Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

lunedì 21 agosto 2017

"Marley" by Mr.Martini

marley sportster with rear long fender by mr martini side right

marley sportster with rear long fender by mr martini side left

marley sportster with rear long fender by mr martini back left angle

marley sportster with rear long fender by mr martini handlebar

marley sportster with rear long fender by mr martini seat

marley sportster with rear long fender by mr martini gas tank

Il famoso customizer veronese si spinge oltre i canoni tradizionali con questo Sportster dal look stravagante, curato nei minimi dettagli.


Conosco Nicola da una vita, ma ogni volta rimango stupefatto per le moto che sforna. Vere e proprie opere d'arte su due ruote che mi fanno rimanere di sasso per qualche aspetto.  
Con Nicola non abbiamo parlato nello specifico di questo progetto, ma conosco il suo modo di approcciarsi. 
Vuole spingersi sempre  “oltre”.  Tentare nuove strade, creare vere e proprie tendenze. Senza alcun compromesso. A volte le sue “creature” paiono senza logica e prive di senso, ma sono in realtà frutto di uno studio accurato che spesso sfocia nel progetto vero e proprio dopo diverso tempo. La grande capacità di customizer di Nicola Martini è proprio in questo aspetto: il genio creativo ed impulsivo, che lo porta a vivere in un perenne stato agitativo, si plasma nello studio e realizzazione delle sue moto.

“Marley” non tradisce questa regola.

A livello tecnico non vi sono particolari intuizioni. La base di partenza è una 883 pre-2003 su cui si è intervenuti in maniera “soft”. Carburatore Mikuni con filtro dell'aria Screamin'Eagle e scarico due-in-uno con terminale Zard (che Nicola usa spesso insieme a Supetrapp) riguardano il motore, mentre la ciclistica vede l'utilizzo di due ammortizzatori Ohlins con serbatoio separato, un kit di revisione interno della forcella ed la finale a catena in luogo dell'originale a cinghia.

Quando poi ci si sofferma sul resto si nota la genialità esplosiva di Nicola (….o se volete di Mr.Martini...). 

La tendenza attuale è quella di creare moto rastremate e lui che fa ???? Piazza un lungo parafango posteriore, molto in voga sulle Harley custom “made in USA”, con un fanalino tondo ed una sella in due pezzi. Poi, non contento, monta il serbatoio di una Honda “Four” degli anni settanta, su cui lascia il logo della casa dall'ala dorata. Il tutto condito da una serie di particolari quali, ad esempio, manopole e pedane bianche.

Come al solito Nicola meraviglia e fa discutere.


Up: parafango posteriore
DOWN: logo Honda sul serbatoio

mercoledì 16 agosto 2017

"Notone"

notone sportster old cafe racer grey by red max  side right

notone sportster old cafe racer grey by red max  side left

notone sportster old cafe racer grey by red max  engine

notone sportster old cafe racer grey by red max  seat

notone sportster old cafe racer grey by red max  tank


Richiama da vicino le Norton che tanto imperversarono lungo le strade di Londra negli anni che furono, ma si tratta di un'altra ottima cafe-racer su base Sportster.


Come accade in questi ultimi tempi, si vedono concetti e stili di moto ampiamente estremizzati e spesso rimaneggiati al punto tale da far rimanere confusi. Le stesse cafe-racer sono state oggetto di numerosi interventi tali da perderne, in alcuni casi, l'originaria radice. 

“Notone”, invece, è una moto che riporta senza alcun minimo tentennamento a quelli che sono i canoni caratteristici delle cafe-racer: manubri bassi in modo da avere una posizione distesa, lungo serbatoio, pedane arretrate e coda corta con sella singola (….al massimo il secondo posto può essere di fortuna....). A livello tecnico, invece, il concetto viene adeguato ai tempi odierni, laddove le cafe-racer non presuppongono una estremizzazione tecnica. 

Il motore della 883R del 2003 viene dotato di scarico Supertrapp due-in-uno e filtro dell'aria aperto, interventi minimi per liberarne al meglio la potenza a disposizione. 
Discorso analogo per la ciclistica, che vede il montaggio di pedane arretrate costruite in casa in alluminio ricavato dal pieno e due semi-manubri  “slip-on”. Gli ammortizzatori  rimangono strettamente di serie, salvo l'utilizzo di olio più denso all'interno della forcella originale.
Le sovrastrutture fanno parte di un kit realizzato appositamente dalla stessa “crew” di Red Max Speed Shop e sono composte da serbatoio e codone in vetroresina con faro integrato, abbinati ad un parafango anteriore in alluminio. Un tappo del serbatoio tipo “Monza” ed un diverso fanale anteriore sono la parte finale del lavoro.
La verniciatura, ovviamente, è grigia con i classici filetti neri e rossi su serbatoio e codone.

Inutile sottolineare che se “Notone” è su questo blog perchè ha degli spunti interessanti. In particolare è l'idea di avere realizzare una cafe racer con molto poco, anche se non mi piace assolutamente il fatto che si debba tagliare posteriormente il telaio per ospitare questo kit. 


UP: serbatoio
DOWN: telaio segato posteriormente


martedì 1 agosto 2017

Trouble Head: dove osano le aquile!!!!!

trouble head sportster ironhead by officine rossopuro side right

trouble head sportster ironhead by officine rossopuro tank

trouble head sportster ironhead by officine rossopuro

trouble head sportster ironhead by officine rossopuro


Filippo Barbacane (alias Officine Rossopuro), da sempre legato a Moto Guzzi, trova il tempo per dedicarsi a questo Sportster Ironhead da costruire per un amico.....


Dopo la trasmissione “Lord of The Bike” il nome di Filippo Barbacane è praticamente entrato nelle case  (...pardon nei garage....) di tutti gli appassionati del “custom”, anche se a molti era noto già da diversi anni per le sue numerose realizzazioni su base Moto Guzzi. Veri e propri tributi a Mandello del Lario ed un'epoca che fu. 

Durante questo lungo periodo di tempo, in cui il buon Filippo è sulla cresta dell'onda, ha avuto qualche divagazione in ambito motoristico, andando ad esplorare temi e concetti non proprio familiari (…..anche se si tratta pur sempre di bicilindrici....), dato che ha costruito il rigido in questione, oltre ad un paio di Buell.

La moto è stata costruita nel lontano 2011. In quel periodo lavoravo presso una concessionaria Moto Guzzi e mi trovai a chiamare Filippo per avere informazioni sulle sue parti speciali da vendere al pubblico (all'epoca avevo appena aperto questo blog). Intavolammo una discussione finendo a parlare di Harley-Davidson, Sportster in particolare, e mi disse che stava costruendo questo Ironhead per un suo amico.
Rimasi molto meravigliato dal fatto che avesse scelto un vecchio motore  “teste di ghisa” e non un moderno Evolution (più semplice da mettere a punto) per la sua realizzazione.

Una volta terminata rimasi molto colpito da questa moto e, soprattutto, dalla capacità di adattamento di Filippo a quella che è un'altra filosofia costruttiva rispetto a Moto Guzzi.
Di “Trouble Head” mi piacciono non solo le numerose parti costruite in officina dallo stesso Filippo, come ad esempio il serbatoio del carburante, ma la filosofia della stessa moto: un bobber selvaggio che sprigiona rudezza da ogni angolo.

In comune con le Moto Guzzi che escono dall'officina Rossopuro, vi è solo l'architettura del motore e l'artigianalità costruttiva, per il resto si tratta di una moto bassa e scomoda. Una vera e propria sfida vinta da Filippo!

UP: serbatoio
DOWN: scarichi alti che non si integrano con la linea 
 


venerdì 28 luglio 2017

......It's rock and roll!!!! - by HD Alessandria 2003

it's rock and roll sportster adversiting by hd alessandria 2003

Nel 2004 entra in produzione il nuovo Sportster. 


Era atteso da tempo e tante voci non controllate parlavano di una rivoluzione dei modelli nuovi modelli della “piccola” di Milwakee. Rivoluzione che avvenne in puro stile Harley-Davidson, cioè senza rivoluzione, ma con degli importantissimi aggiornamenti che permisero allo Sportster di diventare veramente una moto dall'ampio utilizzo. 

Primo tra tutti il motore montato su supporti elastici che smorzava molto le famose “good vibrations” che limitavano parecchio la fruibilità della moto sulle lunghe distanze. Attingendo all'esperienza maturata con Buell, veniva in tal senso adottata la soluzione progettuale dei modelli antecedenti alle serie XB. 

Veniva poi ridisegnato il telaio nella parte posteriore in modo da poter alloggiare un pneumatico di dimensioni maggiori e ridisegnato lo stesso telaio nella zona centrale. Purtroppo aumentava il peso di circa 50 kg a secco (….arrivando ai 250 kg....).

Fin dalla presentazione delle nuove Sportster, molti dealer ne approfittarono per improntare la propria campagna pubblicitaria su questo modello (che già riscuoteva ampi consensi....).

In questi giorni è iniziato il Summer Jamboree a Senigallia, la kermesse dedicata alla cultura ed alla musica anni '40 e '50, con una mostra su Elvis Presley. 

E' sembrato logico, quindi, proporre questo vecchio messaggio promozionale del dealer di Alessandria con Elvis a cavallo del suo Sportster. Si è trattato di un'ottima intuizione per proporre i nuovi modelli Sportster. Qualche perplessità solo sull'immagine della foto che sembra troppo sbiadita.    


martedì 25 luglio 2017

Blue sands!

blue sands sportster tracker side right

blue sands sportster tracker carburator

blue sands sportster tracker back

blue sands sportster tracker front end


Rude come solo certe moto sanno essere, questo Sportster può rappresentare il compagno ideale per le scorribande estive lungo il mare....


A volte basta poco, molto poco, per sognare. Una moto, una compagna con la quale condividere molti momenti ed un bel tramonto in riva al mare. Il mondo diventa migliore e tutto assume un'altra ottica, specialmente se si cavalca una moto che possa far scoprire spiagge inesplorate. 

Semplice, essenziale e sobria come questo Sportster.

Si utilizza come base un modello costruito prima del 2003 che si spoglia di tutto il superfluo. Si lascia una sella striminzita, si monta un parafango posteriore in alluminio realizzato a mano (quello anteriore si elimina....), un paio di pneumatici scolpiti, un manubrio da cross ed un serbatoio ferro di una vecchia moto da enduro (in questo caso proveniente da una Husqvarna). 

Se proprio si vuole esagerare, come in questo caso, si mette mano anche alle sospensioni posteriori, si sposta il serbatoio dell'olio, sagomando la parte posteriore del telaio in modo da averla più snella e si libera qualche cavallo nel motore montando alberi a cammes e carburatore (Mikuni) con relativo filtro dell'aria. Ma solo se si vuole esagerare, perchè il motore dello Sportster, sia nella cilindrata 883 che 1200, va bene così.

Poi si vernicia il serbatoio del carburante in con tonalità e grafiche non esagerate e lo Sportster è pronto.

Il resto è nella testa.....

Chiunque si può costruire praticamente da solo questa moto, spendendo molto poco.
Facciamo due conti, dando per scontato che si voglia ridurre l'esborso all'indispensabile e si abbia un minimo di manualità. Consideriamo un prezzo di acquisto compreso intorno ai 5000/5500 Euro massimo, per una moto con circa trentamila chilometri.

Si cambia il manubrio con uno da cross, con il traversino, o da flat-track, più largo (150/200 Euro). Per dei pneumatici con il tassello si spende mediamente sui 300 Euro. Poi basta togliere il parafango anteriore, cambiare il fanalino posteriore ed, eventualmente, rimodellare il parafango posteriore (segandolo). Una sella usata si trova a 100 Euro, cui se ne possono aggiungere altre 50 per una nuova modellatura. Il serbatoio del carburante si lascia quello originale. Si può aggiungere un paramotore fatto in casa con un semplice foglio di alluminio da 2mm. 

Spendendo non più di 6000 Euro ci si è fatti lo Sportster col tassello.  


UP: serbatoio e verniciatura
DOWN: telaio posteriore segato
 

martedì 18 luglio 2017

XRCR Racing


xrcr racing xr1200 by shaw speed side right

xrcr racing xr1200 by shaw speed side left

xrcr racing xr1200 by shaw speed gas tank

xrcr racing xr1200 by shaw speed seat


Evoluzione della XRCR, ovvero la XR 1200 con aspetto da “rocker”, la "racing" si presenta in tutto suo spirito corsaiolo.


Breve premessa. Quando penso allo Sportster, non ho in mente la moto custom da passeggio. Il  “ferro vecchio” oggetto di derisione da parte dei motociclisti smanettoni. O quanto meno, non solo. Lo Sportster mi fa pensare ad una moto polivalente, anche se con i suoi limiti. Una sorta di tela bianca sulla quale dipingere a piacimento. Una moto in grado di essere utilizzata per i più svariati fini. Quando vedo qualche elaborazione che, in linea di principio, va oltre quelli che dovrebbero essere i suoi confini, ne rimango affascinato. Per questo motivo mi ha attratto questa XR 1200. Sembra uno Sportster costruito unicamente per correre, anche se poi ha solo qualche aggiunta rispetto alla “sorella” cafe racer che vi ho presentato tempo addietro. http://www.1957legend.it/2016/10/xrcr-tribute-to-rockers.html

Parliamo di interventi  “racing”, come lo scarico Termignoni con il terminale fornito dalla azienda inglese Tiger, che molto ricorda i moderni scarichi delle MotoGp, gli ammortizzatori e la forcella Ohlins, il kit di conversione  a catena della trasmissione finale a cinghia, i cerchi racing della PM (anteriore da 17 pollici) con pneumatici Dunlop D211 ed, ovviamente, il motore da oltre 100 hp!
Non mi piace proprio la verniciatura, anche se di ispirazione Lotus, mentre ci sarebbe da discutere per ore sul codone che, sebbene uguale a quello della cafe racer, sembra in realtà molto diverso e forse non in totale armonia con il resto della moto. Si tratta di aspetti di poco conto. 

Mi piacerebbe vedere sempre più Sportster elaborati nel motore.


UP: spirito racing
DOWN: verniciatura   
  



venerdì 14 luglio 2017

Buell XB9 Lightning City X - La città a portata di mano!

buell xb9 lightning city x pubblicità by hd bologna 2007

Una moto nata per divertire viene presentata nella sua cornice ideale!


Il dealer Harley-Davidson Bologna, nel 2007, si presenta con questa pubblicità: la moto e dietro le luci di una città. Il miglior ambito di utilizzo del nuovo modello Buell. Il passo corto, la ciclistica svelta (1.320 mm di interasse!), ed il motore ricco di coppia (oltretutto poco assetato di carburante), la rendono fantastica nel tragitto urbano. 

A corredo, una serie di “gingilli” che a nulla servono, ma fanno tanto “fico”, come i paramani (dieci anni praticamente nessuna moto stradale li montava di serie....), il finto copri-serbatoio del carburante trasparente (il vero serbatoio in realtà è nel telaio...) con il cupolino in tinta, i cerchi verniciati in blu, il colore Buell. Poche, se non addirittura minime, le differenze rispetto agli altri modelli della gamma, che si invita a vedere e toccare con mano all'interno della concessionaria. Il prezzo è di poco inferiore ai diecimila euro.

Della Buell XB9, ancor più della sorella maggiore XB12, si sente attualmente la mancanza all'interno del panorama motoristico mondiale. Rispetto alla sorella maggiore, le caratteristiche del motore  “superquadro” (cioè con le misure di alesaggio maggiori rispetto a quelle della corsa) e poco assetato, la avrebbero resa ancora molto ricercata da quanti volevano una  moto facile e poco impegnativa a livello di manutenzione (basti pensare che solo la trasmissione finale a cinghia dentata era praticamente esente da interventi e dalla lunghissima durata).

Proponiamo questa pubblicità ora, nel periodo estivo perchè, pur col motore che scaldava parecchio, se fosse stata ancora in produzione la XB9 avrebbe permesso a molti di scorazzare nelle notti lungo le strade  di una città stupenda come la Capitale.