportata).

La verniciatura non fa sobbalzare in quanto ad originalità o appariscenza così come alcune finiture apportate sul resto della moto, ma la realizzazione è molto interessante anche se, ad oggi, questo tipo di moto hanno scarsa diffusione.