Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

venerdì 26 maggio 2017

Sweeper Fenders Sportster

sumax sportster sweeper fenders blu
sumax sportster sweeper fenders
sumax sweeper fenders sportster front blu
sumax sweeper fenders sportster rear

 

Per donare un tocco fashion al vostro Sportster può bastare veramente poco. Anche solo due parafanghi ben costruiti e dalla linea inusuale.....

 

In Italia negli anni novanta fece tendenza lo stile affermatosi negli Stati Uniti fatto di abbondanti cromature, vernici sgargianti (spesso con molte fiamme), motori ultra elaborati e lunghi parafanghi. Questa tendenza non durò molto e, ben presto, il “custom” prese altre direzioni.

A distanza di oltre un ventennio dall'affermazione di questa tendenza, ci piace farla conoscere alle persone, attraverso dei parafanghi prodotti dalla americana Sumax.

Si tratta di uscire dal coro e customizzare lo Sportster conferendo una linea inusuale, tornando indietro nel tempo.

I parafanghi si montano facilmente su tutti i modelli e non costano una fortuna, dal momento che il prezzo è attorno ai 350 dollari (cui vanno aggiunte tasse varie).

http://sumax.com/


 





martedì 23 maggio 2017

XR 1200 "play and life"

xr 1200 sport by alessandro fraccaroli side right

xr 1200 sport by alessandro fraccaroli back right angle

xr 1200 sport by alessandro fraccaroli handlebar

xr 1200 sport by alessandro fraccaroli side right 2

Gioca e vivi:  il principio che sta alla base di questa moto interamente costruita in casa.


Nei giorni lavorativi la XR 1200 del nostro amico Alessandro Fraccaroli è una tranquilla (si fa per dire...) Harley-Davidson da utilizzare nel tragitto casa-lavoro, per poi trasformarsi nel fine settimana in una belva da pista, come si faceva una volta, quando nelle gare per le moto di serie, i piloti arrivavano sui circuiti con tanto di targa, che veniva eliminata prima del via.

Il nostro amico ci assicura che per rendere la XR 1200 corsaiola e, successivamente, farla tornare stradale, basta molto poco. Ogni modifica è stata attentamente studiata  proprio a tal fine riguardando, essenzialmente, la possibilità di rimuovere agevolmente  sella, faro e codino artigianale in alluminio (che ricorda vagamente quello delle Kawasaki Z degli anni '70).

Sulla parte tecnica, quindi motore e ciclistica, si è dovuto trovare un valido compromesso tra pista e strada.

Partendo dal kit del trofeo che venne disputato in Italia, sono stati effettuati dei correttivi.
La parte anteriore vede un cerchio a razze da 17 pollici della Oz, abbinato ad un doppio disco flottante a “margherita” della Braking. La forcella è una Ohlins by Andreani con piastre della Valter Moto ed ammortizzatore di sterzo Hyperpro.
Posteriormente troviamo anche qui un cerchio da 17 pollici della Oz ( più leggeri di 5 kg degli originali) sul quale lavorano due ammortizzatori Ohlins 852 con un interasse di 41,5 cm (invece degli originali 36 cm).

Il motore, a parte lo scarico Termignoni utilizzato nel trofeo, un filtro dell'aria della BMC ed una centralina aggiuntiva Rapid Bike 3, non subisce interventi nella parte termica.

Alessandro poi provvede ad una serie di piccoli affinamenti quali l'eliminazione del carter dal lato dello scarico, l'utilizzo di un comando dell'acceleratore rapido della Domino ed il montaggio di un kit di pulegge anteriore e posteriore della Vance & Hines da 66-30 (in luogo delle originali 68-28) che permettono alla moto di raggiungere la ragguardevole velocità di punta di 230 km/h. Poca cosa se paragonata alle moderne sportive, ma molto se pensiamo che il motore della XR 1200 è un bicilindrico, corsa lunga, raffreddato ad aria, con distribuzione ad aste e bilancieri.

Ciò che non convince è la scelta di utilizzare lo scarico Termignoni del trofeo che è molto lungo ed ingombrante, che appesantisce parecchio la linea della XR: ma si tratta di pure considerazioni su aspetti estetici e pratici. Avremmo preferito un classico due-in-uno più corto.

La moto, così configurata permette un utilizzo polivalente, oltre ad essere un ottimo esempio di come, senza essere un professionista del settore si possa, con passione ed umiltà, realizzare un'ottima moto.


 
UP:  progetto ottimamente concepito ed eseguito
DOWN: scarico Termignoni 


giovedì 18 maggio 2017

Dalla Russia con amore!!!! - XLH 1000 del 1972

sportster xlh 1972 cafe dragster by elkabikes side right

sportster xlh 1972 cafe dragster by elkabikes side left

sportster xlh 1972 cafe dragster by elkabikes fairing


sportster xlh 1972 cafe dragster by elkabikes air filter


sportster xlh 1972 cafe dragster by elkabikes front wheel

sportster xlh 1972 cafe dragster by elkabikes on gas tank

 

In un'epoca in cui molte moto sono pensate, studiate e costruite al computer, impressiona trovare chi forgia ancora il metallo alla vecchia maniera.

 

Ed impressiona ancora di più sapere che ci sono ancora dei visionari che utilizzano vecchi Ironhead 1000 per le loro elaborazioni, invece dei più affidabili Sportster Evolution o di qualche moto di ultima generazione.
Se poi pensiamo che qualcuno di questi visionari possa venire dalla lontana e fredda Russia abbiamo l'esatta dimensione di quanto realizzato, perchè da poco tempo, oltretutto, nell'Unione Sovietica le Harley-Davidson non sono bandite.

La bellezza di questo XLH del 1972 è che è stato costruito quasi interamente a mano. Salvo telaio ed ammortizzatori e ruote.

Stupiscono per la forma inusuale il parafango anteriore ed il serbatoio della benzina, ma sono tantissimi i particolari che attraggono, così come il doppio scarico parallelo che passa sotto il telaio.

Impossibile identificarla in maniera netta con qualche stile: un mix tra un cafe racer ed un dragster, coniando il nuovo termine di CAFE-DRAGSTER.

Questa XLH, così concepita fa parte di quel tipo di moto che vorremmo vedere più spesso in giro.


UP: parafango anteriore
DOWN: doppio ammortizzatore   
 

 
 


venerdì 5 maggio 2017

"Dedicato a......." - HD Savona 2009

pubblicità home sportster by hd savona 2009

 

“......a quella motocicletta definita, troppo spesso a sproposito, “piccola”.....”

 

 “......,chepperò, da 52 anni, fa grande un marchio!!!!! Grazie......”piccola Sportster !!!!”
Con queste parole di vero e proprio amore nei confronti dello Sportster, nel 2009 il dealer di Savona impronta il suo messaggio pubblicitario, al centro del quale vi sono tre customizzazioni realizzate negli ultimi anni.

Il buon Rino, anima e fondatore della concessionaria, è sulla breccia da oltre venti anni ed è cresciuto alla scuola di Carlo Talamo, dove ha imparato a valorizzare le moto attraverso pochi tocchi ed un'impronta ben precisa. Proprio attraverso Carlo Talamo e la sua esperienza di dealer ha compreso quanto sia importante lo Sportster non solo in termini di economia del marchio, ma anche di immagine.

La pubblicità ha qualche anno, ma sembra presagire quelli che saranno i futuri sviluppi di questa moto.

UP: pubblicità evocativa
DOWN: il messaggio vero e proprio avrebbe dovuto avere più risalto a livello di grafica


martedì 2 maggio 2017

Verso la chiusura del cerchio: Harley-Davidson 1200 Roadster

harley davidson 1200 roadster 2016

harley davidson 1200 roadster by hd roman village

 

Grazie alla disponibilità del dealer capitolino  “Roman Village”, abbiamo avuto la possibilità di saltare sopra alla nuova Roadster 1200. Non si è trattato di una vera e propria prova poiché abbiamo avuto la moto a disposizione per poco tempo, però un'idea ce la siamo fatta.

 

Fin dalla prima presa di contatto con la moto ( qui vi rimandiamo qui alla presentazione fatta un anno addietro http://www.1957legend.it/2016/04/harley-davidson-1200-roadster.html), cioè da quando ci è stata consegnata nelle mani, ci siamo resi conto che ha qualcosa di diverso sia rispetto agli altri Sportster.

Nonostante il peso sia praticamente uguale, la moto si manovra da fermo con maggior facilità e dimestichezza.
La sensazione è amplificata quando ci si sale sopra e la si muove lateralmente, tanto che per un attimo viene da domandarsi se ci si trovi effettivamente su una Harley-Davidson.

Scendendo e girandovi intorno, prima di partire, si ha la conferma che è una vera Sportster. Nulla in comune con la  “vecchia” XR 1200 (con la quale il paragone è praticamente obbligatorio), che aveva le sovrastrutture in plastica, mancava del classico filtro laterale in mezzo ai cilindri ed aveva il motore che assomigliava a quello delle Buell XB.

Sulla Roadster è tutto al posto giusto: anche la forcella a steli rovesciati ed i nuovi cerchi in lega da 19 pollici all'anteriore e 18 al posteriore, con pneumatici sportivi. 

Una volta acceso il motore, il timbro e  le vibrazioni (contenute brillantemente da silent-block) sono quelle dello Sportster. Peccato per le severe normative europee in tema di emissioni inquinanti e sonore che ne mortificano non poco la voce, anche se comunque si percepisce il carattere ruvido del motore, seppur addolcito nell'erogazione da un impianto di iniezione elettronica ottimamente messo a punto.

Il tempo di farlo scaldare un attimo e si ingrana la prima. Il classico “clack”, unito alla corsa non proprio breve della leva ed un innesto non proprio morbido, ci fanno pensare che forse è stato fatto poco o niente per migliorare i connotati di un cambio progettato per una moto custom.

Dal primo colpo di acceleratore si nota che il motore prende giri ad una rapidità sconosciuta alle altre unità ad aste e bilancieri di Milwakee, forse grazie anche alla minor massa volanica.
E' la forza di questo 1200 che piace da morire. Si spalanca l'acceleratore in qualsiasi marcia da poco sopra i duemila giri e la moto ti spinge sempre e costantemente senza un'incertezza fino alla zona rossa. Impossibile non innamorarsene. Ci si può andare tranquillamente a passeggio nel traffico, così come divertirsi su una strada piena di curve. 

Non parliamo di potenze stratosferiche, ma non sembra nemmeno il “vecchio” motore bicilindrico ad aste e bilancieri progettato sessant'anni addietro (seppur opportunamente aggiornato). Pare in realtà di avere a che fare con un'unità moderna di media cilindrata.

Ti invita a spingere. Forse pure troppo. E li arrivano i problemi, perchè quando ti devi attaccare ai freni, pensando di avere una moto naked di ultima generazione, capisci che si tratta sempre di una Sportster. Le reazioni in questo senso non sono immediate. Facendo forza sulla leva del freno anteriore non si sente immediatamente la forcella che scende e la moto che rallenta. O quanto meno non lo si percepisce subito.

Non siamo riusciti a capire se ciò sia dovuto al sistema antibloccaggio che entra subito in funzione non appena si cerca la “pinzata”, oppure alla taratura della forcella. Per farci un'idea più precisa dovremmo riuscire ad avere la Roadster 1200 per altro tempo. Salvo questo aspetto che poco ci ha convinto, per il resto è stata una vera goduria. In accelerazione la moto non si “siede” sul posteriore mantenendo sempre un assetto equilibrato, così come in inserimento di curva. Nulla a che fare con le moderne naked, ma nemmeno il  “ferro vecchio” che molti tutt'ora si aspettano dalle Harley-Davidson.

La Roadster va indirizzata e lasciata scorrere, ripagando con una gratificazione di guida notevole. 

Una moto nata sotto una buona stella, che potrebbe ripagare gli sforzi della Harley-Davidson con un ottimo volume di vendite, grazie alla sua capacità di attrarre utenti delle due ruote non dediti solo al custom, ma anche di altra estrazione.
Peccato solo per il doppio scarico (avremmo preferito un bel due-in-uno) che non la incattivisce a dovere.

UP: motore
DOWN: cambio  



venerdì 28 aprile 2017

Gas aperto e....via!!!!! - Editoriale tratto da Freeway Magazine n.25 del 1996

editoriale freeway magazine italia n 25 del 1996

 

Ci sono dei momenti nella vita in cui devi guardarti dentro, capire bene quello che vuoi ed aprire il gas a manetta. Sapendo che non potrai tornare indietro.

 

Poche righe di questo tenore, aprono l'editoriale sulla foto di un motore Sportster preparato per le drag-race.

Siamo negli anni novanta: un decennio fondamentale per il successivo sviluppo del “custom”, dove le elaborazioni su base Harley-Davidson  (Sportster in particolare) aumentano a dismisura, grazie anche all'apporto fondamentale della rivista  “Freeway Magazine” che raccoglie sempre più consensi tra gli appassionati e si trova a dover gestire questa situazione anche a livello editoriale, dovendo incrementare le forze della domanda del settore.

Se a livello produttivo, nel 1996 non ci sono grosse novità riguardanti lo Sportster, tuttavia in Italia Carlo Talamo lancia l'idea del Trofeo Short-Track da fare con le 883, dopo aver compreso il ruolo fondamentale dello Sportster nella generale economia della Harley-Davidson.

Possiamo affermare che il 1996 rappresenterà l'anno in cui sarà messo, almeno in Italia, il primo mattone per la costruzione di quel prolifico futuro dello Sportster che non accenna a diminuire.
 


mercoledì 26 aprile 2017

Blondes more have a fun!!!!!

sportster all black on freeway magazine italia n 18 del 1995 pag 1

sportster all black on freeway magazine italia n 18 del 1995 pag 2

sportster all black on freeway magazine italia n 18 del 1995 pag 3

sportster all black on freeway magazine italia n 18 del 1995 pag 4

Prima che la Harley-Davidson mettesse in produzione la Iron 883, il nero sugli Sportster era quasi un'eresia, ma ogni tanto qualcuno si cimentava nella difficile operazione di far sembrare la “piccola” di Milwakee più scura della notte.

 

Rovistando tra le vecchie riviste, abbiamo trovato questo Sportster e ci è preso un tonfo al cuore. La moto è apparsa sulla rivista Freeway n.18 del 1995, riportandoci indietro a quel tempo e, come una sorta di  flashback istantaneo, gli anni novanta sono davanti ai nostri occhi alla velocità di un dragster e con il rombo di uno scarico Supertrapp.

Le preparazioni degli Sportster avevano connotati ben precisi e per lo più andavano nella direzione di un chopper a telaio rigido o di un custom con molte cromature, vernici appariscenti e motori elaborati.

Questa 883 è un palese oltraggio a quel periodo e per questo ci ha attirato. A parte il grosso lavoro per rendere nere le parti e la classica elaborazione del motore con cilindrata portata a 1200 tramite pistoni Wiseco forgiati, carburatore S&S e scarico Supertrapp, non si è in presenza di una moto che strabilia. Però riguardandola oggi, con lo spirito del tempo, fa venire qualche lacrimuccia.

Così come l'articolo scritto dal buon Luca Mattioli, dal quale traspare il fervore di quegli anni, magici per molti versi.


UP: motore nero
DOWN: filtro dell'aria