Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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sabato 3 ottobre 2020

Stella fortuna!





La Buell S1 provata da Marco Lucchinelli nel lontano 1998 (qui il video) è oggetto di una rivisitazione radicale dopo oltre venti anni di onorato servizio.


Marco Lucchinelli è uno dei miti indiscussi del motociclismo sebbene abbia vinto “solo” un Mondiale in 500 nel lontano 1981. Spirito “rock” e tante bravate, oltre ad un carattere schietto e diretto ne hanno decretato il successo anche fuori dalle piste. La stella è il suo simbolo e “Stella Fortuna” è una delle canzoni che ha scritto insieme a molte altre (da ascoltare quelle dedicate a Valentino Rossi e Carl Fogarty).  

Negli anni novanta Marco Lucchinelli era molto vicino alla Numero Uno e Carlo Talamo, dato che ha partecipato al Trofeo 883 Short Track ed ha (...o aveva....) una Harley-Davidson Sturgis. 
Possedere quindi un mezzo in qualche modo appartenuto a lui è motivo di vanto ed il nostro amico, Alessandro Arpi, ha tenuto a precisare immediatamente che la moto era quella provata da “Lucky”.

Partiamo da motore che, pur mantenendo la cilindrata originale è stato elaborato pesantemente. Bielle ed imbiellaggio S&S, pistoni Wiseco, testate Thunderstorm,  carburatore Mikuni HSR 42 (con filtro dell'aria Proseries), cammes Andrews N8, scarico Exan. Per supportare il notevole aumento di potenza si è resa necessaria una frizione rinforzata Barnett Scorpion ed un radiatore dell'olio Jagg. In futuro il motore sarà oggetto di un'altra evoluzione con il montaggio di un kit Hammerperformance 1275 cc e teste ulteriormente lavorate con valvole più grandi.
Tanto motore ha bisogno di una ciclistica adeguata. Sebbene il modello di serie abbia una forcella Showa a steli rovesciati, abbinata ad un disco singolo da 340mm con pinza a sei pistoni, già molto efficace, si è reso indispensabile il montaggio di una Forcella Marzocchi RAC50 con predisposizione per pinze ad attacco radiale (Brembo a quattro pistoni) ed un forcellone Metmachex. Numerosi preziosismi, come le bellissime piastre forcella, per un mezzo unico destinato ad evolversi sempre. Da notare anche il grande lavoro svolto sull'impianto elettrico, tramite kit Motogadget che ha portato alla eliminazione della chiave di avviamento, permettendo di connettere la Buell direttamente al telefono. 
Da ultimo. La moto è stata modificata per gran parte dal nostro amico.










venerdì 20 maggio 2016

Buell S1 White Lightning: la prova di Marco Lucchinelli


Nel 1998 arrivano in Italia le prime Buell S1. L'ex pilota di Motomondiale e Superbike Marco Lucchinelli prova la White Lightning con scarico libero e testate più performanti. Il video è molto coinvolgente!

 

Se ancora non vi siete innammorati delle Buell, basta guardare questo filmato e perderete letteralmente la testa, tanto da desiderarne una a tutti i costi. L'ottimo montaggio, la location fatta di strade piene di curve, terreno ideale delle Buell, la musica di sottofondo e la superba colonna sonora proveniente dallo scarico aperto, tengono incollati allo schermo per tutta la durata del video
Marco Lucchinelli, poi, con la sua guida semplice e lineare, vi farà credere di poter diventare come lui alla guida di questa fantastica moto!
Se poi ne vorrete sapere di più, non c'è che da consultare un precedente post  http://www.1957legend.it/2016/02/buell-s1white-lightning-il-fulmine.html


lunedì 8 febbraio 2016

BUELL S1WHITE LIGHTNING: IL FULMINE BIANCO COLPISCE!







Nel 1998 arriva nelle concessionarie la Buell S1 White Lightning, ulteriore versione della rinomata S1. Si caratterizza per alcuni miglioramenti su motore e ciclistica ma, soprattutto, per  il serbatoio del carburante più capiente della sorella S3 Thunderbolt ed una livrea bianca in grado di sbalordire !

Piccola premessa. Quando la Buell S1 White Lightning viene presentata alla sala stampa, il colore bianco su una moto che, oltretutto, riguarda anche telaio e cerchi, è una assoluta novità. Siamo sul finire degli anni novanta, le verniciature sono sempre quelle tradizionali, mentre si affacciano sul panorama le prime moto totalmente nere (vedi la Harley-Davidson Night Train tanto voluta da Carlo Talamo) e qualcuno azzarda anche il nero sui motori (la Triumph con la Legend ed i suoi modelli sportivi). I colori opachi rimangono ancora ad appannaggio di qualche customizzatore.
Le naked sono ancora una novità e la scena è dominata dal  “mostro sacro” Ducati Monster. La Triumph ha proposto la prima Speed Triple di nuova concezione e la Honda si è affacciata sul mercato con la Hornet 600, ma si tratta degli inizi.
Logico, quindi, che la Buell S1 White Lightning, nonostante sia solo una sorta di evoluzione della S1, venga accolta molto positivamente dagli appassionati.
Ancora una volta la stampa di settore mette in risalto gli aspetti emozionali di questa moto legati all'estrema maneggevolezza e ad un motore pulsante e ricco di coppia, che fanno tradurre il tutto in un piacere di guida senza eguali nel misto-stretto.
Passano quasi in secondo piano i miglioramenti ciclistici riguardanti l'utilizzo di nuove pinte freno Nissin da sei pistoni davanti e da due dietro, e l'aumento di cavalli (ora sono 93 alla ruota a 6000 giri, ben sette di più rispetto alla S1) ottenuto attraverso il montaggio delle famose teste Thunderstorm che beneficiano  della lavorazione dei condotti di ammissione, del montaggio di valvole maggiorate e di un diverso disegno delle camere di combustione.
Come per la S1, anche per la White Lightning, quasi tutti coloro che la modificheranno, si limiteranno a montare un terminale Supertrapp o Vance & Hines, e sul filtro dell'aria piccolo, in luogo dell'enorme scatola nera, che rappresenta un altro elemento distintivo delle Buell di quel periodo.
L'articolo qui proposto è tratto dalla edizione italiana della rivista Cafe Racer (il numero di Aprile-Maggio del 1998). Si deve notare come tutto sia finalizzato a mettere in risalto l'essenzialità di una moto tutta muscoli, in grado di confrontarsi senza remore con la Ducati Monster e di regalare valanghe di emozioni, facendo passare quasi in secondo piano le poche migliorie a livello tecnico che la differenziano rispetto alla S1.