Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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venerdì 8 giugno 2018

Wild Wide Forks

sportster chopper on freeway magazine 1999

sportster chopper on freeway magazine 1999

sportster chopper on freeway magazine 1999

Una lunga forcella che sbuca dal lontano 1999......


Inauguriamo ufficialmente oggi la rubrica “Amarcord”, con gli Sportster apparsi sulle riviste di moto fino al 2010. Lo scopo è quello di voler offrire una ricostruzione storica del fenomeno custom in Italia attraverso immagini e scritti  di riviste famose, passando principalmente attraverso lo Sportster.
La moto che presentiamo oggi è un chopper costruito in Italia sulla scia dell'influenza svedese, recepita dalla maggior parte dei customizer nostrani.

Il telaio è un rigido con forcella inclinata di 40 gradi ed il cannotto di sterzo allungato di dieci pollici. 
Altra particolarità dell'epoca era quella di montare posteriormente un grosso pneumatico da 200 mm su cerchi da 16 pollici con moltissimi raggi (in questo caso ottanta), con la trasmissione finale a catena. In quegli anni iniziarono ad apparire, almeno in Italia, i primi serbatoi dell'olio dalla classica forma  “a botticella” . L'ampio uso di alluminio billet (la OMP era leader in questo campo) e l'aumento di cilindrata nei motori 883 tramite alesaggio e pistoni Wiseco, era un must per chi voleva tirare fuori qualche cavallo dallo Sportster di serie.

Tornando al momento storico, in quegli anni in Italia si era diffusa la moda dei chopper che andò di pari passo con l'aumento delle sanzioni ed i ritiri di molti libretti in quanto gran parte delle moto erano totalmente fuorilegge.

In questo articolo si sottolinea la situazione esistente.


martedì 5 giugno 2018

Chopper Diplomacy

sportster chopper californian style with girder fork

sportster chopper californian style with girder fork

sportster chopper californian style with girder fork

sportster chopper californian style with girder fork

Telaio rigido che punta verso il sole, forcella Girder, scarichi alti. Lo Sportster del 2002 è pronto ad affrontare le highway californiane.


Quando si parla di chopper è pacifico che lo stile californiano degli anni settanta abbia influenzato maggiormente il modo di concepire questo tipo di moto. Lunghe forcelle, manubri alti e sissy bar che puntano verso il cielo sono un vero e proprio must. 

Il motore Sportster, prima di essere alloggiato nel nuovo telaio, è stato revisionato completamente con nuove teste,  cilindri e pistoni (che portano la cilindrata a 1200), oltre ad alberi a cammes Andrews ed un carburatore Mikuni da 42mm dotato di filtro dell'aria Joker Machine ed una coppia di scarichi “home made”. La frizione rinforzata è Barnett. Forse troppo per un chopper senza il freno anteriore......

La forcella è forse il vero capolavoro di questo Sportster che brilla anche per la sobria verniciatura che richiama i motivi messicani. 
Come in ogni chopper che si rispetti, molte parti sono state costruite a mano, come la piastra superiore di attacco del telaio al motore, il serbatoio dell'olio ed il perno della forcella sul telaio.
Cerchi da 21 pollici all'anteriore (….ovviamente senza freno....) e nella tradizionale misura da 16 pollici al posteriore completano l'opera.

Mancano una bella tenda, un sacco a pelo ed un promontorio dove puntare la forcella, dopo aver buttato per sempre l'orologio.....


martedì 13 marzo 2018

Sportster XLCH 1964 "hardtail"

sportster xlch 1964 hardtail frame

sportster xlch 1964 hardtail frame

sportster xlch 1964 hardtail frame

sportster xlch 1964 hardtail frame

sportster xlch 1964 hardtail frame

harley davidson kr 750 my 1967 flat track
KR 750 - 1967

Uno dei più amati modelli Sportster della prima epoca viene portato a nuova vita mantenendo il carattere rude che ne aveva decretato il successo.


Nel 1958 a Milwaukee pensarono che era arrivato il momento di produrre una versione elaborata dello Sportster, in grado di solleticare i palati degli smanettoni dell'epoca. Sebbene fosse arrivato dopo diversi interventi sulla versione base, la XLCH ebbe una propria connotazione. La connotazione di una moto grezza, minimalista, dal carattere difficile (la sigla CH per molti significava “Competition Hot”) e facilmente riconoscibile per alcuni aspetti, primo tra tutti il serbatoio “peanut” che poi sarebbe diventato un  “must” su gran parte dei modelli Sportster.  

L'XLCH che qui presentiamo ha subito qualche cambiamento rispetto alla versione originale. 
Il telaio è di tipo rigido (hardtail) molto simile al modello KR. La forcella da 33mm proviene da uno Sportster, ed è stata abbassata, così come il freno anteriore a tamburo.  
Il motore è stato smontato completamente e revisionato. A parte un carburatore S&S Super B e due scarichi liberi tipo “drag pipes”, è originale e dotato di accensione a magneto. I cerchi sono da 19 pollici.

Per realizzare questa moto ci sono voluti circa quattordici mesi, dal momento che è stata costruita nei ritagli di tempo libero e non da un'officina qualificata durante il normale orario di lavoro.
Questa XLCH a  “coda rigida” è uno di quegli esempi di moto trovate dentro qualche cascina negli States ridotta in condizioni pietose e ricostruita totalmente, senza pensare troppo a riportarla come era in origine.

Pur essendo dell'idea che i vecchi mezzi debbano essere restaurati come erano in origine, tuttavia il lavoro svolto è ottimo, soprattutto in considerazione del fatto che è stato realizzato veramente nel salotto di casa.
    

venerdì 17 novembre 2017

Sportster 1200 S bobber

sportster 1200 s bobber side right

sportster 1200 s bobber side left

sportster 1200 s bobber tank

sportster 1200 s bobber drag pipes

Ecco cosa non fare assolutamente con uno Sportster 1200 dotato di testata a doppia candela.


Lo Sportster 1200 S è una di quelle moto assai rare e di notevole valore, non solo per l'inedita soluzione tecnica delle quattro candele, ma anche per il basso numero di esemplari prodotti. Girando per il web, mi sono imbattuto in questo esemplare costruito in Giappone. Purtroppo non è la prima volta che vedo qualche raro modello Sportster, che dovrebbe essere conservato il più originale possibile o, al massimo, elaborato senza stravolgerne troppo le caratteristiche. 

Ma il Giappone rappresenta un mondo a parte rispetto alla cultura ed alla mentalità di noi europei.....
La moto in questione ha una sua logica, anche se risulta alquanto anonima. Si tratta di un bobber minimalista dal sapore vintage, ottenuto lavorando sugli ammortizzatori, in modo da abbassare la moto il più possibile, ed eliminando parti superflue come il parafango anteriore. 

Purtroppo è stato segato il telaio nella parte posteriore in modo da avere allo scopo di poter montare un parafango cortissimo. La Avon ha fornito i pneumatici Vintage-Replica, che calzano sui cerchi originali (nelle misure da 16 pollici al posteriore e da 19 all'anteriore). Il motore, a parte un filtro dell'aria aperto ed una coppia di scarichi tipo “drag-pipes”, non ha subito alcun intervento.

In definitiva, se fosse stata utilizzata come base per la customizzazione un modello standard, avrei applaudito il lavoro svolto che non è affatto male. Ma visto che è stato usato uno Sportster 1200 S......


venerdì 15 settembre 2017

Sportster Ironhead Drayton Porkchop

sportster ironhead drayton porkchop side right

sportster ironhead drayton porkchop engine

sportster ironhead drayton porkchop engine side right

Un Ironhead 1000 del 1972 viene smontato totalmente e ricostruito attingendo a più stili. Il risultato è una moto molto aggressiva.


Quando si decide di customizzare una moto si può andare sostanzialmente in due direzioni: si sceglie uno stile e lo si segue, magari apportando piccole correzioni, oppure si opta per qualcosa di totalmente originale, il cui risultato può non essere consono alle aspettative.  
Nello specifico, lo scopo principale era quello di avere una moto dal look e dallo spirito molto aggressivo,  con elementi delle cafe-racer e le parti costruite in casa.

L'Ironhead 1000 è stato quasi completamente smontato. Il primo e più importante intervento è stato quello di cercare un effetto “low”, ottenuto lavorando su forcella ed ammortizzatori (sostituiti con due barre di acciaio rigido) e sono stati montati sui cerchi originali due pneumatici Firestone Ans. Si è poi provveduto a togliere tutto il superfluo dovendo, quindi, mettere mano anche sull'impianto elettrico. Il serbatoio del carburante, debitamente modificato, proviene da una Yamaha, mentre il codone posteriore è stato costruito e, per avere una moto dall'aspetto minimalista, è stato anche rimodellato il telaio nella parte posteriore in modo ad accorciarlo, adattandolo alle nuove esigenze. Scarico e filtro dell'aria sono anche essi di produzione artigianale. Per avere una moto molto aggressiva si è optato per un colore nero opaco con l'aggiunta di elementi decorativi fatti a mano sul serbatoio dell'olio e del carburante.

La “Porkchop” è una moto non ben definita. Ha elementi del chopper e del dragster, il tutto con uno spirito “brat”. Una moto rozza e selvaggia.


UP: decorazioni sul serbatoio del carburante

DOWN: faro anteriore






martedì 1 agosto 2017

Trouble Head: dove osano le aquile!!!!!

trouble head sportster ironhead by officine rossopuro side right

trouble head sportster ironhead by officine rossopuro tank

trouble head sportster ironhead by officine rossopuro

trouble head sportster ironhead by officine rossopuro


Filippo Barbacane (alias Officine Rossopuro), da sempre legato a Moto Guzzi, trova il tempo per dedicarsi a questo Sportster Ironhead da costruire per un amico.....


Dopo la trasmissione “Lord of The Bike” il nome di Filippo Barbacane è praticamente entrato nelle case  (...pardon nei garage....) di tutti gli appassionati del “custom”, anche se a molti era noto già da diversi anni per le sue numerose realizzazioni su base Moto Guzzi. Veri e propri tributi a Mandello del Lario ed un'epoca che fu. 

Durante questo lungo periodo di tempo, in cui il buon Filippo è sulla cresta dell'onda, ha avuto qualche divagazione in ambito motoristico, andando ad esplorare temi e concetti non proprio familiari (…..anche se si tratta pur sempre di bicilindrici....), dato che ha costruito il rigido in questione, oltre ad un paio di Buell.

La moto è stata costruita nel lontano 2011. In quel periodo lavoravo presso una concessionaria Moto Guzzi e mi trovai a chiamare Filippo per avere informazioni sulle sue parti speciali da vendere al pubblico (all'epoca avevo appena aperto questo blog). Intavolammo una discussione finendo a parlare di Harley-Davidson, Sportster in particolare, e mi disse che stava costruendo questo Ironhead per un suo amico.
Rimasi molto meravigliato dal fatto che avesse scelto un vecchio motore  “teste di ghisa” e non un moderno Evolution (più semplice da mettere a punto) per la sua realizzazione.

Una volta terminata rimasi molto colpito da questa moto e, soprattutto, dalla capacità di adattamento di Filippo a quella che è un'altra filosofia costruttiva rispetto a Moto Guzzi.
Di “Trouble Head” mi piacciono non solo le numerose parti costruite in officina dallo stesso Filippo, come ad esempio il serbatoio del carburante, ma la filosofia della stessa moto: un bobber selvaggio che sprigiona rudezza da ogni angolo.

In comune con le Moto Guzzi che escono dall'officina Rossopuro, vi è solo l'architettura del motore e l'artigianalità costruttiva, per il resto si tratta di una moto bassa e scomoda. Una vera e propria sfida vinta da Filippo!

UP: serbatoio
DOWN: scarichi alti che non si integrano con la linea 
 


martedì 6 giugno 2017

Undefined Sportster

undefined sportster by lc fabrications side right

undefined sportster by lc fabrications side left

undefined sportster by lc fabrications right angle

undefined sportster by lc fabrications back

 

Una custom con la “C” maiuscola, che ha soluzioni tecniche e stilistiche inedite, oltre ad un motore molto potente.....

 

L'esplorazione di nuove strade potrebbe rappresentare il tema “custom” del prossimo futuro, giungendo ad avere moto dallo stile indefinibile, studiate per non si sa quale utilizzo. Moto che magari nascono come semplici “show-bike” ma delle quali poi, si scopre una precisa vocazione con pochi accorgimenti.


Lo Sportster in questione, costruito in Virginia da LC Fabrications, ha delle soluzioni interessanti, unitamente al fatto che non si capisce bene se sia un  bobber oppure una cafe racer.


Telaio modificato nella zona posteriore, forcellone ed ammortizzatori montati con una inclinazione così notevole da sembrare quasi orizzontali, rappresentano il plus di questa moto. 

Intriga (...e non poco...) pure  il serbatoio del carburante montato sotto la trave centrale del telaio e molto vicino al motore, così come quello dell'olio spostato nel codone.
In mezzo a tutto questo, il kit S&S che porta la cilindrata a 1250 facendo raddoppiare i cavalli (si parla di oltre 90  in luogo degli originali 40....).


Anche l'elaborazione così radicale del motore è inusuale per una moto che sembra più un bobber che una cafe racer.


Sarà questa una delle nuove strade ????
Nel frattempo ci godiamo questa splendida moto, nonostante non si riesca a capirne la vocazione.

 
UP: forcellone ed ammortizzatori posteriori
DOWN: pompa freno anteriore 


martedì 11 aprile 2017

Rusthless Racer

rusthless racer ironhead 1000 bobber by graffi bike side right

rusthless racer ironhead 1000 bobber by graffi bike oil tank

rusthless racer ironhead 1000 bobber by graffi bike front right

rusthless racer ironhead 1000 bobber by graffi bike engine

 

Gli “Ironhead 1000”  sono motori ormai vetusti e buoni solo per il salotto (o qualche museo) ???  Vedendo questo bobber si può pensare esattamente il contrario.

 

Nella nuova era digitale dove il vintage è di moda, ma indissolubilmente legato a prodotti moderni rivisti in chiave “old”, che molti definiscono  “heritage o post-heritage”, quasi tutte le customizzazioni (specialmente su base Sportster) avvengono su motori moderni ed affidabili. Appare quindi del tutto razionale, quando si vuole elaborare o costruire una moto da zero intorno ad un motore Sportster, utilizzare un affidabile Evolution con teste e cilindri in alluminio, in luogo dei vecchi Ironhead 1000 in ghisa, spesso problematici nella gestione e messa a punto.

Tuttavia c'è qualcuno che ancora si diletta a lavorare sui vecchi motori 1000 dedicandovi molto tempo ed ottenendo ottimi risultati. Lo sporco lavoro spesso passa per una revisione accurata del motore.

Abbiamo trovato questa moto quasi per caso. Di per se non è nulla di trascendentale, dal momento che si tratta della collaudata ricetta telaio rigido-forcella “springer”-ruote da 16 pollici. http://www.1957legend.it/2017/03/bobber-tailor.html

Sono diversi dettagli a fare la differenza, come ad esempio le numerose parti ottonate, la corona che funge anche da disco freno, il telaio cui sono state tolte tutte le imperfezioni e molti elementi in alluminio realizzati a mano.

Ma è il vecchio “Ironhead 1000” rimesso a nuovo e lucidato, tanto che sembra uscito adesso dalla fabbrica e fare della “Rusthless Racer” una moto degna di attenzione.



UP: le numerose parti in alluminio costruite, poi forate ed alleggerite
DOWN: il contachilometri incastrato nel serbatoio



martedì 7 marzo 2017

Bobber tailor

sportster bobber by sledhead custom cycles black

sportster bobber by sledhead custom cycles red

sportster bobber by sledhead custom cycles white and sky blue

sportster bobber by sledhead custom cycles brown

sportster bobber by sledhead custom cycles black and white

sportster bobber by sledhead custom cycles green military

 

Per costruire uno splendido bobber può essere sufficiente solo il motore di uno Sportster. 

 

Il resto lo si sceglie dai vari cataloghi o si costruiscono in casa le parti. Nel vario mondo del custom, Sledhead Custom Cycles è in grado di realizzare un bobber su misura con pochissimi elementi.

La azienda, britannica si ispira alle moto costruite in passato dalla Zero Engineering ed è una di quelle piccole realtà che tanto intrigano.

Come detto, partendo dal motore di uno Sportster, offrono la possibilità di abbinarci un telaio rigido, molto basso e lungo. Addirittura si può scegliere tra diversi tipi di telai che si differenziano anche per il maggiore o minore angolo di inclinazione del cannotto di sterzo e per la tipologia stessa del telaio che cambia nella parte superiore.

Solitamente viene abbinata una delle varie forcelle della tipologia “springer”, ma si può optare anche per altro. Stesso discorso anche per i cerchi: quelli maggiormente utilizzati sono da sedici pollici sia all'anteriore che al posteriore, abbinati a grandi pneumatici. Le foto delle moto evidenziano come le possibilità di personalizzazione siano parecchie attingendo solo alle numerose parti in catalogo (acquistabili on-line).

Purtroppo in Italia poter omologare una moto del genere è arduo, ma potersi costruire un bobber come questo è un sogno che va coltivato.



UP: telai e forcelle
DOWN: non ci sono kit per il motore




martedì 6 dicembre 2016

Knick Knack Chop XLCH

drag chopper xlch 1967 by hide motorcycle side right

drag chopper xlch 1967 by hide motorcycle  back side anfle


drag chopper xlch 1967 by hide motorcycle engine

 

Una moto tanto inutile, quanto affascinante, che in Italia sarebbe destinata in qualche salotto. Invece in Giappone la usano quasi quotidianamente.


Di stili e tendenze se ne stanno scoprendo all'infinito e, forse, siamo solo all'inizio di una nuova era del custom che porterà, almeno in alcuni paesi, a sperimentare ancora nuove soluzioni. 

L'ultima, in ordine di tempo, è questa XLCH del 1967, costruita dai maestri di Hide Motorcycles, che viene inquadrata tra i  “drag-chopper”. Il termine (come dice la parola stessa) fa pensare ad una commistione tra elementi tipici dei dragster ed altri dei chopper anche se, a parte la forma bassa e lunga della moto, il telaio rigido e due scarichi cortissimi, altro non viene in mente, perchè il motore è il caro, vecchio, Ironhead di serie, sul quale sono stati solo montati due carburatori.

Probabilmente anche in Europa prima o poi vedremo customizzazioni simili, anche se  resteranno moto da presentare ai bike show.  Ma vi immaginate ad utilizzare simile mezzo tutti i giorni per andare al lavoro, magari in una città come Roma, accendendolo alle 6 di mattina dentro il garage di qualche via del centro, per poi partire a manetta tra le mille voragini che presentano le strade della città eterna ???  

 


giovedì 17 novembre 2016

Il Re dei Cobra!!!

king cobra seat by tc bros

king cobra seat by tc bros on sportster side right

king cobra seat by tc bros on sportster side left

king cobra seat by tc bros technical picture

 

Una sella indispensabile per donare al vostro Sportster “hardtail” un look chopper anni '70.

 

Prodotta dalla TC Bros, è realizzata interamente a mano è progettata per gli Sportster  dotati di coda rigida, con motori costruiti tra il 1986 ed il 2003, si monta direttamente sul telaio e sul parafango, imbullonandone la parte posteriore al sissy-bar. Venduta a circa 275 dollari, mostra un ottimo rapporto design-prezzo-qualità. Da consigliare assolutamente agli amanti del chopper e del nostalgico “Easy Rider Look”.


martedì 15 novembre 2016

Quentin Vaulet: un bobber signorile!

quentin vaulet sportster bobber side right

quentin vaulet sportster bobber side left

quentin vaulet sportster bobber front end

quentin vaulet sportster bobber handlebar

quentin vaulet sportster bobber oil tank

 

Armonia delle forme ed alcuni elementi del tutto particolari caratterizzano questo bobber con molte parti costruite appositamente.

 

Il bobber è una di quelle moto che nella mente di ogni biker si contraddistingue per l'opulenza delle forme, la classicità delle linee e la vistosità della verniciatura. Quando qualcuno di questi elementi tipici viene meno, il bobber potrebbe passare del tutto inosservato a fronte, anche, di un ottimo lavoro.

Quentin Vaulet (che prende il nome di colui che l'ha costruito) è un bobber che non rispetta gli stereotipi, ma si ispira alle moto degli anni venti pur se con l'aggiunta di  elementi futuristici. 

Lo si nota immediatamente dalla verniciatura dei serbatoi e dello striminzito parafango posteriore, con toni in metallo ed ottone, ma anche dal filtro dell'aria Kuryakyn in alluminio billet,  dai due scarichi liberi e dal quadro elettrico spostato sotto la sella.
Per il resto, il lavoro ha seguito l'iter tradizionale, con la modifica del telaio originale che è stato abbassato di quattro pollici ed allungato di due e modificato per farlo diventare di tipo hardtail  (con la parte posteriore rigida), finendo con il montaggio di una forcella tipo Springer e due cerchi da 16 pollici dotati di pnematici Avon Speedmaster MKII.
Nel mezzo, numerosi particolari costruiti a mano, come lo stupendo serbatoio dell'olio, oppure alcune parti abilmente scelte, quali il coperchio del carter motore sinistro della EMD, oppure  il grande lavoro di mimetizzazione di tutti i cavi.

Il tutto in grado di conferire una grande pulizia dell'insieme che fa pensare ad un progetto studiato al computer e realizzato all'interno di una fabbrica.


UP: il serbatoio dell'olio

DOWN: il quadro elettrico sotto la sella