Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

giovedì 27 febbraio 2020

Tributo al "Maestro" americano.

harley davidson sportster ironhead 1970 digger

harley davidson sportster ironhead 1970 digger

harley davidson sportster ironhead 1970 digger

harley davidson sportster ironhead 1970 digger

harley davidson sportster ironhead 1970 digger

La fama di Arlen Ness arriva anche in oriente, ispirando questo “digger” su Sportster Ironhead del 1970.


Il tema dei “digger” è tanto caro ai seguaci di Arlen Ness che ne hanno fatto dapprima un fenomeno di “elite” legato agli Hamster, per poi diventare vero e proprio culto. Telai “low”, con cannotto di sterzo allungato ed inclinazione esagerata dello stesso, unitamente a verniciature psichedeliche, cromature in abbondanza, motori potenti, “alluminio billet” a profusione, rappresentano il “must” di questo tipo di moto, diffuse quasi solo negli States.

Tuttavia qualche “digger” si vede anche altrove. 

In Giappone, ad esempio, hanno pensato bene apportare piccole variazioni sul tema, tralasciando il luccichio delle cromature e non curando le finiture, oltre a non utilizzare l'alluminio. Ne esce fuori, così, una moto grezza ed essenziale, reinterpretazione in chiave nipponica dei “digger”, con il motore originale pazientemente cesellato nel basamento e dotato di un carburatore doppio corpo Dell'Orto (unica modifica apportata).

La verniciatura non fa sobbalzare in quanto ad originalità o appariscenza così come alcune finiture apportate sul resto della moto, ma la realizzazione è molto interessante anche se, ad oggi, questo tipo di moto hanno scarsa diffusione.  


lunedì 17 febbraio 2020

Cafe Metallico




L’Ironhead elaborato secondo la ricetta tradizionale cattura i consensi di quanti amano le VERE cafe racer.


Metallo battuto a mano a profusione, sovrastrutture ridotte all’essenziale, semi-manubri e comandi arretrati, motore opportunamente elaborato, verniciatura praticamente inesistente. 

Ogni tanto capitano piccole varianti sul tema e si tratta quasi sempre di ottime realizzazioni, ma sono rarità. Tutto ruota attorno al vecchio XLX 883 del 1983, modello “ponte” tra i vecchi Ironhead degli anni settanta ed i nuovi e più moderni Evolution del 1986, dei quali ha il basamento motore (con il cambio spostato a sinistra). Un modello poco riuscito e sconosciuto a molti a causa del periodo in cui è stato prodotto e delle non molte unità uscite dalla catena di montaggio

Lo Sportster è stato completamente smontato procedendo alla lucidatura di motore e telaio. Quest’ultimo è il risultato della fusione del telaio originale con tubi in acciaio molto più leggeri. La forcella ha steli da 35mm ed è stata accorciata, mentre posteriormente sono stati montati un paio di ammortizzatori Progressive leggermente più lunghi. Cerchi, freni e motore sono originali, salvo un filtro dell’aria più aperto ed un paio di collettori alti con terminali dalla consueta forma “a sigaro”. 

Il resto è un tripudio di moltissime parti realizzate a mano ed assai curate che impreziosiscono non poco questo bellissimo cafe racer.


lunedì 10 febbraio 2020

Profondo rosso!!!!!!

sportster xlch 1969 street tracker

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sportster xlch 1969 street tracker

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Uno dei modelli Sportster  “racing” viene riportato agli antichi splendori con un lavoro certosino. Ora l'XLCH del 1969 mette paura.....


Tradizione vuole che alla sigla “CH”,  il seguito della XL denotante i modelli Sportster, venisse dato un doppio significato: per alcuni voleva dire “Competition Hot”, per altri invece “California Hot”.
Qualunque fosse il reale significato della sigla, è indubbio che lo Sportster XLCH venne costruito per soddisfare i pruriti di quanti volevano una moto dallo spirito racing da poter utilizzare su strada ed anche nei circuiti con poche modifiche.   

L'esemplare qui proposto rappresenta il miglioramento di un modello già di per se riuscito.
Il telaio originale, che garantiva molta maneggevolezza ma ben poca stabilità alle alte velocità, è stato sostituito con un'unità rigida proveniente dal modello KR all'interno del quale è stato alloggiato il motore totalmente revisionato e verniciato in nero, senza modifiche volte ad aumentarne le prestazioni.

La forcella è una Kayaba, mentre i cerchi sono Borrani da 19 pollici all'anteriore e 18 al posteriore. 
Il colore rosso pastello del serbatoio e del parafango posteriore, abbinato al logo dell'epoca, esalta ancora di più lo spirito racing di questo XLCH che tanto appassiona. 


mercoledì 5 febbraio 2020

K-MODEL 1953

harley davidson k model 1953 flat track

harley davidson k model 1953 flat track

harley davidson k model 1953 flat track

harley davidson k model 1953 flat track

harley davidson k model 1953 flat track

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Beccatevi questo modello K da dirt-track personalizzato a dovere con pochi tocchi.


Trovare ancora in giro per il mondo qualche vecchio modello K è impresa ardua. Si tratta di moto che non ebbero successo ai tempi che furono, immediatamente soppiantate dagli Sportster (....il modello K ha avuto una vita relativamente breve rispetto allo Sportster: dal 1952 al 1958....). Tuttavia, come spesso accade quando si parla di motociclette in generale, ci sono dei veri cultori di questo modello. 

La moto qui presentata non è originale ed ha spunti stilistici dello Sportster XLCH, come il serbatoio del carburante, il motore con cilindrata aumentata da 750 a 900, la sella, il coperchio del filtro dell'aria. La forcella è di serie, i freni provengono da un KR, gli scarichi tipo drag-pipes anche essi provenienti da un KR.

Sicuramente un ottimo lavoro di restauro. 

giovedì 30 gennaio 2020

Tribute to Mert Lawwill!!!!!

sportster big bore 1400 street tracker mert lawwill tribute

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Il famoso ed amato Campione di flat-track degli anni settanta viene omaggiato con questo Sportster 1200 del 2005 che ha diverse soluzioni inusuali.....


Sino all'avvento di internet e, soprattutto, alla celebrazione in ambito motoristico del culto dell'attore Steve McQueen, alla maggior parte degli appassionati il nome di Mert Lawwill non diceva nulla.
Confinato all'interno di uno sport ritenuto solo per il popolo a “stelle e strisce”, ha trovato il giusto riconoscimento grazie al film-documentario “On Any Sunday” di Steve McQueen sul mondo delle corse motociclistiche degli anni settanta, nella quale Mert Lawwill è uno dei protagonisti.

Nel tempo diverse moto gli sono state tributate, ma questo Sportster è forse una delle più belle realizzazioni anche se è stata utilizzata come base un recente modello con motore Evolution (molto più affidabile) invece di un vecchio Ironhead.

A parte la carrozzeria in alluminio con grafiche dedicate, ciò che colpisce maggiormente sono i due carburatori (Kehin originali a depressione) che escono sul lato destro, con il doppio scarico Supertrapp alto sul lato sinistro. Ma si tratta solo delle modifiche più evidenti (insieme allo spostamento della batteria sotto i due carburatori). Se si cerca il serbatoio dell'olio risulta quasi impossibile trovarlo perchè funge da tabella porta numero sul lato destro.....

Il telaio è stato interamente modificato per alloggiare un forcellone Penske dotato di doppio leveraggio che, sembra, sia stato studiato per trasmettere la forza motrice durante le accelerazioni anche nella parte anteriore del telaio, avendo così un comportamento omogeneo della moto. L'inclinazione del cannotto di sterzo è stata molto ridotta in modo da aumentare la maneggevolezza ed è stata montata una forcella a steli rovesciati.

Il motore rende questo Sportster mostruoso: 96 cv ottenuti portando la cilindrata a 1400 tramite pistoni, cilindri e teste, montando inoltre alberi a cammes Megacycle dal profilo nettamente più spinto degli originali per avere più compressione all'interno della camera di scoppio ed una maggiore propensione del motore a girare in alto. 
Cosa altro dire ??????

Che sicuramente un “mostro” del genere se lo potranno permettere in pochi. E non solo a livello economico.......




lunedì 20 gennaio 2020

"Japanese" racer



Ancora una volta arriva dal Giappone l'ennesimo Sportster studiato per non sfigurare nei circuiti.


E' un dato di fatto che in oriente abbiano una visione di vita diversa da quella occidentale, europea in particolare, anche se le due culture stanno attingendo l'una dall'altra. Una visione che si riflette anche nel modo di concepire il custom, specialmente per quanto riguarda le Harley-Davidson.
Parlando di Sportster, accanto allo stile “old-school” che si concretizza maggiormente sui vecchi Ironhead, si affiancano elaborazioni in cui l'aumento delle prestazioni diviene l'elemento trainante. Non tutti sanno che in Giappone si utilizzano le Harley anche per girare in pista.....

An-Bu Custom è uno dei maestri che trova ispirazione per le sue realizzazioni nel mondo delle corse, costruendo moto adatte a passare qualche ora tra i cordoli.
L'ultimo Sportster è un 1200 del 2003 (a carburatore ovviamente!!!!) vestito interamente in alluminio con carenatura avvolgente, serbatoio e codone che richiamano le moto da corsa degli anni settanta, oltre una serie di dettagli come il contagiri inserito all'interno di un cruscotto, la sella ribaltabile che permette di accedere alla batteria alloggiata all'interno del codone, le pedane arretrate in alluminio ricavato dal pieno dal disegno racing.

Ovviamente gli interventi hanno riguardato anche la ciclistica, con il montaggio di un paio di ammortizzatori posteriori Progressive, trasmissione finale a catena, cerchi in lega da 18 pollici (con Pneumatici Dunlop Alpha 14), freni Brembo e rivisitazione interna della forcella originale con olio più denso e differenti molle.

Il motore Evolution 1200 è praticamente di serie, dal momento che vede solo il montaggio di uno scarico due-in-uno ed un filtro dell'aria S&S. Scelta dettata per avere una maggior durata possibile, sebbene lo Sportster vada spesso in pista. 



lunedì 13 gennaio 2020

.....simply chopper....

sportster ironhead xlh 1976 chopper


Il perfetto chopper da costruire nel garage di casa.....


Linee pulite, quote ciclistiche non eccessive, motore stock, richiamo esplicito ai chopper costruiti su base delle vecchie moto inglesi. Questi sono gli aspetti principali che caratterizzano questo XLH del 1976. 

E' un chopper semplice, basato su un vecchio motore, interamente ricostruito e reso ancor più affidabile da un basamento (completo di cambio) di un moderno XL 883 del 2009. Il motore è nettamente migliorato grazie anche ad un rapporto di compressione pari a 9,5:1 ed alberi a cammes che permettono un maggior tempo di apertura delle valvole, a vantaggio di una fluidità di erogazione. 

Molte parti provengono da vecchie moto inglesi come il serbatoio del carburante (Triumph America) ed i cerchi (BSA). Il telaio (ovviamente) è di tipo rigido, abbinato ad una forcella di tipo “springer”. 
Siete pronti a costruirlo ?????