Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

mercoledì 14 settembre 2022

Basso ma non troppo!!!! - 2014 Sportster 883 Superlow custom




Tra tutte le versioni dello Sportster ad iniezione, prodotte dal 2007 in poi, il Superlow (nelle cilindrate 883 e 1200) è quella che ha conquistato meno gli appassionati anche se, almeno in Italia, le quotazioni dell’usato restano comunque altissime. 

Rispetto alla versione standard, che ha cerchi da 16 pollici al posteriore e 19 all’anteriore, monta cerchi in lega nelle misure da 17 pollici al posteriore e 18 all’anteriore, oltre all’altezza da terra che si riduce ancora di più. In più troviamo un serbatoio del carburante da 17 litri, invece del classico “peanut” dal 12,5 litri ed un manubrio dalla forma differente e leggermente più alto. 

Lanciato sul mercato soprattutto per avvicinare un pubblico femminile allo Sportster, grazie al baricentro nettamente più basso che fa percepire meno gli oltre 200 kg della moto e favorisce la maneggevolezza nelle manovre da fermo, sebbene sia stata successivamente dotata di borse e parabrezza per favorirne i viaggi ed arricchita di cromature (versione Superlow 1200T), come detto prima non ha avuto grandi riscontri sul mercato. 

Uno dei difetti principali forse è stata la ridotta luce a terra che fa toccare cavalletto e pedane alla prima curva decisa.

Ecco allora un’idea per metterci le mani. La moto che proponiamo ha pochi interventi dei quali il cambio della forcella e degli ammortizzatori (originali da 336 mm e nuovi con altezza regolabile da 347 a 355 mm) con elementi Ohlins è forse il più importante. Per il resto si ha una coppia di dischi freno a “margherita”, una verniciatura arancio metallizzato con loghi AMF, filtro dell’aria e terminali aperti (con relativo aggiornamento della centralina), sella differente e manubrio con il traversino. 


mercoledì 7 settembre 2022

Rebel!!!!! 2015 - Forty-Eight scrambler






Quale è lo Sportster perfetto per un ribelle ?????

La risposta è quanto mai scontata da una decina di anni a questa parte: il Forty-Eight!!!!! Il bobber per eccellenza tira fuori l’anima selvaggia di molti, con le ruote panciute da 16 pollici, la ridotta altezza da sella, il piccolo serbatoio del carburante di tipo “peanut” da 8,5 litri.

Se poi viene in mente di scramblerizzare il Forty-Eight, si può rendere la moto ancora più selvaggia. 

In passato ne abbiamo proposti diversi, molto ben costruiti e soprattutto rifiniti.

Su questo Forty-Eight gli interventi non sono stati tantissimi ma finalizzati ad avere una moto per un utilizzo a trecentosessanta gradi.

I cerchi originali sono stati sostituiti con altri da 17 pollici sui quali vengono montati pneumatici Continental TKC 130/80/17  (anteriore) al posto dell’originale 130/90/16 ed un posteriore con misure 170/60/17 (invece di 150/80/16).

La forcella originale è stata rivisitata internamente con l’aggiunta di molle progressive e regolatori di carico forniti da Burly Brand, mentre posteriormente sono stati montati ammortizzatori Hagon.

I coperchi motore sono EMD e, per proteggere la moto dalla corrosione della sabbia, sono stati verniciati a polvere come gran parte del motore stesso.

Trasmissione a catena, centralina HD Stage 1 con filtro dell'aria TC Brothers e scarico due-in-uno Bassani dotato di silenziatore Cone Engineering completano l'opera.

Dimenticavo......le grafiche AMF calzano a pennello su questo Forty-Eight!

giovedì 1 settembre 2022

The Player - 1997 Sportster 1200 cafe racer







Anthony Bruce Colin Chapman (ABCC), patron e fondatore della Lotus, è forse uno dei personaggi che maggiormente hanno influenzato il mondo delle corse a partire dagli anni settanta. 

Il suo motto "Simplify, then add lightness" (togliere il superfluo per avere maggiore leggerezza e guidabilità) ha rappresentato una vera ossessione per molti costruttori di auto e moto negli anni a seguire (specialmente per la scuola britannica).

Logicamente, chi vuole elaborare un qualsiasi mezzo seguendo questa filosofia, deve fare scelte ben precise. 

Ecco allora che negli States (dove vige una visione costruttiva diametralmente opposta) qualcuno (DP Customs cioè i fratelli Jarrod e Justin Del Prado) decida di mettere mani ad uno Sportster tributandolo ad una Lotus da competizione.

"The Player" ha come base di partenza uno Sportster del 1997 e nasce su specifica commissione di un cliente, che ha voluto una moto che si richiamasse esplicitamente alla Lotus di Mario Andretti del 1978 vincitrice del Campionato del Mondo di Formula Uno.

Il telaio è stato modificato ed stata fabbricata una carrozzeria dal look leggero e filante. Serbatoio del carburante e dell'olio sono fabbricati in acciaio con il secondo che si maschera da spoiler sotto il telaio. Anche lo scarico (due-in-uno) è artigianale, scorrendo sotto il telaio per abbassare il baricentro.

Comportamento su strada migliorato grazie ad ammortizzatori Progressive Suspension 970 interamente regolabili (più lunghi degli originali), forcella originale revisionata tramite olio più denso ed un kit di molle progressive e regolatori del precarico fornito da Speed Merchant. 

Per avere un assetto più bilanciato ed aumentare nel contempo anche la facilità di inserimento in curva della moto (grazie a minor masse in movimento), i fratelli Del Prado hanno anche progettato e costruito i cerchi in lega sostituendoli agli originali: ora abbiamo un posteriore da 18 pollici ed un anteriore sempre da 19 pollici ma molto più leggeri, che calzano pneumatici Pirelli Sport Demon. Per la scelta dei freni si è ricorso a pinze Brembo e pompe freno ISR.

Il motore, per non comprometterne l'affidabilità, è rimasto sostanzialmente di serie, tranne una accensione Dyna Single Fire abbinata ad un kit di revisione del carburatore con getti più grossi ed allo scarico due-in-uno.

Trasmissione finale a catena con corona da 51 denti per avere una accelerazione bruciante sono indispensabili.

Uno Sportster con un fascino incredibile, il cui unico limite può essere rappresentato dalla batteria montata nello spoiler nella parte bassa del telaio che potrebbe toccare facilmente a terra in determinate circostanze.


martedì 23 agosto 2022

Phil Little Racing









Di questo produttore ho accennato quando ho presentato la XX Tracker, un bellissimo Sportster Street-Tracker da poter utilizzare anche sugli ovali in terra battuta (inserire link).

E' un nome poco conosciuto che ha base nel Minnesota (USA) ma si può trovare tutto quello che serve per trasformare la moto in street-tracker o flat-tracker. 

Numerose sono le parti per lo Sportster, oltre a diversi kit carrozzeria rigorosamente in vetroresina. 

Mi ci sono imbattuto per sbaglio una decina di anni addietro mentre cercavo una sella per dare al mio Sportster un aspetto "vintage-racing", trovandomi benissimo. Dopo aver scambiato un paio di email ed effettuato il pagamento, la merce mi è arrivata senza aspettare troppo tempo (anche se non ricordo quanto). Ovviamente al prezzo ho dovuto aggiungere le tasse doganali, ma ne è valsa la pena.

Le foto all'inizio dell'articolo riguardano Sportster dotati qualche sua parte.

Date un'occhiata al sito:

https://phillittleracing.com/

giovedì 4 agosto 2022

Simply scrambler!!!! - 2004 Sportster 1200 scrambler





Hageman Motorcycles firma questo Sportster scrambler con pochi, sapienti, tocchi ben assestati, colpendo nel segno con un mezzo tanto semplice, quanto curato.

La base di partenza è un 1200 del 2004 a carburatore, non stravolto ma migliorato solo in alcuni aspetti, in modo da rendere la moto appetibile da quanti vogliano una scrambler da utilizzare tutti i giorni senza per questo......dissanguarsi.

Grande importanza è stata data alla scelta della livrea. Niente di meglio che ispirarsi al vecchio XLCH del 1961, utilizzando un rosso metallizzato, abbinando una sella che sembra provenire da un'epoca posteriore: il periodo AMF. Anche i parafanghi richiamano gli anni sessanta, con il posteriore ancorato ad un archetto montato a seguito dell'eliminazione dei supporti del parafango.

Sia motore che ciclistica sono rimasti praticamente di serie. Sul primo si è montato un filtro dell'aria aperto abbinato ad uno scarico due-in-uno realizzato in casa, che ha richiesto adeguamento della carburazione tramite. 

Il comparto sospensioni ha visto una revisione completa della forcella originale abbinata ad un paio di ammortizzatori Hagon.

E' stato invece sostituito il cerchio originale da 16 pollici con un'unità da 17 pollici e sono stati montati  pneumatici Continental TKC, anche se inizialmente la scelta era caduta su Avon Distanzia o Shinko 705s, alla fine non ritenuti idonei per l'utilizzo che si voleva fare della moto. La trasmissione finale a catena è d'obbligo su una vera scrambler.


sabato 30 luglio 2022

Nero e basta!!!! - 1995 Sportster custom on Freeway Magazine Italia n.43 ottobre 1997







Negli anni novanta gli Sportster customizzati (in Italia e nell'Europa continentale) erano questi. Gli ovali in terra battuta erano per una cerchia ristretta di appassionati e, comunque, avevano una diffusione solo nel Regno Unito dove venivano utilizzate moto leggere: quindi niente Sportster, a differenza degli USA. 

Di conseguenza il concetto di street-tracker doveva ancora essere elaborato e sviluppato e, quelle poche elaborazioni sul tema, erano spesso opera di qualcuno che era stato negli States. 

Le cafe-racers sarebbero ritornate in voga solo a partire dagli anni duemila grazie, soprattutto, a Triumph e Carlo Talamo: da quel momento in poi si sarebbero viste anche trasformazioni a tema su base Sportster.

Le moto di questo servizio sono state sostanzialmente elaborate seguendo le tendenze di quel periodo: ampio utilizzo di alluminio (spesso anche per i cerchi come nel caso degli OMP montati sulla moto nera), motore elaborato pesantemente (carburatore, scarico, alberi a cammes e teste). 

Altra caratteristica delle elaborazioni degli anni novanta è la linea della moto che resta praticamente fedele all'originale e l'utilizzo, in molti casi, di piastre larghe (erano diventate un vero e proprio must....). 

Sullo Sportster nero troviamo un altro elemento di novità: il motore nero che anticipa la tendenza "dark custom" che si svilupperà recentemente sui modelli di serie

mercoledì 27 luglio 2022

Verso l'inferno!!!!! - 1977 Sportster XLCH chopper




Non importa da dove tu venga e dove tu voglia andare. Potrai prendere mille direzioni. Potrai percorrere mille strade. Potrai incontrare mille persone. Potrai anche decidere di viaggiare da solo. 

Dovrai essere sempre accompagnato dal tuo senso di libertà che, insieme al rispetto per gli altri, dovrà prevalere su ogni tua scelta. Potrai pure decidere di viaggiare una vita con un'unica destinazione verso  l'inferno dei mortali: due ruote rozze su un telaio rigido ed un motore arcaico, con forcelle che sembrano puntare inesorabilmente verso l'alba o il sole che tramonta. L'importante è che tu decida di farlo. 

Un chopper è la moto ideale. Affronterai inconvenienti, ma fanno parte della strada scelta.

Puoi iniziare il tuo lungo viaggio partendo da un vecchio Sportster Ironhead sul quale farai interventi nel tuo garage di casa, magari con l'aiuto di qualche amico fidato, un paio di birre e del sano rock-and roll ad accompagnare la tua sete di libertà.

Potrai alloggiare il motore in un telaio rigido, oppure lavorare su quello che hai montando due barre in acciaio al posto degli ammortizzatori ed eliminando i supporti del telaio posteriormente, dove potrai mettere un parafango a filo di ruota con una sella a doppia altezza ed un lungo sissy-bar dove legare tenda e sacco a pelo. Poi eliminerai tutto il superfluo (ad iniziare dal parafango anteriore) e si semplificherai l'impianto elettrico. 

Il motore, per non comprometterne l'affidabilità, lo dovrai controllare da cima a fondo ma facendolo restare di serie. Un bel serbatoio da 12,5 litri rappresenterà per te la scelta corretta per non doversi fermare continuamente al benzinaio e rischiare di rimanere a secco.

Sei pronto a partire????