Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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giovedì 15 dicembre 2016

La Corsa!!!!!!

la corsa sportster built in 1993 by battistinis 1
la corsa sportster built in 1993 by battistinis 2

la corsa sportster built in 1993 by battistinis 3

la corsa sportster built in 1993 by battistinis 4

 

Se negli States inizia l'epopea di Arlen Ness, in Europa un certo Battistinis non sembra essere da meno......

 

Questa moto è un tripudio di cromo ed alluminio, con un inedito telaio semirigido (i due ammortizzatori sono nascosti nella parte posteriore), molto lungo, ed un motore Sportster con cilindrata portata fino a 1495 attraverso parti provenienti da kit S&S e Carl Speed Shop.

La moto è curata maniacalmente e sembra non si sia badato a spese per costruirla.

In quegli anni di notevole benessere economico, infatti, “custom” equivaleva a molti soldi spesi per modificare la propria moto. In pratica, più si spendeva e più la moto era considerata bella. Altro “must” dell'epoca era l'elaborazione senza freni dei motori Harley-Davidson, sia dei Big Twin che degli Sportster. 

La Corsa apparve in copertina, sul numero uno della rivista Freeway Magazine Italia e fu un ottimo biglietto di presentazione.

 


martedì 13 dicembre 2016

Small is beautiful!

sportster custom built in 1999 on freeway magazine pag 1

sportster custom built in 1999 on freeway magazine pag 2

sportster custom built in 1999 on freeway magazine pag 3

 

Negli anni'90 lo stile creativo di Arlen Ness ha ispirato molti customizer.


Lunghi parafanghi, avvolgenti fiamme, telai in tinta, alluminio profuso a volontà su numerose parti, erano un must per chi si voleva ispirare al grande customizer americano. La maggior parte delle customizzazioni a tema avveniva sui Big Twin Evolution. Ogni tanto qualcuno si cimentava sullo Sportster elaborando anche il motore.

Uno stile che ha avuto senso in un periodo di benessere economico.

 


sabato 10 dicembre 2016

XRH

xrh sportster evolution by sundance tribute to xlh and xr side right

xrh sportster by sundance tribute to xlh and xr front end

xrh sportster by sundance tribute to xlh and xr engine

xrh sportster by sundance tribute to xlh and xr exhaust

 

Il nuovo ed il vecchio si fondono alla perfezione in uno Sportster  che richiama palesemente i modelli più sportivi che ne hanno fatto la storia.

 

Concludiamo queste due settimane dedicate agli Sportster costruiti in Giappone con coloro che, da anni, sono i massimi esponenti della scuola nipponica. Parliamo di Sundance, ovviamente, solo che questa volta la moto proposta non è una delle loro creazioni sportive che tanto li hanno resi famosi nel mondo, ma una moto dal sapore classico.

Si tratta di un motore Evolution montato sul telaio originale, rivisto nella parte posteriore, per richiamare la celebre XLH degli anni sessanta (ovviamente sono state aggiunte sovrastrutture e verniciatura apposite). Siccome il marchio di fabbrica di Sundance sono le gare, perchè non pensare anche alle celebri XR ???? Ecco allora che sono stati montati dei coperchi delle testate ad hoc e due carburatori, con lunghi collettori, che escono sul lato.  

Ovviamente è stato tutto studiato con cura maniacale, tanto da non trovare niente fuori posto. La XRH è una moto molto particolare che potrebbe non piacere a molti. Tuttavia, il dare vita a vecchi modelli di moto utilizzandone di nuovi, è una delle nuove strade del custom.

Tradotto in termini pratici: i nuovi Sportster Evolution possono essere customizzati in chiave  “old” per richiamare i vecchi. E sono molti i modelli costruiti dal lontano 1957......


sabato 5 novembre 2016

883R Dr.Clinton: il custom del futuro ?

883r dr clinton side right

883R dr clinton side left

883r dr clinton fairing

883r dr clinton tank

883r dr clinton front fender

 

“Soft custom” per questo Sportster del 2007, che potrebbe rappresentare la tendenza del futuro.

 

E' in corso una crisi economica mondiale, forse senza precedenti. Le soluzioni sono sostanzialmente due: o si soccombe o si cerca di adeguarsi alle mutate ragioni dei tempi in vario modo.

Anche il custom non sfugge a questa logica e, nel giro di breve tempo, potrebbe cambiare radicalmente il modo di intervenire sulle motociclette alla luce delle nuove esigenze  “low cost”.

Questa 883 R è l'esempio di come si possa customizzare una moto con molto poco, migliorandone diversi aspetti, se la base è buona.

Scarico due-in-uno Vance & Hines, abbinato ad un filtro dell'aria S&S, per il motore. Ammortizzatori Matris al posteriore e molle forcella Sundance ottimizzano la ciclistica, mentre la parte estetica è affidata ad un cupolino originale Harley-Davidson ed un pin-striping  effettuato su serbatoio e parafango anteriore.

Non ci è dato sapere l'importo dei lavori effettuati ma, a ben guardare, non deve essere stato esagerato ed il risultato ottimo in rapporto a quanto svolto.


UP: pin-striping

DOWN: cupolino


mercoledì 2 novembre 2016

XL1200S Sportster Sport: esaltata!

xl1200s sportster sport side right

xl1200s sportster sport side left

xl1200s sportster sport tank and engine

xl1200s sportster sport back right side angle
 
xl1200s sportster sport back handlebar

 

Guidabilità attraverso pochissimi interventi che non ne cambiano la natura custom. E' il must di questo Sportster. 

 

Per quanto lo Sportster sia da considerare una tela bianca sulla quale dipingere quadri a scelta, è indubbio che si tratti di una moto custom. Molti tra coloro che decidono di “metterci le mani” ne rispettano questa caratteristica, lavorando in termini di esaltazione della stessa.

Prendiamo ad esempio questo Sportster 1200 a quattro candele. La linea non subisce cambiamenti di sorta, mentre gli interventi si limitano in maniera soft sulla ciclistica ed in modo un poco più importante sul motore. Il risultato è che molti lavori potrebbero passare del tutto inosservati, se non ci fosse il doppio scarico, alto, sul lato destro che attira l'attenzione.

A livello estetico, infatti, a parte gli ammortizzatori Ohlins ed il citato scarico, praticamente nulla è cambiato. 

Solo un occhio allenato può notare il doppio disco anteriore di maggior diametro con pinze della Brembo, la pompa del freno anteriore di tipo radiale e la trasmissione finale a catena che ha preso il posto di quella originaria a cinghia. Ovviamente, non si possono vedere le molle interne della forcella di tipo progressivo.
Il motore ha subito quegli interventi necessari per avere ancor più cavalleria senza comprometterne l'affidabilità: scarichi, carburatore FCR con filtro dell'aria in carbonio, cammes Andrews N4, accensione della Dynatek  “Dyna 2000”.


UP: interventi non evidenti

DOWN: l'andamento dei collettori del doppio scarico 



mercoledì 27 luglio 2016

Alpaca: Sportster ironhead turbo !

alpaca sportster ironhead turbo by dp customs side right

alpaca sportster ironhead turbo by dp customs side left

alpaca sportster ironhead turbo by dp customs rear right angle

alpaca sportster ironhead turbo by dp customs rear

alpaca sportster ironhead turbo by dp customs turbo engine

 

 

Un Ironhead 1000 portato a nuova vita e trasformato in una belva da strada, in grado di togliersi anche qualche soddisfazione sul quarto di miglio.....

 

L'utilizzo di turbine nel settore custom si sta diffondendo in maniera lenta ma inesorabile, sebbene non si debba parlare ancora di “must” o  “moda” in questo senso. Diversi preparatori ne stanno scoprendo gli indubbi vantaggi (http://www.1957legend.it/2016/06/aria-nuova-sportster-turbo.html) , seppur con qualche difficoltà da superare in ordine alla messa a punto ed ai costi di elaborazione.
Anche la produzione motociclistica di serie sembra che stia andando in questa direzione.
Qualche azienda, inoltre, sta iniziando a proporre dei veri kit di elaborazione con il turbo (http://www.1957legend.it/2016/06/turbo-kit-accelerazioni-brucianti-per_8.html).

I fratelli Del Prado, meglio conosciuti nell'ambiente come  “Dp Customs” scelgono  di utilizzare una turbina per elaborare questo Ironhead 1000 in chiave hot-rod-dragster, facendolo alla loro maniera.
La moto viene smontata completamente ed il motore ricostruito attraverso l'utilizzo di pistoni forgiati, nuove molle e valvole.
Per montare la turbina è necessario effettuare degli adattamenti sia al carburatore Mikuni, che allo scarico (che viene interamente costruito a mano).
Successivamente  il motore viene alloggiato su un nuovo telaio di tipo “hardtail”,  differente nella geometria rispetto a quello di serie, sul quale spicca uno degli elementi distintivi dei fratelli Del Prado: il cerchio posteriore lenticolare, proveniente da una automobile, da 15 pollici di diametro, abbinato ad un cerchio anteriore da 19 pollici.

A ben guardarla, la moto però manca di qualcosa. La causa è nel telaio estremamente lungo e nel vuoto tra la trave di chiusura del telaio nella parte posteriore ed il grosso cerchio lenticolare. La moto è disarmonica ed offre sensazione (errata!) di trovarsi davanti non ad un'unica idea, ma a due progetti differenti, poi uniti.

UP: il grosso cerchio posteriore lenticolare di derivazione automobilistica

DOWN: la batteria troppo a vista  






 


mercoledì 13 luglio 2016

Captain America 72

captain america 72 sportster by shaw hd side right

captain america 72 sportster by shaw hd side left

captain america 72 sportster by shaw hd rear fender

captain america 72 sportster by shaw hd seat

captain america 72 sportster by shaw hd tank

captain america 72 sportster by shaw hd on street side right

captain america 72 sportster by shaw hd on street front right angle

A distanza di oltre 40 anni lo spirito del film “Easy Rider” è più vivo che mai.  Questo Sportster celebra la famosa moto cavalcata da Peter Fonda.

 

 

Un promontorio. Il sole che cala. Un manubrio che punta l'orizzonte ed un motore che borbotta sornione. Il vento di una calda estate che accarezza il viso. Le lancette del tempo che non esistono.

Easy Rider si può vivere così oppure in mille altri modi. Non occorre necessariamente una moto. Ciò che conta è come si affronta il viaggio e ciò che lo anima.

“Captain America 72” è la dimostrazione pratica che basta molto poco anche quando si costruisce una moto.

La moto in questione, infatti, è uno Sportster Seventy-Two  (http://www.harley-davidson.com/it_IT/Motorcycles/seventy-two.html) cui sono state apportate pochissime modifiche.

E' sufficiente la verniciatura  “star and stripes” (in questo caso la parte superiore del serbatoio è stata aerografata con un'immagine del film), l'aggiunta di qualche dettaglio cromato, due scarichi tipo “fish-tail” che escono alti sul lato destro, uno schinalino alto ed una sella stretta che richiami gli anni settanta.

UP: l'aerografia sul serbatoio

DOWN:  i numerosi cavi elettrici a vista


easy rider poster yellow

easy rider poster black white
 












martedì 7 giugno 2016

Aria nuova: Sportster Turbo!

sportster turbo


sportster turbo engine



L'azienda torinese Twin Service si spinge oltre l'ordinario, elaborando il motore di uno Sportster attraverso il montaggio di una turbina.


Breve premessa. L'utilizzo della sovralimentazione attraverso compressori volumetrici e turbine è stato sempre ad appannaggio del settore automobilistico ed assai raramente il mondo delle moto ha attinto a questa tecnologia.

Verso la fine degli anni settanta la Honda mise in produzione la CX 500 Turbo e solo recentemente la Kawasaki ha adottato il compressore volumetrico per la sua Ninja H2 ma, come detto, si tratta di esempi estemporanei.

Anche nel mondo del custom si è avuta questa situazione. Raramente sono state, infatti, viste elaborazioni su motori attraverso l'utilizzo di turbine di vario tipo, in particolar modo per quanto riguarda le Harley-Davidson.

Tralasciando gli aspetti squisitamente tecnici ed economici che verranno probabilmente trattati in seguito, la sensazione è che l'utilizzo del turbo non sia un  “must” tra i customizzatori o, per dirla in parole semplici, non sia una moda.

Roberto Rosso, titolare della citata officina Twin Service di Chivasso (Torino), decide che è arrivato il momento di provare ad elaborare uno Sportster con il turbo, forse anche attratto dall'idea di andare, in un futuro non troppo lontano, sul lago salato di Bonneville per provare a stabilire un record di velocità.
Lo Sportster in questione, sebbene abbia connotati racing stilistici e tecnici, nasce come una moto da utilizzare tutti i giorni.

Il motore a parte l'aumento di cilindrata da 883 a 1200 attraverso l'utilizzo di pistoni Wiseco rimane di serie. Non solo. Per montare il turbo (dietro al carburatore RevTech), senza avere problemi di detonazione e, quindi, mantenere la proverbiale affidabilità del motore di serie, Roberto è costretto a diminuire parecchio il rapporto di compressione del motore.

Il telaio di serie, modificato nella parte posteriore in modo da farlo diventare rigido, è accoppiato alla forcella stock accorciata e lucidata.

Vengono poi montati bellissimi cerchi a tre razze (anche essi forniti dalla RevTech) che rispettano le dimensioni degli originali, un serbatoio peanut da otto litri ed una sella singola provvista di singolo ammortizzatore.

Il tutto viene esaltato da una stupenda verniciatura bianca ed azzurro metallizzato. Si tratta di una moto che colpisce non solo per l'utilizzo del motore turbo e per la sua estrema fruibilità (Roberto afferma che la moto viene utilizzata regolarmente tutti i giorni), ma per la generale eleganza che la contraddistingue. L'aspetto tecnico è stato curato quanto quello estetico con estrema cura e meticolosità.


UP: la bellissima verniciatura ed alcuni dettagli quali molle forcella e cornetto di aspirazione del carburatore tinti di azzurro

DOWN: il motore andava cromato o quanto meno lucidato



sabato 16 aprile 2016

Cafe Racer Inspired



 

“Ispirata alle Cafe Race, la nostra 883 Iron mixa gusto vintage e richiami sportivi. Filo conduttore è stato la voglia di non esasperare gli interventi ma di puntare a un custom originale e alla portata di tutti.”


Presentiamo l'ultima moto della Battle Of The Kings con le parole del dealer di Viterbo che l'ha creata. Si è volutamente chiuso con questa moto per mostrare effettivamente come la customizzazione di una moto abbia mille sfumature diverse. Si possono avere moto praticamente costruite da zero e risultare bellissime ed altre solo arricchite con pochi accessori (come in questo caso) ma risultare ugualmente belle ed attraenti. Condizione fondamentale del buon risultato finale è il gusto. Se si ha gusto nel creare una moto il risultato è garantito come in questo caso. Basta una bella verniciatura, un paio di scarichi abbinati ad un filtro dell'aria per far respirare meglio il motore e pochi altri accessori.

UP: il concetto di fondo che ha ispirato questa motocicletta

DOWN: la targa laterale non piace proprio








lunedì 4 aprile 2016

The Iron Belle




Esplicito richiamo le WLA 750 degli anni quaranta. Una moto elaborata con pochi e mirati interventi, ma in grado di non passare inosservata.

 

L'idea è seducente: basta partire da un'ottima verniciatura per dare l'impronta ad una motocicletta. Il resto sono pochi dettagli.

UP: verniciatura e parti in cuoio

DOWN:  i pneumatici originali che, invece, sarebbero dovuti essere tassellati



lunedì 18 maggio 2015

Dualing 23 S











Contrariamente a quanto possa sembrare, la particolarità di questa moto non è tanto nella verniciatura, quanto nei cerchi da 23 pollici costruiti a mano. Si tratta di una soluzione tecnica che non abbiamo finora mai visto su uno Sportster (....e non ricordiamo nemmeno su altre moto....) e che ha richiesto anche la progettazione e la costruzione di un forcellone appositamente dedicato. Ma la realizzazione di questa 883 del 2007 ha richiesto anche la progettazione e la costruzione di numerose altre parti come, ad esempio, gli scarichi e la sella. Questa moto ci è subito piaciuta per la cura dei dettagli e lo stile, oltre che per la verniciatura del tutto inconsueta. E da quanto ne sappiamo ha vinto pure un premio alla Daytona Bike Week.