Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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venerdì 28 luglio 2023

Nel regno degli Sportster tracker








Una volta si chiamavano "Shaw Speed & Custom", poi hanno cambiato il nome diventando "Speed and Custom" (probabilmente per differenziare il negozio di customizzazioni dal dealer ufficiale Harley-Davidson Sykes). Nel tempo si sono fatti un nome dapprima in Gran Bretagna eppoi nel resto del mondo grazie alle numerose special che hanno colpito dritto nel cuore degli appassionati. 

Seppur tutte belle e molto ricercate nella verniciatura, realizzate su base dei vari modelli Harley-Davidson, le moto che caratterizzano la crew inglese sono le tracker su base Sportster, con una loro precisa identità che le rendono affascinanti. Moto non solo da mostrare in qualche show, ma da utilizzare giornalmente nei più svariati contesti. 

La piattaforma è unica, con infinite varianti e numerosi "temi" che rendono ogni moto differente dall'altra per particolari appositamente realizzati.

La base di partenza è generalmente costituita da uno Sportster di ultima generazione ad iniezione (quasi sempre modelli Forty-Eight) sui quali il motore resta di serie, salvo la classica abbinata scarico-filtro dell'aria. 

Il lavoro massiccio riguarda le sovrastrutture che vengono ridotte al minimo anche per contenere il peso. 

Non di rado vengono costruite appositamente delle parti o modificate alcune esistenti. A livello ciclistico, si interviene su posteriore tramite ammortizzatori più performanti e la trasmissione finale a catena che sostituisce quella originale a cinghia dentata, mentre la forcella rimane quella di serie, salvo opportune rivisitazioni interne. Vengono scelti pneumatici tassellati e si cerca di dare alla moto un aspetto decisamente "low".

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venerdì 8 febbraio 2019

The Mustard

the mustard forty eight by shaw hd

the mustard forty eight by shaw hd

the mustard forty eight by shaw hd

the mustard forty eight by shaw hd


Un Forty-Eight ispirato alle linee della Porsche.


Shaw HD è sinonimo di “special”. Moto che spesso rompono gli schemi con tendenze e mode, specialmente quando si parla di Sportster, il vero cavallo di battaglia della “crew” inglese.
Anche questa volta hanno sorpreso con questo Sportster curato nei minimi particolari e dalla verniciatura con un'insolita tonalità di giallo.

L'impresa vera e propria ha riguardato il conferire un marcato aspetto “low” ad uno Sportster di per se già molto basso, senza comprometterne la guidabilità, intervenendo in maniera minima sulla forcella e coprendo le molle degli ammortizzatori posteriori con un kit Axle. 

Per riuscire nell'intento è stato creato da zero il codone con sella integrata, perfettamente armonizzato con il doppio scarico dall'andatura del tutto inusuale. Il montaggio di uno spoiler sotto il motore dona un aspetto molto aggressivo alla moto, esaltato dai panciuti pneumatici Firestone e dai cerchi con inserti appositamente dedicati (montati sugli originali). Contribuisce a questo aspetto anche l'assenza del parafango anteriore ed il piccolo cupolino montato.

Il Forty-Eight è stato reso più cattivo non solo costruendo uno scarico artigianale con un terminale per lato, ma c'è stato l'abbinamento con un filtro dell'aria aperto ed una nuova mappatura della centralina.

Se “The Mustard” colpisce per il suo aspetto, qualche dubbio lo pone in ordine al suo possibile utilizzo giornaliero, diversamente dalle altre moto realizzate dall'atelier inglese. Ma è talmente bella e particolare che si tratta di un peccato veniale......

martedì 16 ottobre 2018

Miller Time Scrambler

miller time sportster tracker by shaw speed

miller time sportster tracker by shaw speed

miller time sportster tracker by shaw speed

miller time sportster tracker by shaw speed

miller time sportster tracker by shaw speed


Il marchio di fabbrica è Shaw Speed & Custom ma questa scrambler, o meglio dire tracker, si differenzia nettamente dalle altre realizzazioni.


Quando si tratta di special su base Sportster, gli inglesi di Shaw Speed sono una garanzia in merito. Tantissime moto in cui, nella maggior parte dei casi, il comune denominatore è rappresentato da ruote artigliate, assetto rasoterra e poche concessioni a fronzoli vari. In passato su questo blog vi abbiamo mostrato qualche esemplare a tema come The Thugster.

"Miller Time Scrambler”, pur mantenendo una soluzione di continuità con le altre realizzazioni, ha una cura maniacale a livello cromatico ed un'impostazione tecnica che, per certi versi, la fanno assomigliare ad una moto da cross degli anni settanta.

La verniciatura, effettuata anche sul telaio, omaggia la famosa birra, miscelando abilmente alluminio spazzolato ad azzurro metallizzato. 

Ma non bisogna pensare che si tratti di uno Sportster pensato e costruito solo per gli show. L'aspetto tecnico è altrettanto curato. Il reparto sospensioni è affidato alla Ohlins che fornisce ammortizzatori posteriori e forcella che lavorano su una coppia di cerchi da 19 (anteriore) e 17 (posteriore) pollici muniti di pneumatici tassellati Michelin Anakee Wild. A causa della maggiore larghezza del pneumatico posteriore e dell'aumento di potenza dovuta ad un kit Screamin'Eagle Stage 4 composto da cilindri, teste (comprese di valvole e molle), pistoni ad alta compressione, alberi a cammes e collettore di aspirazione, è stato reso necessario montare una trasmissione finale a catena in luogo di quella originale a cinghia. 

Il telaio è stato lavorato nella zona posteriore con l'aggiunta di un corto parafango sostenuto da un archetto. Bellissimi i due scarichi realizzati in casa che escono su entrambi i lati ed il serbatoio del carburante RSD abbinato a grafiche vintage.

Nel mezzo di questo lavoro una serie di piccole accortezze come la mascherina anteriore del faro sagomata ed i comandi in alluminio anodizzato dello stesso azzurro del resto della moto.
Perchè i ragazzacci inglesi non producono in piccola serie qualcuna delle loro scrambler-tracker ?????      


venerdì 15 dicembre 2017

Fury Road!!!!

fury road sportster postatomico by shaw speed e custom

fury road sportster postatomico by shaw speed e custom

fury road sportster postatomico by shaw speed e custom

fury road sportster postatomico by shaw speed e custom

fury road sportster postatomico by shaw speed e custom

fury road sportster postatomico by shaw speed e custom

C'era un tempo in cui gli uomini erano semplici ed il futuro sempre più radioso. I grandi conflitti mondiali erano ormai alle spalle.


In Occidente regnava la pace e c'era voglia di ricostruzione. Poi l'avidità spinse l'uomo verso il consumismo esasperato, che mise i valori della ricostruzione in secondo piano rispetto a denaro ed interessi personali. 

Apparentemente era tutto motivato dalla ricerca di una nuova prosperità per tutti, ma dietro si celava ben altro. Così l'umanità, nell'arco di due secoli, si avviò inesorabilmente verso la distruzione, spinta da quelle che molti definivano “civiltà evolute”. 

In Oriente le guerre di religione e le grandi migrazioni verso l'occidente gettarono molti paesi nel caos più totale. Gli stati non ebbero la capacità di reagire a questa situazione ed i governi persero l'appoggio delle forze di polizia presenti, finendo per essere delegittimati.

Si formarono tanti piccoli agglomerati indipendenti l'uno dall'altro, che lottavano per la supremazia. L'inquinamento atmosferico, poi, aveva portato ad uno sconvolgimento dell'eco sistema. Molte specie animali si erano estinte ed il clima aveva subito cambiamenti imprevisti, finendo per cancellare le stagioni.

Simile contesto aveva riportato le varie economie agli albori dei tempi, dove gli scambi e l'agricoltura ne rappresentavano l'elemento dominante. L'industria era quasi totalmente scomparsa.
Molti si arrangiarono ad adattare i mezzi meccanici alle mutate esigenze, in ragione del fatto che le strade erano diventate quasi tutte vere e proprie mulattiere.

Fury Road una volta era un Forty-Eight, con il serbatoio dipinto di giallo. Venne smembrato completamente. Il telaio verniciato in marrone ed accorciato posteriormente. Fu montata una forcella tipo “springer”, dopo averci lavorato sopra per adattarla alla moto. Non era il massimo, specialmente per gli impervi terreni su cui doveva muoversi Fury Road, ma la forcella originale si era storta dopo una caduta dovuta ad una buca, così come i cerchi, sostituiti da altri barattati insieme a due corti scarichi. Nella caduta si era spezzata anche la leva del cambio, sostituita con un cambio a mano, e si era rotta la pinza del freno. Era stato adattato un tamburo proveniente dal relitto di un vecchio camion. Due gomme tassellate ideali per i terreni fangosi avevano completato l'opera. 

Ma c'era poco di essere fieri. Fury Road era l'emblema della decadenza......


martedì 18 luglio 2017

XRCR Racing


xrcr racing xr1200 by shaw speed side right

xrcr racing xr1200 by shaw speed side left

xrcr racing xr1200 by shaw speed gas tank

xrcr racing xr1200 by shaw speed seat


Evoluzione della XRCR, ovvero la XR 1200 con aspetto da “rocker”, la "racing" si presenta in tutto suo spirito corsaiolo.


Breve premessa. Quando penso allo Sportster, non ho in mente la moto custom da passeggio. Il  “ferro vecchio” oggetto di derisione da parte dei motociclisti smanettoni. O quanto meno, non solo. Lo Sportster mi fa pensare ad una moto polivalente, anche se con i suoi limiti. Una sorta di tela bianca sulla quale dipingere a piacimento. Una moto in grado di essere utilizzata per i più svariati fini. Quando vedo qualche elaborazione che, in linea di principio, va oltre quelli che dovrebbero essere i suoi confini, ne rimango affascinato. Per questo motivo mi ha attratto questa XR 1200. Sembra uno Sportster costruito unicamente per correre, anche se poi ha solo qualche aggiunta rispetto alla “sorella” cafe racer che vi ho presentato tempo addietro. http://www.1957legend.it/2016/10/xrcr-tribute-to-rockers.html

Parliamo di interventi  “racing”, come lo scarico Termignoni con il terminale fornito dalla azienda inglese Tiger, che molto ricorda i moderni scarichi delle MotoGp, gli ammortizzatori e la forcella Ohlins, il kit di conversione  a catena della trasmissione finale a cinghia, i cerchi racing della PM (anteriore da 17 pollici) con pneumatici Dunlop D211 ed, ovviamente, il motore da oltre 100 hp!
Non mi piace proprio la verniciatura, anche se di ispirazione Lotus, mentre ci sarebbe da discutere per ore sul codone che, sebbene uguale a quello della cafe racer, sembra in realtà molto diverso e forse non in totale armonia con il resto della moto. Si tratta di aspetti di poco conto. 

Mi piacerebbe vedere sempre più Sportster elaborati nel motore.


UP: spirito racing
DOWN: verniciatura   
  



venerdì 30 dicembre 2016

Sportster Mert Lawwill Replica

sportster mert lawwill replica flat track by shaw hd side right

sportster mert lawwill replica flat track by shaw hd side left

sportster mert lawwill replica flat track by shaw hd  tank

sportster mert lawwill replica flat track by shaw hd on street

 

Chiudiamo l'anno con questo Sportster Forty-Eight da flat-track Mert Lawwill, perchè questa disciplina può ben rappresentare la vita del ventunesimo secolo.....

 

…...sempre al limite e di traverso. In perenne equilibrio, come l'esistenza umana di molti uomini che, per un motivo o per l'altro rischiano di cadere e farsi male da un momento all'altro. Come la nostra società.

Il flat-track è così: uno sport estremamente semplice, ma per duri. Per gente che non ha paura. Si prende fiato solo sotto la bandiera a scacchi. Ovviamente quando ci si arriva. Per praticarlo basta veramente poco: una moto, due cerchi da 19 pollici con gomme intagliate, una suola di ferro sotto la scarpa sinistra e.....tanto cuore!!! 
Cuore uguale alle tante famiglie che stentano ad arrivare a fine mese, facendo di tutto per allevare al meglio i figli. Uguale al cuore di quanti perseguono i propri sogni senza arrendersi.

Ora è tempo di fermarsi un attimo, per ripartire nel nuovo anno sempre più decisi.

Il motivo della scelta della moto costruita dai ragazzi di Shaw Speed &  Custom è proprio questo: ricordare sempre come è la vita.

In questo senso lo Sportster in questione lo fa perfettamente: essenziale ma non povera, con una gran voce per far sentire le difficoltà le difficoltà di spingere il motore al limitatore, con una solida ciclistica ed una brillante verniciatura.



martedì 18 ottobre 2016

XRCR: tribute to Rockers!!!!

xrcr xr1200 cafe racer by shaw speed side right

xrcr xr1200 cafe racer by shaw speed side left

xrcr xr1200 cafe racer by shaw speed engine right angle

xrcr xr1200 cafe racer by shaw speed engine left angle

xrcr xr1200 cafe racer by shaw speed oil tank side right

xrcr xr1200 cafe racer by shaw speed swingarm

 

Il mito degli anni sessanta e dei Rockers è più vivo che mai, venendo celebrato con questo XR 1200 che si ispira alle mitiche Norton cafe racer.

 


E' una storia che varrebbe la pena raccontare mille volte, in modo che chiunque la possa conoscere a memoria. Una storia che ha influenzato sia un certo modo di vivere i giorni d'oggi  (il movimento “Hypster” per esempio ha tratto spunto proprio da quel periodo), sia le motociclette da quasi venti anni a questa parte.

Le famigerate cafe racer erano moto basiche: telaio in bella vista, semimanubri, sella singola (oppure un posto e mezzo), pedane arretrate, scarichi aperti e, spesso, motori elaborati.

Questa XR non sfugge alla regola, anche se non è estrema come si potrebbe pensare. Sul motore si è intervenuti in maniera più decisa lavorando su teste, pistoni, alberi a cammes e scarico (della Torque Hammer), che fanno salire la potenza a circa cento cavalli alla ruota, mentre la ciclistica è stata rimaneggiata il minima parte attraverso il montaggio di un paio di ammortizzatori Ohlins, una rivisitazione della parte interna della forcella, un doppio freno a disco anteriore di maggior diametro, due cerchi della Morad, in alluminio, dal canale più largo ed un ammortizzatore di sterzo.

Gran parte del lavoro ha riguardato l'estetica, attraverso la lucidatura e la verniciatura di numerose parti. Da questo punto di vista il lavoro effettuato è stato non indifferente e la XRCR richiama perfettamente le Norton a cui si ispira.  

Una vera cafe racer che non tradisce la matrice Harley-Davidson.


UP: il bellissimo serbatoio del carburante in alluminio spazzolato

DOWN: i cavi delle candele e copertura del codone
 

mercoledì 13 luglio 2016

Captain America 72

captain america 72 sportster by shaw hd side right

captain america 72 sportster by shaw hd side left

captain america 72 sportster by shaw hd rear fender

captain america 72 sportster by shaw hd seat

captain america 72 sportster by shaw hd tank

captain america 72 sportster by shaw hd on street side right

captain america 72 sportster by shaw hd on street front right angle

A distanza di oltre 40 anni lo spirito del film “Easy Rider” è più vivo che mai.  Questo Sportster celebra la famosa moto cavalcata da Peter Fonda.

 

 

Un promontorio. Il sole che cala. Un manubrio che punta l'orizzonte ed un motore che borbotta sornione. Il vento di una calda estate che accarezza il viso. Le lancette del tempo che non esistono.

Easy Rider si può vivere così oppure in mille altri modi. Non occorre necessariamente una moto. Ciò che conta è come si affronta il viaggio e ciò che lo anima.

“Captain America 72” è la dimostrazione pratica che basta molto poco anche quando si costruisce una moto.

La moto in questione, infatti, è uno Sportster Seventy-Two  (http://www.harley-davidson.com/it_IT/Motorcycles/seventy-two.html) cui sono state apportate pochissime modifiche.

E' sufficiente la verniciatura  “star and stripes” (in questo caso la parte superiore del serbatoio è stata aerografata con un'immagine del film), l'aggiunta di qualche dettaglio cromato, due scarichi tipo “fish-tail” che escono alti sul lato destro, uno schinalino alto ed una sella stretta che richiami gli anni settanta.

UP: l'aerografia sul serbatoio

DOWN:  i numerosi cavi elettrici a vista


easy rider poster yellow

easy rider poster black white
 












martedì 28 giugno 2016

Miss Universe: custom Harley-Davidson Sportster racing

miss universe sportster racing by shaw speed side right

miss universe sportster racing by shaw speed side left

miss universe sportster racing by shaw speed front

miss universe sportster racing by shaw speed back

miss universe sportster racing by shaw speed fairing

miss universe sportster racing by shaw speed rear

Harley-Davidson Sportster Forty-Eight

miss universe sportster racing by shaw speed live photo

Il nome non poteva essere più appropriato per questo Sportster che ha perso totalmente la sua connotazione custom per acquistarne una racing.

 

Shaw Speed & Custom non finisce mai di stupire con le sue customizzazioni ed anche questa volta il risultato sorprende non poco.

La moto in questione è uno Sportster Forty-Eight che viene trasformato completamente su commissione di un facoltoso australiano, amante degli orologi.

Miss Universe, infatti, ha un forte richiamo a questo mondo ed è un mix di elementi che ricordano il passato con un tocco di modernità.

Le precise indicazioni del committente hanno portato i ragazzi di Shaw Speed ad effettuare un lavoro enorme smontando lo Sportster originario pezzo per pezzo.

Il telaio è stato modificato perimetralmente, nella parte anteriore, in modo da circondare il motore ed abbassare il serbatoio del carburante (all'interno del telaio così modificato vi è nascosto il serbatoio dell'olio). La parte posteriore, invece, è stata eliminata per far spazio ad un telaietto suplementare.

La ciclistica vede un forcellone costruito appositamente per questa moto più lungo dell'originale, che agisce su un cerchio da 21 pollici ed un ammortizzatore Ohlins, ancorato centralmente al telaio.
Di bellezza infinita la forcella tipo “girder” costruita attingendo alla tecnica delle Moto GP, sulla quale lavorano due dischi da 13 pollici e pinze a sei pistoni della Performance Machine. Anche il cerchio anteriore è da 21 pollici.

Il motore, invece, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non ha subito grossi interventi, a parte il montaggio di teste più performanti, un nuovo corpo farfallato ed uno scarico ad alte prestazioni.
Il resto dei lavori ha riguardato le sovrastrutture, molte delle quali costruite in casa, altre provenienti da altre parti (come la parte superiore della carena che è di una Ducati Panigale).

Miss Universe non solo è una moto bella esteticamente come poche, ma altrettanto intrigante per una serie di motivi. 
Vecchio e nuovo coesistono formando un insieme che solo gli occhi più attenti e preparati riescono a percepire. 
Più che di una moto customizzata, si può parlare di un vero e proprio gioiello, lontano anni luce da opere pacchiane e scontate in cui cadono molti customizzatori, quando si tratta di fondere stili e soluzioni tecniche appartenenti ad epoche differenti.

Per chi volesse ammirarla dal vivo non deve fare altro che aspettare EICMA 2016.


UP: il grande lavoro effettuato sul telaio e la splendida forcella tipo “girder”

DOWN: il colore dei cerchi