Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

giovedì 12 ottobre 2017

Sportster XLCH - 1968

sportster xlch 1000 my 1968 new color military green side right

sportster xlch 1000 my 1968 new color military green side left

sportster xlch 1000 my 1968 new color military green

sportster xlch 1000 my 1968 old paint side right
Before new life

Un Ironhead 1000 viene riportato all'originario splendore dentro al garage di casa!


In questi ultimi tempi ampio spazio è dedicato alla storia dello Sportster, da quando è uscito dalla catena di montaggio, fino ai giorni d'oggi.
Ci occupiamo, quindi, anche di qualche restauro ben eseguito, sebbene non conforme in tutto e per tutto all'originale. Moto che ridotte veramente male che hanno trovato nuova vita. 

Uno dei principali problemi, specialmente nel vecchio continente, è sia la reperibilità di molte parti di ricambio per alcune moto, al fine di avere un restauro che corrisponda alla versione originale. La questione praticamente non si pone per i motori Evolution, di cui vi si possono trovare una quantità di ricambi impressionante. Per i vecchi Ironhead il discorso cambia

Questo XLCH è stato smontato completamente, a causa delle brutte condizioni in cui si trovava e della volontà del proprietario di portarla a nuovo. Il telaio, così come il serbatoio dell'olio, il filtro dell'aria, lo scarico ed altre parti, sono state verniciate a polvere. Il cerchio posteriore è stato raggiato nuovamente, mentre l'anteriore è stato sostituito con un altro non più in lega, ma a raggi anche questo.

Il motore, sebbene funzionasse senza problemi, aveva i suoi anni e diversi chilometri sulle spalle, per cui sono stati sostituiti pistoni,  valvole e lavorate le teste. La sella singola marrone ed una verniciatura verde oliva-militare, seppur non corrispondente all'originale, hanno completato l'opera. 

Purtroppo non si hanno notizie sulla cifra spesa per il restauro, ma pare non sia elevata.
  



martedì 10 ottobre 2017

XLH - 1958/1972

sportster xlh 1958 blue and white

sportster xlh 1958 red and white side right

sportster xlh 1958 red and white side left

sportster xlh 1971 boat tail blue side right
XLH 1971 boat tail

sportster xlh 1971 boat tail green side right
XLH 1971 boat tail

sportster h logo

sportster xlh 1958 adversiting

La versione più potente della XL da cui nacque la CH.


Una trattazione a parte deve essere effettuata per la XLH, anche a causa del fatto che rimase in produzione molto a lungo. 
La moto prese vita quando a Milwaukee decisero di incrementare la potenza alla XL. Ciò avvenne attraverso una serie di interventi come  l'aumento del rapporto di compressione dagli originari 7,5:1  a 9:1, del diametro delle valvole e l'adozione di punterie più leggere. Venne montato un cambio più robusto ed una frizione in bagno d'olio. Queste soluzioni fecero aumentare la potenza del 12%. 
Nel 1957 la moto aveva circa 40cv che divennero 45 nel 1958. 

Il nuovo motore fu chiamato Sportster H, grazie ad un'idea del marketing, per differenziarlo dal semplice motore dello Sportster.  Da qui prese il nome XLH

La nuova XLH era una moto minimalista, destinata a far sognare le giovani generazioni. Durante un arco di tempo di circa dieci anni subì piccoli ma costanti  interventi. Dal 1958, vennero create diverse versioni dello Sportster, contraddistinte da differenti lettere. La C indicava una versione scrambler con ruote tassellate (di cui si poteva scegliere la misura al momento dell'acquisto), la lettera H, come detto, indicava il nuovo motore più potente, mentre la R era riferita alle versioni racing. 

Vi furono, così, numerosi modelli e sigle, a seconda del tipo di motore montato e della connotazione: XL, XLH, XLC, XLCH ed XLR XLR di cui abbiamo già parlato.

Tra il 1970 ed il 1971 la XLH venne presentata con un rivoluzionario parafango posteriore chiamato  “boat tail”, il cui design era ispirato al mondo nautico, creato da Willie G. Davidson  (montato anche sulla Super Glide), ed abbinato ad un faro tondo di chiara ispirazione automobilistica. Queste modifiche cambiarono la linea dello Sportster drasticamente, rappresentando il primo esempio di customizzazione realizzato direttamente dalla Company
La nuova linea non incontrò il successo previsto e di XLH ne furono prodotte meno di 4000 esemplari (contro i 6800 della XLCH prodotte nello stesso anno). 

Il 1972 fu un anno molto importante per lo Sportster, in quanto venne portata la cilindrata a 1000 grazie all'alesaggio maggiorato. La potenza salì a 61 cv con una velocità massima di poco inferiore ai 190 km/h. Tale scelta fu fatta per competere con la concorrenza inglese e giapponese, ma la moto restò comunque vecchia, con notevoli vibrazioni e molto faticosa da guidare. Nonostante fosse stato introdotto il freno a disco, l'evoluzione fu talmente lenta che si cercò in qualche di correre ai ripari. Inoltre altri problemi afflissero la Company. I famigerati sixties,  gli anni della ribellione giovanile, finirono. La moto cambiò improvvisamente pelle diventando un mezzo affidabile non più solo per determinate categorie di persone. A questo cambiamento contribuì molto l'industria giapponese con i suoi quattro cilindri estremamente potenti, ma altrettanto affidabili, che necessitavano di pochissima manutenzione. In breve tempo le Harley-Davidson diventò la moto dei  “delinquenti” e dei poliziotti.  

Dal 1957 al 1972 vennero costruite 82.300 Sportster e, ben presto, altre novità avrebbero riguardato questa moto......


venerdì 6 ottobre 2017

Doppelgangar WL Style Sportster

harley davidson wl sportster black and white side right

harley davidson wl sportster black and white side left

harley davidson wl sportster black and white engine

Molto simile alle Harley-Davidson WL 750 degli anni'40, questo Sportster mischia un sapore retrò con qualche elemento moderno.


La Harley-Davidson WL 750 è la versione civile e meno conosciuta della celebre WLA in dotazione all'esercito americano e molto utilizzata in occasione della Seconda Guerra Mondiale. Molte WLA sono state trovate nel vecchio continente, contrariamente alla versione civile, divenendo nel tempo veri e propri oggetti di culto.

Qualche Harley-Davidson elaborata in stile WL/WLA si è vista negli anni ma non vi è stato un vero e proprio filone custom che ha coinvolto professionisti del settore.

Tempo addietro vi avevamo proposto un bellissimo Sportster costruito in chiave WLA,  ora mostriamo questa bella realizzazione proveniente dall'Inghilterra ed ispirata, invece, alla versione civile.

Un lavoro importante che ha avuto come base uno Sportster 1200 del 2003 completamente smontato, di cui non si è tenuto praticamente nulla. 

Come si può notare nemmeno il telaio è originale, sostituito con uno di tipo rigido, abbinato ad una forcella di tipo “Springer”,  due cerchi da 16 pollici ed enormi parafanghi. Gli elementi di modernità molto visibili sono forniti dai due grossi dischi del freno e dalle relative pinze, dal cambio a pedale, dalla corona sulla quale si muove la catena invece della tradizionale cinghia e da qualche altro dettaglio.

Per il resto si tratta di un'ottima realizzazione e molto curata, anche se avremmo optato per un'altra verniciatura. La domanda che ci si pone è perchè il filone WL non sia mai esploso all'interno delle customizzazioni su base Harley-Davidson. Probabilmente perchè vi è poca libertà di espressione sul tema.

UP: progetto molto curato
DOWN: alcuni visibili elementi di modernità e verniciatura impersonale

martedì 3 ottobre 2017

XLR - 1961

harley davidson xlr 1961 red side right

harley davidson xlr 1961 red side left

harley davidson xlr 1961 red front right angle

harley davidson xlr streamliner at bonneville with cal rayborn
XLR streamliner and Cal Rayborn at Bonneville

E' tempo di record!


Si trattò di una versione più esasperata della XLCH, nata ad opera del reparto corse per le gare da dirt-track. 

Questa moto si differenziò dalle precedenti H, il cui sviluppo era iniziato nel 1958, per alcuni aspetti che ne esaltavano lo spirito racing. 

Fu adottato lo stesso telaio della KR, ma irrobustito con due tubi nella parte in prossimità del cannotto di sterzo. Gli ammortizzatori, come sulla KRTT, erano stati montati appena dietro alla sella. Il gruppo termico in ghisa venne alleggerito attraverso dei fori fatti a mano.  Il magneto spostato davanti al cilindro anteriore, al posto della dinamo, invece che sul carter destro. Si intervenne su alberi a camme, teste, volani, pistoni e valvole diverse. 
La moto sviluppò quasi 80 CV su 136 chili. Rimase in produzione fino al 1969. 

Nel 1970 Cal Rayborn stabilì il record di velocità di 427 km/h sul lago salato di Bonneville con lo streamliner. 

venerdì 29 settembre 2017

Tropical Sportster cafe racer

tropical sportster cafe racer side left

tropical sportster cafe racer side right

tropical sportster cafe racer tank

tropical sportster cafe racer engine

Ispirato alle realizzazioni di “mostri sacri” del custom come Deus e Wrenchmonkees, questo Sportster rappresenta l'essenza minimalista cafè.


Serbatoio, manubrio e sella sono gli elementi fondamentali che bisogna scegliere con cura, per avere un'ottima cafe-racer. Quando si azzecca la combinazione di questi componenti la realizzazione sarà più che buona, anche se difetterà in qualche altro aspetto. 

Nel modificare questo Sportster del 1990 si è proprio partiti da questo principio.

Il serbatoio artigianale, i semi-manubri e la sella singola danno l'impostazione di guida caricata in avanti, oltre a donare alla moto un aspetto “old”. Si deve poi aggiungere il grosso lavoro effettuato sul telaio, che ha comportato un riposizionamento della batteria, il montaggio di un serbatoio dell'olio realizzato a mano ed il rifacimento dell'impianto elettrico, ora semplificato. 

L'assenza di verniciatura mette in mostra il metallo vivo, conferendo allo Sportster un aspetto ancor più artigianale e minimalista, esaltando le lavorazioni fatte a mano, come le pedane arretrate, lo splendido scarico alto e numerosi altri particolari quali, ad esempio, il porta batteria.

Sebbene imposto dalla filosofia costruttiva di questo Sportster, è da criticare ancora un volta la scelta di segare il telaio posteriormente.  


UP: abbinamento sella-serbatoio-manubrio

DOWN: i pneumatici Firestone


mercoledì 27 settembre 2017

Sportster: al centro del mondo!!!!!!

open day 2017 hd adversiting by hd savona

Per divulgare l'OPEN DAY del 7-8 ottobre 2017, il dealer di Savona usa l'immagine di uno dei modelli Sportster del 2018.


Harley-Davidson ha da poco presentato alla stampa la rinnovata gamma dei modelli Big Twin per il 2018. Modelli che tagliano con il passato sotto molteplici aspetti. Gli OPEN DAY sono l'occasione per farli conoscere al grande pubblico. Potrebbe apparire strano che, a fronte della situazione ora descritta, al centro del messaggio pubblicitario vi sia invece uno Sportster. 

Ma lo Sporster non è solo uno dei modelli Harley-Davidson più venduti in Italia (se non il più venduto...), ma è anche l'anello di congiunzione tra il mondo Harley ed il motociclismo tradizionale, per una serie di motivi che vanno dal prezzo in linea con le concorrenti, alla grande guidabilità

Quale miglior testimonial per presentare la nuova gamma ????

martedì 26 settembre 2017

XLCH - 1958

sportster xlch 1958 blue and white

sportster xlch 1958 red and white

sportster xlch racing 1958 black and white
XLCH Racing

sportster xlch 1958 adversiting

Nata per gli smanettoni.


Dal 1958 lo Sportster subì degli aggiornamenti miranti ad esaltarne la performance.  
Nacque la XLCH,  ove la sigla CH significava “Competition Hot” (per alcuni la sigla sta per “California Hot”).  

Si trattò principalmente di modifiche riguardanti il motore attraverso la modifica delle testate, dotate di valvole maggiorate, nuovi alberi a cammes dal profilo più spinto, pistoni bombati e punterie alleggerite. 

In linea con il carattere racing della moto, vennero montate delle sovrastrutture minimaliste. Con la XLCH iniziò anche la storia del “peanut tank”, il piccolo serbatoio da otto litri che, per anni, caratterizzerà la linea dello Sportster. In origine la sua adozione fu imposta da necessità legate alle competizioni.  Agli inizi degli anni cinquanta le gare di dirt-track si svolgevano sulla distanza di duecento miglia, oppure cento giri:  perciò abbastanza lunghe. Al contrario, quelle di short-track erano molto corte ed un serbatoio troppo grosso era un handicap.
Accadde, quindi, che il peanut, previsto in un secondo tempo come optional, venne montato, poi, anche sulle versioni scrambler dello Sportster grazie alla sua linea che ben si integrava con il resto della moto. 

La nuova moto venne subito accolta dai giovani smanettoni americani. Gli oltre sessanta cavalli, in grado di far coprire il quarto di miglio in poco più di sessanta secondi, con una velocità di punta pari a centocinquanta chilometri all'ora, fecero diventare la XLCH il mezzo ideale per quanti volevano scorazzare sulle strade. Poiché verrà utilizzata anche per fare fuori strada, nel catalogo della Harley-Davidson furono previsti degli scarichi alti. 

Se il motore fu il punto forte del mezzo, cambio e ciclistica ne rappresentarono gli aspetti problematici. Il primo,  molto fragile,  subirà nel corso degli anni diversi aggiornamenti. La ciclistica, invece, offrirà una grande maneggevolezza a scapito della tenuta di strada. Questo porterà diversi giovani “riders”, non all'altezza del mezzo, ad avere numerosi incidenti e lo  “Sportster knee” diventerà tristemente famoso.  

Per anni la XLCH dominerà incontrastata sulle strade americane. Scomparirà dal catalogo nel 1979, dopo aver ottenuto il miglior risultato di vendite nella sua classe.