Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

martedì 19 dicembre 2017

Seventy Two - 2012

harley davidson sportster seventy two

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harley davidson sportster seventy two

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Arriva il chopper anni settanta!!!!


Linea filante che ne esalta la vocazione ribelle, abbondanza di cromature, ruota anteriore da 21 pollici. Quando la Seventy-Two (XL 1200 V) arriva sul mercato fa immediatamente sognare gli amanti del  “chopper-style”, dato che si ispira alle moto degli anni settanta immortalate in molte pellicole (prima tra tutti Easy Rider).  

La base tecnica è la stessa dello Sportster standard, anche se cambiano numerosi dettagli che la rendono quasi un'altra moto. Il cuore è rappresentato dal motore 1200 ad iniezione montato anche su altri modelli, che per questa moto viene abbondantemente riempito di cromature e con un filtro dell'aria tondo, al posto di quello tradizionale ovale, montato su tutti gli Sportster fino a quel momento. E' presente un manubrio tipo mini-apehanger, i comandi avanzati, l'assetto estremamente basso ed il piccolo serbatoio “peanut”.  La verniciatura  “metal-flake”  il vero fiore all'occhiello della Seventy-Two.

All'interno di questo blog, tempo addietro abbiamo pubblicato una Seventy-Two realizzata in stile Easy-Rider con pochi interventi. Segno che ci si trova in presenza di un'ottima base di customizzazione. 

Purtroppo, come accaduto in passato per alcuni modelli Sportster, nonostante l'ottima moto ed il notevole successo alla presentazione, il risultato a livello commerciale si è rivelato inferiore alle aspettative. Probabilmente è da imputare al fatto che la moto è stata messa in produzione in un periodo storico in cui i chopper, almeno in Europa, non erano in voga come agli inizi degli anni novanta. La Seventy-Two è rimasta in produzione meno di cinque anni. 

Trovarne una usata non è semplicissimo.

venerdì 15 dicembre 2017

Fury Road!!!!

fury road sportster postatomico by shaw speed e custom

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C'era un tempo in cui gli uomini erano semplici ed il futuro sempre più radioso. I grandi conflitti mondiali erano ormai alle spalle.


In Occidente regnava la pace e c'era voglia di ricostruzione. Poi l'avidità spinse l'uomo verso il consumismo esasperato, che mise i valori della ricostruzione in secondo piano rispetto a denaro ed interessi personali. 

Apparentemente era tutto motivato dalla ricerca di una nuova prosperità per tutti, ma dietro si celava ben altro. Così l'umanità, nell'arco di due secoli, si avviò inesorabilmente verso la distruzione, spinta da quelle che molti definivano “civiltà evolute”. 

In Oriente le guerre di religione e le grandi migrazioni verso l'occidente gettarono molti paesi nel caos più totale. Gli stati non ebbero la capacità di reagire a questa situazione ed i governi persero l'appoggio delle forze di polizia presenti, finendo per essere delegittimati.

Si formarono tanti piccoli agglomerati indipendenti l'uno dall'altro, che lottavano per la supremazia. L'inquinamento atmosferico, poi, aveva portato ad uno sconvolgimento dell'eco sistema. Molte specie animali si erano estinte ed il clima aveva subito cambiamenti imprevisti, finendo per cancellare le stagioni.

Simile contesto aveva riportato le varie economie agli albori dei tempi, dove gli scambi e l'agricoltura ne rappresentavano l'elemento dominante. L'industria era quasi totalmente scomparsa.
Molti si arrangiarono ad adattare i mezzi meccanici alle mutate esigenze, in ragione del fatto che le strade erano diventate quasi tutte vere e proprie mulattiere.

Fury Road una volta era un Forty-Eight, con il serbatoio dipinto di giallo. Venne smembrato completamente. Il telaio verniciato in marrone ed accorciato posteriormente. Fu montata una forcella tipo “springer”, dopo averci lavorato sopra per adattarla alla moto. Non era il massimo, specialmente per gli impervi terreni su cui doveva muoversi Fury Road, ma la forcella originale si era storta dopo una caduta dovuta ad una buca, così come i cerchi, sostituiti da altri barattati insieme a due corti scarichi. Nella caduta si era spezzata anche la leva del cambio, sostituita con un cambio a mano, e si era rotta la pinza del freno. Era stato adattato un tamburo proveniente dal relitto di un vecchio camion. Due gomme tassellate ideali per i terreni fangosi avevano completato l'opera. 

Ma c'era poco di essere fieri. Fury Road era l'emblema della decadenza......


giovedì 14 dicembre 2017

"Show your dark side" - Forty Eight 2016

harley davidson forty eight 2016 adversiting

Guarda il tuo lato oscuro.


E' l'esortazione che Harley-Davidson Italia, nel 2016, lancia per promuovere la Forty-Eight, unitamente ad un latente invito a gettare un occhio alle altre moto della gamma “dark custom”. 

La Forty-Eight è cambiata, adeguandosi ai tempi. Nuovi ammortizzatori posteriori regolabili, nuova forcella da 49mm, cerchi in lega che sostituiscono quelli a raggi ed aspetto reso ancor più muscoloso, grazie alla livrea quasi interamente nera.

Il messaggio è chiaro: solo esplorando la propria parte negativa sarà possibile apprezzare la nuova Forty-Eight. Non solo. Consci del fatto che le Harley-Davidson hanno ormai una base tecnica importante e dalla quale non si può prescindere, vengono elencate le principali novità. Perchè, come tutte le Harley, la Forty-Eight non è solo una moto da portare al bar, ma da vivere in piena sicurezza e con altrettante emozioni.

Bella la grafica ed altrettanto il soggetto, ma avremmo evitato di inserire nel contesto il biker per un semplice motivo: il lato oscuro può essere anche animale e deve essere sublimato nei pensieri, non nelle immagini troppo esplicite. 


martedì 12 dicembre 2017

Forty Eight - 2010/2017

harley davidson forty eight 1200 my 2017 red tank
Forty-Eight 2017

harley davidson forty eight 1200

harley davidson forty eight 1200

harley davidson forty eight 1200 pubblicità 2010 hd italia

Nel 2010 a Milwaukee fecero letteralmente il “quarantotto”, mettendo in produzione il primo bobber su base Sportster.

Dando seguito alle numerose richieste pervenute, anche attraverso l'opera dei customizzatori sparsi nel pianeta, alla Harley-Davidson decisero che era arrivata l'ora del “piccolo” bobber. Una moto facile nell'utilizzo, dalla linea accattivante, in grado di essere utilizzata senza problemi anche dal gentil sesso mettendo, quindi, praticamente d'accordo tutti. 

Non appena venne messa in produzione, la Forty Eight, come era logico attendersi, incontrò i favori del pubblico, divenendo una delle Harley-Davidson più vendute.  Le principali novità, rispetto agli Sportster sino ad allora costruiti, erano la sella molto bassa da terra (appena 66cm), il panciuto “gommone” anteriore da 130mm su un cerchio da 16 pollici, i comandi avanzati ed il piccolo serbatoio da 8 litri, in luogo di quello tradizionale da 12,5

Si trattò, in questo senso, di un ritorno al passato, dal momento che fino ai primi anni novanta il “peanut” era una caratteristica dello Sportster (poi sostituito da quello più capiente). Ma il serbatoio piccolo non fu un problema per gli appassionati. La Forty-Eight piacque immediatamente, anche se obbligava a fare rifornimento ogni 90/100 km. Era ed è una moto priva di fronzoli, quasi interamente verniciata di nero, con il baricentro molto basso e facile da guidare. Come su tutte le Harley-Davidson fu da subito possibile personalizzarla a piacimento attraverso il vasto catalogo di parti originali. 

Negli anni ha subito aggiornamenti come i cerchi in lega, le diverse grafiche, il filtro dell'aria dalla forma circolare, nuove forcelle, ammortizzatori posteriori regolabili e l'ABS. Oltre, ovviamente, a nuovi colori. 

Quanto rimarrà ancora in produzione ???? 


giovedì 7 dicembre 2017

XR 1200 adrenalin!!!!!!!

harley davidson xr 1200 cafe racer by adrenalin moto

harley davidson xr 1200 cafe racer by adrenalin moto

harley davidson xr 1200 cafe racer by adrenalin moto

Ha fari e targa, ma è una belva con cui ci si può divertire anche in pista, che sprigiona emozioni in ogni momento!!!!!


Il concetto di fondo è uno: la XR 1200 è molto più vicina ad una moto sportiva che alla classica e paciosa Harley-Davidson come solitamente si è abituati a vedere.
C'è chi lascia la moto originale o si limita a piccolissimi interventi e chi ne esalta lo spirito corsaiolo in maniera sostanziale. 

Le strade da seguire sono molte, anche se la tendenza è quella di limitare gli interventi al motore, che di serie eroga 90 cv, per non comprometterne l'affidabilità, limitandosi al classico abbinamento scarico-filtro dell'aria-centralina

All'interno di questo blog, tempo addietro, abbiamo presentato una XR 1200 proveniente dal Giappone sulla quale il motore è stato rivisitato in maniera accurata. Generalmente si tratta di casi isolati, dal momento che la maggior parte delle persone preferiscono lavorare sulla ciclistica come il nostro amico Alessandro.

Dall'Inghilterra arriva questa XR 1200 in stile cafe racer, o meglio CAFE RACING, dove un aspetto sostanziale è stato il grosso lavoro di alleggerimento che ha portato ad una riduzione del peso nell'ordine dei 40 kg!!!!! Sono state principalmente utilizzate numerose parti in carbonio, ma si è fatto ampio ricorso anche all'alluminio.

La ciclistica ha visto il montaggio di ammortizzatori Bitubo con un interasse maggiore, in modo da alzare il retrotreno e caricare un poco di più l'anteriore, facilitando l'inserimento in curva. Stranamente, come spesso avviene in elaborazioni di questo tipo per la XR 1200, non è stato sostituito il cerchio anteriore originale da 18 pollici con uno da 17. La forcella ha subito una revisione interna attraverso il montaggio di molle progressive ed olio più denso, mentre per i freni si è intervenuto sui dischi anteriori, sostituiti con una coppia di tipo flottante dello stesso diametro, e sulla pompa del freno, ora di tipo radiale. E' stato poi montato un ammortizzatore di sterzo. 
Il motore, come di consueto, ha subito il montaggio di uno scarico due-in-uno alto, abbinato a filtro dell'aria aperto e centralina. 

La livrea non aggiunge nulla al valore della moto, molto curata e ben realizzata, ma con qualche particolare da rivedere come la scelta dello scarico alto.




martedì 5 dicembre 2017

XR 1200 - 2006

harley davidson xr 1200 orange

harley davidson xr 1200 orange

harley davidson xr 1200 orange adversiting 2008

harley davidson xr 1200 x black
XR 1200 X

harley davidson xr 1200 x black
XR 1200 X

harley davidson xr 1200 trophy orange
XR 1200 Trophy

Dopo più di venti anni dalla produzione della 1000 apparve sul mercato un'altra XR, ma questa volta le cose erano cambiate.....


La nuova XR 1200 si presentò subito come una moto sportiva, il cui richiamo alla celebre “sorella” XR 750 era palese non solo per le grafiche, ma anche per diverse soluzioni tecniche. Diversamente dalla 1000, però, era una moto trattabile, per alcuni aspetti anche comoda. Non metteva paura e non spaventava, invitando alla guida sportiva grazie ad sospensioni e freni adeguati ed un motore che, seppur dotato di cavalli, li esprime in maniera estremamente dolce. Le vibrazioni, grazie al montaggio del motore su supporti elastici, quasi assenti.

Il contesto storico in cui nacque la XR 1200 era di rilievo. Principalmente nell'Europa occidentale, si era diffusa a macchia d'olio la moda delle cafe-racer, termine con cui si faceva riferimento a moto con una connotazione sportiva, ma di di ispirazione classica. Qualche casa motociclistica aveva presentato modelli a tema

Forti del notevole impatto del marchio Buell (di proprietà della Harley-Davidson) e del relativo know-how acquisito anche per quanto riguarda il propulsore, a Milwaukee decisero che era arrivato il momento di produrre una moto in grado di richiamare i fasti sportivi. Così nel 2006 la XR 1200 venne presentata alla stampa. Come detto, il richiamo alla XR 750 da flat-track degli anni settanta era palese solo che, diversamente dalla XL 883 R, anche essa ispirata dalla celebre moto da flat-track, non si era in presenza di una Harley leggermente migliorata in alcuni aspetti e con grafiche racing. Si trattava di una moto nuova, anche se si attingeva a piene mani da Sportster e Buell.

I dati parlavano chiaro: motore potenziato a 90 cv a 7000 giri,  ottenuti grazie a nuove teste, alberi a cammes ed aumento del rapporto di compressione a 10:1. Peso di 250 kg, forcella Showa upside-down con steli da 43 mm e doppio freno a disco Nissin, cerchi da 18 pollici all'anteriore e 17 dal posteriore, abbinati a pneumatici Dunlop forniti di serie nelle misure 120/70 all'anteriore e 180/55 al posteriore.  Il telaio, rispetto a quello dello Sportster, era stato  modificato nella zona del cannotto dello sterzo, che risultava meno inclinato per dare alla XR 1200 più maneggevolezza. La XR 1200 aveva tutte le carte in regola per conquistare una discreta fetta di mercato, giocandosela alla pari con le rivali (Triumph Thruxton in primis)

Purtroppo, a fronte di un notevole interesse iniziale, come in passato era accaduto per alcuni modelli Sportster, anche la XR 1200 non ricevette i consensi aspettati, sebbene in molti paesi fossero stati organizzati dei trofei su pista asfaltata per promuoverne le vendite.

La moto non era assolutamente male, ma una sorta di ibrido e per questo motivo risultava distante dai gusti sia degli harleysti che degli smanettoni. A fronte di scelte tecniche tese a migliorarne la guidabilità, ve ne erano altre che la snaturavano come Harley-Davidson: la carrozzeria era in materiale composito, il filtro dell'aria laterale, caratteristica di tutti gli Sportster, era stato spostato centralmente sotto al serbatoio, le forme del motore arrotondate, la forcella con un aspetto troppo moderno, così come i cerchi. Inoltre il rombo del motore era decisamente educato. 
Per gli sportivi, invece, era la classica Harley-Davidson resa appena più facile da far curvare, ma povera di motore, su cui bisognava intervenire pesantemente per ottenere risultati discreti (nel trofeo che si correva in Italia, a parte centralina, scarico e sospensioni, veniva montato un cerchio anteriore da 17 pollici in luogo dell'originale da 18).
In più, sul mercato era già presente la Buell con motore derivato dalla Harley-Davidson Sportster: una vera e propria “fun-bike”. 

Nel 2010 venne evoluta attraverso la versione  “X”, che aveva sospensioni posteriori regolabili , leggermente più lunghe rispetto alla versione base ed era quasi interamente verniciata in nero opaco.

Il 2012 fu l'ultimo anno di produzione della XR 1200, che riscuoterà i consensi diverso tempo dopo la sua cessata produzione e dalla cui costola, nel 2016, nascerà lo Sportster Roadster 1200, una moto dal tratto sportivo in linea con gli standard Harley-Davidson.

Attualmente il valore dell'usato della XR 1200 è alto, dal momento che è difficilissimo trovare esemplari in vendita al di sotto dei 6000 Euro.  


venerdì 1 dicembre 2017

Burton

burton buell x1 cafe racer with buell engine in norton frame

burton buell x1 cafe racer with buell engine in norton frame

burton buell x1 cafe racer with buell engine in norton frame

burton buell x1 cafe racer with buell engine in norton frame

Non è il nome di un attore famoso, ma quello di un moto ottenuta inserendo il motore Buell X1 in un telaio Norton, per una cafe racer alla vecchia maniera!


Triton, Tribsa, Norvin. Nomi che fanno venire la pelle d'oca non solo a chi ha vissuto l'epoca, quella vera, dei rockers, ma anche ai cultori delle cafe racer e delle moto inglesi. Incroci tra telai e motori per creare delle vere e proprie moto da corsa per la strada. 

I cultori di quel periodo conoscono benissimo il tipo di moto ed i risultati ottenibili, pur sapendo bene che le prestazioni di un certo tipo di moto non saranno mai assimilabili a quelle delle moderne naked o supersport. Ma la passione non ha confini, specialmente se si trova l'ambiente giusto, in questo caso la Gran Bretagna.

Per realizzare la Burton non è bastato inserire il motore della Buell X1 in un telaio Norton, ma si sono dovuti operare tutta una serie di adattamenti e costruire molte parti appositamente. Seppur l'elenco sia lungo, possiamo citare il serbatoio dell'olio e della benzina, la sella, lo scarico due-in-uno e la staffa sotto la sella dove è alloggiata la batteria.

Il motore è stato ampiamente elaborato, raggiungendo gli oltre cento cavalli, seppur riconvertito da iniezione a carburatore attraverso il montaggio di un Mikuni HSR42 ed il relativo adattamento dell'accensione.

L'avantreno proviene da una Yamaha R6, mentre mozzi e ruote sono stati anche essi appositamente costruiti, sui quali si è montato un impianto frenante all'anteriore costituito da una coppia di dischi da 320mm, con pinze Brembo provenienti da una Ducati 999R. Posteriormente sono stati montati una coppia di ammortizzatori Hagon regolabili.  

Il bello della Burton è l'unione di due culture motociclistiche, ottenuta anche attraverso una minuziosa cura dei particolari.