Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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giovedì 10 gennaio 2019

Quota Zero!

zero sportster xl1200s cafe racer old style by anbu customs

zero sportster xl1200s cafe racer old style by anbu customs

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zero sportster xl1200s cafe racer old style by anbu customs

zero sportster xl1200s cafe racer old style by anbu customs

zero sportster xl1200s cafe racer old style by anbu customs

zero sportster xl1200s cafe racer old style by anbu customs


Un altro bellissimo Sportster cafe racer costruito dall'artigiano nipponico An-Bu, secondo una ricetta ormai collaudata.


Una delle prerogative del paese del “Sol Levante” risiede nella costanza delle azioni e nella politica dei piccoli passi. Un pragmatismo lontano spesso anni luce dal modo di agire tipicamente occidentale. Non deve stupire, quindi, che il custom spesso non riservi innovazioni sostanziali, ma solo piccoli affinamenti e migliorie. 

“Zero” è una bellissima cafe racer su base XL 1200 S, dove l'elemento portante della trasformazione è dato dalle bellissime sovrastrutture in vetroresina con un inedito colore azzurro pastello intriso di grigio. La posizione di guida è quella tipica degli anni sessanta, con una posizione di guida molto allungata e manubri spioventi. In generale pochissimi interventi rispetto al modello di serie. 

Ammortizzatori performanti, molle forcelle progressive e lo scarico due-in-uno con terminale aperto, il radiatore dell'olio supplementare per raffreddare i bollenti spiriti, sono l'unica concessione al vecchio 1200 Sportster a quattro candele che già produce una giusta quantità di cavalli-vapore.
Nel mezzo alcuni preziosismi come le pedane arretrate in alluminio ricavate dal pieno e la bellissima sella nera in alcantara.
 


venerdì 14 dicembre 2018

Buell Bolt London

buell m2 cyclone cafe racer aluminium

buell m2 cyclone cafe racer aluminium

buell m2 cyclone cafe racer aluminium


…..della serie.....vestila in alluminio!!!!!!


Purtroppo non tutti si rendono conto che non avere più nel panorama motociclistico un marchio come Buell è una grossa perdita non solo per la produzione di serie, ma anche per i numerosi esemplari che potrebbero essere customizzati a dovere.

Questa M2 Cyclone del 1999 è stata elaborata in chiave cafe-racer anni sessanta, con risultati incredibili, facendo ricorso alla nobile arte del battilastra, che ha comportato ore di lavoro per modellare l'alluminio. L'antica scuola che si addice benissimo anche alle Buell. Ovviamente non si è solo lavorato di martello, ma si è dovuto pensare ad linea che fosse quanto più vicina possibile a quella delle vecchie moto inglesi che scorazzavano davanti all'Ace Cafè. 

Non solo. Chi ha commissionato la moto, ha chiesto un mezzo da poter utilizzare in ogni situazione. Ecco allora che prima di lavorare l'alluminio si sono dovute effettuare le indispensabili prove di seduta. Intervenire, quindi, anche sulla parte posteriore del telaio è diventato indispensabile, così come progettare un nuovo serbatoio dell'olio in alluminio e riposizionare la batteria. Se la ciclistica è rimasta immutata (….tranne ovviamente il lavoro sulle sovrastrutture....), lo stesso non può dirsi del caro e vecchio bicilindrico Sportster portato ad oltre 1300 cc, con pistoni, carburatore Mikuni da 45mm e scarico Vance and Hines.

Harley-Davidson hai visto ?????? 

mercoledì 31 ottobre 2018

Fate i mandrilli!!!!!

sportster cafe racer by mandrill garage

sportster cafe racer by mandrill garage

sportster cafe racer by mandrill garage

sportster cafe racer by mandrill garage

sportster cafe racer by mandrill garage


Uno Sportster cafe racer eccitante come pochi e degno del nome di chi l'ha costruito.


La scelta di chiamarsi Mandrill Garage per un atelier che costruisce moto come questo Sportster Evolution può ritenersi quanto mai appropriata. La forme sono quelle che si convengono ad una cafe racer costruita come quelle di un tempo che, tanto per intenderci, imperversavano nella vecchia Inghilterra, ma con finiture e preziosismi odierni. Nulla esagerato. Tutto è stato calibrato alla perfezione. 

Il serbatoio del carburante è stato costruito facendo molto attenzione alla forma (che vagamente richiama quella dei serbatoi utilizzati nelle gare di endurance) ed alla lunghezza, in modo da poter avere una posizione di guida distesa. Il serbatoio è stato perfettamente accordato il codone  monoposto (con una sella in pelle marrone cucita a mano) e la parte posteriore del telaio che ha visto l'aggiunta di una parte tonda seguente il profilo del codone stesso. 

Poiché la base di partenza è stato un modello 883 costruito prima del 2003, è risultato agevole eliminare il serbatoio dell'olio originale e sostituirlo con uno fatto in casa, dalla forma cilindrica. Strano per una cafe racer la scelta del doppio scarico (…..se così si può definire....) laterale parallelo, probabile tributo al mondo “star and stripes” delle corse, mentre rispecchia la natura della moto l'adozione di due semi-manubri con manopole in pelle in tinta con la sella, la piastra porta strumenti ed i soffietti sulla forcella. Si è trattato per lo più di un restyling, dal momento che interventi su ciclistica e motore (se si eccettua il doppio scarico ed un filtro dell'aria più aperto) non ve ne sono stati. Il motivo ispiratore della livrea è stato rappresentato dalle vecchie macchine inglesi da corsa, anche se la tonalità di verde è leggermente differente dal classico verde bottiglia.

Mandrill Garage ha costruito una cafe racer che può essere facilmente replicata dentro al box di casa. Ma è comunque una bella realizzazione.

martedì 4 settembre 2018

Maidstone Superlow cafe racer

sportster superlow cafe racer by maidstone hd

sportster superlow cafe racer by maidstone hd

sportster superlow cafe racer by maidstone hd

sportster superlow cafe racer by maidstone hd

Un buon esempio di cafe racer sulla base dello Sportster in assoluto più basso.


Sebbene sia apparso sul mercato per venire incontro alle esigenze di quanti volevano una moto dal baricentro assai basso ed estremamente facile da guidare, il Superlow, seppur proposto successivamente in alcune versioni, non ha avuto la diffusione di altri modelli Sportster quali, ad esempio, il Nightster (non cito 883 Iron in quanto il paragone sarebbe impietoso, dal momento che è lo Sportster più venduto). In pochi hanno utilizzato il Superlow come base per customizzazioni. 
Mi ha attratto questo esemplare rivisto in chiave cafe racer dal dealer americano Maidstone HD per una serie di motivi. 

Innanzitutto è la dimostrazione pratica di come tutti gli Sportster siano una tela bianca sulla quale un buon pittore può sbizzarrirsi a piacimento. In secondo luogo, perchè il risultato ottenuto è di sicuro effetto, a fronte di interventi minimi: semi-manubri, pedane arretrate, sella ad un posto con telaietto aggiuntivo, eliminazione dei parafanghi, scarico due-in-uno (RSD), filtro dell'aria aperto, ammortizzatori dal maggiore interasse in modo da caricare ancor più l'avantreno, forcella con molle progressive, eliminazione del carter copri cinghia. Il serbatoio resta quello originale, così come l'impianto frenante e gran parte della moto. 

Non mi convince affatto il taglio della parte posteriore del telaio, intervento che preclude il ripristino della moto originale. La reversibilità delle elaborazioni su base Sportster deve essere una prerogativa quando non si va a sostituire il telaio, creando un progetto totalmente nuovo

A parte questo aspetto, il Superlow cafe racer è un'ottima realizzazione “low-cost”.



martedì 29 maggio 2018

Dresda Davidson

dresda harley davidson sportster xlch cafe racer


dresda harley davidson sportster xlch cafe racer

Sembra una moto lasciata a riposo per quasi cinquant'anni, si tratta in realtà dell'ennesimo, ottimo, incrocio di un motore Sportster (Ironhead) in un telaio Norton Featherbed.....


Ancora una volta abbiamo scovato uno Sportster ispirato agli anni magici del movimento cafe racer. Alla maniera di molte alte realizzazioni simili, la ricetta è abbastanza collaudata. 
Troviamo però un restauro totale del motore con l'eliminazione delle superfici spazzolate ed una snellezza delle linee. 

La performance non è il punto forte di questa Dresda Davidson, al contrario della semplicità costruttiva

Sebbene si siano dovuti apportare alcuni aggiustamenti per inserire il motore nel telaio Norton, come le piastre di supporto dello stesso, uno specifico serbatoio dell'olio e l'adattamento operato alla trasmissione finale sul lato destro tramite uno specifico forcellone dotato di un mozzo Norton, la moto non contiene soluzioni tecniche particolari. 

Il motore, prelevato da una XLCH del 1970 è rimasto di serie, con cilindrata di 883, salvo una revisione allo stesso, mentre due ammortizzatori Hagon ed una forcella telescopica Triumph con molle esterne e cerchi in alluminio Morad (con relativi tamburi) hanno completato la parte ciclistica. 

La Dresda Davidson è una perfetta cafe racer, indovinata in ogni particolare.


martedì 15 maggio 2018

Sporton!!!!!

sporton sportster ironhead 1000 cafe racer

sporton sportster ironhead 1000 cafe racer

sporton sportster ironhead 1000 cafe racer

sporton sportster ironhead 1000 cafe racer

sporton sportster ironhead 1000 cafe racer


Motore Sportster Ironhead 1000 in un telaio Norton Featherbed Whiteline.


Continua il viaggio alla scoperta degli Sportster cafe racer old style, con questa moto realizzata in Malaysia. Rispetto ad altre precedenti elaborazioni a tema presentate tempo addietro, il lavoro effettuato è stato ancor più complesso e certosino, dal momento che ha riguardato non solo l'aspetto estetico e la ciclistica, ma anche il motore. 

Difatti il vecchio Ironhead 1000 del 1969 è stato elaborato e portato a circa 1400 cc,  con pistoni ad alta compressione, valvole maggiorate, bielle in titanio, alberi a cammes Andrews che aumentano l'alzata delle valvole, carburatore Weber 40 a doppio corpo, magnete Joe Hunt e scarico due-in-uno Dunstall

Ovviamente la maggior potenza, unita al diametro maggiore dei pistoni, ha comportato obbligatoriamente l'adozione di un radiatore dell'olio supplementare Lockhart. Tramite la creazione di nuove piastre, il motore è stato spostato centralmente di 19mm per avere una maggiore guidabilità. 

Nel progettare la Sporton nulla è stato lasciato al caso, tanto è vero che sono stati utilizzati freni a tamburo Borrani, semi-manubri Tommaselli, serbatoio del carburante in alluminio Norton Manx da 19 litri e serbatoio dell'olio artigianale. La forcella è una Roadholder con molle a vista, mentre gli ammortizzatori sono Marzocchi.  Quasi tutti i componenti sono in alluminio e provengono da altre moto, come la semi-carenatura, che è di una vecchia Triumph. 

Sebbene sia stato utilizzato un motore Sportster Ironhead, il peso della moto è stato contenuto in 180 kg (!!!!!). Un ottimo risultato considerando l'ampio utilizzo di alluminio (non vi sono parti in plastica).


giovedì 26 aprile 2018

Sportster Norton Manx

sportster norton manx

sportster norton manx

sportster norton manx

sportster norton manx

Il motore di uno Sportster all'interno di uno splendido telaio Norton Manx, con un unico difetto: cerchi e forcella moderni.....


Gli Sportster cafe racer vecchio stile mi attraggono come il miele con gli orsi. In passato ne ho proposto, tra l'altro, Norley e Burton. Moto ottimamente costruite a partire da telaio che, nel primo caso, diventa un vero e proprio kit da comprare.

Anche questa volta propongo una moto che mi colpisce, a partire dal telaio Replica Norton Featherbed, solo che in questo caso è stata data particolare attenzione all'aspetto tecnico rispetto a quello stilistico, comunque ottimamente concepito. Cerchio in lega anteriore e forcella provengono da una Suzuki GSXR 750, mentre cerchio posteriore (anche questo in lega) e forcellone arrivano direttamente da una Buell X1, sul quale è stata abbinata una trasmissione finale a catena. Gli ammortizzatori posteriori sono della Race Tech, mentre il serbatoio del carburante, quello dell'olio (incastrato nella parte posteriore del telaio), il codone con la sella e qualche altra parte come il cupolino, sono stati realizzati su misura. Il motore è un 1200 stock, salvo un filtro dell'aria a rete ed uno scarico due-in-uno aperto. A corredo altri particolari ben abbinati come i semi-manubri, il supporto del faro e degli strumenti.

Anche se porta la scritta Norton sul serbatoio del carburante, questo Sportster è più lontano dall'originale rispetto alle altre due realizzazioni, ma se ne distingue per l'aspetto più massiccio e vicino ai giorni odierni. Spunto interessante per chi volesse costruire un'altra bellissima cafe racer a tema


martedì 3 aprile 2018

Buell Norton Manx Neo Retrò

buell xb norton manx neo retro style

buell xb norton manx neo retro style

buell xb norton manx neo retro style

buell xb norton manx neo retro style


Quale è una moto da non trasformare in una vecchia cafe racer ????


La risposta è alquanto semplice: le Buell della serie XB,  con il serbatoio del carburante nel telaio e quello dell'olio nel forcellone. Eppure c'è qualcuno che ha pensato non solo di richiamare i fasti dell'epopea cafe racer degli anni sessanta, ma addirittura di andare a scomodare la leggendaria Norton Manx. Un nome che fa ancora oggi venire la pelle d'oca.

Il lavoro è stato ingegnoso, dal momento che il rischio era quello di far solo danni in tal senso. Andavano studiati gli aspetti tecnici, stilistici e cromatici fin nei minimi dettagli, pur considerando che si era in presenza di una moto con caratteristiche assolutamente particolari, costruita oltre quarant'anni dopo la Norton Manx.

Le sovrastrutture sono state realizzate in vetroresina. Al finto serbatoio del carburante è stato dato un aspetto simile a quello in alluminio che montava la Manx, sul quale è stato aggiunto un tappo del carburante tipo “Monza” che, attraverso dei collegamenti interni, permette l'accesso della benzina nel telaio. Un lavoro di progettazione e realizzazione non da poco, dal momento che è stato nascosto il vero tappo del serbatoio del carburante che si trova infulcrato nel  telaio, in posizione più avanzata rispetto a quello creato. Stessa cosa per quanto riguarda cupolino. Aspetto e linee retrò (come il telaietto posteriore e sella)  sono abbinati perfettamente ad elementi moderni quali la forcella Ohlins a steli rovesciati, fornita di attacco radiale per pinze freno Brembo in alluminio ricavato dal pieno.
Se gran parte degli interventi hanno riguardato sovrastrutture e ciclistica il motore, invece, è rimasto di serie, salvo un diverso scarico con la consueta andatura che finisce sotto il motore, un filtro dell'aria racing ed una nuova mappatura della centralina.
Sembra non appropriata la scelta dello scarico sdoppiato che non si integra con la linea della moto.

Per il resto siamo dinanzi ad una splendida interpretazione di quello che è diventato per molti un “must” quando si parla di cafe racer: le vecchie moto inglesi.

martedì 27 febbraio 2018

From brute to beauty!!!!!

buell x1 cafe racer old style with aluminium gas tank

buell x1 cafe racer old style with aluminium gas tank

buell x1 cafe racer old style with aluminium gas tank

buell x1 cafe racer old style with aluminium gas tank

Una sgraziata Buell X1 diventa una splendida cafe racer elaborata secondo i vecchi canoni.


Che le Buell siano moto in grado di suscitare forti emozioni è pacifico, così come è assodato che quasi tutte abbiano forme sgraziate, apparentemente prive di logica. 

Se i modelli della serie XB sono diventati famosi principalmente per la soluzione del telaio che funge da serbatoio del carburante e per il forcellone che contiene l'olio del motore, le primissime versioni, parliamo delle varie M2, S1, X1 ecc, erano assai note per avere il motore dello Sportster (debitamente potenziato) montato all'interno di un telaio in traliccio, rappresentando forse la miglior base per alcune trasformazioni. 

Sebbene l'apparenza possa in parte ingannare, per ottenere questa cafe racer il lavoro è stato notevole, dal momento che si è intervenuti pesantemente sulla parte centrale e posteriore del telaio, ora assomigliante al famoso “letto di piume” utilizzato per creare le famigerate Triton. E' proprio la somiglianza con questi incroci che si facevano negli anni sessanta, il motivo ispiratore della rinnovata X1

Il lavoro effettuato sul telaio, se da una parte non ha riguardato i punti di ancoraggio del bicilindrico Harley-Davidson,  dall'altra ha comportato il rifacimento dell'impianto elettrico e lo spostamento della batteria e del serbatoio dell'olio che ora si trova centralmente, posizionato come la maggior parte delle vecchie cafe racer inglesi. Ovviamente si è operata anche una generale opera di alleggerimento e le già scarne sovrastrutture hanno lasciato spazio ad un serbatoio in alluminio, sella ad un posto e mezzo e striminziti parafanghi. 

Il motore 1200 rimane di serie. Tuttavia, per avere un mezzo più selvaggio,  il carburatore prende il posto dell'iniezione elettronica, unitamente ad un terminale di scarico più libero, posto nella consueta posizione sotto al motore. Tranne diverse piastre di sterzo, la ciclistica non ha subito interventi, se non piccoli abbellimenti come la lucidatura dei cerchi e di altre parti.Complessivamente possiamo dire che questa moto ha colpito nel segno, salvo alcuni particolari come il rivestimento in carbonio del terminale di scarico ed il contagiri di moderna concezione. Elementi di modernità che stonano con l'anima di questa X1.

Peccato non solo che la Buell non produca più moto, ma che la X1 sia stata soppiantata dai modelli XB, non dotati di uguale fascino.

venerdì 9 febbraio 2018

Paso 2.0 Repplica

sportster 1200 roadster cafe racer tribute to renzo pasolini

sportster 1200 roadster cafe racer tribute to renzo pasolini

sportster 1200 roadster cafe racer tribute to renzo pasolini

sportster 1200 roadster cafe racer tribute to renzo pasolini

Se Renzo Pasolini fosse ancora vivo, quale sarebbe la sua moto ???? Ecco una possibile risposta......


Ai ragazzi della neonata concessionaria di Riccione non si può imputare la mancanza di inventiva. Quando hanno dovuto concepire il progetto per il contest, hanno pensato qualcosa di originale, interpretando la moto del “Paso”.

La base è una 1200 Roadster, ma sembra una vera e propria race-replica costruita attorno al motore Sportster. Moltissime parti provengono dal catalogo “Genuine”, ma molte altre, come il cupolino con il faro disassato e l'inusuale scarico con terminali “short”, sono pezzi unici. C'è pure qualche vera “chicca” come il faro a led integrato nel codone. 

Tutto è ottimamente accordato in modo da creare forme armoniche, che rendono la  “Paso 2.0 Repplica” una moto di gran classe. 

Di per se non è un progetto innovativo, ma rende bene il concetto di fondo e piace molto l'idea di un tributo al mitico Pasolini.

martedì 6 febbraio 2018

1200 Black Rain

sportster 1200 roadster black rain xlcr style by hd speed shop

sportster 1200 roadster black rain xlcr style by hd speed shop

sportster 1200 roadster black rain xlcr style by hd speed shop

sportster 1200 roadster black rain xlcr style by hd speed shop


Ispirata alla moto del celebre film, questo Roadster 1200 è stato ottenuto attraverso pochissimi e mirati interventi.


Era il 1989 quando uscì nelle sale cinematografiche il celebre film interpretato da Michael Douglas nel quale è un poliziotto di New York che si ritroverà a combattere contro la mafia giapponese. Nel film Michael Douglas cavalca una Sportster Evolution  molto simile ad una XLCR 1000, con la quale vince anche una sfida contro una moto giapponese sportiva.

La Roadster realizzata dai ragazzi di HD Speed Shop Firenze è un tributo sia alla moto del film che alla celebre XLCR 1000 progettata da Willie G. Davidson.
Per ottenerla gli interventi non sono stati molti, dal momento che la Roadster 1200 è un'ottima base se la si vuole elaborare in chiave sportiva o cafe racer.

E' stato montato un codino monoposto in stile flat-track ed un cupolino con plexiglass, semi-manubri e comandi arretrati, uno scarico due-in-uno (probabilmente prelevato da una XR 1200 Trofeo) ed un filtro dell'aria aperto Scremin'Eagle. Sono stati aggiunti altri piccoli particolari e si è verniciato quasi tutto in nero, salvo il serbatoio del carburante che ha le parti laterali color oro, il cui contrasto con il resto della carrozzeria esalta notevolmente la linea della moto.

Sarebbe interessante riuscire a conoscere il costo di questa realizzazione e sapere se è in progetto un kit, che colmerebbe il vuoto lasciato da una moto stupenda come la XLCR.




martedì 23 gennaio 2018

Cafè Cyclone

buell m2 cyclone cafe racer

buell m2 cyclone cafe racer

buell m2 cyclone cafe racer

buell m2 cyclone cafe racer

Tra le numerose preparazioni su base Sportster e Buell del Motor Bike Expo 2018, la nostra attenzione è andata su questa M2 realizzata dal dealer Harley-Davidson Brescia.


Piccola parentesi. A Verona, come di consueto, c'era di tutto e di più. Dalle customizzazioni più radicali a quelle più soft. Dalle moto costruite da professionisti del settore a quelle realizzate da semplici appassionati, agli scooter “old style”, in un mix perfetto di emozioni, in grado di coinvolgere immediatamente anche i neofiti del settore, grazie anche alla presenza massiccia delle più importanti case motociclistiche in grado di modulare l'offerta di moto “vintage”, coprendo praticamente tutti i segmenti.

Sono e resto dell'idea, che seppur non tutte condivisibili, ogni moto presente meriti attenzione anche solo per la fatica e passione che trasuda da chi l'ha costruita.

Detto questo, sono rimasto molto colpito da questa Buell. Nulla di magico ne di trascendentale, ma una bellissima cafe racer realizzata rispettando lo spirito originario della moto: uno Sportster vitaminizzato, dotato di un telaio in traliccio dalle misure geometriche di una duecentocinquanta da gran premio, in grado di far divertire chiunque sui percorsi guidati.

Facciamo un passo indietro nel tempo. La M2 Cyclone apparve sul mercato italiano nel 1997, come versione meno rifinita della S1, rispetto alla quale aveva una forcella di tipo tradizionale ed un codone più lungo. La gamma stessa, poi, nel 1999 era stata aggiornata. All'epoca si stava affermando il segmento delle cafe racer, iniziato con la Ducati Monster e la Triumph Speed Triple. Si aspettavano con ansia, quindi le proposte delle altre case e, quando apparve la Buell, il successo fu immediato. Fino alla comparsa della serie XB le Buell montavano un motore Sportster con carburatore,  elaborato ed in grado di sviluppare circa novanta cavalli. 

La “Cafe Cyclone” piace perchè rispetta i presupposti delle prime Buell. Gli interventi sono stati limitati al minimo: carburatore Mikuni HSR 42 con filtro aperto, centralina Screamin'Eagle e terminale di scarico sportivo servono a dare ancora qualche cavallo al motore di serie senza comprometterne l'affidabilità. A parte la pompa del freno anteriore Brembo, il disco Braking ed i pneumatici Pirelli MT60, gli altri interventi non sono stati di natura tecnica, ma prettamente estetica, con la verniciatura marrone metallizzato, in grado di richiamare idealmente il sapore del caffè, abbinata agli steli della forcella color oro ed ai cerchi dipinti in giallo.