Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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mercoledì 1 febbraio 2023

STORZ PERFORMANCE KIT - 2004 Sportster 1200





Una delle aziende più  "cult" in tema di elaborazioni Sportster è senza dubbio Storz. Le carrozzerie in alluminio battute a mano hanno da sempre fanno girare la testa, anche nel vecchio continente, a quanti inquadrano lo "small block" di Milwaukee in chiave meramente sportiva. 

I primi kit in Italia,  proposti dalla Numero Uno (azienda importatrice Harley-Davidson di Carlo Talamo), apparvero sulla rivista "Classic Bike" (una sorta di costola di Legend Bike) e permettevano di dare un aspetto molto "racing" al proprio Sportster, scegliendo tra un'impostazione cafe-racer e flat-track, grazie a differenti codoni e serbatoi del carburante, rigorosamente in alluminio battuto a mano. 

Harley-Davidson ha cessato la produzione dello Sportster ma non è finita. Lo splendido kit è disponibile anche per le versioni dal 2004, abbinato a pistoni "big bore" che portano la cilindrata ad oltre 1200, per quasi cento cavalli, ed ammortizzatori posteriori Ohlins con regolazione di precarico, compressione ed estensione, pedane arretrate, forcella Ceriani a steli rovesciati da 55 mm e semi-manubri.

E' possibile anche aggiungere altro come cerchi da 18 pollici, scarichi alti ecc. Fino quasi a costruirsi una moto intera.

Il prezzo ????? Da scoprire cliccando sul link qui sotto

https://www.storzperf.com/catalog/page3.html


venerdì 28 ottobre 2022

ORA COME ALLORA - CARLO TALAMO









A venti anni dalla scomparsa il suo ricordo  è più vivo che mai. Le sue moto, il suo mondo, le sue special. Potevi amare oppure odiare tutto questo. Non ne restavi indifferente.... 

Ho raccontato in molti scritti di Carlo Talamo e di quanto gli fossi legato ed amassi tutto il suo mondo. Quello di cui forse non ho parlato abbastanza è delle sue moto. Non mi riferisco alle moto che importava (Harley-Davidson, Triumph e Buell) ma alle sue realizzazioni.

Se la prima poesia/pubblicità vista su Motociclismo nel 1988 contribuì a farmi perdere la testa per le Harley-Davidson, restando affascinato da questo personaggio che poco aveva da spartire con il clichè del biker proposto dal film Easy Rider, fu poi tutto il resto a tenermi legato al suo mondo fino a quando non scomparve. 

Nel 1992, quando comprai (o meglio.....quando mio padre mi comprò.....) il primo Sportster 883, aveva iniziato ad importare anche Triumph, ma ero focalizzato solo su Harley-Davidson e se ne parlava pochissimo, anche perchè Freeway Magazine nacque nel 1994. Poco prima la rivista Classic Bike (una sorta di aggiunta a Legend Bike) aveva iniziato dare ampio spazio alle aziende di Carlo Talamo pubblicando molte sue realizzazioni, che mi intrigavano sempre di più.

Poi arrivarono le Triumph sui giornali. Onestamente le moto di serie non mi piacevano molto, ma Carlo riusciva a creare special che per me divennero una vera e propria ossessione. Non solo Harley-Davidson (amavo la Suora e Non Fate l'Amore Fate la Guerra), ma soprattutto Triumph. 

Quando apparve la Trident Alu svalvolai per giorni

La stessa cosa mi accadde quando vidi la Thunderbird Sport, soprattutto in versione Boy Racer, e diversi anni dopo, la Bonneville nera e rosa. 

La Postatomica un'ossessione tutt'ora, che spesso non mi fa dormire. Quando la vidi dal vivo (l'unica volta nella mia vita) nel dicembre del 2001 proprio con Carlo dentro al suo garage di Via Niccolini, rimasi fuori di testa per ore..... 

Nel mezzo altre sue piccole e grandi invenzioni che mi facevano stare totalmente fuso per giornate intere.

Sebbene siano passati venti anni dalla sua scomparsa, spesso mi rendo conto di parlare di Carlo Talamo al presente. Il suo ricorso, il suo mondo, le sue moto sempre più vivo che mai!!!!!

lunedì 8 novembre 2021

Il Carrarmato - Fate l'amore non fate la guerra!!!!







Il prossimo anno sono venti anni esatti dalla scomparsa del compianto Carlo Talamo. Molti di più se pensiamo all’inizio della sua avventura con Harley-Davidson nel lontano 1984. Negli anni Carlo accumulò una quantità infinita di moto ed auto, creando bellissime  “special” apparse su molte riviste. Di questo patrimonio storico si è persa praticamente traccia: pochi infatti sono i mezzi di cui si conosce la destinazione attuale. 

E quando capita di imbattersi in qualche sua creatura, oltretutto se tenuta in perfetta forma, c’è quasi da svenire per l’emozione. Il “Carrarmato” apparve sulle pagine di Freeway Magazine nel 1994 e su qualche pubblicità di Carlo Talamo. Una moto dall’indubbio fascino e destinata a far discutere all’epoca. 

Il concetto di “dark custom” tanto caro ad Harley-Davidson negli ultimi anni, rappresentava quasi un’eresia all’inizio dell’epoca Evolution, parliamo degli anni ottanta, così come lo stile “military” che avrebbe trovato larghi consensi nel panorama custom qualche tempo dopo. Il proprietario della moto, Gabriele Bersani, mi ha raccontato un aspetto che non conoscevo: Carlo ebbe l’idea di costruire il “Carrarmato” dopo che la moto uscì molto rovinata in seguito ad incidente stradale. 

La moto di partenza non è uno Springer, come si potrebbe pensare, ma un Fat-Boy sul quale è stato montato un parafango posteriore lungo. Il nero opaco ha abbracciato gran parte del motore ed altre parti, mentre il verde militare riguarda solo serbatoio del carburante e parafango posteriore (quello anteriore è volato via……). Il motore è di serie salvo albero a cammes, carburatore e centralina Screamin’Eagle, abbinati ad una coppia di scarichi “a pinna” che sparano verso l’alto. Uno dei tanti dettagli che piacciono è il faro alogeno anteriore con feritoia, sembra montato apposta per il Pallequadre (il raduno ideato dallo stesso Carlo Talamo dove si partiva di notte l’ultimo fine settimana di novembre senza sapere dove si andava). 

Attualmente la moto è stata migliorata con un nuovo impianto frenante e, purtroppo, il faro alogeno è stato tolto. Ma quanto è bella…….

mercoledì 3 novembre 2021

Thunderbird Sportster





Torniamo ancora molto indietro nel tempo con questo Sportster customizzato seguendo fedelmente i dettami dell'epoca.

Siamo nel 1996, periodo che potremmo definire di nascita del fenomeno custom (sebbene l'inizio delle elaborazioni sulle moto vada ricercata molto più indietro nel tempo....)  trainato in Italia dalla Harley-Davidson con Carlo Talamo e la sua Numero Uno che, almeno in questa fase, trova poco riscontro sui rotocalchi (se si eccettuano le famose pubblicità dello stesso Carlo Talamo che ogni tanto appaiono su vari tipi di riviste). Accanto alle moto personalizzate con qualche accessorio si iniziano a vedere custom particolarmente curate, che rispondono a canoni ben precisi, dove l'alluminio billet è elemento trainante, in controtendenza a quanto accadrà molti anni dopo con l'affermarsi della tendenza "dark-custom". 

Diverse aziende ed officine, intuito il trend, avevano iniziato a produrre parti per Harley-Davidson e si erano convertite al custom, anche se non in maniera totale.
Lo Sportster di queste pagine ha qualcosa in più: il telaio verniciato e sottoposto a "molding" (cioè quel procedimento volto all'eliminazione delle imperfezioni). Il motore Evolution 883 è tutto lucidato e potenziato attraverso alberi a cammes Andrews, Carburatore S&S Super E, scarico due-in-uno Supertrapp. Ciclistica con forcella dotata di steli da 41 mm ancorati a piastre larghe OMP, maggiormente inclinate di sei gradi (uno dei must di quegli anni), cerchi Arlen Ness da 18 e 21 pollici, forcellone JMC, freni Performance Machine (fino a quando venne introdotta di serie la pinza freno a doppio pistone fu fondamentale sostituire l'impianto frenante originale se si voleva stare un poco più tranquilli......).

Il nome scelto per Sportster di per se non dice nulla, ma facendo un passo indietro a quegli anni, ha molto di evocativo. Nel 1994 la Triumph presentò la sua prima "modern-classic" che tanto avrebbe fatto successo: la Thunderbird. 

Carlo Talamo, che da qualche anno aveva iniziato l'importazione con successo delle moto inglesi attraverso la sua Numero Tre, ne approfittò per creare qualche special dall'indubbio appeal come ad esempio il Thunderbird Sport.

In questi giorni ricorre l'anniversario della scomparsa di Carlo Talamo e lo Sportster di queste pagine fa battere molto il cuore.....

giovedì 29 luglio 2021

NUDA ED AMERICANA - Sportster "sport" by HD Speed Shop Firenze




Questo Sportster, apparso nell'ottobre del 2000, rappresenta l'evoluzione delle preparazioni in chiave sportiva che si erano iniziate a vedere all'inizio degli anni novanta. Dopo quasi un decennio, la tendenza a trapiantare quasi totalmente ciclistiche di giapponesi sportive sugli Sportster, lascia il posto ad elaborazioni mirate con parti costruite "ad hoc". 

Su questo Sportster costruito dall'allora Americana Firenze (ora Harley-Davidson Speed-Shop Firenze) viene montata una forcella GCB Ceriani da 43mm a steli rovesciati, che Carlo Talamo e la Numero Uno avevano iniziato a montare qualche anno prima su diverse elaborazioni a tema.  Molte aziende, sulla scia di questa nuova tendenza, avevano iniziato a produrre parti performanti per la ciclistica degli Sportster. 

A livello ciclistico la moto è completata da un forcellone JMC in alluminio attaccato ad ammortizzatori Progressive più lunghi degli originali, una coppia di cerchi a raggi Akront da 18 pollici (al posto degli originali da 16 al posteriore e 19 all'anteriore) ed impianto frenante completo fornito dalla Brembo (con due dischi da 330mm e relative pinze a quattro pistoni). 

Così studiato lo Sportster offre un assetto neutro a favore di una maggiore guidabilità. Il motore, seppur lasciato nella originaria cilindrata 883, viene elaborato lavorando le teste al flussometro e montando un kit Screamin'Eagle composto da aste, bilancieri e valvole, oltre ad un carburatore Mikuni da 42mm (il kit della Screamin'Eagle era composto da un carburatore da 40mm con valvola a farfalla) ed uno scarico due-in-uno con terminale Vance & Hines.

Non tutti sanno che i ragazzi di Firenze, all'epoca, si cimentavano nelle gare dragster, ragion per cui avevano accumulato una notevole esperienza e bravura in tema di elaborazione motori pari solo ai tecnici della Numero Uno Italia e come pochissimi altri dealer della penisola.   

mercoledì 9 giugno 2021

CARLO TALAMO - Per come l'ho conosciuto io in dieci anni!!!!


Alla fine mi è sembrato doveroso (anche se ci ho pensato molto a lungo) fare questo video e raccontare quanto ho vissuto nei dieci anni in cui ho conosciuto Carlo Talamo e molte persone legate a lui. Dieci anni fantastici in cui c'era la costante sensazione di far parte di qualcosa di unico ed irripetibile. Carlo non era un tipo facile e non eravamo amici, ma gli volevo bene e lo ammiravo. Lo aveva capito e penso che nutrisse anche lui affetto nei miei confronti. Sono quasi venti anni che è scomparso eppure il suo ricordo è più vivo che mai, così come il suo modo di elaborare le moto e concepire le concessionarie ed il rapporto con i clienti (spesso amici). Sarebbe interessante ascoltare altre testimonianze! 

P.S. il video forse non si vede in modalità telefonino.

sabato 10 aprile 2021

Semplicemente Harley-Davidson Sportster


Condivido questo video in cui racconto come è nato il blog dedicato allo Sportster 1957legend.it al quale, in maniera del tutto inconsapevole, probabilmente stavo pensando dai primi anni novanta (sebbene internet non esistesse) quando iniziai a raccogliere e custodire articoli sullo Sportster, Carlo Talamo e le sue moto. Ho cercato di trasmettere quelle che sono state e sono le mie emozioni anche in relazione agli anni novanta (comprai il primo 883 nel 1992), periodo secondo me stupendo ed irripetibile dal punto di vista motociclistico, conclusosi nel 2002 con la scomparsa di Carlo Talamo. Racconto anche il mia grande amicizia con Fabrizio Farinelli e qualche episodio divertente. Mi auguro piaccia!    

venerdì 12 febbraio 2021

Sportster 1200S - Middle custom/maxi sport

sportster 1200 s custom

sportster 1200 s custom

sportster 1200 s custom

sportster 1200 s custom


Questa è una di quelle elaborazioni, secondo me, più riuscite per il 1200 S a quattro candele. Questo Sportster è un modello molto particolare, che va tenuto fedele il più possibile al periodo della sua nascita, gli anni novanta. E' una moto, rispetto ai modelli più recenti, molto ruvida. 

Il motore con testata a doppia candela invita alla guida sportiva ma, nel contempo, fa sentire comunque l'esigenza di avere una moto che rispecchi i canoni degli Sportster prodotti in quegli anni. Ecco il motivo per cui ritengo ogni elaborazione troppo esasperata fuori luogo. 

I giapponesi di Trump Cycle hanno capito come intervenire sul 1200s. Una bella colorazione non troppo vistosa. Un motore con qualche cavallo in più ottenuto tramite scarico e filtro dell'aria aperto (ma si può ricorrere anche a centralina e carburatore Mikuni HSR secondo il kit approntato da Carlo Talamo e dalla Numero Uno sul finire degli anni novanta), una ciclistica migliorata tramite ammortizzatori performanti e forcella rivisitata internamente (se si trova, si può montare anche una forcella Ceriani a steli rovesciati, completando così il kit pensato da Carlo Talamo e dalla Numero Uno). 

Qualche altro dettaglio in alluminio come le pedane arretrate, possono essere un altro preziosismo che arricchiscono di più la moto.  

venerdì 11 dicembre 2020

"L'Harley secondo me!"

intervista a carlo talamo su freeway magazine

intervista a carlo talamo su freeway magazine

In questi giorni mi capita di imbattermi in un vecchio “speciale” di Freeway Magazine  dedicato ad Harley-Davidson aprendolo, nemmeno a farlo a posta, proprio sull'intervista fatta a Carlo Talamo.

La leggo attentamente e rimango ancora una volta a bocca aperta.

Per anni mi hanno affascinato le sue aziende e le sue “special”  (sia Harley-Davidson che Triumph) oltre, ovviamente, alle sue pubblicità.

Questa volta rimango colpito da quanto dice a proposito di Harley e Buell. Carlo sapeva ed aveva previsto tutto già con venti anni di anticipo, ma non è stato ascoltato. Certo. Per molti era un personaggio scomodo e la sua prematura scomparsa ha rappresentato un peso in meno, ma volete mettere se solo fosse stato ascoltato ?????? E non è la sua unica intervista. 

Questo rafforza in me la convinzione che abbiamo perso un genio. Un visionario che avrebbe potuto dare un'impronta differente a molte aziende in ambito motociclistico (vedasi Moto Guzzi con la quale aveva iniziato a collaborare poco prima del fatidico incidente).  


venerdì 18 settembre 2020

Sportster: possibile che non abbiano capito ?????



Dopo molto tempo torno a scrivere all'interno della sezione “Edito” dove spesso dico come la penso su argomenti e situazioni ruotanti attorno allo Sportster. Questa volta, come ben si può immaginare, l'argomento principe è la cessazione della commercializzazione dello Sportster nel 2021. Almeno in Europa. 

L'argomento l'ho trattato in maniera approfondita all'interno del sito corsedimoto.com e, ci tengo ulteriormente a precisare, che ancora non vi è stata alcuna comunicazione ufficiale da parte della Harley-Davidson (sarebbe interessante che quantomeno Harley-Davidson Italia si esprimesse in qualche modo sulle voci che girano da tempo....), ma qui mi pongo alcune domande.

Possibile che a Milwaukee non si siano resi conto dell'importanza commerciale e storica dello Sportster ???? 

Non capiscono che cessare la commercializzazione dello Sportster anche solo in Europa equivale a rompere con la tradizione ????

Hanno capito che Harley-Davidson (forse insieme solo a Moto Guzzi) si regge sulla tradizione ????

Hanno compreso che lo Street Rod non potrà mai sostituire lo Sportster ma solo essere affiancato ad esso ????? 

Si sono resi conto che produrre una moto di fascia più bassa dello Street Rod vuol dire prendere il marchio e letteralmente “buttarlo nel cesso” ????? 

Lo sanno che non solo gli appassionati, ma la maggior parte delle persone che si avvicinano ad Harley-Davidson vogliono V-Twin ad aste e bilancieri con l'eventuale raffreddamento a liquido nascosto ????

Per la foto di questo “Edito” ho scelto uno Sportster in serie limitata (10 esemplari in tutto), che fece Carlo Talamo attraverso la sua Numero Uno. L'unico in grado di comprendere il valore aggiunto dello Sportster (….e non solo....). 

 


mercoledì 17 giugno 2020

Dallo Sportster Sport 1200 allo Sportster 1200S









Sul finire degli anni novanta entrò in produzione lo Sportster 1200 S con testata a doppia candela e maggiore potenza. Nel frattempo, però, l'importatore italiano Carlo Talamo aveva provveduto a “vitaminizzare” lo Sport 1200 con motore tradizionale.  Vediamone i passaggi.....


Iniziamo con il dire che Carlo Talamo, dopo i primi momenti di difficoltà prima con l'importazione Harley-Davidson eppoi con quella Trimuph, ha avuto un forte ascendente sui vertici sia della casa americana che di quella inglese. Diverse sue intuizioni si sono poi tramutate in modelli di serie alcuni dei quali con numeri di vendita notevoli (vedasi su tutte l'Harley-Davidson Night-Train).

Non sappiamo se ciò si sia verificato anche con il modello Sportster 1200S, ma è certo che a Milwaukee compresero la necessità di avere uno Sportster in grado di soddisfare le esigenze degli Harleysti con vocazione sportiva, sebbene proprio  in quegli anni (1997) si fossero affacciate sul mercato le Buell. Un dato su tutti può far comprendere la situazione: molti dei clienti iniziali della Numero Uno erano motociclisti con un buon polso destro, trascinati sul bicilindrico americano da Carlo Talamo. Gente che amava darci dentro. Alla Numero Uno iniziarono a progettare kit per diversi modelli che ne miglioravano la prestazioni di ciclistica e motore. Lo Sportster, ovviamente, fu attenzionato in maniera particolare.

Nel 1997 lo Sportster Sport 1200 era il modello di punta per gli sportivi di Milwaukee con un motore (uguale per tutte le versioni da 1200 cc) che sviluppava una cinquantina di cavalli. Ciò che, ovviamente, faceva la differenza era la ciclistica con ammortizzatori e forcella regolabili, cerchi in lega e doppio freno a disco anteriore. Alla Numero Uno svilupparono un kit motore che faceva salire la potenza di circa venti cavalli, facendola arrivare più o meno attorno ai settanta cavalli. Il kit era composto da: scarico due in uno Supertrapp, testate Buell, carburatore e filtro aria Screamin' Eagle da 40mm, diversa centralina elettronica (che faceva salire il regime di rotazione massimo da 6000 a 6.800 giri). La ciclistica non cambiò, ma cambiò radicalmente il prezzo. Se la moto di serie venne venduta a 22 milioni di vecchie Lire, quella kittata arrivò a quasi 28 (!!!!!!!). Per una spesa così importante non poteva non cambiare il carattere dello Sport 1200 che diventò brutale, ad iniziare dalla voce di scarico e dal notevole aumento di vibrazioni oltre i 4000 giri.

Nel 1998 arrivò lo Sportster 1200 S con profonde innovazioni su accensione (testata a doppia candela e quattro bobine esterne), e camera di scoppio (ridisegnata con una differente angolazione tra le valvole ed un maggior rapporto di compressione del motore che passa da 9,0:1 a 10,0:1) la potenza che aumentò di circa cinque cavalli rispetto alla versione con motore a singola candela. Si trattò di un aumento nell'ordine del 10-15% che si tradusse, però, in un notevole incremento della fluidità di erogazione. 

I tecnici della Numero Uno intervennero anche su questa versione con un kit (meno impegnativo rispetto a quello concepito per lo Sport 1200) che prevedeva centralina, carburatore Screamin'Eagle da 40mm, relativo filtro dell'aria e scarico due-in-uno Vance & Hines. La potenza, anche in questo caso, salì di quasi venti cavalli. 

La differenza tra i due motori era di circa 5/6 cavalli anche tra le versioni kittate.

Sono due versioni, specialmente il 1200S, rare, ancor quelle dotate di kit della Numero Uno che possono raggiungere cifre ragguardevoli grazie anche al notevole “appeal” che trasmettono.

venerdì 17 aprile 2020

Le pubblicità Sportster di Carlo Talamo


















In questi giorni Marzia Ogna ha avviato una bella iniziativa all'interno del gruppo Facebook dedicato a Carlo Talamo. Voglio contribuire pure io con alcune sue pubblicità dedicate allo Sportster e Buell.


Sulle pubblicità prodotte dai vari dealer Harley-Davidson sullo Sportster fin qui pubblicate mi sono in qualche modo espresso, preferendone alcune ad altre. 

Questa volta NO. Il motivo per me è relativamente semplice. Tutte le pubblicità fatte da Carlo Talamo (quindi anche quelle riguardanti Triumph) contengono qualcosa di geniale e sublime. Per me, quindi, è impossibile preferirne alcune. L'unico parametro di valutazione può essere dato, semmai, dal tipo di mezzo su cui verte. 

Benchè abbia conosciuto Carlo Talamo in un periodo di dieci anni (dal 1992 al 2002) ed abbia avuto la fortuna di incontrarlo e parlarci molte volte, non gli ho mai chiesto delle sue pubblicità, così come delle numerose special che creava. Mi limitavo (allora come ora) ad ammirare rimanendo a bocca aperta dinanzi a questo “genio”. Questo Leonardo del mondo delle due ruote che sapeva (e  sa tutt'ora) suscitare emozioni fortissime con le sue opere d'arte.

Godetevi queste pubblicità. Anzi, i suoi insegnamenti di vita.