Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.
Sezioni
mercoledì 3 marzo 2021
Sportster Agatha Ruiz De La Prada
venerdì 12 febbraio 2021
Sportster 1200S - Middle custom/maxi sport
Questa è una di quelle elaborazioni, secondo me, più riuscite per il 1200 S a quattro candele. Questo Sportster è un modello molto particolare, che va tenuto fedele il più possibile al periodo della sua nascita, gli anni novanta. E' una moto, rispetto ai modelli più recenti, molto ruvida.
Il motore con testata a doppia candela invita alla guida sportiva ma, nel contempo, fa sentire comunque l'esigenza di avere una moto che rispecchi i canoni degli Sportster prodotti in quegli anni. Ecco il motivo per cui ritengo ogni elaborazione troppo esasperata fuori luogo.
I giapponesi di Trump Cycle hanno capito come intervenire sul 1200s. Una bella colorazione non troppo vistosa. Un motore con qualche cavallo in più ottenuto tramite scarico e filtro dell'aria aperto (ma si può ricorrere anche a centralina e carburatore Mikuni HSR secondo il kit approntato da Carlo Talamo e dalla Numero Uno sul finire degli anni novanta), una ciclistica migliorata tramite ammortizzatori performanti e forcella rivisitata internamente (se si trova, si può montare anche una forcella Ceriani a steli rovesciati, completando così il kit pensato da Carlo Talamo e dalla Numero Uno).
Qualche altro dettaglio in alluminio come le pedane arretrate, possono essere un altro preziosismo che arricchiscono di più la moto.
venerdì 29 gennaio 2021
Black Wings
mercoledì 13 gennaio 2021
K model 1952 "restore"
Si tratta di una visione che, ripeto, ha un suo fondamento, probabilmente difficile da cambiare in poco tempo. Capisco che molto ha inciso anche il prezzo proibitivo dei modelli di grossa cilindrata e quello medio-alto degli Sportster, ma è una visione assai limitata. In Giappone il modo di concepire le Harley-Davidson è molto diversa e l'ho percepita dalla molteplicità di elaborazioni proposte. Accanto a chi privilegia lo stile vintage minimalista, troviamo molti che riescono a tirare fuori l'anima "racing" praticamente da ogni moto di Milwaukee, specialmente se si tratta di Sportster, divertendosi tra i cordoli dei vari circuiti.
Su questo modello K 750 del 1952, l'antenato dello Sportster, sono intervenuti in maniera molto sobria, operando una revisione generale del motore, ma senza soffermarsi troppo sull'aspetto estetico. Il vecchio K, così, mantiene quell'aria "vissuta" di moto molto robusta ed essenziale, lontana anni luce dalle concessionarie "patinate" tanto in voga ora.
domenica 6 dicembre 2020
Evil Superstock
Negli anni novanta c'era molto fermento nel mondo Harley-Davidson, che avrebbe fatto da traino per la futura affermazione del fenomeno della customizzazione, specialmente in Italia. Come ho raccontato più volte, lo Sportster veniva spesso elaborato in chiave racing, esasperando le prestazioni del motore abbinato ad una ciclistica prelevata interamente da qualche sportiva giapponese.
Sulla scena romana coesistevano sostanzialmente tre anime: quella legata alla Numero Uno, Carlo Talamo e Fabrizio Farinelli, quella dei vari gruppi che avevano una visione molto romantica di Harley-Davidson andando in giro con moto assai vecchie (vedasi ad esempio il famoso gruppo di Monteverde) e l'American Motorcycle, che aveva fatto proprio lo spirito di Arlen Ness. Fu il contatto con quest'ultima realtà per molti fonte di ispirazione per rendere le “piccole” di Milwaukee vere e proprie sportive.
Lo Sportster di Cris, alias “Teschietto”, apparve sulle pagine di Freeway Magazine nel 1997, quando stavano arrivando in Italia le prime Buell, e non si conosce se la scelta di questa elaborazione fu dettata da precedenti contatti con la “crew” dell'American Motorcycle. Di sicuro la moto fu elaborata in maniera radicale.
Il motore portato a 1500 cc tramite un kit S&S che comprendeva, oltre ai pistoni, anche valvole, aste, teste, cammes ed il famoso carburatore S&S “Super G”. Cerchi da 17 pollici della Marchesini abbinati a freni Performance Machine (….altro must di quel periodo....). Posteriormente si rese necessario (per ospitare un cerchio dal canale nettamente più largo rispetto all'originale) non solo di sostituire la tradizionale trasmissione finale a cinghia con una a catena (indispensabile per tenere a bada il notevole aumento di potenza), ma anche di montare un forcellone di alluminio (JMC).
Stranamente la forcella conservò gli steli di serie, salvo l'abbinamento a piastre OMP con una maggiore inclinazione. Una moto veramente bella e realizzata con cura. Sarei curioso di sapere se è ancora in giro......
mercoledì 2 dicembre 2020
Spanish Flyer
Specialmente in Francia si poneva molta attenzione all'aspetto cromatico, fondamentale per supportare un'ottima elaborazione.
Nel 1997 sulla rivista Freeway Magazine Italia appare questo Sportster costruito in Spagna seguendo quella logica. La base di partenza è un 883 del 1991 con cambio a cinque rapporti e trasmissione finale a cinghia, sul quale viene montata una forcella a steli rovesciati prelevata da una Suzuki GSX-R 750, abbinata a cerchi della Performance Machine in lega da 17 pollici di diametro con canale da 3.5 (anteriore) e 4.5 pollici al posteriore. La stessa azienda fornisce anche i dischi freno, molto in voga in quegli anni.
Il motore subisce un notevole aumento di potenza grazie alla cilindrata portata a 1427 cc tramite pistoni Axtell, carburatore S&S Super G dotato di Thunderjet, cammes Redshift, aste Crane, scarico due-in-uno Supertrapp.
Troviamo una serie di altri componenti di pregio come le pedane arretrate Storz, specchietti Arlen Ness e carrozzeria di tipo “warbird”, altro elemento che per un periodo di tempo è stato utilizzato in molte preparazioni.
mercoledì 25 novembre 2020
Ghost Rider Buell
Vi ricordate l'eroe della Marvel impersonato da Nicolas Cage ???? Aveva un “panhead” simile a quello di Easy Rider, uno Sportster 883 con codino da flat-track e manubrio largo, privo di parafango anteriore ed una Buell con la quale compiva le sue migliori acrobazie: celebre l'inseguimento in autostrada con tanto di frenata con impennata della ruota posteriore....
La moto è una X1, qui abilmente replicata, con specifici interventi. Telaio e forcellone interamente cromati (così come l'alloggiamento per la batteria, carter motore e copri-testate), verniciatura “flame” su base bianca anche per la sella, rimozione dei parafanghi.
A livello tecnico, l'intervento più importante ha riguardato il kit con protossido d'azoto (con relativa bombola montata sopra il filtro dell'aria) in grado di far fare alla moto accelerazioni brucianti, un doppio scarico sotto sella (diversamente da quello originale che andava sotto in motore in modo da abbassare anche il baricentro), un ammortizzatore posteriore fornito dalla Penske, ed una coppia di pneumatici tassellati.
Ora non resta che trovare una X1 da elaborare!!!!