Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

lunedì 20 gennaio 2020

"Japanese" racer



Ancora una volta arriva dal Giappone l'ennesimo Sportster studiato per non sfigurare nei circuiti.


E' un dato di fatto che in oriente abbiano una visione di vita diversa da quella occidentale, europea in particolare, anche se le due culture stanno attingendo l'una dall'altra. Una visione che si riflette anche nel modo di concepire il custom, specialmente per quanto riguarda le Harley-Davidson.
Parlando di Sportster, accanto allo stile “old-school” che si concretizza maggiormente sui vecchi Ironhead, si affiancano elaborazioni in cui l'aumento delle prestazioni diviene l'elemento trainante. Non tutti sanno che in Giappone si utilizzano le Harley anche per girare in pista.....

An-Bu Custom è uno dei maestri che trova ispirazione per le sue realizzazioni nel mondo delle corse, costruendo moto adatte a passare qualche ora tra i cordoli.
L'ultimo Sportster è un 1200 del 2003 (a carburatore ovviamente!!!!) vestito interamente in alluminio con carenatura avvolgente, serbatoio e codone che richiamano le moto da corsa degli anni settanta, oltre una serie di dettagli come il contagiri inserito all'interno di un cruscotto, la sella ribaltabile che permette di accedere alla batteria alloggiata all'interno del codone, le pedane arretrate in alluminio ricavato dal pieno dal disegno racing.

Ovviamente gli interventi hanno riguardato anche la ciclistica, con il montaggio di un paio di ammortizzatori posteriori Progressive, trasmissione finale a catena, cerchi in lega da 18 pollici (con Pneumatici Dunlop Alpha 14), freni Brembo e rivisitazione interna della forcella originale con olio più denso e differenti molle.

Il motore Evolution 1200 è praticamente di serie, dal momento che vede solo il montaggio di uno scarico due-in-uno ed un filtro dell'aria S&S. Scelta dettata per avere una maggior durata possibile, sebbene lo Sportster vada spesso in pista. 



lunedì 13 gennaio 2020

.....simply chopper....

sportster ironhead xlh 1976 chopper


Il perfetto chopper da costruire nel garage di casa.....


Linee pulite, quote ciclistiche non eccessive, motore stock, richiamo esplicito ai chopper costruiti su base delle vecchie moto inglesi. Questi sono gli aspetti principali che caratterizzano questo XLH del 1976. 

E' un chopper semplice, basato su un vecchio motore, interamente ricostruito e reso ancor più affidabile da un basamento (completo di cambio) di un moderno XL 883 del 2009. Il motore è nettamente migliorato grazie anche ad un rapporto di compressione pari a 9,5:1 ed alberi a cammes che permettono un maggior tempo di apertura delle valvole, a vantaggio di una fluidità di erogazione. 

Molte parti provengono da vecchie moto inglesi come il serbatoio del carburante (Triumph America) ed i cerchi (BSA). Il telaio (ovviamente) è di tipo rigido, abbinato ad una forcella di tipo “springer”. 
Siete pronti a costruirlo ?????


lunedì 6 gennaio 2020

Vincent-Lawwill 883 Iron!

sportster 883 iron mert lawwill and vincent motorcycles tribute

sportster 883 iron mert lawwill and vincent motorcycles tribute

sportster 883 iron mert lawwill and vincent motorcycles tribute

sportster 883 iron mert lawwill and vincent motorcycles tribute

sportster 883 iron mert lawwill and vincent motorcycles tribute

sportster 883 iron mert lawwill and vincent motorcycles tribute


Si parte dall'idea della XR750 del campione di Flat-Track Mert Lawwill per arrivare alle vecchie Vincent cafe racer.


Forse una trasformazione simile non l'avevo ancora vista. Non parlo di linee e forme, ma del concetto da cui si è partiti e del risultato finale a cui si è giunti. Debbo dire che, in questo senso, gli inglesi di Shaw Speed & Custom (ora Speed & Custom) sono stati a dir poco geniali nel saper fondere due modi di pensare in netto contrasto tra loro. 

Utilizzando alluminio a profusione (bellissimo il serbatoio del carburante ed il parafango posteriore sagomato, abbinato ad un nuovo telaietto in alluminio ed una doppia sella tipica delle moto da flat-track degli anni sessanta) e parti che richiamano le moto degli anni sessanta/settanta hanno dato vita ad uno Sportster entusiasmante. Una sorta di evoluzione della moto replica di Mert Lawwill presentata su questo blog.

Oltre le citate parti in alluminio, è stata prestata particolare attenzione ai cerchi Morad con diametro da 19 pollici e canale da 3,5 pollici al posteriore e 3 pollici all'anteriore, dotati di pneumatici Dunlop DT3 Flat-Track nelle misure 140/80/19 al posteriore e 13/80/19 all'anteriore. 

Ovviamente il montaggio di questi cerchi e le precise esigenze stilistiche hanno imposto la trasmissione finale a catena. Ciclistica e motore restano di serie salvo piccolissimi interventi come l'abbassamento della forcella ed il montaggio di una paio di scarichi drag-pipes della Paughco ed un filtro dell'aria aperto Stack Bison dotato di un coperchio in alluminio che simula il carburatore SU. 
Questo Sportster segna un deciso passo in avanti rispetto al tradizionale concetto di flat-tracker, street-tracker
 


domenica 29 dicembre 2019

Furiosa!!!!!

furiosa sportster 2004 custom sport with modified engine

furiosa sportster 2004 custom sport with modified engine

furiosa sportster 2004 custom sport with modified engine

furiosa sportster 2004 custom sport with modified engine


Indole sportiva e spunti custom caratterizzano questo Sportster con motore bombardato!



Siamo in presenza di una di quelle moto che andavano tanto di moda negli anni novanta, dove alla meccanica Harley-Davidson veniva spesso abbinata una ciclistica moderna ed una verniciatura studiata per le moto sportive dell’epoca. 

Qui siamo in presenza di uno Sportster 883 a carburatore del 2004 totalmente stravolto.  Parlare della “Furiosa” in termini di mera customizzazione è riduttivo, dal momento che la moto è stata costruita quasi completamente, tranne la parte centrale del telaio ed il basamento del motore

La parte più evidente del lavoro è rappresentato dal grosso pneumatico posteriore da 250 mm che ha comportato un grandissimo lavoro di adattamento di telaio e forcellone (uniti da una coppia di ammortizzatori Ikon), nonchè di allineamento della trasmissione finale (a catena invece della tradizionale cinghia dentata). La ridotta carrozzeria è stata costruita a mano, situazione necessaria anche per poter inglobare nel codone la batteria. La forcella proveniente da una Suzuki GSX-R ed ha pinze Tokico ad attacco radiale. 

Contrariamente a quanto potrebbe far pensare questa moto, il motore è stato elaborato seguendo una ricetta collaudata che garantisse grande affidabilità:  cilindrata portata a 1200 tramite pistoni Wiseco forgiati e nuovi cilindri, carburatore Mikuni HSR42 con filtro dell’aria a tromboncino e due corti scarichi liberi. La lista delle parti costruite in casa è lunghissima (paracatena, serbatoio dell’olio davanti al telaio, coperchio trasparente del basamento ecc.) e si tratta di elementi ottimamente realizzati.

Un solo dubbio riguarda questa moto ed attiene alla guidabilità, che sembra un aspetto secondario rispetto a quello estetico.



domenica 22 dicembre 2019

Speedway Ironhead Sportster

speedway ironhead sportster xlch tracker

speedway ironhead sportster xlch tracker

speedway ironhead sportster xlch tracker

speedway ironhead sportster xlch tracker

speedway ironhead sportster xlch tracker

speedway ironhead sportster xlch tracker

L’ennesimo Sportster votato agli ovali in terra battuta. Ma questa volta cambia qualcosa…..


Quando apparve sul mercato lo Sportster XLCH , modello sportivo con il motore pompato a dovere aumentando il rapporto di compressione, immediatamente venne precisato che la sigla “CH” significava “Competition Hot”(anche se per alcuni era da intendere come “California Hot”). La base ideale per le corse

Dopo tanti anni di duro lavoro è stato quasi logico elaborare il vecchio Ironhead del 1966 in chiave racing. Il motore, seppur revisionato, è stato mantenuto originale salvo un carburatore Linkert DC-7 ed un paio di scarichi con terminale a tromboncino. Il telaio rigido è stato costruito da zero utilizzando dei tubi in acciaio, replicando quelli che sono i telai delle moto da speedway, con il serbatoio in alluminio ed il parafango posteriore che ne seguono il profilo ed il serbatoio dell’olio montato posteriormente, tutto abilmente lucidato così come la forcella. I cerchi sono da 21 pollici (anteriore) e 18 pollici (posteriore). 
L’XLCH così concepito è l’emblema della semplicità legato anche all’agonismo sportivo


domenica 15 dicembre 2019

KHK 1955

harley davidson khk 1955 restored by manxman garage

harley davidson khk 1955 restored by manxman garage

harley davidson khk 1955 restored by manxman garage

harley davidson khk 1955 restored by manxman garage

Un antenato dello Sportster torna agli antichi splendori.

Non molti sanno che lo Sportster ha preso vita dai modelli K la cui produzione è iniziata nel 1952 e di cui il modello KHK risultò quello più spinto ( la “K” finale sta per “kit”, facendo salire la potenza a 45 cv dagli originari 30 della versione K) tra le versioni stradali. Prodotto nel 1955 non ebbe vita lunga e non ne vennero costruiti molti esemplari. 

Questo che viene proposto è stato recuperato in Giappone e restaurato meticolosamente, seppur non seguendo il progetto originale. Il motore è stato smontato bullone per bullone e ricostruito con parti nuove, aumentando l'alesaggio dei pistoni in modo da avere ancor più potenza e montando molle valvole rinforzate. Il carburatore rimane originale, così come gli alberi a cammes e gli scarichi tipo drag-pipes. 

Il serbatoio del carburante ha una linea differente dall'originale, così come pure la forcella alla quale sono state aggiunte due molle sugli steli e le piastre di sterzo. Vi sono altri particolari differenti rispetto agli originali, come l'impianto elettrico ed il parafango posteriore, ma si tratta di dettagli irrilevanti che comunque non fanno perdere valore all'ottimo lavoro di restauro, seppur effettuato in linea con la tradizione nipponica “old school”.


venerdì 13 dicembre 2019

Qualche Sportster della Numero Uno

carlo talamo e lo sportster in una pubblicità della numero uno

Carlo Talamo e le sue pubblicità fanno ancora sognare specialmente chi ha avuto la possibilità di vivere quel periodo e di conoscerlo. Vediamone alcune riguardanti lo Sportster.


883 del 1991: l'introduzione del cambio a cinque rapporti e la trasmissione finale a cinghia dentata rende lo Sportster una moto appetibile ed assai fruibile destinata ad ottenere un gran numero di vendita (cosa che poi effettivamente avverrà). 



883 del 1997: piccolissimi aggiornamenti. La moto è presentata nella sua essenzialità.


883 Anniversario del 1994:  Carlo Talamo costruisce una piccola serie di Sportster (dieci in totale ed oggi assai richiesti) per festeggiare i dieci anni dalla nascita della Numero Uno. La base da cui si parte è il modello 883 standard sul quale spicca la livrea bianca con il famoso logo sul serbatoio della “Number One", i cerchi Marvic a tre razze scomponibili, forcella Ceriani a steli rovesciati con diametro da 43 mm e piastre di sterzo in allumino ricavato dal pieno, pinza e disco flottante della ISR, numerosi altri particolari in carbonio sparsi sulla moto (come il copri filtro dell'aria) ed un manubrio diverso completavano l'opera di una moto unica. La moto ebbe un grande successo. Trovarne una è quasi impossibile.


883 Hugger del 1996: la versione Hugger si contraddistingueva per l'assetto ribassato che la rendevano adatta praticamente a tutti. In quegli anni la Harley-Davidson iniziò ad intravedere nel pubblico femminile il possibile destinatario dei modelli Sportster, anche se in maniera alquanto timida. La pubblicità è oltremodo aggressiva, mostrando una versione accessoriata con accessori originali unitamente ad una serie di servizi offerti dalle concessionarie Numero Uno.


Trofeo 883 Short Track: nel 1996 viene presentato il relativo trofeo che si corre con 883 Sportster preparati in maniera non esagerata. Pur evidenziando un trofeo su pista Carlo Talamo non tradisce la filosofia della sua comunicazione.

883 R Stradale 1998:  lo Sportster 883R, così come lo si conosce, venne presentato nel 2003. Anni prima, tuttavia, Carlo Talamo ebbe l'intuizione di preparare una versione stradale della moto che correva in pista. Forcella ed ammortizzatori WP, freni Brembo, pneumatici specifici da flat-track, scarico Supertrapp due-in-uno abbinato a kit carburatore ed accensione Screamin Eagle, codone racing con tabelle portanumero, mascherina anteriore, manubrio racing, trasmissione a catena.  Di questa moto non sono stati fatti molti esemplari, anche se è possibile trovarne qualcuno che ha partecipato al trofeo, successivamente immatricolato.




1200 Sport S del 1997: il motore con testata a doppia candela caratterizza questo modello che promette fuoco e fiamme sull'asfalto. Carlo Talamo la presenta in tutta la sua essenzialità, abbinandola a scarico due-in-uno Vance & Hines e carburatore Screamin Eagle. Si tratta di una moto molto riuscita, ma forse un poco troppo avanti con i tempi.



Alcune delle ultime pubblicità sullo Sportster fatte da Carlo Talamo.