Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

Visualizzazione post con etichetta Ironhead. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Ironhead. Mostra tutti i post

martedì 31 luglio 2018

XLCH 1972 Scrambler

sportster xlch 1972 ducati scrambler style

sportster xlch 1972 ducati scrambler style

sportster xlch 1972 ducati scrambler style

sportster xlch 1972 ducati scrambler style

sportster xlch 1972 ducati scrambler style

sportster xlch 1972 ducati scrambler style

sportster xlch 1972 ducati scrambler style


Uno Sportster degli anni settanta che rispolvera i canoni della celebre Ducati Scrambler.


Che piaccia o meno, la Ducati Scrambler è una di quelle moto che hanno fatto scuola, non solo per il fatto di essere una delle poche moto dell'epoca in quel segmento, ma per alcune caratteristiche idonee a renderla celebre nel tempo, come il motore molto ruvido con un alto tasso di vibrazioni, la linea inusuale, le diverse cilindrate in cui veniva proposta. La Scrambler ha avuto talmente successo che a distanza di quasi cinquant'anni è stata riproposta dalla Ducati la quale ha creato un apposito brand.

In Giappone, dove i vecchi Sportster sono molto popolari, sanno come valorizzarli.
Il lavoro effettuato non è stato moltissimo, anche perchè in questo caso il motore non è stato per nulla toccato, rimanendo del tutto originale. 

L'unica concessione in tal senso ha riguardato la rimozione dal motore della ruggine formatasi negli anni. Per il resto, salvo un filtro dell'aria e due terminali più aperti, è rimasto di serie. Differente il discorso per ciclistica e telaio. I cerchi sono due Akront da 18 pollici al posteriore e 19 all'anteriore, dotati di specifici pneumatici tassellati. I freni, come vuole il tipo di moto, sono entrambi a tamburo. Ammortizzatori e forcella sono di serie, anche se rigenerati.

Il grosso del lavoro è stato effettuato sulla parte posteriore del telaio, sulla quale è stato imbullonato un archetto che regge un parafango in alluminio dotato di piccolo fanale e strapuntino per il passeggero.

Il serbatoio del carburante proviene da un altra moto ed è stato necessario adattarlo lavorando sul canale interno. Il colore, così come le grafiche, sono dell'epoca. Una bellissima realizzazione che fa battere molto il cuore di chi ama i mezzi rudi e minimalisti. Come gran parte delle moto degli anni settanta anche la XLCH mantiene l'avviamento a pedale, anche se l'augurio per il proprietario è che sia più semplice da avviare della vecchia Ducati Scrambler........

martedì 10 luglio 2018

ICC - Ironhead Custom Chopper 1979

sportster ironhead chopper 1979 orange and red flame

sportster ironhead chopper 1979 orange and red flame

sportster ironhead chopper 1979 orange and red flame

sportster ironhead chopper 1979 orange and red flame

sportster ironhead chopper 1979 orange and red flame

sportster ironhead chopper 1979 orange and red flame


Vi presento un altro chopper costruito in casa sulla base di un vecchio Ironhead 1000.


Si tratta di una di quelle tante moto trasformate in qualche garage della provincia americana, magari ferme da diverso tempo, che vengono riportate in vita non pensando ad un vero e proprio restauro ma ad una trasformazione radicale.

Il motore Sportster Ironhead è stato inserito in un telaio rigido Paughco accoppiato ad una piastra di sterzo inclinata che rendono la moto assai lunga e con un notevole interasse. I cerchi sono da 21 pollici all'anteriore e nella misura inusuale da 18 pollici al posteriore.

Sebbene il motore sia stato elaborato attraverso un aumento di cilindrata dovuto a pistoni più grossi e cilindri alesati, accoppiati ad un carburatore S&S e due scarichi “drag-pipes”, si è scelto di montare un singolo disco freno anteriormente ed un tamburo nella parte posteriore. 

Lo Sportster è stato dotato sia di avviamento elettrico che a pedale, in omaggio ad un vero chopper che si rispetti. 

Non convince il disegno del cerchio posteriore e l'eccessiva inclinazione della forcella, mentre è bellissima la verniciatura arancio “flame-metal” che riguarda anche il telaio.


venerdì 29 giugno 2018

A Sud di Stoccolma!!!

sportster chopper on freeway magazine n 44 1997

sportster chopper on freeway magazine n 44 1997

sportster chopper on freeway magazine n 44 1997

sportster chopper on freeway magazine n 44 1997


Negli anni novanta la parola “chopper” veniva associata quasi unicamente a Svezia.


Lunghe forcelle, interassi illimitati, cannotti di sterzo molto “aperti”, gommoni posteriori giganteschi, motori elaborati e drag-pipes per farsi sentire a chilometri di distanza erano un must per chi doveva costruire un chopper.

Si trattava di una vera e propria influenza di stile che ritroviamo anche in questo chopper costruito nel 1997 dalle parti di Lecce (Puglia).

Il motore Sportster Ironhead del 1974, con nuovi pistoni Wiseco che non alterano la cilindrata originale, è smontato e revisionato ma, a parte un carburatore Mikuni da 36mm con filtro dell'aria Arlen Ness e relativo scarico, non subisce altri interventi ed è inserito in un telaio rigido con cannotto dello sterzo inclinato a 42 gradi (!!!!!!!!!).

Anteriormente troviamo una forcella Jammer che lavora su un cerchio da 19 pollici. Come tutti i chopper dell'epoca è la parte posteriore il vero pezzo : una ruota Calles da 15 pollici ed 80 raggi con pneumatico automobilistico e corona in funzione di disco freno della Tolle. Come da abitudine per quei tempi, nel costruire la moto si è fatto ampio ricorso a parti in alluminio billet.

martedì 26 giugno 2018

Old Chop!!!!

sportster xlch 1970 chopper

sportster xlch 1970 chopper

sportster xlch 1970 chopper

sportster xlch 1970 chopper


In Giappone la passione per le Harley-Davidson si manifesta soprattutto verso i vecchi Ironhead, veri e propri oggetti di culto.


Se c'è qualcuno che ritiene il “Paese del Sol Levante” unicamente terra di smanettoni e pistaioli, è il caso di dirlo, sta nettamente fuoristrada. Da diversi anni si è diffuso un movimento “underground” che si sta espandendo a macchia d'olio e mira non solo alla rivalutazione di vecchie Jap o italiane, ma anche Harley-Davidson con il motore in ghisa. Meglio se Sportster. I tanto cari motori Evolution sono ad appannaggio di pochi. 

Ci si imbatte in tante trasformazioni, alcune radicali, altre più soft, come questo XLCH del 1970 chopperizzato con pochi e sapienti interventi. 

E' stato sufficiente montare una sella anni settanta a due posti, con schienalino incorporato, un manubrio a corna di bue, uno striminzito serbatoio, un manubrio a corna di bue , due scarichi drag-pipes, un filtro dell'aria quadrato. Il motore resta di serie, così come la ciclistica e l'impianto elettrico. L'unica concessione riguarda l'eliminazione del parafango anteriore e niente altro. 

Nemmeno un restauro approssimativo. Ci sono segni di ruggine sparsi, ma cosa importa ????  

venerdì 15 giugno 2018

Midnight Rambler

sportster ironhead 1000 on freeway magazine 1997

sportster ironhead 1000 on freeway magazine 1997

Sono passati oltre venti anni dall'elaborazione di questo Ironhead 1000 ed è palese la tendenza dell'epoca.....


Negli anni novanta in Italia, agli albori del custom che riguardava praticamente solo le Harley-Davidson, una delle mode era quella di “modernizzare” le Harley prelevando quasi tutta la ciclistica da una moto giapponese sportiva, ad iniziare dai cerchi. Esteticamente la moto appariva come un ibrido mal riuscito e stonava non poco questo abbinamento.  In aggiunta si elaborava il motore pesantemente. A dire il vero questa tendenza riguardava le numerose officine che iniziavano a sorgere nella penisola, ma non le moto customizzate dalla Numero Uno e da Carlo Talamo che mantenevano altre prerogative. 

Infatti l'Ironhead ha pistoni Wiseco in grado di aumentare la cilindrata, silenziatori in carbonio e filtro dell'aria S&S. Cerchi Marchesini, forcella Showa e forcellone JMC (altra moda dell'epoca era l'utilizzo di questi forcelloni quando si montavano cerchi più larghi) completano le modifiche effettuate che fanno a completarsi attraverso qualche accessorio. 

Ciò che veniva mostrato da chi effettuava questo tipo di preparazioni, era il grosso lavoro di meccanica indispensabile per adattare la ciclistica proveniente da altre moto. Gli interventi sul motore, almeno in Italia, spesso erano approssimativi sebbene si utilizzassero numerose parti, dal momento che tecnici preparati per le Harley-Davidson erano quasi solo quelli formati dalla Numero Uno.  Non era inusuale vedere molti motori elaborati con potenze nettamente inferiori a quelle che avrebbero potuto sviluppare con un corretto lavoro di montaggio e messa a punto.
Questo Ironhead offre esattamente la dimensione della tendenza che si era diffusa in Italia negli anni novanta.


martedì 15 maggio 2018

Sporton!!!!!

sporton sportster ironhead 1000 cafe racer

sporton sportster ironhead 1000 cafe racer

sporton sportster ironhead 1000 cafe racer

sporton sportster ironhead 1000 cafe racer

sporton sportster ironhead 1000 cafe racer


Motore Sportster Ironhead 1000 in un telaio Norton Featherbed Whiteline.


Continua il viaggio alla scoperta degli Sportster cafe racer old style, con questa moto realizzata in Malaysia. Rispetto ad altre precedenti elaborazioni a tema presentate tempo addietro, il lavoro effettuato è stato ancor più complesso e certosino, dal momento che ha riguardato non solo l'aspetto estetico e la ciclistica, ma anche il motore. 

Difatti il vecchio Ironhead 1000 del 1969 è stato elaborato e portato a circa 1400 cc,  con pistoni ad alta compressione, valvole maggiorate, bielle in titanio, alberi a cammes Andrews che aumentano l'alzata delle valvole, carburatore Weber 40 a doppio corpo, magnete Joe Hunt e scarico due-in-uno Dunstall

Ovviamente la maggior potenza, unita al diametro maggiore dei pistoni, ha comportato obbligatoriamente l'adozione di un radiatore dell'olio supplementare Lockhart. Tramite la creazione di nuove piastre, il motore è stato spostato centralmente di 19mm per avere una maggiore guidabilità. 

Nel progettare la Sporton nulla è stato lasciato al caso, tanto è vero che sono stati utilizzati freni a tamburo Borrani, semi-manubri Tommaselli, serbatoio del carburante in alluminio Norton Manx da 19 litri e serbatoio dell'olio artigianale. La forcella è una Roadholder con molle a vista, mentre gli ammortizzatori sono Marzocchi.  Quasi tutti i componenti sono in alluminio e provengono da altre moto, come la semi-carenatura, che è di una vecchia Triumph. 

Sebbene sia stato utilizzato un motore Sportster Ironhead, il peso della moto è stato contenuto in 180 kg (!!!!!). Un ottimo risultato considerando l'ampio utilizzo di alluminio (non vi sono parti in plastica).


martedì 1 maggio 2018

Psyclone

psyclone sportster ironhead 900 yellow board track

psyclone sportster ironhead 900 yellow board track

psyclone sportster ironhead 900 yellow board track

psyclone sportster ironhead 900 yellow board track

psyclone sportster ironhead 900 yellow board track

Una board-track su base Sportster Ironhead irrompe sulla scena custom....


….e sembra arrivare direttamente dagli anni venti, se non fosse che il suo creatore, tale Frederick Fortune, si fosse deciso a costruirla non molti anni addietro, quando si rese conto che comprare una vera moto da board track degli anni venti voleva dire spendere una vera e propria fortuna. 

Partì da un motore Sportster da 900 cc del 1964 che smontò completamente, rigenerò e verniciò a polvere in molte parti, al quale abbinò un carburatore Linkert DC-12 . Tagliò la copertura del pignone e delle cammes in modo da modellare il motore e farlo assomigliare ad un vecchio v-twin. 

Il passo successivo fu quello di rettificare e lucidare bulloni ed elementi di fissaggio del motore al telaio. Dopo diverse ricerche, finalmente trovò il telaio adatto che proveniva dalla Carolinas Customs, sebbene si dovessero apportare degli adattamenti per alloggiare il motore Sportster. Trovò una forcella Girder con ammortizzatore progressivo regolabile. Scelse una coppia di cerchi Excel da 21 pollici e vi abbinò pneumatici Avon Speedmaster. Banke Performance fornì il telaietto a supporto della sella, mentre i parafanghi provengono da una vecchia Norton, ma furono anche questi adattati. L'impianto elettrico fu costruito praticamente da zero e questo portò via diverso tempo. 

La parte più difficile fu nascondere il serbatoio dell'olio, ma grazie all'aiuto di un abile maestro il risultato fu portato a termine senza problemi. Vedremo altre board track come questa ???? 

martedì 9 gennaio 2018

Ironhead "crazy" cafe racer

sportster ironhead cafe racer redonda motors

sportster ironhead cafe racer redonda motors

sportster ironhead cafe racer redonda motors

sportster ironhead cafe racer redonda motors

Una cafe racer lontana da tutti gli standard tradizionali,  costruita percorrendo folli strade della mente.....


Capita spesso di imbattersi in situazioni talmente strane da sembrare prive di senso, in quanto lontane anni luce dagli schemi conosciuti. Prendiamo ad esempio le cafe-racer: semi-manubri, sella singola od al massimo ad un posto e mezzo, pedane arretrate, alleggerimento globale. 
Negli anni la filosofia costruttiva di queste moto si è evoluta adeguandosi ai tempi moderni, ma pur sempre seguendo un determinato filone non solo tecnico, ma anche cromatico.

Consideriamo ora questo Sportster Ironhead costruito da Redonda Motors: cosa ha di una cafe-racer ???? Poco o nulla a parte qualche elemento. Analizziamola attentamente.

La moto è appesantita non solo nella linea, a causa di un faro supplementare, di trombette supplementari in funzione di clacson e da uno scarico fin troppo massiccio, ma anche nel peso: si è aggiunto invece di togliere. Il colore bianco di quasi tutta la carrozzeria, oltretutto, contribuisce ad aumentare la sensazione di non leggerezza, laddove nelle cafe-racer di stampo tradizionale l'aspetto cromatico ha la sua importanza. Poi guardiamo la parte posteriore, troppo corta, con una prolunga per poter montare una targa. I pneumatici Maxxis Classic sono ottimi per una moto dal sapore retrò, ma la fascia bianca degli stessi, seppur accordata al colore della moto, stona. Forcella a steli rovesciati e freni provenienti da una Suzuki GSXR del 1998 sono troppo moderni per il tipo di moto e per la base: un modello Sportster Ironhead del 1985, così come lo scarico, il filtro dell'aria in alluminio, la grande abbondanza di cromature e qualche altro dettaglio. L'aspetto tecnico (il motore ha carburatore S&S ed accensione Dyna, mentre la ciclistica beneficia oltre che della forcella GSXR, anche di una coppia di ammortizzatori Koni posteriori e di pompe freno Brembo) è indovinato, ma solo quello.

In definitiva, quindi, è una moto illogica ???? Se si considera che è stata ispirata agli anni sessanta la risposta è negativa. Ma solo effettuando questa opportuna considerazione......


giovedì 2 novembre 2017

Harley-Davidson XR 1000 flat-track

harley davidson xr 1000 flat track side right

harley davidson xr 1000 flat track side right

harley davidson xr 1000 flat track engine

Ritorno alle origini per questo XR 1000 che viene restaurato e migliorato attraverso un lavoro certosino.


Decidere di mettere le mani su una vecchia moto può essere non solo un'impresa, ma anche una grossa responsabilità, specialmente se di modelli ne sono stati prodotti appena 1800. In passato era stata presentata una XR 1000 rivisitata in chiave street-tracker, che aveva molti spunti interessanti.

Questa XR 1000 da flat-track la possiamo considerare come una sorta di evoluzione. E' stato curato molto l'aspetto che, contrariamente al tipo di moto, non è più rude ma aggraziato. 
Vi è abbondanza di parti lucidate e cromate, nonché un ampio utilizzo di alluminio billet per numerose componenti come cerchi, forcellone e freni. Una verniciatura a più strati. Un serbatoio Storz in alluminio.  Il tutto abbinato alla ricerca delle prestazioni, dato che è stata sostituita la forcella originale con una più performante sempre della Storz, sono stati montati freni flottanti con pinza a doppio pistone della Performance Machine ed un paio di scarichi Supertrapp della stessa forma degli originali.

Questa XR 1000 è stata completamente rivisitata e migliorata in ogni sua parte. Si tratta di un tipo di intervento migliorativo che, tuttavia, travalica i confini della originalità che si dovrebbe mantenere su questa moto quando si interviene.


giovedì 12 ottobre 2017

Sportster XLCH - 1968

sportster xlch 1000 my 1968 new color military green side right

sportster xlch 1000 my 1968 new color military green side left

sportster xlch 1000 my 1968 new color military green

sportster xlch 1000 my 1968 old paint side right
Before new life

Un Ironhead 1000 viene riportato all'originario splendore dentro al garage di casa!


In questi ultimi tempi ampio spazio è dedicato alla storia dello Sportster, da quando è uscito dalla catena di montaggio, fino ai giorni d'oggi.
Ci occupiamo, quindi, anche di qualche restauro ben eseguito, sebbene non conforme in tutto e per tutto all'originale. Moto che ridotte veramente male che hanno trovato nuova vita. 

Uno dei principali problemi, specialmente nel vecchio continente, è sia la reperibilità di molte parti di ricambio per alcune moto, al fine di avere un restauro che corrisponda alla versione originale. La questione praticamente non si pone per i motori Evolution, di cui vi si possono trovare una quantità di ricambi impressionante. Per i vecchi Ironhead il discorso cambia

Questo XLCH è stato smontato completamente, a causa delle brutte condizioni in cui si trovava e della volontà del proprietario di portarla a nuovo. Il telaio, così come il serbatoio dell'olio, il filtro dell'aria, lo scarico ed altre parti, sono state verniciate a polvere. Il cerchio posteriore è stato raggiato nuovamente, mentre l'anteriore è stato sostituito con un altro non più in lega, ma a raggi anche questo.

Il motore, sebbene funzionasse senza problemi, aveva i suoi anni e diversi chilometri sulle spalle, per cui sono stati sostituiti pistoni,  valvole e lavorate le teste. La sella singola marrone ed una verniciatura verde oliva-militare, seppur non corrispondente all'originale, hanno completato l'opera. 

Purtroppo non si hanno notizie sulla cifra spesa per il restauro, ma pare non sia elevata.
  



venerdì 22 settembre 2017

Sportster Ironhead by Vibrazioni Art Design!

sportster ironhead dragster style by vibrazioni art design side right

sportster ironhead dragster style by vibrazioni art design side left

sportster ironhead dragster style by vibrazioni art design engine

sportster ironhead dragster style by vibrazioni art design side right

Romba come una miriade di tuoni. Vibra come un terremoto del più alto grado della scala Mercalli. Emoziona come un arcobaleno dopo la pioggia battente.



Chi ha seguito “Lord of The Bike” non può non conoscere questi ragazzi che amano dar forma a vecchi fusti di olio e carburante riciclati con cui costruiscono  sovrastrutture di motociclette e ne ricavano arredi di design. Si tratta di un lavoro lungo ed emozionante, così come emozionanti sono state da sempre le loro creature. A parte le varie Moto Guzzi trasformate per la serie televisiva di cui sopra, vi sono altre moto come la Ducati Scrambler, denominata “SC-Rumble”, che lasciano senza fiato.

La storia di questo Sportster è abbastanza particolare. La moto apparteneva ad un certo Paolo Bergamaschi che l'aveva poi venduta a Roberto Ungaro, direttore responsabile della rivista Riders, ma si trattava di una moto praticamente da flat-track.  Per festeggiare i 110 anni della Harley-Davidson, la moto di Ungaro finisce nelle mani dei ragazzi di Vibrazioni Art Design, che la trasformano totalmente, tirandone fuori questo ordigno. 

Fermo restando che, sebbene non si sappia se la moto in origine fosse una XLCR oppure una XLCH, e ritenendo l'opera di trasformazione di uno dei due modelli una vera e propria follia senza senso, tanto sono rari e ricercati, va fatto tuttavia un plauso per l'ottimo risultato finale

Il primo passo per il progetto finale è stato quello di smontare il motore dal telaio e far diventare quest'ultimo rigido saldando una triangolazione rigida in tubi di acciaio al posto del forcellone oscillante. E' stato abbassato l'avantreno in modo da avere un effetto rasoterra e sono stati montati due semi-manubri ricavati al tornio. Dopo un lungo lavoro di battitura dei bidoni si è ottenuto il codone, montato senza sella ne la minima parvenza di imbottitura, serbatoio e cupolino (per quest'ultimo l'ispirazione è stata fornita dal cupolino di una Ducati 999).

Il motore è stato montato senza alcun intervento mantenendo la ruggine accumulata negli anni, oltre al carburatore Dell'Orto da 40mm ed il filtro dell'aria Amal. I vecchi scarichi sono stati sostituiti con due collettori cortissimi.

Per i 110 anni della Harley-Davidson questa era la moto più appropriata. Una moto rozza, selvaggia e poco domabile, che può essere creata ed appartenere solo ad uno spirito veramente libero.  E nell'immaginario collettivo le moto di Milwaukee sono proprio così.

Ho scelto di proporla dopo quasi cinque anni dalla sua creazione come  provocazione a tutte quelle moto anonime prodotte da grandi case motociclistiche


UP: progetto in se stesso
DOWN: il modello da elaborare utilizzato


venerdì 15 settembre 2017

Sportster Ironhead Drayton Porkchop

sportster ironhead drayton porkchop side right

sportster ironhead drayton porkchop engine

sportster ironhead drayton porkchop engine side right

Un Ironhead 1000 del 1972 viene smontato totalmente e ricostruito attingendo a più stili. Il risultato è una moto molto aggressiva.


Quando si decide di customizzare una moto si può andare sostanzialmente in due direzioni: si sceglie uno stile e lo si segue, magari apportando piccole correzioni, oppure si opta per qualcosa di totalmente originale, il cui risultato può non essere consono alle aspettative.  
Nello specifico, lo scopo principale era quello di avere una moto dal look e dallo spirito molto aggressivo,  con elementi delle cafe-racer e le parti costruite in casa.

L'Ironhead 1000 è stato quasi completamente smontato. Il primo e più importante intervento è stato quello di cercare un effetto “low”, ottenuto lavorando su forcella ed ammortizzatori (sostituiti con due barre di acciaio rigido) e sono stati montati sui cerchi originali due pneumatici Firestone Ans. Si è poi provveduto a togliere tutto il superfluo dovendo, quindi, mettere mano anche sull'impianto elettrico. Il serbatoio del carburante, debitamente modificato, proviene da una Yamaha, mentre il codone posteriore è stato costruito e, per avere una moto dall'aspetto minimalista, è stato anche rimodellato il telaio nella parte posteriore in modo ad accorciarlo, adattandolo alle nuove esigenze. Scarico e filtro dell'aria sono anche essi di produzione artigianale. Per avere una moto molto aggressiva si è optato per un colore nero opaco con l'aggiunta di elementi decorativi fatti a mano sul serbatoio dell'olio e del carburante.

La “Porkchop” è una moto non ben definita. Ha elementi del chopper e del dragster, il tutto con uno spirito “brat”. Una moto rozza e selvaggia.


UP: decorazioni sul serbatoio del carburante

DOWN: faro anteriore