Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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martedì 6 giugno 2017

Undefined Sportster

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Una custom con la “C” maiuscola, che ha soluzioni tecniche e stilistiche inedite, oltre ad un motore molto potente.....

 

L'esplorazione di nuove strade potrebbe rappresentare il tema “custom” del prossimo futuro, giungendo ad avere moto dallo stile indefinibile, studiate per non si sa quale utilizzo. Moto che magari nascono come semplici “show-bike” ma delle quali poi, si scopre una precisa vocazione con pochi accorgimenti.


Lo Sportster in questione, costruito in Virginia da LC Fabrications, ha delle soluzioni interessanti, unitamente al fatto che non si capisce bene se sia un  bobber oppure una cafe racer.


Telaio modificato nella zona posteriore, forcellone ed ammortizzatori montati con una inclinazione così notevole da sembrare quasi orizzontali, rappresentano il plus di questa moto. 

Intriga (...e non poco...) pure  il serbatoio del carburante montato sotto la trave centrale del telaio e molto vicino al motore, così come quello dell'olio spostato nel codone.
In mezzo a tutto questo, il kit S&S che porta la cilindrata a 1250 facendo raddoppiare i cavalli (si parla di oltre 90  in luogo degli originali 40....).


Anche l'elaborazione così radicale del motore è inusuale per una moto che sembra più un bobber che una cafe racer.


Sarà questa una delle nuove strade ????
Nel frattempo ci godiamo questa splendida moto, nonostante non si riesca a capirne la vocazione.

 
UP: forcellone ed ammortizzatori posteriori
DOWN: pompa freno anteriore 


giovedì 18 maggio 2017

Dalla Russia con amore!!!! - XLH 1000 del 1972

sportster xlh 1972 cafe dragster by elkabikes side right

sportster xlh 1972 cafe dragster by elkabikes side left

sportster xlh 1972 cafe dragster by elkabikes fairing


sportster xlh 1972 cafe dragster by elkabikes air filter


sportster xlh 1972 cafe dragster by elkabikes front wheel

sportster xlh 1972 cafe dragster by elkabikes on gas tank

 

In un'epoca in cui molte moto sono pensate, studiate e costruite al computer, impressiona trovare chi forgia ancora il metallo alla vecchia maniera.

 

Ed impressiona ancora di più sapere che ci sono ancora dei visionari che utilizzano vecchi Ironhead 1000 per le loro elaborazioni, invece dei più affidabili Sportster Evolution o di qualche moto di ultima generazione.
Se poi pensiamo che qualcuno di questi visionari possa venire dalla lontana e fredda Russia abbiamo l'esatta dimensione di quanto realizzato, perchè da poco tempo, oltretutto, nell'Unione Sovietica le Harley-Davidson non sono bandite.

La bellezza di questo XLH del 1972 è che è stato costruito quasi interamente a mano. Salvo telaio ed ammortizzatori e ruote.

Stupiscono per la forma inusuale il parafango anteriore ed il serbatoio della benzina, ma sono tantissimi i particolari che attraggono, così come il doppio scarico parallelo che passa sotto il telaio.

Impossibile identificarla in maniera netta con qualche stile: un mix tra un cafe racer ed un dragster, coniando il nuovo termine di CAFE-DRAGSTER.

Questa XLH, così concepita fa parte di quel tipo di moto che vorremmo vedere più spesso in giro.


UP: parafango anteriore
DOWN: doppio ammortizzatore   
 

 
 


martedì 4 aprile 2017

Fullcowl Balle

sportster xlh fullcowl balle by an bu side right

sportster xlh fullcowl balle by an bu side left

sportster xlh fullcowl balle by an bu tank

sportster xlh fullcowl balle by an bu on board

 

Assetto basso, impostazione di guida distesa, ampie carene avvolgenti che ricordano le “jap” degli anni ottanta.

 

Anche questo Sportster non sfugge allo stile di Koichi Fujita, patron di An-Bu, nome molto noto negli ultimi tempi sulla scena custom mondiale.

Non si tratta di una vera cafe racer ne, tanto meno, di una moto sportiva in senso stretto, piuttosto di un abile mix messo in risalto dal grande lavoro effettuato sulle sovrastrutture. Carena, serbatoio del carburante e codone trovano armonia delle forme, raggiungendo il perfetto equilibrio tanto caro agli orientali.

Qui nulla è ostentato. E' una moto essenziale che, proprio per questo motivo, forse nella vecchia Europa non troverebbe riconoscimento.

UP: l'ampia ed avvolgente carenatura
DOWN: cromaticamente sotto tono



martedì 14 marzo 2017

Guy Sportster cafe racer

guy sportster cafe racer sixty style by redmax side right

guy sportster cafe racer sixty style by redmax side left

guy sportster cafe racer sixty style by redmax back right angleguy sportster cafe racer sixty style by redmax front right angle

guy sportster cafe racer sixty style by redmax frame kit

guy sportster cafe racer sixty style by redmax front end

 

Si può scegliere rinunciare ad una performante XR1200 per una vecchia Sportster da trasformare in cafe racer ???? Qualcuno ci ha pensato.....

 

…...volendo realizzare una moto che richiamasse i favolosi “good days” e le corse attorno all'Ace Cafe. Non si è trattato di un'impresa semplicissima, ma il duro lavoro ha portato i suoi frutti (peccato solo per i manubri che stonano totalmente con la moto!).

Ma andiamo con ordine. Il proprietario di questa moto è scrupoloso e progetta il mezzo in ogni dettaglio, facendo molta attenzione persino alla verniciatura.

Fondamentale, oltre alle sovrastrutture, è il miglioramento della guidabilità, ottenuto attraverso alcuni interventi che iniziano dalla forcella, la quale beneficia di olio più denso ed un kit valvole regolabile, prosegue con la sostituzione degli ammortizzatori posteriori originali con due unità Hagon regolabili, per finire con due cerchi da 18 pollici. 

Almeno in questa prima fase (Guy tra non molto tempo ha intenzione di attingere al ricco catalogo di parti per Buell.....)  sul motore si interviene tramite un kit Dynojet e filtro dell'aria aperto per il carburatore, oltre ad uno scarico due-in-uno con collettori Supertrapp e silenziatore Dunstall.

Veniamo ora a ciò che rappresenta il  “pezzo forte” di questa moto, ossia le sovrastrutture. La crew di Redmax non solo costruisce lo stupendo serbatoio ed il codone ma addirittura opera un grosso lavoro sul telaio. Le staffe che si trovano dietro gli ammortizzatori posteriori vengono eliminate e viene costruito un telaietto supplementare agganciato vicino al serbatoio del carburante, dall'andamento rettilineo, che permette di montare anche un parafango posteriore.

Inutile dire come questa cafe racer non faccia rimpiangere in alcun modo le motociclette dell'epoca. Se non fosse per i bruttissimi semi-manubri, si potrebbe dire che sembra uscita direttamente dagli anni sessanta!!!!


UP: telaietto posteriore
DOWN: semi-manubri



martedì 21 febbraio 2017

Cafe Racer Became!

cafe racer became by hd helsingborg side right

cafe racer became by hd helsingborg engine

cafe racer became by hd helsingborg tank

Nel presentarvi alcune delle moto partecipanti alla “Battaglia dei Re”, questa volta ci siamo spinti a Nord dell'Europa......

 

…...e precisamente in Scandinavia! Contrariamente a quanto si possa pensare (anche se il titolo del post in questo senso è eloquente....) non ci troviamo dinanzi alla classica trasformazione in stile chopper con lunghe forcelle,  prerogativa dei vikinghi, ma ad una brillante cafe racer, costruita pensando alle moto che correvano nel “Classic TT Racing” parecchi anni addietro.

La maggior parte del lavoro ha riguardato la costruzione del serbatoio contenente il carburante e il modellamento della parte posteriore del telaio, che è stato necessario rivisitare per montare il corto codone. Gli altri interventi sono stati praticamente di routine tramite il montaggio di una coppia di ammortizzatori posteriori più performanti, uno scarico due-in-uno ed un filtro dell'aria con tromboncino in alluminio.

Ciò che ha colpito di questa moto è stato il grosso serbatoio e la posizione di guida delle vecchie cafe racer, abbinata ad una verniciatura con toni metallici che non passa di certo inosservata.
Onestamente non ci saremmo aspettati una cafe racer così interessante costruita in Svezia.


UP: il serbatoio del carburante
DOWN: il colore della sella stona troppo



 


venerdì 27 gennaio 2017

Cafe-tracker!!!!

cafe tracker 1200 roadster by hd frosinone side right

cafe tracker 1200 roadster by hd frosinone back right angle

cafe tracker 1200 roadster by hd frosinone front right angle

cafe tracker 1200 roadster by hd frosinone engine and tank

 

Come da tradizione, HD Frosinone si presenta alla Battle of The Kings con una preparazione essenziale che esalta le caratteristiche del modello di base.

 


L'idea di fondo è quella di far emergere l'indole sportiva della Roadster, pur senza tradire l'essenza Harley-Davidson. All'atto pratico, però, il risultato è differente e, probabilmente, superiore alle aspettative.  
La Roadster 1200, così preparata, è un mix tra una cafe racer pura ed una street-tracker.

Qui non ci sono verniciature sgargianti e preziosismi vari. C'è una moto nuda e cruda, che si è alleggerita togliendo il superfluo.
Il parafango posteriore è stato sostituito da un leggerissimo codone per il flat-track che si monta sui supporti originali del telaio (…..finalmente qualcuno che evita di segarli....), mentre l'anteriore ha preso la strada della cantina. Vengono poi montati una coppia di ammortizzatori posteriori dal maggior interasse che, grazie ad un manubrio più basso, cambiano la distribuzione dei pesi rendendola più racing. Completa il tutto un filtro dell'aria aperto, uno scarico due-in-uno con terminale Supertrapp (un “must” per HD Frosinone che anche  per la Battle of The Kings ha utilizzato una coppia degli stessi terminali montati su collettori di serie), ed una verniciatura grigio scuro opaca.

Questa Roadster è da gustarsi tanto su strada, quanto su un ovale in terra battuta o, magari, su qualche “TT circuit”. Ottima intuizione!


UP: un mix perfettamente riuscito
DOWN: sarebbero stati più opportuni due semi-manubri
 





martedì 25 ottobre 2016

The Patriot 2: Buell cafe racer!!!

the patriot 2 buell ulysses cafe racer by studiomotor side right

the patriot 2 buell ulysses cafe racer by studiomotor side left

the patriot 2 buell ulysses cafe racer by studiomotor engine and tank


the patriot 2 buell ulysses cafe racer by studiomotor back seat

the patriot 2 buell ulysses cafe racer by studiomotor back tank

the patriot 2 buell ulysses cafe racer by studiomotor side shock

 

Una Ulysses che perde la sua vocazione turistica per trasformarsi in una brillante cafe racer, con una verniciatura davvero originale.

 

Da lontano sembra uno Sportster cafe racer, ma guardando attentamente il motore e, notando che proviene da una Buell della serie XB, si rimane stupiti.
Quando, poi, si viene a conoscenza del fatto che, per realizzare questa cafe racer, è stata utilizzata addirittura il modello con vocazioni turistiche, cioè la Ulysses, lo stupore lascia lo spazio ad un vero e proprio sbalordimento.

Della moto iniziale, infatti, rimangono motore e nome: tutto il resto è cambiato, ad iniziare dal telaio, per arrivare al montaggio di un carburatore S&S al posto dell'impianto ad iniezione originario, che prevedeva un corpo farfallato montato in mezzo ai due cilindri, con un grosso air-box che vi stava sopra e sostituiva il serbatoio del carburante, collocato nelle travi del telaio. 

Effettuata questa premessa è agevole comprendere il grande lavoro svolto dalla azienda indonesiana che ha costruito il telaio tipo  “Featherbed” (equipaggiante le vecchie Triton), adattandolo alle specifiche del motore di derivazione Harley-Davidson Sportster, oltre a tutto il lavoro di spostamento e riadattamento di numerose componenti. Il serbatoio del carburante, infatti, è stato rialloggiato nella canonica posizione sopra il motore, unitamente a quello dell'olio che si trova dietro al cilindro posteriore, nella parte finale del telaio.
E' stato costruito anche il forcellone posteriore, che ha dovuto prendere il posto di quello originale, all'interno del quale circolava l'olio del motore.

Un lavoro difficile, sublimato dalla verniciatura con effetto simile al legno.


UP: verniciatura e lavoro di costruzione

DOWN: parte posteriore del telaio troppo corta










martedì 18 ottobre 2016

XRCR: tribute to Rockers!!!!

xrcr xr1200 cafe racer by shaw speed side right

xrcr xr1200 cafe racer by shaw speed side left

xrcr xr1200 cafe racer by shaw speed engine right angle

xrcr xr1200 cafe racer by shaw speed engine left angle

xrcr xr1200 cafe racer by shaw speed oil tank side right

xrcr xr1200 cafe racer by shaw speed swingarm

 

Il mito degli anni sessanta e dei Rockers è più vivo che mai, venendo celebrato con questo XR 1200 che si ispira alle mitiche Norton cafe racer.

 


E' una storia che varrebbe la pena raccontare mille volte, in modo che chiunque la possa conoscere a memoria. Una storia che ha influenzato sia un certo modo di vivere i giorni d'oggi  (il movimento “Hypster” per esempio ha tratto spunto proprio da quel periodo), sia le motociclette da quasi venti anni a questa parte.

Le famigerate cafe racer erano moto basiche: telaio in bella vista, semimanubri, sella singola (oppure un posto e mezzo), pedane arretrate, scarichi aperti e, spesso, motori elaborati.

Questa XR non sfugge alla regola, anche se non è estrema come si potrebbe pensare. Sul motore si è intervenuti in maniera più decisa lavorando su teste, pistoni, alberi a cammes e scarico (della Torque Hammer), che fanno salire la potenza a circa cento cavalli alla ruota, mentre la ciclistica è stata rimaneggiata il minima parte attraverso il montaggio di un paio di ammortizzatori Ohlins, una rivisitazione della parte interna della forcella, un doppio freno a disco anteriore di maggior diametro, due cerchi della Morad, in alluminio, dal canale più largo ed un ammortizzatore di sterzo.

Gran parte del lavoro ha riguardato l'estetica, attraverso la lucidatura e la verniciatura di numerose parti. Da questo punto di vista il lavoro effettuato è stato non indifferente e la XRCR richiama perfettamente le Norton a cui si ispira.  

Una vera cafe racer che non tradisce la matrice Harley-Davidson.


UP: il bellissimo serbatoio del carburante in alluminio spazzolato

DOWN: i cavi delle candele e copertura del codone
 

martedì 11 ottobre 2016

One Puch

one puch sportster brat by zadig motorcycles side right

one puch sportster brat by zadig motorcycles front left angle

one puch sportster brat by zadig motorcycles front right angle

one puch sportster brat by zadig motorcycles rear exhausts

one puch sportster brat by zadig motorcycles tank

one puch sportster brat by zadig motorcycles front handlebar brake

one puchsportster brat  by zadig motorcycles front and fork

one puch sportster brat by zadig motorcycles engine and tank

 

Arriva dal Belgio questo Sportster brat, con un retrogusto cafè, che si ispira alla cultura gitana. 


Da sempre le pellicole cinematografiche hanno rappresentato fonte di ispirazione per il mondo  “custom” delle due ruote, specialmente il film era incentrato in qualche modo sulle motociclette. Le Harley-Davidson  “Panhead” di Billy e Captain America in “Easy Rider”, tanto per fare un esempio, sono state oggetto di vera e propria venerazione per molti che le hanno volute in qualche modo replicare.

Ma, come detto, se le moto hanno rappresentato il maggior elemento di ispirazione, il custom in genere  ha attinto in qualche modo da tutto il cinema in genere. Come non citare le ultime moto realizzate direttamente da alcuni concessionari  Harley-Davidson di Australia e Nuova Zelanda in omaggio agli eroi della Marvel ????
Pare che questo Sporty si ispiri ad un film di Brad Pitt dei primi anni duemila.

Si tratta di una moto essenziale e selvaggia, privata di tutto il superfluo, dove l'unica concessione alla comodità è data da una striminzita sella in cuoio, che si sposa alla perfezione con i motivi gitani incisi sul serbatoio recuperato in una pattumiera.

Non è uno Sportster dell'anteguerra, ma una 883 del 2007 abilmente invecchiata, anche attraverso un uno sapiente degli spazi vuoti: il telaio è stato modificato nella parte posteriore in modo da poter dare alloggio al doppio scarico libero che si sviluppa sotto la sella e poter riallocare la batteria, offrendo la sensazione di qualcosa che viene da un tempo lontano. Tutto è finalizzato a questo aspetto: dal faro anteriore dotato di vetro giallo, ai pneumatici, alle manopole marroni che si intonano alla perfezione con la sella, al filtro dell'aria con la retina, allo stupendo tappo del serbatoio.


UP: le incisioni sul serbatoio

DOWN: il contachilometri originale di tipo digitale che stona con il tipo di moto.
 

martedì 19 luglio 2016

Bad Girls!!!!

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Due Sportster Ironhead incattivite scorazzano (speriamo ancora oggi....) su circuiti e strade spagnole!

 

 

Nel 2007 la rivista italiana Racer Magazine presenta queste due Sportster Ironhead  elaborate nell'officina Madrilena Classic Co.

Si tratta di una scelta audace e suggestiva non tanto da parte della redazione della rivista Racer, ma in ordine agli stessi preparatori che preferiscono degli Sportster Ironhead da elaborare in chiave sportiva e cafe racer.

Siamo, infatti, in piena epopea Triumph che, con le sue Bonneville e Thruxton, ha praticamente monopolizzato il mercato delle elaborazioni in chiave cafe racer.
Laddove non si vedono questi due modelli Triumph, qualche Ducati Monster appare rimaneggiato con semimanubri, scarichi aperti e qualche altra miglioria ciclistica.

Anche la stampa del settore (sopratutto in Italia) sembra legare il concetto di cafe racer o racer vintage principalmente a questi modelli Triumph e Ducati.
Gli altri marchi non godono della stessa considerazione, quando si parla di cafe racer.

Le moto in questione sono differenti per utilizzo ed alcune scelte tecniche pur mantenendo una matrice comune in ordine al motore Sportster Ironhead 1000 ed alle sovrastrutture in fibra di vetro che conferiscono ad entrambe la stessa linea.
Se, però, la carenata, in vista del suo utilizzo racing ha alcuni accorgimenti tecnici quali il rinforzo del telaio nella zona del cannotto di sterzo e del forcellone, lo stesso non si può dire di quella stradale che mantiene il telaio stock.
Per il resto anche le misure dei pneumatici e l'elaborazione del motore sono abbastanza simili e non molto invasive (carburatore con relativo filtro e scarichi aperti per entrambe).

Presentare entrambe le moto in un unico articolo appare quanto mai logico e sensato. L'articolo mette bene in risalto non solo le elaborazioni effettuate ma anche le differenze tra le due moto.
Moto che risultano ben costruite e perfettamente in linea con la loro vocazione.


UP: originalità di entrambi i progetti, considerando il contesto storico

DOWN: quel tipo di tinta arancio le mortifica