Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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mercoledì 13 marzo 2019

Land Speed Racer

sportster xlch 1000 land speed racer

sportster xlch 1000 land speed racer

sportster xlch 1000 land speed racer

sportster xlch 1000 land speed racer

sportster xlch 1000 land speed racer


La passione per la velocità può diventare un vero e proprio demone da cui non si può scappare, che ti avvolge con i suoi tentacoli facendoti spingere oltre il pensabile. Non importa cosa tu abbia e quale sia la competizione (….ammesso che ve ne sia una...). L'importante è spingersi sempre oltre, provare, sperimentare e trovare soluzioni. Il film ispiratore nel nuovo millennio non può che essere “Indian la Grande Sfida”, con le eroiche gesta di Burt Munroe!


Si può comprendere, quindi, chi decida di immolare al culto del record un vecchio Sportster Ironhead del 1972. 
Un bel turbo montato sul lato destro (per contenere le vibrazioni), una accurata revisione generale del motore, e l'utilizzo di un carburatore Mikuni HSR42, abbinato a filtro dell'aria e scarico due-in-uno libero, sono il biglietto da visita di questo Sportster che ha avuto sostanziali interventi anche su ciclistica e le sovrastrutture.


Il telaio originale è stato modificato nella zona del cannotto di sterzo in modo da avere maggior interasse e la fisionomia tipica delle moto di Arlen Ness, ma si è dovuto lavorare anche nella parte posteriore per ospitare un differente forcellone in tubi molto più rigido e lungo dell'originale. La forcella (di serie) è stata abbassata, intervenendo su molle e pompanti. Il cerchio anteriore è rimasto di serie, mentre posteriormente si provveduto a montarne uno di tipo lenticolare, da 16 pollici, proveniente da un Fat-Boy.   


Da lodare la bellissima trovata del vero e minuscolo serbatoio del carburante proveniente da una Bultaco celato da una copertura in alluminio battuta a mano.

E' proprio l'alluminio a farla da padrone su questo XLCH 1000. Non si tratta di lavorazioni e fresature, ma di elementi battuti a mano per tutta la carrozzeria  ed altre parti, come i “fogli” a copertura di batteria e serbatoio dell'olio. Il tripudio dell'old school!!!!!!


martedì 12 febbraio 2019

Stunt Sportster Evel Knievel

stunt sportster evel knievel tribute

stunt sportster evel knievel tribute

stunt sportster evel knievel tribute

Alzi la mano chi non conosce lo stuntman per eccellenza. Praticamente impossibile non aver sentito pronunciare almeno una volta nella vita il nome Evel. Nome legato a mirabolanti imprese con ogni genere di mezzo (….anche con un razzo....).
Parecchie sono state le moto a lui dedicate (in prevalenza Sportster), per la maggior parte elaborate a livello grafico e con poco altro. Quasi tutti mezzi sostanzialmente di serie che poco si discostavano dagli originali. Nel 2016 i principali dealer Harley-Davidson italiani hanno anche proposto una serie di eventi a lui dedicati, in concomitanza con l'uscita di un film documentario sulla sua vita.


Rispetto agli altri, questo Sportster si presenta con una propria fisionomia. Non è il classico modello di serie rivisitato per lo più a livello estetico. Si tratta, invece, di una moto assai diversa per concezione e indole. Come assai di rado capita, si è attinto a piene mani dal mondo dello speedway ed, in parte, dal supermotard


Ne è scaturito un ibrido dalle forme tanto inusuali quanto intriganti, in grado di trovarsi a proprio agio in un bike-show come in un ovale in terra battuta. Di originale (….e nemmeno tanto...) questo Sportster mantiene solo il motore a carburatore del 1998 dal momento che il telaio, sebbene assomigli anteriormente a quello di serie, in realtà è fornito dalla nota azienda Paughco ed è stato rimaneggiato in modo da renderlo più simile a quelli da speedway.


Lo stesso motore è stato dapprima elaborato portando la cilindrata dagli originali 883 a 1200 cc attraverso pistoni forgiati che sono stati abbinati a cammes Andrews ed un carburatore Mikuni da 42mm dotato di filtro dell'aria Goodson e scarichi artigianali. Quando la moto è stata pensata, uno degli aspetti fondamentali era quello di contenere il peso il più possibile senza spendere una fortuna, quindi si è fatto ampio ricorso ad alluminio billet per numerose parti che sono state costruite appositamente. Dopo varie ricerche si è prelevata una forcella Ohlins a steli rovesciati da una Honda CRF 450 supermotard, insieme ad un cerchio Excel da 17 pollici (montato anche posteriormente). Naturalmente si è dovuto lavorare molto per adattare il tutto al telaio. I freni sono Brembo.  Il serbatoio del carburante è marchiato Salinas Boyz. 


Da notare che il serbatoio dell'olio è stato spostato davanti al motore ed agganciato al telaio, mentre la batteria è stata alloggiata nella parte inferiore al telaio in un supporto di pelle. Ovviamente l'impianto elettrico non esiste, così come non vi è traccia del cavalletto.
E' probabile che il mitico Evel se avesse dovuto progettare una moto per l'ultima sua follia, l'avrebbe concepita proprio come questo Sportster.....


mercoledì 2 gennaio 2019

Buell o "Bucati" ?????

buell s1 sport 999

buell s1 sport 999

buell s1 sport 999

buell s1 sport 999


La Ducati 999 non è stata tra i modelli sportivi più apprezzati in assoluto sia a livello estetico che in termini di guidabilità. Ma qualcuno deve averla pensata diversamente.....


…..tanto è vero che ha deciso di utilizzare parti di una 999 da montare sulla Buell S1 del 1996 appena uscita da un brutto incidente. L'aspetto più evidente del lavoro è dato dalla parte posteriore del telaio e dal codone prelevati da una Ducati 999 ed adattati non senza qualche difficoltà, visto che si è dovuto mettere mano all'unità originale della S1 (verniciato in rosso Ducati) creando opportune staffe di attacco saldate, rivedendo il posizionamento dell'impianto elettrico e, soprattutto, dovendo costruire un nuovo serbatoio dell'olio interamente in alluminio posizionato sotto al codone.

Nonostante i grossi interventi nella parte posteriore, si è riusciti a lasciare la batteria dove era posizionata in origine. Al posto del forcellone originale se ne è montato uno proveniente da una Buell X1, al quale è stata abbinata una trasmissione finale a catena. Anche la forcella Showa è di una X1. Il lavoro, tuttavia, non si è fermato qui. E' stata creata una staffa in modo da variare il posizionamento dell'ammortizzatore posteriore che ora non è sotto al telaio e parallelo a terra, ma leggermente più basso nella parte anteriore.

I cerchi sono stati progettati da una azienda canadese (Trillion Industries) ed hanno uno specifico disegno, mentre i freni sono Brembo GP anteriormente (posteriormente sono rimasti di serie). Il serbatoio del carburante è di una Buell S1 White Lightning.

Per rendere più sportiva questa S1 era indispensabile intervenire sul motore. La cilindrata è stata portata a 1474 cc, tramite cilindri in alluminio con trattamento in nikasil e pistoni forgiati che elevano il rapporto di compressione a 10,5:1. Per mantenere un elevato livello di affidabilità, è stato necessario bilanciare l'albero motore. Sono state lavorate le teste e montate valvole dal diametro maggiore, unitamente a cammes performanti della Crane ed aste regolabili. Con queste modifiche al motore è stato necessario montare un carburatore Mikuni HSR48 (!!!!!!!!!) con collettore S&S e scarico racing Buell. La moto così configurata ha la potenza di 105 cv rilevati al banco. Una vera bestia!


venerdì 14 dicembre 2018

Buell Bolt London

buell m2 cyclone cafe racer aluminium

buell m2 cyclone cafe racer aluminium

buell m2 cyclone cafe racer aluminium


…..della serie.....vestila in alluminio!!!!!!


Purtroppo non tutti si rendono conto che non avere più nel panorama motociclistico un marchio come Buell è una grossa perdita non solo per la produzione di serie, ma anche per i numerosi esemplari che potrebbero essere customizzati a dovere.

Questa M2 Cyclone del 1999 è stata elaborata in chiave cafe-racer anni sessanta, con risultati incredibili, facendo ricorso alla nobile arte del battilastra, che ha comportato ore di lavoro per modellare l'alluminio. L'antica scuola che si addice benissimo anche alle Buell. Ovviamente non si è solo lavorato di martello, ma si è dovuto pensare ad linea che fosse quanto più vicina possibile a quella delle vecchie moto inglesi che scorazzavano davanti all'Ace Cafè. 

Non solo. Chi ha commissionato la moto, ha chiesto un mezzo da poter utilizzare in ogni situazione. Ecco allora che prima di lavorare l'alluminio si sono dovute effettuare le indispensabili prove di seduta. Intervenire, quindi, anche sulla parte posteriore del telaio è diventato indispensabile, così come progettare un nuovo serbatoio dell'olio in alluminio e riposizionare la batteria. Se la ciclistica è rimasta immutata (….tranne ovviamente il lavoro sulle sovrastrutture....), lo stesso non può dirsi del caro e vecchio bicilindrico Sportster portato ad oltre 1300 cc, con pistoni, carburatore Mikuni da 45mm e scarico Vance and Hines.

Harley-Davidson hai visto ?????? 

venerdì 7 dicembre 2018

Clinic Buell

clinic buell s1 special carbon

clinic buell s1 special carbon

clinic buell s1 special carbon

clinic buell s1 special carbon

clinic buell s1 special carbon

clinic buell s1 special carbon

Da un vecchio numero di “Bielle Roventi”, uno degli speciali della rivista Motociclismo, esce fuori questa S1 preparata a dovere, esaltandone le doti di maneggevolezza e coppia del motore.


L'articolo non è proprio recente anzi, probabilmente è stato scritto intorno ai primi anni duemila. Casualmente mi è capitato tra le mani frugando nel computer (debbo averlo scannerizzato ma non ricordo quando....) e non ho potuto fare a meno di pubblicarlo, specialmente ora che di Buell si parla praticamente al passato ed una moto come la S1 manca tanto nel panorama motociclistico mondiale.
Si nota che la S1 oltre ad essere un vero Sportster “pompato” (….e questo si sapeva....) è anche una moto elaborata secondo precisi criteri, ora poco in voga.

Ampio utilizzo di carbonio per la carrozzeria che rimane fedele nella linea a quella di serie, in modo da avere benefici in termini di peso. Forcellone JMC in alluminio della stessa lunghezza dell'originale, in modo da mantenere intatte le doti dinamiche, montando però una più resistente trasmissione finale a catena, resa necessaria dal notevole aumento di potenza del motore.

Il motore, infatti, è stato dotato di testate Thunderstorm, cammes Andrews N8, accensione Crane Hi-4, carburatore Mikuni da 45mm, scarico Buell da competizione. Non si hanno i dati di potenza e coppia raggiunti con questa elaborazione, ma non sono pochi

Come si vede non ci sono stravolgimenti della moto, ma solo alcuni miglioramenti, che non fanno discostare questa elaborazione dal modello di serie.

mercoledì 21 novembre 2018

Sportster GSX-Racing

sportster gsx racing by dan moto

sportster gsx racing by dan moto

sportster gsx racing by dan moto

sportster gsx racing by dan moto


L'esempio di come si possa rendere molto cattivo uno Sportster nonostante il motore tranquillo.


Chiunque veda questo Sportster non può non pensare ai vecchi Suzuki GSX-R degli anni ottanta e novanta, anche se vi sono molti elementi di modernità non indifferenti.
Ma partiamo dall'inizio. Come ho più volte sottolineato (…..e continuerò a fare....) lo Sportster è come una tela bianca sulla quale dipingere a piacimento. Le possibilità di personalizzazione sono infinite. Quando il fenomeno custom iniziò a prendere piede, verso gli inizi degli anni novanta, legato per la maggior parte alle trasformazioni di Harley-Davidson, qualcuno tentò (...con pochi risultati...) di modernizzare lo Sportster attraverso interventi estetici o veri e propri trapianti di motore. Il risultato fu spesso assimilabile ad una sorta di “Frankenstein” dove era stridente l'abbinamento tra un motore arcaico ed una ciclistica di ultima generazione.

Questo Sportster GSX-Racing, invece, è il risultato di un lungo lavoro di progettazione al CAD che ha riguardato principalmente telaio e forcellone, ma anche le sovrastrutture e la scelta dei componenti che provengono da altre motociclette.

L'originaria conformazione a culla del telaio è stata mutata in una unità sempre in tubi, ma dove il motore non si trova alloggiato ma “appeso”, fungendo da elemento stressato della ciclistica, con aumenti della rigidità torsionale

Sono stati installati dei registri per variare il posizionamento del perno del forcellone (in tubi anche questo) secondo le specifiche esigenze. Lo stesso forcellone è collegato direttamente al telaio attraverso un ammortizzatore prelevato da una Ducati Monster, mentre forcella e cerchi provengono da una GSX-R. La parte anteriore del telaio, invece, funge da serbatoio dell'olio in maniera del tutto simile a quello delle Yamaha SR400/500

Se la Suzuki sportiva per eccellenza ha fornito qualche componente, è stata anche fonte di ispirazione per la costruzione del serbatoio (in fibra di carbonio) del carburante che integra, accanto al tappo del rifornimento, anche il registro per l'ammortizzatore di sterzo.  Per il resto si è fatto ricorso alle numerose parti presente nel catalogo Dan Moto (gli ideatori di questo Sportster) utilizzando a più non posso parti in alluminio billet e carbonio in modo da avere un grosso risparmio di peso.

Paradossalmente la parte che ha subito pochissimi interventi è stato proprio il motore. L'unità da 1200 cc del 2006, a parte un carburatore Mikuni HSR da 42mm con filtro dell'aria a trombetta ed uno scarico due-in-uno che termina in stile Buell sotto al motore in modo da abbassare il baricentro, non ha subito altri interventi. Gli italianissimi freni Brembo (anteriormente ad attacco radiale ed in alluminio billet) completano la parte ciclistica.

Sembra strano ma tra la progettazione e l'ultimazione di questo GSX-Sportster sono passati appena quattro mesi. Tanti se si considera il periodo di tempo complessivo, ma ben pochi in ordine alla complessità di un tale progetto.


martedì 6 novembre 2018

Double team!!!!

sportster 1200 s street tracker by momiaged speed

sportster 1200 s street tracker by momiaged speed

sportster 1200 s street tracker by momiaged speed

sportster 1200 s street tracker by momiaged speed


Se volete realizzare un bellissimo street-tracker su base Sportster uno dei modelli più indicati è il 1200S (meglio a quattro candele).


Quando apparve sul mercato, a metà degli anni novanta, il 1200S rappresentò il modello in grado di solleticare il palato degli harleysti dalla manetta pesante. Gli interventi riguardarono ammortizzatori posteriori, forcella rivisitata, ritocchi estetici ed un motore accordato per offrire il meglio tra i 2500 ed i 4000 giri. Poi venne prodotta la versione con testata a doppia candela, ma non restò in produzione molto.

Per elaborare questo Sportster non si è dovuto ricorrere a chi sa quale stratagemma, ma solo seguire la strada tracciata da molti, con una variante a livello ciclistico, un solo cerchio da 19 pollici montato posteriormente (solitamente chi usa la moto sugli ovali in terra battuta monta anche il cerchio anteriore da 19 pollici). 

Il motore ha visto l'adozione di testate Buell, carburatore Mikuni da 42mm a valvola piatta con filtro dell'aria S&S, doppio scarico alto Supertrapp, accensione Twin Tec.
La ciclistica, invece, a parte un paio di ammortizzatori posteriori Ohlins ed una rivisitazione della parte interna della forcella, non ha subito alcun intervento. 

Una street-tracker che si rispetti deve avere nella leggerezza uno dei punti cardini, specialmente se la si vuole utilizzare anche sul qualche ovale per divertirsi a derapare. Logico, quindi, far ricorso ad una struttura in vetroresina composta da serbatoio (8 litri) e codone ed è stato segato il telaio nella parte posteriore per avere un aspetto racing. Come ribadito più volte è una pratica che andrebbe evitata per una serie di motivi (tra cui quelli legali), ma qui siamo in Giappone......



giovedì 26 luglio 2018

Salinas Style Sportster

salinas style sportster blue with rigid frame

salinas style sportster blue with rigid frame

salinas style sportster blue with rigid frame


salinas style sportster blue with rigid frame

Cole Foster ed il suo stile low-ride, fatto di linee pulite ed ampio utilizzo di alluminio billet, sono il riferimento nella costruzione di questo Sportster.


Nel custom, forse più che in altri settori, le influenze dei grandi customizer e le tendenze del momento si sentono molto. Spesso sono addirittura amplificate.

Accade così che un giovane Aaron Elliot, cresciuto alla scuola del maestro Cole Foster decida persino di dare un'evoluzione alla scuola custom tanto cara nel sud della California, costruendo una moto che ben potrebbe essere portata sul lago salato di Bonneville. Gran parte del merito di Elliot è quello di conferire allo Sportster una notevole pulizia delle forme, quasi che la moto fosse stata costruita nella galleria del vento

La prima cosa che si nota è la quasi totale assenza di cavi a vista, abilmente celati tra telaio e motore.  
Il telaio è di tipo “hardtail”, impreziosito da diverse lavorazioni come il faro posteriore integrato nel codone-parafango che va a formare un elemento unico, o il disco freno posteriore montato sul lato destro insieme alla corona della catena, in modo da lasciare a vista il bellissimo cerchio in alluminio a razze sul lato sinistro, oppure ancora il serbatoio dell'olio anche esso in alluminio ricavato dal pieno.  Il motore, a parte il bellissimo filtro dell'aria in alluminio sul carburatore Mikuni da 42mm e due corti scarichi liberi, rimane di serie nella cilindrata 883.

Il colore blu su tutta la moto, abbinato all'azzurro della parte interna del serbatoio del carburante, sembra un'ottima scelta.
Si tratta di una scuola di pensiero che stenta a trovare molti seguaci in Europa, stante anche le difficoltà di omologare simili mezzi in alcuni paesi (….tra cui l'Italia....), ma che andrebbe comunque studiata a fondo.
 

martedì 5 giugno 2018

Chopper Diplomacy

sportster chopper californian style with girder fork

sportster chopper californian style with girder fork

sportster chopper californian style with girder fork

sportster chopper californian style with girder fork

Telaio rigido che punta verso il sole, forcella Girder, scarichi alti. Lo Sportster del 2002 è pronto ad affrontare le highway californiane.


Quando si parla di chopper è pacifico che lo stile californiano degli anni settanta abbia influenzato maggiormente il modo di concepire questo tipo di moto. Lunghe forcelle, manubri alti e sissy bar che puntano verso il cielo sono un vero e proprio must. 

Il motore Sportster, prima di essere alloggiato nel nuovo telaio, è stato revisionato completamente con nuove teste,  cilindri e pistoni (che portano la cilindrata a 1200), oltre ad alberi a cammes Andrews ed un carburatore Mikuni da 42mm dotato di filtro dell'aria Joker Machine ed una coppia di scarichi “home made”. La frizione rinforzata è Barnett. Forse troppo per un chopper senza il freno anteriore......

La forcella è forse il vero capolavoro di questo Sportster che brilla anche per la sobria verniciatura che richiama i motivi messicani. 
Come in ogni chopper che si rispetti, molte parti sono state costruite a mano, come la piastra superiore di attacco del telaio al motore, il serbatoio dell'olio ed il perno della forcella sul telaio.
Cerchi da 21 pollici all'anteriore (….ovviamente senza freno....) e nella tradizionale misura da 16 pollici al posteriore completano l'opera.

Mancano una bella tenda, un sacco a pelo ed un promontorio dove puntare la forcella, dopo aver buttato per sempre l'orologio.....


martedì 22 maggio 2018

Granddad's Sportster flat-track!!!!

granddads sportster flat track

granddads sportster flat track

granddads sportster flat track

granddads sportster flat track

granddads sportster flat track


Volete un “vero” Sportster da flat-track un poco sopra le righe ????? Questo allora farà per voi!!!!!


E' la classica storia, ma sempre affascinante, della moto che è stata ferma per anni dentro un garage tutta impolverata sulla quale si è lavorato nel tempo, un poco alla volta. Fortune che non capitano a tutti, dal momento che la moto in questione è stata ereditata da un nonno......

Lo Sportster è un 1200 a quattro rapporti del 1989, sul quale è stato montato il motore di una Buell X1 con alberi a cammes Andrews e bilancieri S&S. Sebbene originariamente questa unità sia ad iniezione, è stata operata una conversione a carburatore montando un Mikuni HSR da 45mm, con filtro dell'aria Hammer Performance ed accensione Twin Tec

Nella parte iniziale lo scarico simula quello Buell, ma poi si alza sul lato sinistro dove trova alloggio un terminale della Cone Engineering. Grazie a questi interventi la potenza viene erogata fin dai regimi molto bassi. 

Poiché una delle idee era quella di iscrivere lo Sportster al “Super Holigan” di flat-track, per rispettare il regolamento il telaio è dovuto rimanere di serie, anche se posteriormente è stato aggiunto un piccolo arco dove far appoggiare il codone della Airtech che, a parte ciò, non ha avuto bisogno di altri adattamenti.  

La forcella, prelevata da una Yamaha R6, è stata riveduta internamente grazie ad un kit regolabile della Ohlins, che ha fornito anche la coppia di ammortizzatori posteriori. I cerchi da 19 pollici provengono da un vecchio Sportster e montano pneumatici specifici della Mitas. Poiché lo Sportster è destinato prettamente alla pista, l'impianto elettrico è stato semplificato al massimo.

La verniciatura è stata ispirata alla zebra. Granddad's è il classico Sportster selvaggio selvaggio costruito in puro stile americano, con un tocco “hippy” dato dalla verniciatura.  

martedì 23 gennaio 2018

Cafè Cyclone

buell m2 cyclone cafe racer

buell m2 cyclone cafe racer

buell m2 cyclone cafe racer

buell m2 cyclone cafe racer

Tra le numerose preparazioni su base Sportster e Buell del Motor Bike Expo 2018, la nostra attenzione è andata su questa M2 realizzata dal dealer Harley-Davidson Brescia.


Piccola parentesi. A Verona, come di consueto, c'era di tutto e di più. Dalle customizzazioni più radicali a quelle più soft. Dalle moto costruite da professionisti del settore a quelle realizzate da semplici appassionati, agli scooter “old style”, in un mix perfetto di emozioni, in grado di coinvolgere immediatamente anche i neofiti del settore, grazie anche alla presenza massiccia delle più importanti case motociclistiche in grado di modulare l'offerta di moto “vintage”, coprendo praticamente tutti i segmenti.

Sono e resto dell'idea, che seppur non tutte condivisibili, ogni moto presente meriti attenzione anche solo per la fatica e passione che trasuda da chi l'ha costruita.

Detto questo, sono rimasto molto colpito da questa Buell. Nulla di magico ne di trascendentale, ma una bellissima cafe racer realizzata rispettando lo spirito originario della moto: uno Sportster vitaminizzato, dotato di un telaio in traliccio dalle misure geometriche di una duecentocinquanta da gran premio, in grado di far divertire chiunque sui percorsi guidati.

Facciamo un passo indietro nel tempo. La M2 Cyclone apparve sul mercato italiano nel 1997, come versione meno rifinita della S1, rispetto alla quale aveva una forcella di tipo tradizionale ed un codone più lungo. La gamma stessa, poi, nel 1999 era stata aggiornata. All'epoca si stava affermando il segmento delle cafe racer, iniziato con la Ducati Monster e la Triumph Speed Triple. Si aspettavano con ansia, quindi le proposte delle altre case e, quando apparve la Buell, il successo fu immediato. Fino alla comparsa della serie XB le Buell montavano un motore Sportster con carburatore,  elaborato ed in grado di sviluppare circa novanta cavalli. 

La “Cafe Cyclone” piace perchè rispetta i presupposti delle prime Buell. Gli interventi sono stati limitati al minimo: carburatore Mikuni HSR 42 con filtro aperto, centralina Screamin'Eagle e terminale di scarico sportivo servono a dare ancora qualche cavallo al motore di serie senza comprometterne l'affidabilità. A parte la pompa del freno anteriore Brembo, il disco Braking ed i pneumatici Pirelli MT60, gli altri interventi non sono stati di natura tecnica, ma prettamente estetica, con la verniciatura marrone metallizzato, in grado di richiamare idealmente il sapore del caffè, abbinata agli steli della forcella color oro ed ai cerchi dipinti in giallo.


venerdì 22 dicembre 2017

Blue Sportster Flat-Tracker

blue sportster flat tracker my 2003 with 1200 engine

blue sportster flat tracker my 2003 with 1200 engine

blue sportster flat tracker my 2003 with 1200 engine - engine

blue sportster flat tracker my 2003 with 1200 engine

Un tranquillo Sportster 883 trasformato in una belva in grado di aggredire gli ovali in sterrato, senza temere il confronto con moto ben più performanti.....


Per Natale vi proponiamo questo Sportster elaborato in chiave da flat-track, in modo che durante le feste possiate farvi un'idea di come tirare fuori cavalli e prestazioni dalla vostra motoretta. 
Specifichiamo subito che si tratta di una moto realizzata interamente nel classico garage di casa anche se, ovviamente, per alcune situazioni ci si è rivolti a qualche specialista. C'è da dire, inoltre, che non è la classica moto da esporre agli “show-bike”, anche se curata nell'aspetto. Il lavoro è stato minuzioso ed approfondito, perchè la moto è stata ispirata alla XR 750 del 1972.

Quando è stata comprata, la cilindrata 883 era già stata portata a 1200 alesando i cilindri e montando dei pistoni più grossi, ma il motore è stato comunque smontato e sono state lavorate le teste montando anche delle valvole più grosse. Il grosso del lavoro, proprio sulle teste, è stato causato dal fatto di riuscire a montare due carburatori Mikuni da 40mm, in modo che uscissero uno per lato, è far fare un percorso inusuale ai collettori di scarico.

Il telaio, dopo essere stato smontato completamente, è stato prima modificato nella parte posteriore in modo da poter ospitare un singolo ammortizzatore (in luogo dei due originali) che andasse ad agire direttamente su un forcellone appositamente realizzato, successivamente è stato verniciato a polvere, così come i cerchi da 19 pollici in alluminio a nove razze e parte della carrozzeria. La forcella è stata prelevata da una Honda CB1100XX ed appositamente tarata. I pneumatici sono Maxxis DTR1. 

Ovviamente, come su tutte le moto da flat-track, il freno anteriore è assente, ma il posteriore è composto da un disco da 260mm e da una pinza prelevata da una Yamaha MT-01. Serbatoi dell'olio e del carburante costruiti artigianalmente per questo esemplare, mentre il codino proviene da una delle numerose aziende che operano nel settore.   

Vi piace questa moto ???? Ha solleticato il vostro palato ???? A me, salvo il doppio scarico, fa letteralmente impazzire perchè è la dimostrazione di come lo Sportster  sia una moto fruibile a trecentossessanta gradi senza dover spendere un patrimonio per elaborarla