Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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martedì 9 ottobre 2018

Vincent Sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster

vincent sportster


Un vecchio Sportster Ironhead assume le sembianze di una gloriosa inglese.


Vincent è tra quei marchi che hanno segnato la storia del motociclismo, ed in particolare della produzione britannica, dalla fine della Prima Guerra Mondiale fino quasi agli anni sessanta. Moto che, rispetto alle dirette concorrenti, si distinguevano soprattutto per il motore con i cilindri a “V”, caratteristica inusuale per le moto inglesi

Durante l'epopea della “cafe racer” molti furono gli esemplari di Vincent cannibalizzati con motori inseriti in telai Norton (da qui le famose Norvin), oppure pesantemente elaborati.

In passato abbiamo trattato di Sportster rivisti in chiave cafe racer (Sporton, Dresda Davidson, Sportster Norton Manx, Norley) secondo i dettami delle moto inglesi dell'epoca, tra i quali spicca persino una Buell della serie XB (Buell Norton Manx Neo Retrò), moto assai curate ed ottimamente rifinite, talvolta anche riviste nel motore con un incremento di potenza, ma esemplari unici.
Questo Sportster Vincent, invece, fa parte di una piccola serie prodotta tra il 1991 ed il 1993 da una azienda californiana di nome Classified Motorcycle Company e, da quanto si conosce, l'unico su base Ironhead.

Il progetto è stato abbastanza complesso, dal momento che è stato inserito il motore Sportster Ironhead in un telaio Sportster che ospitava il motore Evolution (per cui più recente), mantenuto originale con persino lo stesso forcellone.

La forcella è Ceriani, così come il faro anteriore in ceramica, mentre le molle della forcella sono prodotte dalla Race Tech. Per i cerchi si sono scelti due Akront in alluminio a raggi da 18 pollici al posteriore e 19 all'anteriore su cui sono stati montati pneumatici Dunlop di primo equipaggiamento negli anni novanta.
Parafanghi e serbatoio sono in alluminio (il posteriore è dotato di un faro Lucas da sette pollici) ed è stato montato un portapacchi ancorato ad un archetto aggiunto al telaio. Il motore è stato verniciato a polvere nella parte inferiore ma non ha subito interventi, tranne un carburatore S&S con filtro dell'aria aperto ed uno scarico due-in-uno con il classico terminale a bottiglia, presente su molte moto inglesi dell'epoca ed attuali.

I costi di realizzazione di questa piccola serie, ma non sembrano esagerati. Sarebbe bello se ne venisse prodotta un'altra serie.


martedì 11 settembre 2018

Ice cream R!

sportster 883 r custom cream color my 2003

sportster 883 r custom cream color my 2003

sportster 883 r custom cream color my 2003

sportster 883 r custom cream color my 2003

sportster 883 r custom cream color my 2003


A volte basta molto poco per creare una custom interessante.....


Sono uno dei fautori del “middle-custom”, ovvero di quelle trasformazioni leggere e fatte con gusto, attraverso modifiche reversibili e senza spendere cifre folli

Curiosando tra i vari Sportster realizzati in Giappone ho notato che, accanto alle trasformazioni importanti su base dei motori Ironhead, vi è una scuola che mira a non stravolgere gli Sportster Evolution, avendo come obiettivo primario i miglioramenti a livello tecnico che influiscono sull' “handling” della moto.

Questo Sportster, così come molti altri, mi ha attratto per l'estrema semplicità con cui è stato elaborato. Se non fosse per lo spigoloso codone, potrebbe essere scambiata tranquillamente per una 883R di serie alla quale è stata cambiata unicamente la verniciatura. 

Osservando attentamente, invece, si nota anche il serbatoio in alluminio (così come il codone) che riprendono la linea delle Kawasaki Z degli anni ottanta, abbinata al disegno dei chopper americani anni settanta del parafango anteriore e del manubrio. A parte ciò, sono state montate delle pedane arretrate, uno scarico due-in-uno realizzato in casa abbinato ad un filtro dell'aria S&S ed una coppia di ammortizzatori performanti. Come si vede il risultato non è da poco. 

Il prezzo ???? Non lo conosciamo ma possiamo giurare che non sia eccessivo.

martedì 10 luglio 2018

ICC - Ironhead Custom Chopper 1979

sportster ironhead chopper 1979 orange and red flame

sportster ironhead chopper 1979 orange and red flame

sportster ironhead chopper 1979 orange and red flame

sportster ironhead chopper 1979 orange and red flame

sportster ironhead chopper 1979 orange and red flame

sportster ironhead chopper 1979 orange and red flame


Vi presento un altro chopper costruito in casa sulla base di un vecchio Ironhead 1000.


Si tratta di una di quelle tante moto trasformate in qualche garage della provincia americana, magari ferme da diverso tempo, che vengono riportate in vita non pensando ad un vero e proprio restauro ma ad una trasformazione radicale.

Il motore Sportster Ironhead è stato inserito in un telaio rigido Paughco accoppiato ad una piastra di sterzo inclinata che rendono la moto assai lunga e con un notevole interasse. I cerchi sono da 21 pollici all'anteriore e nella misura inusuale da 18 pollici al posteriore.

Sebbene il motore sia stato elaborato attraverso un aumento di cilindrata dovuto a pistoni più grossi e cilindri alesati, accoppiati ad un carburatore S&S e due scarichi “drag-pipes”, si è scelto di montare un singolo disco freno anteriormente ed un tamburo nella parte posteriore. 

Lo Sportster è stato dotato sia di avviamento elettrico che a pedale, in omaggio ad un vero chopper che si rispetti. 

Non convince il disegno del cerchio posteriore e l'eccessiva inclinazione della forcella, mentre è bellissima la verniciatura arancio “flame-metal” che riguarda anche il telaio.


martedì 3 luglio 2018

El Cochino!!!!

sportster bobber old school el cochino

sportster bobber old school el cochino

sportster bobber old school el cochino

sportster bobber old school el cochino

sportster bobber old school el cochino

sportster bobber old school el cochino

sportster bobber old school el cochino


Le mani dell'uomo plasmano forme e metallo creando una perfetta armonia in questo Sportster dal sapore antico.


Tra le varie scuole di pensiero all'interno del mondo custom, l'old school è una delle più affascinanti, ma anche la più difficile da interpretare e realizzare.
La costruzione di questo bobber sulla base di uno Sportster 883 del 1987 ha richiesto molto tempo dal momento che, tranne motore e telaio, le uniche parti rimaste originali seppur elaborate, il resto è stato costruito su misura o proveniente da qualche altra moto.

Partiamo proprio dal motore dello Sportster, che è rimasto praticamente di serie salvo un carburatore S&S Super E, dotato di un filtro dell'aria ricavato dal clacson di una Lambretta (!!!!!!!!!!!) ed uno scarico due-in-uno con terminale Supertrapp.

Il telaio, come di consueto il molte elaborazioni di questo tipo, è stato lavorato unicamente nella parte posteriore attraverso l'eliminazione dei supporti parafango e lo spostamento del punto di ancoraggio degli ammortizzatori sul forcellone. 

La forcella è tipo Springer che lavora su un cerchio Akront da 16 pollici provvisto di freno a tamburo. Anche posteriormente troviamo un cerchio Akront da 16 pollici ma il freno, in questo caso, è della ISR, azienda nota (soprattutto negli anni novanta) che fornisce un kit in cui la pinza agisce sulla corona della catena e non sull'apposito disco di un impianto frenante di tipo tradizionale.

Codone, serbatoio del carburante e piccolo parabrezza anteriore, sono il frutto di ore ed ore passate battendo il ferro e sagomandolo. Discorso analogo si deve fare per la bellissima sella in pelle dotata di cuciture. 

Trovare un difetto nel “Cochino” è quasi impossibile. Forse si può criticare solo il posizionamento della bobina sotto al supporto della batteria, ma si tratta di poca cosa. Tutto è armonizzato alla perfezione!!!! Sicuramente uno dei migliori (se non il migliore) bobber “old school” su base Sportster che abbiamo visto.

martedì 19 giugno 2018

Rockstar!!!!!

rockstar sportster xlch rigid frame green 1970

rockstar sportster xlch rigid frame green 1970

rockstar sportster xlch rigid frame green 1970

rockstar sportster xlch rigid frame green 1970

Puro rock and roll ad un miliardo di decibel con questo XLCH del 1970 interamente rimaneggiato....


Diversamente da altre storie, qui non siamo in presenza della vecchia moto, ridotta male, che andava revisionata da cima a fondo. 

Questo è un progetto studiato a fondo, partito da una base (la moto è stata acquistata già con il telaio rigido Paughco) che ha portato via parecchio tempo: circa diciotto settimane

Se il telaio era già verniciato in verde oliva, molte altre parti andavano cambiate.
E' iniziato così il lungo lavoro......

Il motore è stato solo accordato al carburatore S&S dotato di filtro dell'aria fatto a mano ed ai nuovi scarichi. Si tratta di due “drag pipes”  tagliati, accoppiati a due megafoni e verniciati di nero satinato.
Serbatoio e parafango posteriore sono originali e modificati con l'aggiunta di alcune parti di lamiera sapientemente saldate. 

Dato che uno degli obiettivi  era quello di avere linee filanti e pulite, i comandi sono stati dotati di cavi interni. Difficile è stato lo spostamento della batteria tra la ruota ed il motore. Operazione assai complicata dovuta anche al fatto che è stato ricostruito l'intero impianto elettrico. Sella sagomata al martello e dotata di molle......per ballare il rock and roll a tutto gas!!!!!

martedì 12 giugno 2018

Cherry Sporty!!!!

cherry sporty sportster chopper

cherry sporty sportster chopper

cherry sporty sportster chopper

cherry sporty sportster chopper

Cura maniacale dei dettagli e quote ciclistiche non esagerate caratterizzano questo chopper!


Quando si pensa di costruire un qualsiasi chopper, la prima cosa da fare è immaginare a quale filosofia ispirarsi. Una volta effettuato questo primo passo, si deve cercare un telaio adatto, perchè un chopper che si rispetti parte proprio da un buon telaio. Poi, pian piano, tutto il resto. Il motore non è importante, anche se molti tendono ad elaborarlo.

Il lavoro fatto su questo Sportster è minuzioso, sebbene la moto non sia appariscente. Il telaio scelto è della Paughco, una delle aziende leader in questo settore, all'interno del quale viene montato un motore Sportster 883 dei primi anni duemila, totalmente originale, salvo un carburatore S&S con filtro dell'aria e scarichi corti privi di silenziatore, costruiti a mano.

Il serbatoio dell'olio è aftermarket, mentre la forcella è originale Sportster anche nell'idraulica. I cerchi sono di serie (nelle misure da 16 pollici al posteriore e 19 all'anteriore), mentre i pneumatici sono Firestone replica.

Assai curata la verniciatura, proprio come si conviene ad un chopper che si rispetti.  


martedì 22 maggio 2018

Granddad's Sportster flat-track!!!!

granddads sportster flat track

granddads sportster flat track

granddads sportster flat track

granddads sportster flat track

granddads sportster flat track


Volete un “vero” Sportster da flat-track un poco sopra le righe ????? Questo allora farà per voi!!!!!


E' la classica storia, ma sempre affascinante, della moto che è stata ferma per anni dentro un garage tutta impolverata sulla quale si è lavorato nel tempo, un poco alla volta. Fortune che non capitano a tutti, dal momento che la moto in questione è stata ereditata da un nonno......

Lo Sportster è un 1200 a quattro rapporti del 1989, sul quale è stato montato il motore di una Buell X1 con alberi a cammes Andrews e bilancieri S&S. Sebbene originariamente questa unità sia ad iniezione, è stata operata una conversione a carburatore montando un Mikuni HSR da 45mm, con filtro dell'aria Hammer Performance ed accensione Twin Tec

Nella parte iniziale lo scarico simula quello Buell, ma poi si alza sul lato sinistro dove trova alloggio un terminale della Cone Engineering. Grazie a questi interventi la potenza viene erogata fin dai regimi molto bassi. 

Poiché una delle idee era quella di iscrivere lo Sportster al “Super Holigan” di flat-track, per rispettare il regolamento il telaio è dovuto rimanere di serie, anche se posteriormente è stato aggiunto un piccolo arco dove far appoggiare il codone della Airtech che, a parte ciò, non ha avuto bisogno di altri adattamenti.  

La forcella, prelevata da una Yamaha R6, è stata riveduta internamente grazie ad un kit regolabile della Ohlins, che ha fornito anche la coppia di ammortizzatori posteriori. I cerchi da 19 pollici provengono da un vecchio Sportster e montano pneumatici specifici della Mitas. Poiché lo Sportster è destinato prettamente alla pista, l'impianto elettrico è stato semplificato al massimo.

La verniciatura è stata ispirata alla zebra. Granddad's è il classico Sportster selvaggio selvaggio costruito in puro stile americano, con un tocco “hippy” dato dalla verniciatura.  

lunedì 7 maggio 2018

The Punisher!

the punisher sportster street tracker 1600 cc by mule motorcycles

the punisher sportster street tracker 1600 cc by mule motorcycles

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Come fare a creare un vero e proprio “mostro” ???? La risposta è alquanto semplice: basta prendere un motore Sportster Evolution elaborato all'inverosimile ed inserirlo in un telaio Mule!!!!!


Quando ci si imbatte in trasformazioni su base Sportster raramente, per non dire quasi mai, capita di vedere motori elaborati pesantemente. Spesso gli unici interventi sono praticamente quelli di routine, con la sostituzione di scarico e filtro dell'aria. Il motivo è sia economico, dato che i costi crescono all'inverosimile, sia tecnico, dal momento che si corre il serio rischio di avere rotture se l'elaborazione non è effettuata in maniera certosina. 

Ogni tanto qualcuno decide di affrontare questa sfida assai impegnativa.

The Punisher (il nome è preso dall'anti-eroe della Marvel...) è il risultato della chiara volontà di creare uno Sportster spinto all'inverosimile e con un look in grado di richiamare le XR 750 da flat-track degli anni '70. Il motore ha raggiunto la soglia dei 1660 cc con circa 130 cv a 7500 giri alla ruota (!!!!!!!!) e mette soggezione fin dall'avvio. 

Il progetto, ovviamente, non è stato semplice e ci sono voluti diversi anni per portarlo a termine, anche perchè il difficile non era solo ottenere cavalli, ma evitare che il motore si rompesse immediatamente. Infatti si è dovuto studiare attentamente il modo per ottenere corretta lubrificazione di tutte le parti interne.

Si è partiti da un basamento S&S, sul quale sono stati aggiunti cilindri Axtell, teste Baisley a quattro candele ed una coppia di carburatori Kehin modificati, scelta indispensabile per avere il look XR750.
Il motore così elaborato è stato alloggiato in un telaio C&J appositamente progettato e differente dal Mule standard. Infatti si sono dovuti apportare degli aggiustamenti che hanno riguardato la parte posteriore (ora più alta e rinforzata). La forcella è da 45mm e proviene da una Honda CBR900, mentre gli ammortizzatori posteriori sono della Ohlins. Cerchi da 19 pollici della A&A Racing con freni Brembo e forcellone della C&J completano l'opera.

Inutile dire che il progetto ha subito costanti e continui aggiornamenti, motivo per il quale ha richiesto così tanto tempo per la sua realizzazione.

Sembra superfluo sottolineare che The Punisher è tra le realizzazioni che piacciono di più poiché ha richiesto un grosso lavoro di ingegneria nella progettazione del motore e del telaio, con ottimi risultati anche a livello estetico.





martedì 27 marzo 2018

Suburban scrambler

sportster 883 scrambler with amf logo

sportster 883 scrambler with amf logo

sportster 883 scrambler with amf logo

sportster 883 scrambler with amf logo

sportster 883 scrambler with amf logo

Grafiche AMF per questo Sportster che arriva dal Giappone, costruito appositamente per superare il terribile e caotico traffico urbano.


Nella terra del “Sol Levante” la sanno lunga in quanto a pragmatismo, essendo i giapponesi dei veri e propri maestri di vita in questo senso. Nulla a che fare con gli occidentali, anche se guardano sempre con curiosità al nostro mondo cercando di carpirne alcuni segreti e modi di fare per loro inconcepibili, perchè hanno compreso che la verità sta nel mezzo.
Il pragmatismo che li contraddistingue si esplica in ogni situazione, anche quando si tratta di costruire moto con precisi intenti.

Una moto da utilizzare senza problemi per le grandi metropoli, fatte di buche, enormi palazzi e traffico impazzito richiede precise caratteristiche. Caratteristiche rinvenibili in questo Sportster del 2000. Iniziamo da alcune considerazioni fondamentali: la moto deve essere molto robusta, non troppo pesante, avere sospensioni con una buona escursione e dei pneumatici tassellati

Il lavoro effettuato non è di poco conto, anche se non eccessivo. Telaio, cerchi e forcella sono rimasti quelli di serie. Non conosciamo con esattezza la base da cui si è partiti, sappiamo solo che la cilindrata è 883 ed il modello è del 2000, ma si può utilizzare anche una versione costruita dopo il 2003, anche se il peso è maggiore.  Presumiamo che sia una Custom poichè ha il cerchio anteriore da 21 pollici. Il telaio, come è detto, è di serie, anche se è stato modificato nella parte posteriore, sulla quale è stato saldato un archetto, indispensabile in quasi tutte le elaborazioni con il tassello, in quanto permette di eliminare il voluminoso parafango originale e montarne degli altri dal profilo più stretto, ottimi per risparmiare peso (il parafango montato su questa moto è in alluminio).
Lo stesso effetto si può ottenere imbullonando l'archetto sul telaio originale evitando, soluzione che non comporta modifiche irreversibili. 

Gli ammortizzatori posteriori sono stati sostituiti con altri della stessa lunghezza ma più rigidi. La trasmissione finale a cinghia dentata ha lasciato il posto a quella a catena. La sella è stata adattata al nuovo parafango posteriore, risultando ora un poco più corta e più stretta. Nella parte anteriore non sono stati effettuati interventi e la forcella è quella originale, alla quale si è aggiunto solo dell'olio più denso ed un paio di soffietti. I comandi al manubrio sono di tipo semplificato, montati su un manubrio da cross dotato di traversino. Il serbatoio del carburante è il classico  “peanut” da 12,5 litri.

Il motore è rimasto di serie salvo il classico filtro dell'aria S&S e due bellissimi scarichi artigianali che corrono paralleli sul lato destro della moto, dotati di paratia, ma sprovvisti di silenziatore (nelle metropoli italiane potrebbero servire per farsi notare dagli automobilisti che armeggiano perennemente con il telefonino....). Pneumatici tassellati completano il tutto. 


martedì 13 marzo 2018

Sportster XLCH 1964 "hardtail"

sportster xlch 1964 hardtail frame

sportster xlch 1964 hardtail frame

sportster xlch 1964 hardtail frame

sportster xlch 1964 hardtail frame

sportster xlch 1964 hardtail frame

harley davidson kr 750 my 1967 flat track
KR 750 - 1967

Uno dei più amati modelli Sportster della prima epoca viene portato a nuova vita mantenendo il carattere rude che ne aveva decretato il successo.


Nel 1958 a Milwaukee pensarono che era arrivato il momento di produrre una versione elaborata dello Sportster, in grado di solleticare i palati degli smanettoni dell'epoca. Sebbene fosse arrivato dopo diversi interventi sulla versione base, la XLCH ebbe una propria connotazione. La connotazione di una moto grezza, minimalista, dal carattere difficile (la sigla CH per molti significava “Competition Hot”) e facilmente riconoscibile per alcuni aspetti, primo tra tutti il serbatoio “peanut” che poi sarebbe diventato un  “must” su gran parte dei modelli Sportster.  

L'XLCH che qui presentiamo ha subito qualche cambiamento rispetto alla versione originale. 
Il telaio è di tipo rigido (hardtail) molto simile al modello KR. La forcella da 33mm proviene da uno Sportster, ed è stata abbassata, così come il freno anteriore a tamburo.  
Il motore è stato smontato completamente e revisionato. A parte un carburatore S&S Super B e due scarichi liberi tipo “drag pipes”, è originale e dotato di accensione a magneto. I cerchi sono da 19 pollici.

Per realizzare questa moto ci sono voluti circa quattordici mesi, dal momento che è stata costruita nei ritagli di tempo libero e non da un'officina qualificata durante il normale orario di lavoro.
Questa XLCH a  “coda rigida” è uno di quegli esempi di moto trovate dentro qualche cascina negli States ridotta in condizioni pietose e ricostruita totalmente, senza pensare troppo a riportarla come era in origine.

Pur essendo dell'idea che i vecchi mezzi debbano essere restaurati come erano in origine, tuttavia il lavoro svolto è ottimo, soprattutto in considerazione del fatto che è stato realizzato veramente nel salotto di casa.