Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

sabato 13 novembre 2021

Andate in moto!!!! - Triumph Postatomica di Carlo Talamo 1995


Qualunque essa sia ma andateci. Qui si parla di Sportster, ma la passione della moto è (quasi) a trecentosessanta gradi. Non importa che costi quanto una Pagani Zonta o valga mille euro. Se potete compratevi la moto dei vostri sogni ed infischiatevene di quanto pensa la gente. 

Qui vi presento la Triumph Postatomica di Carlo Talamo, una vera provocazione fatta nel lontano 1995.


Se avete voglia dovete però guardare il video in modalità ordinaria e non semplificata con il telefonino.

mercoledì 10 novembre 2021

Viva il Giallo!!!!! - Sportster 883 standard anni novanta




Sembra assurdo, ma con l'uscita di scena dello Sportster (del modello con motore raffreddato ad aria e distribuzione ad aste e bilancieri) capita sempre più rado di vederne in giro, quasi che i proprietari li vogliano custodire gelosamente dentro al box. Ancor più strano è trovare qualche modello quasi tutto originale, specialmente se si tratta di un modello a carburatore costruito fino al 2003. 

Lo Sportster in questione è un 883 costruito a metà degli anni novanta ed è quasi tutto originale, salvo pochi elementi come frecce, ammortizzatori posteriori, pedane avanzate e manopole. Addirittura gli scarichi sono quelli originali e si può notare il tubo che unisce i due collettori che funge da compensatore, in modo da limitare l'andamento zoppicante del motore. 

La moto non è tenuta benissimo, mostrando i segni del tempo, ma viene utilizzata quotidianamente (nella foto non si vede il supporto per il cellulare montato sul manubrio). Un esempio di quanto sia robusto ed affidabile il caro, vecchio, Sporty!!!!!

Peccato sia stato tolto di produzione.......

lunedì 8 novembre 2021

Il Carrarmato - Fate l'amore non fate la guerra!!!!







Il prossimo anno sono venti anni esatti dalla scomparsa del compianto Carlo Talamo. Molti di più se pensiamo all’inizio della sua avventura con Harley-Davidson nel lontano 1984. Negli anni Carlo accumulò una quantità infinita di moto ed auto, creando bellissime  “special” apparse su molte riviste. Di questo patrimonio storico si è persa praticamente traccia: pochi infatti sono i mezzi di cui si conosce la destinazione attuale. 

E quando capita di imbattersi in qualche sua creatura, oltretutto se tenuta in perfetta forma, c’è quasi da svenire per l’emozione. Il “Carrarmato” apparve sulle pagine di Freeway Magazine nel 1994 e su qualche pubblicità di Carlo Talamo. Una moto dall’indubbio fascino e destinata a far discutere all’epoca. 

Il concetto di “dark custom” tanto caro ad Harley-Davidson negli ultimi anni, rappresentava quasi un’eresia all’inizio dell’epoca Evolution, parliamo degli anni ottanta, così come lo stile “military” che avrebbe trovato larghi consensi nel panorama custom qualche tempo dopo. Il proprietario della moto, Gabriele Bersani, mi ha raccontato un aspetto che non conoscevo: Carlo ebbe l’idea di costruire il “Carrarmato” dopo che la moto uscì molto rovinata in seguito ad incidente stradale. 

La moto di partenza non è uno Springer, come si potrebbe pensare, ma un Fat-Boy sul quale è stato montato un parafango posteriore lungo. Il nero opaco ha abbracciato gran parte del motore ed altre parti, mentre il verde militare riguarda solo serbatoio del carburante e parafango posteriore (quello anteriore è volato via……). Il motore è di serie salvo albero a cammes, carburatore e centralina Screamin’Eagle, abbinati ad una coppia di scarichi “a pinna” che sparano verso l’alto. Uno dei tanti dettagli che piacciono è il faro alogeno anteriore con feritoia, sembra montato apposta per il Pallequadre (il raduno ideato dallo stesso Carlo Talamo dove si partiva di notte l’ultimo fine settimana di novembre senza sapere dove si andava). 

Attualmente la moto è stata migliorata con un nuovo impianto frenante e, purtroppo, il faro alogeno è stato tolto. Ma quanto è bella…….

mercoledì 3 novembre 2021

Thunderbird Sportster





Torniamo ancora molto indietro nel tempo con questo Sportster customizzato seguendo fedelmente i dettami dell'epoca.

Siamo nel 1996, periodo che potremmo definire di nascita del fenomeno custom (sebbene l'inizio delle elaborazioni sulle moto vada ricercata molto più indietro nel tempo....)  trainato in Italia dalla Harley-Davidson con Carlo Talamo e la sua Numero Uno che, almeno in questa fase, trova poco riscontro sui rotocalchi (se si eccettuano le famose pubblicità dello stesso Carlo Talamo che ogni tanto appaiono su vari tipi di riviste). Accanto alle moto personalizzate con qualche accessorio si iniziano a vedere custom particolarmente curate, che rispondono a canoni ben precisi, dove l'alluminio billet è elemento trainante, in controtendenza a quanto accadrà molti anni dopo con l'affermarsi della tendenza "dark-custom". 

Diverse aziende ed officine, intuito il trend, avevano iniziato a produrre parti per Harley-Davidson e si erano convertite al custom, anche se non in maniera totale.
Lo Sportster di queste pagine ha qualcosa in più: il telaio verniciato e sottoposto a "molding" (cioè quel procedimento volto all'eliminazione delle imperfezioni). Il motore Evolution 883 è tutto lucidato e potenziato attraverso alberi a cammes Andrews, Carburatore S&S Super E, scarico due-in-uno Supertrapp. Ciclistica con forcella dotata di steli da 41 mm ancorati a piastre larghe OMP, maggiormente inclinate di sei gradi (uno dei must di quegli anni), cerchi Arlen Ness da 18 e 21 pollici, forcellone JMC, freni Performance Machine (fino a quando venne introdotta di serie la pinza freno a doppio pistone fu fondamentale sostituire l'impianto frenante originale se si voleva stare un poco più tranquilli......).

Il nome scelto per Sportster di per se non dice nulla, ma facendo un passo indietro a quegli anni, ha molto di evocativo. Nel 1994 la Triumph presentò la sua prima "modern-classic" che tanto avrebbe fatto successo: la Thunderbird. 

Carlo Talamo, che da qualche anno aveva iniziato l'importazione con successo delle moto inglesi attraverso la sua Numero Tre, ne approfittò per creare qualche special dall'indubbio appeal come ad esempio il Thunderbird Sport.

In questi giorni ricorre l'anniversario della scomparsa di Carlo Talamo e lo Sportster di queste pagine fa battere molto il cuore.....

mercoledì 27 ottobre 2021

Fiamme perenni!!!! - XLH 883 del 1990






Godetevi questo "chopperino" semplice, semplice, ma dall'indiscutibile fascino, realizzato sulla base di un vecchio Sportster, quattro marce, con trasmissione finale a catena, dalla linea semplice ed essenziale che non concede nulla a fronzoli vari. 

Premetto che in Italia una moto del genere, per poter essere in regola con il Codice della Strada, necessita di una serie di adempimenti burocratici (che confluiscono nell'aggiornamento della carta di circolazione) da far passare la voglia di costruirsela, ma vale la pena vedere come è fatto. 

Il primo aspetto da tenere in considerazione riguarda il telaio originale sostituito con uno rigido (....comunque improponibile in alcune città italiane a causa delle buche, vere e proprie voragini....). Poi, a voler essere pignoli, l'assenza di specchietti, frecce e....silenziatori!!!! Il rigido, comunque, è stato ottimamente realizzato, utilizzando molte parti originali, come freni, cerchi e forcella, abbinati ad un serbatoio del carburante da 12,5 litri (in luogo dell'originale peanut da 8,5 litri), un differente serbatoio dell'olio, sagomato all'interno del telaio ed uno striminzito parafango posteriore in alluminio. Il motore è originale salvo due drag-pipes ed un carburatore S&S con filtro dell'aria aperto. 

Vi è venuta voglia di costruirlo ??????

venerdì 22 ottobre 2021

Sportster Bobber/Tracker





Ecco un esempio di come mettere le mani su uno Sportster "bobberizzandolo" per la città senza fare danni. Quando parlo di "danni" faccio riferimento a quelle modifiche irreversibili che spesso si fanno non dettate da esigenze pratiche come, ad esempio, rotture causate da incidenti

Molti hanno l'insana abitudine di segare i supporti del parafango, che stanno dopo gli ammortizzatori, per conferire allo Sportster di turno un aspetto più filante. Intervento irreversibile!!!!!

Questo Sportster 883 non ha nulla di trascendentale ma solo pochi interventi e ben mirati, che dovrebbero essere presi seriamente in considerazione

E' sufficiente togliere il parafango anteriore e montarne uno corto posteriormente per far cambiare aspetto alla moto. Se si vuole andare un poco oltre, come in questo caso, si può anche montare una forcella a steli rovesciati proveniente da una Buell, utilizzando il cerhio originale. Il motore, salvo un kit dinojet ed uno scarico due-in-uno, è assolutamente originale. La verniciatura e l'abbinamento cromatico sono di fondamentale importanza. 

Che ne dite ????? 

mercoledì 13 ottobre 2021

Di corsa!!!!!!! Rush - Forty-Eight






Il piatto forte dei ragazzi di Speed and Custom sono i tracker su base Sportster: moto estreme che infiammano gli animi. La ricetta più o meno è sempre la stessa, ma i ragazzacci inglesi ogni volta riescono a trovare la chiave del successo affinando un progetto di base estremamente valido ed intrigante. Questa volta la moto è un tributo al film che ha portato sul grande schermo la figura del pilota di Formula Uno James Hunt, facendone conoscere tutti gli aspetti. 

La base, ovviamente, è un Forty-Eight elaborato a dovere. Ogni dettaglio è stato studiato nei minimi termini, riportando subito la mente agli anni d'oro (....anche per chi non li ha mai vissuti) della Formula Uno. In primis sono stati montati pneumatici dal grande tassello Michelin Anakee (anche se sopra vi è stata  impressa la scritta Good Year), ma è solo l'inizio del lavoro, anche se una delle parti più importanti insieme alle sovrastrutture. Non solo è stata studiata minuziosamente la grafica, ma anche forma e materiali scelti per codone/sella, serbatoio, tabelle porta numero, paramotore e faro (che è stato sostituito con uno dalla forma rettangolare e spostato nell'insolita posizione appena sopra la piastra anti-svirgolo della forcella).

Il serbatoio del carburante è da 12,5 litri (quello originale il classico "peanut" da 8,5 litri) ma sopra vi è stata saldata un'altra parte che contiene la strumentazione ed il tappo del rifornimento. Il codone è un altro pezzo pregiato, non solo per la forma che richiama la parte posteriore della McLaren di James Hunt, ma anche grazie  all'utilizzo dell'alcantara sul sellino con le cuciture a vista. A corredo le bellissime tabelle porta numero, specialmente quella montata al posto del faro anteriore che segue il profilo della forcella.

Ciclistica e motore hanno visto interventi minimi ma fondamentali per migliorare la guida del Forty-Eight ed il suo spirito selvaggio, ora molto racing. La forcella originale è stata dotata di molle progressive, mentre posteriormente sono stati montati un paio di ammortizzatori Ohlins con serbatoio separato. Uno scarico due-in-uno della HP Corse, abbinato al montaggio di un cornetto di aspirazione (realizzato in casa) al posto del filtro dell'aria originale, interventi che hanno comportato una nuova mappatura della centralina (purtroppo non si conosce il guadagno in termini di potenza e coppia massima), rappresenta l'elaborazione base per il motore.

I bollenti spiriti sono tenuti a bada sia da una corona con catena al posto della cinghia originale, sia da un paio di dischi freno di maggior diametro che lavorano abbinati alle pinze originali. A completamento una generale opera di alleggerimento di tutta la moto.

Vedendo questo Forty-Eight viene voglia di entrare immediatamente in pista con qualsiasi mezzo......