Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

lunedì 23 luglio 2018

Serietà ed onestà: Harley-Davidson Jesi!



Truffato da una nota officina di Roma mi sono rivolto a loro.


Questa è la classica esperienza che va raccontata con i due volti di una stessa medaglia: da una parte meccanici senza scrupoli che non guardano in faccia niente e nessuno pur di fare cassa, dall'altra persone oneste, serie e competenti che ti seguono scrupolosamente anche se si fanno pagare bene.

Partiamo dal misfatto. A settembre del 2017 prendo appuntamento presso un'officina specializzata in Harley-Davidson della Capitale per effettuare un tagliando. 

Una volta arrivato faccio presente che ho la frizione lenta. Da qualche tempo il folle mi entra con difficoltà ed il cambio sembra un tantino duro sebbene la moto, a fronte dei dieci anni di vita, abbia pochi chilometri. 
Immediatamente mi aprono il carter sinistro dicendomi che va cambiata tutta la frizione: dischi, pignone e campana. 

Aggiungono che si tratta di un difetto congenito su molti esemplari di Sportster prodotti dopo il 2003 e se non effettuo il lavoro rischio di danneggiare pure l'albero motore. Mi dicono che per ovviare a questo problema mi montano una frizione rinforzata della Barnett in luogo di quella originale. 

Qualcosa non mi quadra. E' il terzo Sportster che ho in ventisei anni e non ho mai sentito di un problema del genere. Chiedo che mi venga richiusa la moto, dicendo che me la porto a casa così come sono venuto, dopo aver effettuato il tagliando in mia presenza (come da preventivo accordo).  Mi viene obiettato che la moto non può tornare a casa perchè c'è rischio di una improvvisa rottura e che, comunque, loro non mi possono richiudere il carter in quanto non hanno la guarnizione (…..ma ogni meccanico che si rispetti non ha una pasta rossa che sostituisce temporaneamente le guarnizioni....?????). La discussione va avanti per circa mezz'ora ed alla fine decido di lasciare lo Sportster anche se sono molto dubbioso. Ho la sensazione di essere “fregato”. 

Mi presentano il conto: quasi 1200 Euro pagati compreso il tagliando (foto della fattura).

Da settembre 2017 faccio circa 1500 km, quando a Maggio 2018 sento uno strano rumore provenire dalla parte sinistra del motore a caldo. Un ticchettio che mi fa immediatamente pensare alle punterie. Non mi fido a recarmi nuovamente presso l'officina che mi ha effettuato il lavoro sulla frizione. Ho paura che saltino fuori altri problemi. Decido di spedire la moto al dealer di Jesi.

Apro una parentesi a riguardo. Nell'agosto 2017, di ritorno dal Summer Jamboree, mi ferno a visitare la concessionaria HD di Jesi, anche per salutare uno dei due proprietari: Luca Fava che conosco dai primi anni duemila, da quando aveva l'officina autorizzata Triumph e ci incontravamo ai vari Triumph Day. Lo ricordo come una persona umile e competente.  Da quando non esistono più le Numero Uno (le concessionarie Harley-Davidson create da Carlo Talamo) entro molto titubante nei vari dealer. Mi sento quasi sempre fuori posto e difficilmente respiro quell'aria familiare che si toccava con mano quando c'era Carlo (Talamo). In qualche occasione sono pure entrato ed uscito da un dealer nello spazio di un secondo, quasi stessi per cadere in una vasca di coccodrilli.  
  
Questa volta sembra che la faccenda sia diversa. Sono tutti sorridenti e salutano, ti prestano attenzione e sembra di stare a casa. Anche se gli spazi sono diversi ho la sensazione di trovarmi dentro a qualche Numero Uno. Stefano mi invita a provare diverse moto, mostrandosi di una disponibilità a tratti disarmante mentre Luca, che vedo dopo circa una mezz'oretta dal mio ingresso, è esattamente come lo ricordavo. Quando vado via mi dico che in qualche modo debbo aver a che fare con loro in futuro. 

Così, quando capisco che qualcosa non quadra nel mio Sportster e voglio avere non solo un parere estremamente qualificato, ma pure che sia nelle migliori mani (senza nulla togliere ad altri concessionari egualmente bravi e competenti ma che non ho avuto modo di incontrare), ci metto due secondi a chiamare Luca ed inviarlo a Jesi.

Il responso non lascia dubbi: il rumore delle punterie potrebbe peggiorare ma, soprattutto, il lavoro sulla frizione non andava effettuato in quei termini. Sarebbe bastato cambiare i dischi e dare una pulita intorno alla campana. Mi viene comunque detto che il lavoro è stato effettuato bene

Magra consolazione perchè mi sono stati tolti dei soldi non dovuti.

A questo punto del racconto chi legge si potrebbe chiedere perchè invece di scrivere su un blog non parto con un'azione legale ????

Primo, mi sembra giusto “dare a Cesare quel che è di Cesare”, ovverosia ringraziare gente onesta come Luca e Stefano.
In secondo luogo, per far partire un'azione legale si deve dimostrare che l'intervento eccessivo sulla frizione del mio Sportster non era assolutamente da effettuare. 
I “furbacchioni” dell'officina, sebbene sollecitati più volte a fare delle foto sul lavoro che stavano effettuando, se ne sono ben guardati.

E se per convincere un giudice (giustamente) si devono avere dei riscontri concreti, al sottoscritto basta una prima sensazione ed una successiva diagnosi fatta da una persona estremamente competente ed assai onesta


martedì 17 luglio 2018

Flatlands racer

flatlands racer sportster bobber old racer

flatlands racer sportster bobber old racer

flatlands racer sportster bobber old racer

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Uno Sportster bobberizzato a dovere in omaggio alle gare americane di flat-track degli anni'50. 


Se da un punto di vista storico e politico il periodo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale è stato un momento fondamentale di ricostruzione per molti paesi, per l'ambiente motoristico i primi anni furono quasi di stallo. Le popolazioni erano afflitte da altri problemi ed anche lo sport ne ebbe a risentire. La situazione cambiò sul finire degli anni cinquanta. Il decennio che ne seguì può considerarsi uno dei periodi aurei del motorismo mondiale. 

Il bobber qui presentato suscita parecchio interesse proprio per il fatto di ispirarsi ad un periodo storico di scarso rilievo. 
Si è partiti dal motore di uno Sportster 1200 dei primi anni novanta installato su un telaio rigido dotato di forcella Springer abbinata al classico cerchio da 16 pollici (così come al posteriore) e pneumatici tassellati Baja. Sebbene il motore non sia stato elaborato, salvo un filtro dell'aria più aperto ed un paio di scarichi aperti tipo “drag-pipes” da 2 pollici, è stato smontato completamente e revisionato. Alcune parti come i carter ed i copri punterie sono stati appositamente costruiti cercando l'effetto “old-racing” ottenuto facendo ricorso anche all'utilizzo dell'ottone.

La verniciatura, ottenuta dopo diverse prove, è il tocco finale racing di questo Sportster bobber ottimamente costruito.  

venerdì 13 luglio 2018

883 Iron - 2009

harley davidson sportster 883 iron my 2009 pubblicità


Quando la Iron venne messa in commercio immediatamente, come di consueto in queste occasioni, venne avviata una sapiente campagna di comunicazione.....


….incentrata soprattutto sull'effetto derivante dal poter acquistare il primo Sportster all-black. Probabilmente alla Harley-Davidson non si sarebbero aspettati gli ottimi risultati ottenuti negli anni a seguire, che hanno fatto della 883 Iron lo Sportster più venduto per molti anni. 

Parallelamente, infatti, iniziarono promozioni sull'acquisto della moto benchè il prezzo fosse di per se già allettante (8.500 Euro). Il kit  “Renegade”, evidenziato in questo messaggio pubblicitario, esalta l'aspetto black della Sportster, permettendo di acquistare alcuni accessori e capi di abbigliamento (rigorosamente neri) ad un prezzo assai vantaggioso.

Grafica molto “friendly” ed accattivante!


martedì 10 luglio 2018

ICC - Ironhead Custom Chopper 1979

sportster ironhead chopper 1979 orange and red flame

sportster ironhead chopper 1979 orange and red flame

sportster ironhead chopper 1979 orange and red flame

sportster ironhead chopper 1979 orange and red flame

sportster ironhead chopper 1979 orange and red flame

sportster ironhead chopper 1979 orange and red flame


Vi presento un altro chopper costruito in casa sulla base di un vecchio Ironhead 1000.


Si tratta di una di quelle tante moto trasformate in qualche garage della provincia americana, magari ferme da diverso tempo, che vengono riportate in vita non pensando ad un vero e proprio restauro ma ad una trasformazione radicale.

Il motore Sportster Ironhead è stato inserito in un telaio rigido Paughco accoppiato ad una piastra di sterzo inclinata che rendono la moto assai lunga e con un notevole interasse. I cerchi sono da 21 pollici all'anteriore e nella misura inusuale da 18 pollici al posteriore.

Sebbene il motore sia stato elaborato attraverso un aumento di cilindrata dovuto a pistoni più grossi e cilindri alesati, accoppiati ad un carburatore S&S e due scarichi “drag-pipes”, si è scelto di montare un singolo disco freno anteriormente ed un tamburo nella parte posteriore. 

Lo Sportster è stato dotato sia di avviamento elettrico che a pedale, in omaggio ad un vero chopper che si rispetti. 

Non convince il disegno del cerchio posteriore e l'eccessiva inclinazione della forcella, mentre è bellissima la verniciatura arancio “flame-metal” che riguarda anche il telaio.


venerdì 6 luglio 2018

EMD Chopper/Bobber parts for Sportster


emd head cover Sportster


emd engine cover  sportster

emd engine cover sportster
emd kick sportster


Se volete dare al vostro Sportster un cool look dovete assolutamente prendere in considerazione queste parti prodotte dalla nota azienda americana......


Sono diversi componenti che potrete montare senza problemi. Iniziamo da un  “kick” elettrico (469 Euro) indispensabile per farvi sembrare dei veri duri quando proverete ad accendere lo Sportster. 

Vi sono poi i famosi copri teste in stile XR1000 (264 Euro), i due carter laterali (699 e 158 Euro) ed infine il pezzo forte: i copriforcella “Bombshell” dal look inconfondibile anche questi (788 Euro).

A conti fatti non si spende poco: sono 2374 Euro a cui vanno aggiunte le spese di montaggio (per chi non è in grado di farlo da solo), ma il vostro Sportster cambierà carattere!!!!



martedì 3 luglio 2018

El Cochino!!!!

sportster bobber old school el cochino

sportster bobber old school el cochino

sportster bobber old school el cochino

sportster bobber old school el cochino

sportster bobber old school el cochino

sportster bobber old school el cochino

sportster bobber old school el cochino


Le mani dell'uomo plasmano forme e metallo creando una perfetta armonia in questo Sportster dal sapore antico.


Tra le varie scuole di pensiero all'interno del mondo custom, l'old school è una delle più affascinanti, ma anche la più difficile da interpretare e realizzare.
La costruzione di questo bobber sulla base di uno Sportster 883 del 1987 ha richiesto molto tempo dal momento che, tranne motore e telaio, le uniche parti rimaste originali seppur elaborate, il resto è stato costruito su misura o proveniente da qualche altra moto.

Partiamo proprio dal motore dello Sportster, che è rimasto praticamente di serie salvo un carburatore S&S Super E, dotato di un filtro dell'aria ricavato dal clacson di una Lambretta (!!!!!!!!!!!) ed uno scarico due-in-uno con terminale Supertrapp.

Il telaio, come di consueto il molte elaborazioni di questo tipo, è stato lavorato unicamente nella parte posteriore attraverso l'eliminazione dei supporti parafango e lo spostamento del punto di ancoraggio degli ammortizzatori sul forcellone. 

La forcella è tipo Springer che lavora su un cerchio Akront da 16 pollici provvisto di freno a tamburo. Anche posteriormente troviamo un cerchio Akront da 16 pollici ma il freno, in questo caso, è della ISR, azienda nota (soprattutto negli anni novanta) che fornisce un kit in cui la pinza agisce sulla corona della catena e non sull'apposito disco di un impianto frenante di tipo tradizionale.

Codone, serbatoio del carburante e piccolo parabrezza anteriore, sono il frutto di ore ed ore passate battendo il ferro e sagomandolo. Discorso analogo si deve fare per la bellissima sella in pelle dotata di cuciture. 

Trovare un difetto nel “Cochino” è quasi impossibile. Forse si può criticare solo il posizionamento della bobina sotto al supporto della batteria, ma si tratta di poca cosa. Tutto è armonizzato alla perfezione!!!! Sicuramente uno dei migliori (se non il migliore) bobber “old school” su base Sportster che abbiamo visto.

venerdì 29 giugno 2018

A Sud di Stoccolma!!!

sportster chopper on freeway magazine n 44 1997

sportster chopper on freeway magazine n 44 1997

sportster chopper on freeway magazine n 44 1997

sportster chopper on freeway magazine n 44 1997


Negli anni novanta la parola “chopper” veniva associata quasi unicamente a Svezia.


Lunghe forcelle, interassi illimitati, cannotti di sterzo molto “aperti”, gommoni posteriori giganteschi, motori elaborati e drag-pipes per farsi sentire a chilometri di distanza erano un must per chi doveva costruire un chopper.

Si trattava di una vera e propria influenza di stile che ritroviamo anche in questo chopper costruito nel 1997 dalle parti di Lecce (Puglia).

Il motore Sportster Ironhead del 1974, con nuovi pistoni Wiseco che non alterano la cilindrata originale, è smontato e revisionato ma, a parte un carburatore Mikuni da 36mm con filtro dell'aria Arlen Ness e relativo scarico, non subisce altri interventi ed è inserito in un telaio rigido con cannotto dello sterzo inclinato a 42 gradi (!!!!!!!!!).

Anteriormente troviamo una forcella Jammer che lavora su un cerchio da 19 pollici. Come tutti i chopper dell'epoca è la parte posteriore il vero pezzo : una ruota Calles da 15 pollici ed 80 raggi con pneumatico automobilistico e corona in funzione di disco freno della Tolle. Come da abitudine per quei tempi, nel costruire la moto si è fatto ampio ricorso a parti in alluminio billet.