Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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mercoledì 15 febbraio 2023

XBRR GLADIATOR - 2007 Buell XB12R - Street-Tracker






Chi conosce anche solo lontanamente il marchio Buell, sa perfettamente che rappresenta tutt'ora, sebbene la produzione sia cessata nel lontano 2009, la parte "sportiva" di Harley-Davidson, con soluzioni tecniche del tutto particolari. 

Il motore della XB da 1203 cc ha 103 cv ed 83 Nm di coppia, con testate lavorate ed una valvola allo scarico, è dotato di grande coppia ai bassi regimi e non ama girare in alto. E' un motore della vecchia scuola che deriva da quello Sportster ma, diversamente dalle unità montate sui modelli con il telaio a traliccio, ha subito importanti modifiche sul rapporto alesaggio/corsa e su altri componenti. 

L'unità costruita dai giapponesi di Hot-Dock Custom Cycles per questa Buell, ha la cilindrata aumentata fino a 1340 ( sul motore Sportster abbiamo visto elaborazioni per uso stradale fino a 1600 cc), ritenuta più che soddisfacente per avere notevole potenza e coppia, ma senza perdere affidabilità. 

L'aumento di cubatura è stato raggiunto tramite pistoni maggiorati, modifiche alle teste ed una coppia di corpi farfallati da 62mm che escono verticalmente. I collettori di scarico sono stati realizzati a mano ed abbinati a terminali Termignoni. Si parla di un motore con quasi 150 cv (!!!!!!).

Sebbene possa sembrare una "special", in realtà è una moto costruita praticamente da zero. Il telaio è stato progettato e costruito in modo da avere il motore appeso e collegato al forcellone Ducati tramite un sistema di ancoraggio Buell basato su supporti elastici. 

Per avere una moto stabile ma non troppo aggressiva nella guida su strada, è stato pensato di ridurre il più possibile l'inclinazione del cannotto di sterzo, allungando però il telaio in quella zona. 

Sono stati abbinati cerchi da 19 pollici con pneumatici Dunlop DT4. Ammortizzatore posteriore Bitubo, forcelle Showa ed impianto frenante con dischi Brembo e pinze Tokico. Per avere il baricentro più basso possibile, serbatoio dell'olio e del carburante sono stati spostati sotto al motore ed è stato predisposto tutto un sistema di passaggio dei liquidi tramite tubi aeronautici. 

Il tema del flattrack ha condizionato la scelta delle sovrastrutture, anche se il risultato finale avvicina più questa Buell ad un mezzo post-atomico che sembra uscito da un remake dei film di Mad Max!

martedì 6 dicembre 2022

HOMEMADE SIN - Delirio postatomico su base Dyna del 2005





La terra è arida.

Il caldo cocente amplifica questa sensazione.

Le strade non esistono quasi più. Difficile trovarne.

Mi sento perso in un mondo senza più confini e regole 

l'anarchia è diventata consuetudine

il rispetto una parola arcaica

le norme assurde imposizioni di Stati primitivi

la libertà qualcosa da sputare in faccia al prossimo

non da vivere.

Ho voglia di correre in questo deserto.

Di scappare via il più lontano possibile da una società (se può chiamarsi tale) che non mi appartiene più. Che non mi rappresenta. Che non mi identifica.

Ho trovato anche la moto, ma questa volta non è uno Sportster.

Vediamo se me la vendono, altrimenti me la farò costruire dall'amico Luca Fava di Harley-Davidson Route 76 Jesi.

E' un Dyna e l'hanno costruito i ragazzi di Icon Motorsports a Portland, Oregon.

Mi ricorda i film di Mad Max in un delirio postatomico sempre più attuale.

Per me che sono fondamentali le regole, amo mezzi costruiti senza regole.

Come diceva Carlo Talamo: "mezzi maleducati guidati da persone educate".

E' una moto rozza. Senza fronzoli. A tratti cattiva e spaventosa.

Sul telaio originale con i supporti elastici di un Dyna Super Glide del 2005 è stato montato un mostruoso motore S&S da oltre duemila (!!!!!!) centimetri cubici, abbinato al cambio a cinque rapporti di serie ed un carburatore S&S Super G. Per l'esattezza si tratta di un blocco motore denominato T124 Black Edition.

Potenza e coppia sono paurose: 130 cv e 133 Nm di coppia.

Poi, tutta una serie di parti speciali che contribuiscono a rendere il Dyna ancor più minaccioso.

La forcella viene da una Ducati Monster ed è stata abbinata a piastre artigianali realizzate direttamente dalla Ducati. Sulla parte anteriore, tra le piastre, è stato installato un radiatore dell'olio, davanti al quale si trova il faro. Le coperture forcella sono state realizzate in casa.

Posteriormente, il brutto forcellone di serie ha lasciato spazio ad una brillante unità in alluminio prodotta dalla Roaring Toyz, abbinata ad una trasmissione finale a catena (indispensabile con tanta coppia e cavalli) ed un paio di ammortizzatori della Nitron.

Le ruote sono entrambe in lega da 16 pollici e calzano pneumatici Avon Cobra Chrome nelle inconsuete larghezze da 150 mm davanti e 160 mm dietro. I freni sono Ap Racing, con un solo disco montato anteriormente. La carrozzeria un'altra opera d'arte. Serbatoio del carburante di una Honda Bol D'Or, con sopra saldati i bocchettoni per il rifornimento veloce, come sulle moto da endurance e codone realizzato in materiale plastico tramite stampante in 3D.

Non vedo l'ora di montare su questo mostro.

Voglio scappare a gas spalancato.

Mi piacciono le pecore e molto le galline.

Ed il profumo dei campi.

Le vedrò, li assaporerò, quando avrò trovato pace.

Dopo questa lunga fuga.


 


giovedì 19 maggio 2022

Military Sportster





Militare o postatomico ?????? Forse entrambi!!!!

Questo Sportster sembra uscito dall'officina di una qualche caserma militare per essere immediatamente proiettato in un altro film di Mad Max o, forse, in un mondo futuro distrutto dalle guerre, dove non ci saranno più strade e dove i mezzi verranno riparati con strumenti di fortuna.

Il 1200 Evolution è stato inserito in un nuovo telaio rigido fornito della Detroit Brothers Frame, non prima di essere opportunamente elaborato con alberi a cammes Andrews, pistoni ad alta compressione e due corti scarichi liberi. Poi verniciato in verde mimetico (come del resto tutta la moto). Le due grosse taniche fungono da serbatoio del carburante e dell'olio (soluzione quanto mai originale....). 

Forcella, cerchi e freni sono di serie, mentre mascherina e para-mani sono state realizzate in casa. Su una moto con queste caratteristiche è importantissimo avere un'ottima luce anche di notte. Per avere il massimo risultato (anche a scapito della linea....) sono stati scelti fanali a led, che sono molto piccoli. La bomboletta delle munizioni sotto l'area del sedile ospita tutta l'elettronica.

Pronti per affrontare un nuovo, turbolento, secolo ??????

 

mercoledì 7 aprile 2021

XR 1200 Postatomica

sportster xr 1200 postatomica




La customizzazione delle moto ha sempre seguito tendenze e sviluppato filoni. Spesso ha risentito (inevitabilmente) del contesto storico, assorbendo gli input che ne venivano fuori ed offrendo una risposta alle esigenze (e spesso alle inquietudini) degli appassionati.

Se il terzo millennio ha decretato una volta per tutte l'esplosione del fenomeno Scrambler e Flattrack con moto prodotte direttamente dalle case costruttrici, che rispondono ad esigenze concrete, l'emergenza pandemica può ulteriormente sviluppare questi concetti rendendoli aderenti alla nuova, brutale, realtà.

In un periodo "buio" come quello di quest'ultimo anno, calza a pennello la chiave di visione di questo XR 1200 del 2009.

Una elaborazione che riprende in maniera meno estrema il concetto creato da Carlo Talamo con la sua Triumph Postatomica Eve of Destruction  del 1995. 

Qui troviamo vernice opaca, pneumatici tassellati (Shinko Dual Sport) e qualche altro accessorio volto alla guida su strade non asfaltate come i paramani, il manubrio con il traversino, il paramotore ed il faro alogeno (oltre ad uno scarico libero), ma il telaio resta di serie e gli accessori non provengono da altri mezzi o sono di recupero. La carrozzeria è quella di serie in materiale plastico ed il motore non ha subito alcun intervento, salvo quello necessario sulla centralina per farlo rendere al meglio con il nuovo scarico.

L'XR così elaborato rappresenta il mezzo ideale per affrontare i contesti urbani degradati, dove la manutenzione delle strade è una mera utopia......

lunedì 16 marzo 2020

Terra di confine!!!








Un chopper rozzo e selvaggio che sembra uscito da un film di Mad Max.


Concepire una Harley-Davidson del genere è quanto di più lontano ci sia dal modo in cui molti intendono marchio americano: moto da fighi con cui andare in giro e talvolta viaggiare. Ma le Harley-Davidson restano soprattutto mezzi robustissimi con cui macinare miliardi di chilometri e gli Sportster quanto di più vicino alla concezione europea

Fatte queste considerazioni iniziali, quando si vede una simile realizzazione, oltretutto sulla base di un modello molto ricercato come l'XLCH del 1964, si rimane interdetti. Nessuno spazio a fronzoli estetici e metallo a vista. Da lontano appare un vecchio rottame che si trascina lungo le highway statunitensi. Almeno fino a che non lo si osserva attentamente. 

E' tutto studiato molto bene: dal lavoro effettuato per trasformare il telaio stock in rigido, abbinato a cerchi da 19 pollici all'anteriore e 18 al posteriore, ai tubi di raccordo del serbatoio dell'olio spostato sul lato sinistro, ai numerosi rinvii necessari per ottenere un cambio "suicide" (sul lato destro), alla piccola sella in lamiera (....se così si può chiamare...). 

Il motore non  subisce alcuna modifica tranne un carburatore Mikuni senza filtro dell'aria ed un paio di corti scarichi liberi. 


martedì 11 dicembre 2018

Buell Ice Racer!!!!

buell xb9r postatomica by nccr

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buell xb9r postatomica by nccr

buell xb9r postatomica by nccr

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E' pieno inverno. Uno dei peggiori degli ultimi secoli. La temperatura raggiunge i -40°. La penisola scandinava è quasi al collasso......


…..tutto di un tratto la terra trema, seguita da una tempesta di neve mai vista fino ad ora della durata di un giorno intero. Le città sono sommerse dal ghiaccio ed i collegamenti interrotti. Ovunque morte e disperazione. La natura si è ribellata all'uomo. Sembra l' “Apocalisse di Ghiaccio”. Pochi riescono a salvarsi, più per mera casualità che per bravura. Debbono ricominciare a vivere perchè non hanno quasi più nulla. A nord di quella che una volta era Stoccolma, un agglomerato di case viene miracolosamente salvato dalla furia della natura, ma non c'è felicità. I pochi superstiti debbono ricominciare daccapo con molto poco. I mezzi di locomozione sono stati quasi tutti lacerati dal maltempo. 

Tra la neve si nota spuntare la sagoma di quella che, probabilmente, è una Buell XB9R Firebolt quasi totalmente distrutta. Ma serve assolutamente un mezzo per muoversi.
Il motore, fortunatamente, è ancora perfetto e parte al primo colpo, ma tutto il resto è da riparare, ad iniziare dalle travi del telaio che contengono il serbatoio del carburante.
 
Inizia il lungo lavoro fatto di ore passate a saldare e tagliare il telaio, che trova una nuova conformazione con una trave superiore, centrale, che parte dal cannotto di sterzo fino ad abbracciare il forcellone (rimasto di serie), ancorandosi al motore attraverso apposite staffe. Il serbatoio del carburante ora è costituito da due tubi dell'acqua saldati ed uniti tra loro, che ha comportato un nuovo posizionamento della pompa di benzina, posta sul lato sinistro della moto, quasi in mezzo ai due cilindri. Nella tempesta è andato distrutto anche il cupolino. Fortunatamente ne è stato recuperato uno della Airtech, proveniente da una moto smontata. Stessa cosa per la sella, sostituita da un'unità singola originariamente costruita per una bicicletta. 

Il motore è rimasto interamente di serie, salvo un intervento sull'impianto elettrico, indispensabile per proteggerlo dal ghiaccio, ed un posizionamento laterale del filtro dell'aria.
Cerchi e forcella si sono salvati, ma è stato necessario montare chiodi sui pneumatici per correre sulla neve.

Ma ora che ne sarà degli altri sopravvissuti ???? Riusciranno a far ripartire i loro mezzi iniziando una nuova vita ????


mercoledì 29 agosto 2018

Icon Roach


icon roach sportster evolution postatomico

icon roach sportster evolution postatomico

icon roach sportster evolution postatomico

icon roach sportster evolution postatomico

icon roach sportster evolution postatomico

Quando l'uomo avrà quasi terminato la sua opera di distruzione resterà molto poco. Ma sarà tardi.....


Scarseggeranno le materie prime e le poche città rimaste avranno perso la loro identità, depredate di tutto il possibile. Pochi insediamenti urbani intorno a quelli che erano centri popolati da abitanti ed, in diversi casi, da una miriade di turisti.
Le strade, già dissestate a causa della grave crisi finanziaria mondiale, diventeranno quasi impraticabili e molti mezzi dovranno essere parecchio rimaneggiati per adattarsi alla nuova situazione, dato che sarà praticamente impossibile comprarne di nuovi. 

I ragazzi di Icon 1000, per non farsi trovare impreparati all'imminente fine del mondo, hanno escogitato questo Sportster in grado di solcare senza problemi ogni tipo di strada, mimetizzandosi nel degradato contesto urbano. Partendo da uno dei primi esemplari con motore Evolution, un 883 del 1986 con cambio a quattro rapporti e trasmissione finale a catena, sono stati effettuati tutta una serie di accorgimenti fondamentali per adattare lo Sportster alle nuove condizioni. 

Le sovrastrutture sono state ridotte al minimo eliminando il parafango anteriore e sostituendo quello posteriore con un codino da flat-track sul quale è stata approntata una sorta di sella che definire tale è quasi una esagerazione. Anche faro anteriore è finito nel cesto della spazzatura ed al suo posto è stato montato un faro PIAA, che offre notevole profondità, su un rullo con gancio traino (….nella nuova era di non di rado molti mezzi debbono essere trainati nei modi più ingegnosi.....)

La verniciatura (…..se così si può chiamare...) ha i toni della guerriglia urbana resi ancor più evidenti da un paio di pneumatici da flat-track Maxxis DTR-1 montati su cerchi in lega da 19 pollici che lavorano in abbinamento a molle forcella ed ammortizzatori della Progressive Suspension.

Per muoversi velocemente nelle città distrutte ed evitare di essere preda di disperati occorre avere motori potenti ma estremamente longevi.

Pistoni forgiati che portano la cilindrata a 1200, filtro dell'aria aperto ed un paio di scarichi Supertrapp alti diventano fondamentali per spremere qualche cavallo in più dal vecchio Sportster senza comprometterne l'affidabilità.

Pronti per affrontare la nuova era di decadenza!

martedì 17 aprile 2018

Malo-Bueno

malo bueno sportster 1200 postatomico by el solitario

malo bueno sportster 1200 postatomico by el solitario

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malo bueno sportster 1200 postatomico by el solitario

malo bueno sportster 1200 postatomico by el solitario

El Solitario propone uno Sportster che va alle radici dell'essere umano. All'eterno dualismo da cui è caratterizzato.


Dave Borras, alias El Solitario, ha una visione tutta sua della motocicletta. Visione che trae ispirazione da uno studio accurato dell'uomo nelle sue molteplici implicazioni e della realtà di cui si circonda. Qualcosa di avulso dal modo di intendere la motocicletta dalla maggior parte dei customizer. Le sue creature rompono schemi, fanno discutere, creano tendenza.

Lo Sportster costruito è la prosecuzione di un concetto abbozzato con la Impostor dove, dietro ad un'apparente rudezza, si cela in realtà un mezzo dal carattere molto forte, ma docile al tempo stesso. Malo-Bueno, il nome fa riferimento a quegli esseri umani dallo sguardo feroce che ad un primo approccio mettono paura ma poi, se avvicinati in un certo modo, mostrano la loro parte più buona. Quella più reale. Diversamente da quelli che sembrano buoni ma, all'improvviso, mostrano la parte più buia e crudele. Questi ultimi sono quelli da evitare. Malo-Bueno attinge al primo tipo di persone.

Uno Sportster in grado di mettere facilmente soggezione, salvo poi rivelarsi una moto estremamente facile da utilizzare ed idonea per ogni tipo di terreno. Tornando indietro nel tempo, possiamo dire che El Solitario riprende e sviluppa concetti di base della Eve of Destruction di Carlo Talamo del lontano 1996. La carrozzeria è interamente in alluminio battuta a mano e poggia su uno Sportster 1200R del 2003 che mantiene intatte le caratteristiche originali, salvo un paio di ammortizzatori regolabili forniti dalla Fournales. La forcella è di serie, ma è stata avvolta dall'alluminio che termina con una mascherina da saldatore al posto del faro anteriore, vero elemento distintivo di Malo-Bueno. A parte filtro dell'aria e scarichi della Screamin'Eagle, il motore non subisce alcun intervento. L'impianto elettrico viene rivisto. 

Amante della Eve of Destruction non posso non ammirare lo stile proposto da Dave Borras che, con le sue moto, sembra dar voce alle paure di molte persone, specialmente nella tanto cara e vecchia Europa, dove si assiste ad un progressivo decadimento sociale, intendendo con tale termine la perdita del benessere dei popoli causato da un peggioramento delle condizioni economiche e culturali, unitamente alla perdita di valori

Tempo addietro avevo proposto  Marrajo che aveva fatto parecchio discutere, in quanto priva in apparenza di logica costruttiva.
In realtà le moto costruite da El Solitario rappresentano idealmente l'unica arma a difesa di questa decadenza. Moto in grado di essere utilizzate ovunque ed in ogni condizione.....   


venerdì 15 dicembre 2017

Fury Road!!!!

fury road sportster postatomico by shaw speed e custom

fury road sportster postatomico by shaw speed e custom

fury road sportster postatomico by shaw speed e custom

fury road sportster postatomico by shaw speed e custom

fury road sportster postatomico by shaw speed e custom

fury road sportster postatomico by shaw speed e custom

C'era un tempo in cui gli uomini erano semplici ed il futuro sempre più radioso. I grandi conflitti mondiali erano ormai alle spalle.


In Occidente regnava la pace e c'era voglia di ricostruzione. Poi l'avidità spinse l'uomo verso il consumismo esasperato, che mise i valori della ricostruzione in secondo piano rispetto a denaro ed interessi personali. 

Apparentemente era tutto motivato dalla ricerca di una nuova prosperità per tutti, ma dietro si celava ben altro. Così l'umanità, nell'arco di due secoli, si avviò inesorabilmente verso la distruzione, spinta da quelle che molti definivano “civiltà evolute”. 

In Oriente le guerre di religione e le grandi migrazioni verso l'occidente gettarono molti paesi nel caos più totale. Gli stati non ebbero la capacità di reagire a questa situazione ed i governi persero l'appoggio delle forze di polizia presenti, finendo per essere delegittimati.

Si formarono tanti piccoli agglomerati indipendenti l'uno dall'altro, che lottavano per la supremazia. L'inquinamento atmosferico, poi, aveva portato ad uno sconvolgimento dell'eco sistema. Molte specie animali si erano estinte ed il clima aveva subito cambiamenti imprevisti, finendo per cancellare le stagioni.

Simile contesto aveva riportato le varie economie agli albori dei tempi, dove gli scambi e l'agricoltura ne rappresentavano l'elemento dominante. L'industria era quasi totalmente scomparsa.
Molti si arrangiarono ad adattare i mezzi meccanici alle mutate esigenze, in ragione del fatto che le strade erano diventate quasi tutte vere e proprie mulattiere.

Fury Road una volta era un Forty-Eight, con il serbatoio dipinto di giallo. Venne smembrato completamente. Il telaio verniciato in marrone ed accorciato posteriormente. Fu montata una forcella tipo “springer”, dopo averci lavorato sopra per adattarla alla moto. Non era il massimo, specialmente per gli impervi terreni su cui doveva muoversi Fury Road, ma la forcella originale si era storta dopo una caduta dovuta ad una buca, così come i cerchi, sostituiti da altri barattati insieme a due corti scarichi. Nella caduta si era spezzata anche la leva del cambio, sostituita con un cambio a mano, e si era rotta la pinza del freno. Era stato adattato un tamburo proveniente dal relitto di un vecchio camion. Due gomme tassellate ideali per i terreni fangosi avevano completato l'opera. 

Ma c'era poco di essere fieri. Fury Road era l'emblema della decadenza......


martedì 14 giugno 2016

Marrajo: uno Sportster postatomico!

marrajo sportster side right

marrajo sportster side left

marrajo sportster tank

marrajo sportster front light

marrajo sportster handlebars


 

Dalla penisola iberica uno Sportster costruito per affrontare senza timori il nuovo periodo di decadenza.

 

Arriverà un giorno in cui il mondo non esisterà più. In cui l'economia mondiale ed il benessere della civiltà occidentale saranno solamente un pallido ricordo di alcune persone. Pochi fortunati in grado di poter raccontare quanto hanno visto alle future generazioni affinchè non facciano gli stessi errori del passato, riuscendo ad avviare un nuovo processo costruttivo della civiltà.

Quando ciò accadrà i libri saranno un pallido ricordo del passato ed internet, forse, non esisterà più.
Insieme alle testimonianze, alcuni oggetti diventeranno il segno tangibile di quanto accaduto. In questo futuro mondo, non poi troppo lontano, le materie prime saranno un lusso per pochi e le fabbriche non esisteranno quasi più, abbandonate dagli uomini in cerca di vita nelle campagne. Sarà un ritorno alle origini.

David Borras, alias “El Solitario”,  noto customizer di fama mondiale, ha sviluppato un stile che sembra pronto per questo avvenire oscuro.

Le sue moto si distinguono in lontananza e sono un inno all'utilizzo di parti di recupero, molte delle quali apparentemente inadatte per qualsiasi mezzo a due ruote, facendo emergere non solo una creatività degna di pochi, ma una robustezza dell'insieme che fa pensare a mezzi indistruttibili, necessari nella futura era di decadenza.

Lo Sportster in questione è un 1200 Custom del 1998 con pochissimi chilometri all'attivo, il cui nome è la traduzione spagnola di “Squalo Mako”, il famoso e velocissimo predatore del mare.
Per manterne l'estrema longevità e robustezza, il motore non viene assolutamente elaborato, salvo un filtro dell'aria aperto ed uno scarico due-in-uno costruito in casa, con il terminale che evoca nella forma quello delle vecchie BSA Rocket 3.
Il telaio, invece, è stato modificato nella parte posteriore in modo da poter avere un sissy bar integrato nell'insieme che ricordi la pinna di uno squalo. Anche la sella è opera dello stesso David Borras. Il parafango proveniente da una vecchia Bultaco su cui è costruito il supporto del fanalino, completano la parte posteriore.
Anteriormente la forcella originale è sormontata da un bellissimo supporto del faro che ricorda il muso dello squalo.
Completano l'opera il serbatoio del carburante proveniente da una vecchia Ducati, verniciato dall'artista Maxwell Paternoster, i cerchi da 16 pollici con pneumatici Firestone e la bellissima verniciatura grigia.

La Marrajo impressiona. I cultori del genere la ameranno alla follia, gli altri potranno osservarla con diverse perplessità. La forma è sgraziata ed alcuni dettagli potranno non convincere, ma si tratta di una moto che non lascia assolutamente indifferenti. Anzi: invita a comprendere le ragioni che le hanno dato vita.

Se poi volete sentirne la voce, non vi resta che cliccare sul seguente link (https://soundcloud.com/elsolitariomc/marrajo-el-solitario)


UP: il supporto faro anteriore

DOWN: i pneumatici Firestone che avrebbero dovuto lasciare il posto ad altri tassellati