Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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venerdì 14 dicembre 2018

Buell Bolt London

buell m2 cyclone cafe racer aluminium

buell m2 cyclone cafe racer aluminium

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…..della serie.....vestila in alluminio!!!!!!


Purtroppo non tutti si rendono conto che non avere più nel panorama motociclistico un marchio come Buell è una grossa perdita non solo per la produzione di serie, ma anche per i numerosi esemplari che potrebbero essere customizzati a dovere.

Questa M2 Cyclone del 1999 è stata elaborata in chiave cafe-racer anni sessanta, con risultati incredibili, facendo ricorso alla nobile arte del battilastra, che ha comportato ore di lavoro per modellare l'alluminio. L'antica scuola che si addice benissimo anche alle Buell. Ovviamente non si è solo lavorato di martello, ma si è dovuto pensare ad linea che fosse quanto più vicina possibile a quella delle vecchie moto inglesi che scorazzavano davanti all'Ace Cafè. 

Non solo. Chi ha commissionato la moto, ha chiesto un mezzo da poter utilizzare in ogni situazione. Ecco allora che prima di lavorare l'alluminio si sono dovute effettuare le indispensabili prove di seduta. Intervenire, quindi, anche sulla parte posteriore del telaio è diventato indispensabile, così come progettare un nuovo serbatoio dell'olio in alluminio e riposizionare la batteria. Se la ciclistica è rimasta immutata (….tranne ovviamente il lavoro sulle sovrastrutture....), lo stesso non può dirsi del caro e vecchio bicilindrico Sportster portato ad oltre 1300 cc, con pistoni, carburatore Mikuni da 45mm e scarico Vance and Hines.

Harley-Davidson hai visto ?????? 

martedì 11 dicembre 2018

Buell Ice Racer!!!!

buell xb9r postatomica by nccr

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E' pieno inverno. Uno dei peggiori degli ultimi secoli. La temperatura raggiunge i -40°. La penisola scandinava è quasi al collasso......


…..tutto di un tratto la terra trema, seguita da una tempesta di neve mai vista fino ad ora della durata di un giorno intero. Le città sono sommerse dal ghiaccio ed i collegamenti interrotti. Ovunque morte e disperazione. La natura si è ribellata all'uomo. Sembra l' “Apocalisse di Ghiaccio”. Pochi riescono a salvarsi, più per mera casualità che per bravura. Debbono ricominciare a vivere perchè non hanno quasi più nulla. A nord di quella che una volta era Stoccolma, un agglomerato di case viene miracolosamente salvato dalla furia della natura, ma non c'è felicità. I pochi superstiti debbono ricominciare daccapo con molto poco. I mezzi di locomozione sono stati quasi tutti lacerati dal maltempo. 

Tra la neve si nota spuntare la sagoma di quella che, probabilmente, è una Buell XB9R Firebolt quasi totalmente distrutta. Ma serve assolutamente un mezzo per muoversi.
Il motore, fortunatamente, è ancora perfetto e parte al primo colpo, ma tutto il resto è da riparare, ad iniziare dalle travi del telaio che contengono il serbatoio del carburante.
 
Inizia il lungo lavoro fatto di ore passate a saldare e tagliare il telaio, che trova una nuova conformazione con una trave superiore, centrale, che parte dal cannotto di sterzo fino ad abbracciare il forcellone (rimasto di serie), ancorandosi al motore attraverso apposite staffe. Il serbatoio del carburante ora è costituito da due tubi dell'acqua saldati ed uniti tra loro, che ha comportato un nuovo posizionamento della pompa di benzina, posta sul lato sinistro della moto, quasi in mezzo ai due cilindri. Nella tempesta è andato distrutto anche il cupolino. Fortunatamente ne è stato recuperato uno della Airtech, proveniente da una moto smontata. Stessa cosa per la sella, sostituita da un'unità singola originariamente costruita per una bicicletta. 

Il motore è rimasto interamente di serie, salvo un intervento sull'impianto elettrico, indispensabile per proteggerlo dal ghiaccio, ed un posizionamento laterale del filtro dell'aria.
Cerchi e forcella si sono salvati, ma è stato necessario montare chiodi sui pneumatici per correre sulla neve.

Ma ora che ne sarà degli altri sopravvissuti ???? Riusciranno a far ripartire i loro mezzi iniziando una nuova vita ????


venerdì 7 dicembre 2018

Clinic Buell

clinic buell s1 special carbon

clinic buell s1 special carbon

clinic buell s1 special carbon

clinic buell s1 special carbon

clinic buell s1 special carbon

clinic buell s1 special carbon

Da un vecchio numero di “Bielle Roventi”, uno degli speciali della rivista Motociclismo, esce fuori questa S1 preparata a dovere, esaltandone le doti di maneggevolezza e coppia del motore.


L'articolo non è proprio recente anzi, probabilmente è stato scritto intorno ai primi anni duemila. Casualmente mi è capitato tra le mani frugando nel computer (debbo averlo scannerizzato ma non ricordo quando....) e non ho potuto fare a meno di pubblicarlo, specialmente ora che di Buell si parla praticamente al passato ed una moto come la S1 manca tanto nel panorama motociclistico mondiale.
Si nota che la S1 oltre ad essere un vero Sportster “pompato” (….e questo si sapeva....) è anche una moto elaborata secondo precisi criteri, ora poco in voga.

Ampio utilizzo di carbonio per la carrozzeria che rimane fedele nella linea a quella di serie, in modo da avere benefici in termini di peso. Forcellone JMC in alluminio della stessa lunghezza dell'originale, in modo da mantenere intatte le doti dinamiche, montando però una più resistente trasmissione finale a catena, resa necessaria dal notevole aumento di potenza del motore.

Il motore, infatti, è stato dotato di testate Thunderstorm, cammes Andrews N8, accensione Crane Hi-4, carburatore Mikuni da 45mm, scarico Buell da competizione. Non si hanno i dati di potenza e coppia raggiunti con questa elaborazione, ma non sono pochi

Come si vede non ci sono stravolgimenti della moto, ma solo alcuni miglioramenti, che non fanno discostare questa elaborazione dal modello di serie.

mercoledì 5 dicembre 2018

Sundance Buell Blast

sundance buell blast flat track

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sundance buell blast flat track

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In un momento storico in cui le moto con un cilindro sembrano nuovamente in auge, ci si rammarica ancor di più per l'uscita di scena di Buell che aveva nella Blast (non importata in Italia) l'arma per combattere la concorrenza. Ma forse era troppo avanti......


Quando mi sono imbattuto in questa Buell Blast, oltretutto costruita in Giappone, sono rimasto per un attimo senza fiato. Non che fossi all'oscuro circa questo modello, ma la versione di serie era talmente brutta (a livello estetico) da non suscitare la mia attenzione, anche se l'idea di realizzare un “mono” semplicemente togliendo un cilindro da un basamento la trovo un'ottima intuizione (…..non rara per gente come Erik Buell....). Intuizione che non ha avuto riscontri commerciali positivi, stante la bontà del progetto. 

La Blast era una moto poco appetibile a livello estetico e prestazionale, ma ben si sarebbe inserita nel contesto odierno, con pochi aggiornamenti. La qualità dei componenti non era bassa.....anzi....eppoi godeva di quell'aurea di genialità legata al marchio del “pegaso”. D'altronde solo un genio avrebbe potuto pensare di progettare una moto in questo modo......

Sebbene con il modello di serie questa Blast abbia poco in comune, deve essere assolutamente analizzata e fatta vedere. E' l'esempio di come ci si possa divertire con una moto assolutamente primitiva, anche se il lavoro non è stato di poco conto, dal momento che il motore è stato inserito in un telaio C&J da flat-track assemblato dagli esperti di Mule Motorcycle. Il motore, che mantiene il basamento e la cilindrata originale di 492 cc, ha visto passare la potenza da 34 a 42 cavalli grazie all'adozione di un carburatore Kehin-FCR, alberi a cammes dal profilo più spinto, scarico e filtro dell'aria aperto. Sundance afferma di aver spinto in passato questo motore al limite dei 58 cavalli grazie ad un cilindro maggiorato in alluminio.

Il serbatoio del carburante è in alluminio realizzato appositamente per il flat-track, così come in alluminio sono anche le pedane la pinza anteriore del freno. I cerchi sono in lega da 19 pollici, mentre i pneumatici sono i  “classici”  Maxxis da flat-track.

Tralasciando lo specifico telaio e l'evoluzione più spinta del motore, si può agevolmente realizzare una moto del genere senza troppo impegno. Più vedo questa moto e più sono dispiaciuto per il fatto che il marchio Buell faccia parte di un passato commerciale.  

venerdì 30 novembre 2018

Greedy for Speed!

buell xb9 custom

buell xb9 custom

buell xb9 custom

buell xb9 custom


Rivisitazione prettamente estetica per questa Buell XB9, ove la tradizione culturale giapponese si unisce magicamente con lo spirito americano.


Trovare ancora qualcuno che, a quasi dieci anni dalla cessazione della produzione, decida di investire tempo e denaro su uno degli esemplari Buell ancora in circolazione è molto difficile. Lo è ancor di più se volgiamo il nostro sguardo verso oriente. Eppure in Giappone hanno pensato di dare un nuovo vestito ad una XB9 senza intervenire sul motore, se non con centralina, filtro dell'aria aperto e scarico (Jardine).

Lavorando la fibra di carbonio è stato realizzato un unico componente a filo di telaio per la sella (in neoprene) e la parte che copre il filtro dell'aria (il serbatoio del carburante è nel telaio) dove è stata inserita la strumentazione in un apposito incavo. Il piccolo parabrezza è stato sostituito con una mascherina dotata di piccolo faro anteriore sagomata sulla forcella.

Le grafiche sono altro motivo di attenzione per questa Buell che si connota per la linea filante, quasi fosse stata modellata nella galleria del vento....... 


martedì 27 novembre 2018

Buell: fine della storia!!!!


Per lungo tempo ci siamo chiesti se fosse un futuro per il marchio Buell e le intriganti motociclette. Dopo aver parlato con Pierluigi Alghisi, uno dei massimi esperti sull'argomento in Italia, possiamo dire che è davvero finita. Purtroppo......


Per tanto tempo ci siamo illusi che potessero arrivare buone notizie dagli Stati Uniti, ma sono state vane attese. Nel 2009 Buell ha cessato ufficialmente la produzione delle motociclette e, nonostante vi sia stato un tentativo di rinascita, possiamo dire che si è trattato di una delle tante iniziative imprenditoriali fine a se stesse. Le Buell sono e rimarranno moto d'elite (come ci ha sottolineato il nostro interlocutore), a meno che il genio di Erik Buell non partorisca qualcun'altra idea. Ma è assai improbabile.

1957 Legend: “Peccato per come siano andate le cose. E pensare che quando Carlo Talamo, sul finire degli anni novanta, iniziò ad importare le Buell creando un apposito brand, in molti pensarono finalmente di aver trovato una Harley-Davidson sportiva. Lo stesso Carlo Talamo puntò molto su questo marchio. Ti racconto un paio di aneddoti. Carlo era talmente fissato con la Buell che mi descrisse, uno di quei giorni in cui te lo trovavi all'improvviso alla Numero Uno di Roma, come riuscì ad impossessarsi della prima S1. Aveva appena assistito alla presentazione alla stampa in Inghilterra quando, mentre si trovava seduto su l'unica S1 disponibile, gli disse all'importatore inglese che avrebbe voluto vendere le Buell in Italia e che voleva intanto comprarsi quell'esemplare. Il tizio gli rispose che se fosse andato a Milano con quell'esemplare vestito così come era (si stava nel pieno della stagione invernale e Carlo aveva solo un leggero giacchetto Harley-Davidson in cotone: quello nero con la banda arancio) se la sarebbe potuta tenere. Carlo partì a razzo ed arrivò a Milano dopo molte ore tutto tremante!!!! L'amico Fabrizio Farinelli mi ha raccontato un altro piccolo aneddoto. Pare che Carlo Talamo, a bordo della sua S1 fosse imprendibile per chiunque sul tratto di strada che da Grosseto porta fino a Scansano. Lui stesso  provò qualche volta a stargli dietro (…..e Farinelli ha la manetta pesante.....) senza riuscirci.....”
Pierluigi Alghisi: “Per molti la Buell era considerata la base ideale per realizzare delle ottime cafe-racer. Parliamo dei modelli M2, S1, S3, e X1. Quelle che, per intenderci, avevano il motore 1200 Sportster pompato a dovere. Ma fin dall'inizio apparvero i primi problemi di meccanica......”

1957 Legend: “Ricordo di un amico che alla fine si vendette la White Lightning per disperazione. Mille problemi vari e la staffa di supporto del motore che si ruppe diverse volte.”
Pierluigi Alghisi: “Mi riferivo proprio a problemi del genere.....”

1957 Legend: “Ho comprato una M2 Cyclone nuova nel 1997 e l'ho tenuta fino al 1999 senza avere un problema, a parte la rottura dei gommini di supporto del forcellone. Problema immediatamente risolto in garanzia dalla Numero Uno, sebbene la garanzia stessa fosse scaduta già da un paio di mesi. Sulla moto avevo montato un terminale Supertrapp ed un filtro dell'aria aperto. Feci a manetta il viaggio di ritorno da Milano fino a Roma sull'autostrada senza avere il minimo problema. E l'avevo strapazzata per due giorni dopo aver partecipato nel 1998 al primo Triumph-Buell Day in pista sul circuito di Vairano di Vidigulfo.....” 
Pierluigi Alghisi: “E ti ha detto bene! Molte persone hanno rotto i motori per molto meno.....”.

1957 Legend: “E' davvero finita ?”
Pierluigi Alghisi: “Si. Nel 2019 saranno dieci anni dalla cessata produzione e terminerà per Harley-Davidson anche l'obbligo di produrre le parti di ricambio e diventerà davvero dura.”

1957 Legend: “Eppure quando il marchio Buell fu acquistato da Harley-Davidson si parlò di grandi progetti per il futuro.”
Pierluigi Alghisi: “E' vero, ma forse il problema è da ricercare nella non capacità di rinnovamento dello stesso Erik Buell che aveva voce sulle scelte progettuali. Mi spiego meglio. Scelte come il serbatoio del carburante nella trave del telaio ed un solo freno a disco di tipo perimetrale sono soluzioni tecniche all'avanguardia, ma che devono avere una loro logica. Erik Buell, invece, si fissò sulle sue idee. Ti faccio un esempio. Le moto con i motori raffreddati a liquido sono delle vere e proprie belve con quasi 200 cavalli, ma mantengono il singolo freno a disco di tipo perimetrale. Usandole anche in pista ti rendi conto che funzionano, pur se a fatica, ma vallo a spiegare a chi si compra la moto.......”  

1957 Legend: “Fino ad un anno addietro se giravi sui portali di vendita di moto trovavi diverse Buell, ora pochissime: come te lo spieghi ?”
Pierluigi Alghisi: “La risposta è relativamente semplice. Le moto usate in circolazione iniziano ad avere parecchi chilometri, dai trentacinquemila in su. Chi vende non può chiedere grosse cifre perchè spesso si deve mettere le mani sulla moto spendendo belle cifre. Rifare un motore costa attorno ai tremila Euro. E' meglio a quel punto smembrarla e venderla a pezzi dato che iniziano scarseggiare per il motivo che ti ho detto, sebbene aziende come gli olandesi della Twin Motorcycles continuino a produrne in proprio. Io stesso che ho molti contatti in giro per il mondo, ho difficoltà  in tal senso.  Non hai idea dei motori su cui ho messo mano.....”

1957 Legend: “Quali sono i problemi che capitano più spesso ?”
Pierluigi Alghisi: “Di tutto. Dall'impianto elettrico alla pompa dell'olio, alle cinghie della trasmissione finale che si rompono.

1957 Legend: “Possibile che in Harley-Davidson non ci abbiano pensato ???? E' dovuto alla scarsità dei materiali oppure ad altro ????”
Pierluigi Alghisi: “Se pensi che le prime versioni (M2, S1 ecc.) avevano il motore dello Sportster potenziato, dovresti fare delle opportune riflessioni. Sullo Sportster il motore gira ad un regime di rotazione di poco superiore ai cinquemila giri, mentre sulle Buell siamo nettamente più su. Anche sui modelli della serie XB, sebbene si tratti di un'unità riprogettata, il concetto è sempre quello di origine.....”  

Non resta allora che godersi quei pochi esemplari rimasti in circolazione augurandosi che a Milwaukee decidano di mettersi una mano sulla coscienza e di riportare in auge questo glorioso marchio.


venerdì 6 aprile 2018

Periodo di transizione


Se l'anno 2004 ha rappresentato un momento importante per la gamma Buell, con l'entrata in produzione delle motorizzazioni da 1203 cc, il 2005 appare ben diverso.


In catalogo restano solo tre modelli, scomparendo la XB9R Firebolt. La riduzione a tre dei modelli in produzione non deve ingannare, poiché sono in cantiere altri modelli (come la Ulysses che vedrà la luce l'anno seguente) per il futuro.
La Lightning e la Firebolt 1200 vengono affiancate dalla XB9SX Lightning City che avrà un discreto successo negli anni seguenti.
Le due motorizzazioni sono identiche dal momento che cambia solo la corsa, rimanendo identico l'alesaggio, ma distinguibili per il basamento chiaro della versione 1200.
Come detto in gamma sono presenti:

XB12R Firebolt: semimanubri, mezza carena, cerchi color oro, adatta sia per la strada che per la pista.

XB12S Lightning: manubrio alto, cupolino, assetto studiato per il misto-stretto.

XB9SX Lightning City: carrozzeria blu trasparente, manubrio alto con paramani, cerchi neri, motore da 984cc, spirito cittadino.



martedì 3 aprile 2018

Buell Norton Manx Neo Retrò

buell xb norton manx neo retro style

buell xb norton manx neo retro style

buell xb norton manx neo retro style

buell xb norton manx neo retro style


Quale è una moto da non trasformare in una vecchia cafe racer ????


La risposta è alquanto semplice: le Buell della serie XB,  con il serbatoio del carburante nel telaio e quello dell'olio nel forcellone. Eppure c'è qualcuno che ha pensato non solo di richiamare i fasti dell'epopea cafe racer degli anni sessanta, ma addirittura di andare a scomodare la leggendaria Norton Manx. Un nome che fa ancora oggi venire la pelle d'oca.

Il lavoro è stato ingegnoso, dal momento che il rischio era quello di far solo danni in tal senso. Andavano studiati gli aspetti tecnici, stilistici e cromatici fin nei minimi dettagli, pur considerando che si era in presenza di una moto con caratteristiche assolutamente particolari, costruita oltre quarant'anni dopo la Norton Manx.

Le sovrastrutture sono state realizzate in vetroresina. Al finto serbatoio del carburante è stato dato un aspetto simile a quello in alluminio che montava la Manx, sul quale è stato aggiunto un tappo del carburante tipo “Monza” che, attraverso dei collegamenti interni, permette l'accesso della benzina nel telaio. Un lavoro di progettazione e realizzazione non da poco, dal momento che è stato nascosto il vero tappo del serbatoio del carburante che si trova infulcrato nel  telaio, in posizione più avanzata rispetto a quello creato. Stessa cosa per quanto riguarda cupolino. Aspetto e linee retrò (come il telaietto posteriore e sella)  sono abbinati perfettamente ad elementi moderni quali la forcella Ohlins a steli rovesciati, fornita di attacco radiale per pinze freno Brembo in alluminio ricavato dal pieno.
Se gran parte degli interventi hanno riguardato sovrastrutture e ciclistica il motore, invece, è rimasto di serie, salvo un diverso scarico con la consueta andatura che finisce sotto il motore, un filtro dell'aria racing ed una nuova mappatura della centralina.
Sembra non appropriata la scelta dello scarico sdoppiato che non si integra con la linea della moto.

Per il resto siamo dinanzi ad una splendida interpretazione di quello che è diventato per molti un “must” quando si parla di cafe racer: le vecchie moto inglesi.

venerdì 2 marzo 2018

Novità per l'anno 2006

buell my 2006 xb12r  xb12s  xb9s

buell ulysses 2006

Novità per la gamma XB con l'arrivo della Ulysses. La Firebolt è disponibile solo con motore 1200.


Nel 2006 arriva la Ulysses (XB12X), moto nata per il turismo a medio raggio. Si connota per il telaio allargato e l'aumento della capienza per la benzina, il forcellone allungato, sospensioni Showa con maggior escursione, pneumatici Dunlop D616 appositamente creati, cupolino in plexiglass aggiuntivo a pressione, sella del passeggero ribaltabile, possibilità di montare in optional borse e baule dedicate. Viene utilizzato il motore da 1203 cc montato elasticamente sul telaio. Sebbene sia annoverata tra le maxienduro e si punti molto a livello commerciale su questo modello, in realtà le delusioni saranno molte e la moto non troverà una precisa collocazione.

Per il resto la gamma Buell resta sostanzialmente composta dalla serie XB (serbatoio del carburante incorporato nel telaio e quello dell'olio nel forcellone), in alcune varianti di motore, telaio ed allestimenti in modo da creare diverse combinazioni, come se fosse un vero e proprio “puzzle”.
La più sportiva, la Firebolt (XB12R), monta solo il motore da 1203 cc, abbinando ai cerchi color oro, carrozzeria nera, rossa o blu e telaio grafite.
Lo stesso motore equipaggia la Lightning, nelle versioni S (versione base) SS (telaio della Ulysses con geometrie differenti per favorirne la stabilità). Queste sono le sigle per distinguerle.

Compare poi la XB9SX City X, creata per favorirne l'utilizzo cittadino, che si differenzia dagli altri modelli solo per alcuni aspetti, che non ne alterano le caratteristiche sostanziali. 
Monta, infatti, la carrozzeria blu trasparente, un manubrio da supermotard con para-mani, griglia sui fanali, sospensioni ammorbidite, sella abitabile.
Il motore utilizzato è quello da 984 cc, che si differenzia dall'unità di maggior cubatura per una minor corsa. 




giovedì 1 marzo 2018

Buell: è finita definitivamente ?????

buell xb12r my 2008

buell rr1000 my 1986

erik buell and buell x1

Era il 2009 quando la Harley-Davidson annunciava che non sarebbero state più prodotte le Buell......


…..almeno in forma ufficiale e con quel marchio. In questi nove anni e, purtroppo come spesso accade in questi casi, le Buell sono diventate veri e propri oggetti di culto. Certamente questo non è sufficiente a legittimare la messa in produzione di queste moto, ma possibile che a Milwaukee non ci abbiano pensato ???? Possibile che non abbia pensato a rimettere in produzione queste moto che ne rappresentano una sorta di “costola sportiva” ????

La Harley-Davidson, con la Street 750, ha immesso sul mercato una moto con contenuti tecnici innovativi e lontani dagli standard tradizionali, con l'intento di avvicinare altre persone al marchio di Milwaukee. Ci si chiede come mai non abbia utilizzato il marchio Buell, affiancandone una versione con il motore di derivazione Sportster. 

Fin dagli albori dei tempi la  clientela Harley-Davidson è sempre stata molto conservatrice, soprattutto in relazione a quei modelli dal piglio sportivo (vedasi la XLCR 1000) o dai contenuti tecnologici e stilistici che rompevano con la tradizione (vedasi le V-Rod).
La stessa XR 1200 quando è stata lanciata sul mercato non ha trovato i riscontri che ci si aspettava salvo, come è spesso accaduto in queste circostanze, diventare moto molto ricercata una volta cessata la produzione.

Molti possono obiettare che Indian, l'antagonista per eccellenza di Harley-Davidson ha in catalogo grossi bicilindrici raffreddati ad aria, con distribuzione ad aste e bilancieri, unitamente ai motori raffreddati a liquido di nuova concezione montati sulle Scout. C'è un problema di fondo. 
La casa di Springfield, a fronte di vicissitudini del marchio che ne hanno fatto cessare la produzione per numerosi anni, ha potuto costruire una nuova immagine basandola su motorizzazioni differenti tra loro ed improntando idonea comunicazione, dal momento che si trovava dinanzi ad un mercato vergine. A Milwaukee, invece, stante concetti produttivi radicalizzati, non è stato possibile fare ciò, se non a fronte di ingenti perdite. 

Parliamoci chiaro: i motori da 750 cc raffreddati a liquido sono stati finora un vero e proprio fallimento a livello commerciale

Ritorniamo al punto di partenza. Perchè non utilizzare il marchio Buell ????? Ovviamente andrebbe rimodulata tutta la comunicazione ed il marketing, improntandolo al marchio. Tanto per fare un esempio conosciuto da tutti, prendere spunto da quello che è il discorso Scrambler all'interno del marchio Ducati. Un brand nel brand che segue una strada precisa.


martedì 27 febbraio 2018

From brute to beauty!!!!!

buell x1 cafe racer old style with aluminium gas tank

buell x1 cafe racer old style with aluminium gas tank

buell x1 cafe racer old style with aluminium gas tank

buell x1 cafe racer old style with aluminium gas tank

Una sgraziata Buell X1 diventa una splendida cafe racer elaborata secondo i vecchi canoni.


Che le Buell siano moto in grado di suscitare forti emozioni è pacifico, così come è assodato che quasi tutte abbiano forme sgraziate, apparentemente prive di logica. 

Se i modelli della serie XB sono diventati famosi principalmente per la soluzione del telaio che funge da serbatoio del carburante e per il forcellone che contiene l'olio del motore, le primissime versioni, parliamo delle varie M2, S1, X1 ecc, erano assai note per avere il motore dello Sportster (debitamente potenziato) montato all'interno di un telaio in traliccio, rappresentando forse la miglior base per alcune trasformazioni. 

Sebbene l'apparenza possa in parte ingannare, per ottenere questa cafe racer il lavoro è stato notevole, dal momento che si è intervenuti pesantemente sulla parte centrale e posteriore del telaio, ora assomigliante al famoso “letto di piume” utilizzato per creare le famigerate Triton. E' proprio la somiglianza con questi incroci che si facevano negli anni sessanta, il motivo ispiratore della rinnovata X1

Il lavoro effettuato sul telaio, se da una parte non ha riguardato i punti di ancoraggio del bicilindrico Harley-Davidson,  dall'altra ha comportato il rifacimento dell'impianto elettrico e lo spostamento della batteria e del serbatoio dell'olio che ora si trova centralmente, posizionato come la maggior parte delle vecchie cafe racer inglesi. Ovviamente si è operata anche una generale opera di alleggerimento e le già scarne sovrastrutture hanno lasciato spazio ad un serbatoio in alluminio, sella ad un posto e mezzo e striminziti parafanghi. 

Il motore 1200 rimane di serie. Tuttavia, per avere un mezzo più selvaggio,  il carburatore prende il posto dell'iniezione elettronica, unitamente ad un terminale di scarico più libero, posto nella consueta posizione sotto al motore. Tranne diverse piastre di sterzo, la ciclistica non ha subito interventi, se non piccoli abbellimenti come la lucidatura dei cerchi e di altre parti.Complessivamente possiamo dire che questa moto ha colpito nel segno, salvo alcuni particolari come il rivestimento in carbonio del terminale di scarico ed il contagiri di moderna concezione. Elementi di modernità che stonano con l'anima di questa X1.

Peccato non solo che la Buell non produca più moto, ma che la X1 sia stata soppiantata dai modelli XB, non dotati di uguale fascino.

martedì 23 gennaio 2018

Cafè Cyclone

buell m2 cyclone cafe racer

buell m2 cyclone cafe racer

buell m2 cyclone cafe racer

buell m2 cyclone cafe racer

Tra le numerose preparazioni su base Sportster e Buell del Motor Bike Expo 2018, la nostra attenzione è andata su questa M2 realizzata dal dealer Harley-Davidson Brescia.


Piccola parentesi. A Verona, come di consueto, c'era di tutto e di più. Dalle customizzazioni più radicali a quelle più soft. Dalle moto costruite da professionisti del settore a quelle realizzate da semplici appassionati, agli scooter “old style”, in un mix perfetto di emozioni, in grado di coinvolgere immediatamente anche i neofiti del settore, grazie anche alla presenza massiccia delle più importanti case motociclistiche in grado di modulare l'offerta di moto “vintage”, coprendo praticamente tutti i segmenti.

Sono e resto dell'idea, che seppur non tutte condivisibili, ogni moto presente meriti attenzione anche solo per la fatica e passione che trasuda da chi l'ha costruita.

Detto questo, sono rimasto molto colpito da questa Buell. Nulla di magico ne di trascendentale, ma una bellissima cafe racer realizzata rispettando lo spirito originario della moto: uno Sportster vitaminizzato, dotato di un telaio in traliccio dalle misure geometriche di una duecentocinquanta da gran premio, in grado di far divertire chiunque sui percorsi guidati.

Facciamo un passo indietro nel tempo. La M2 Cyclone apparve sul mercato italiano nel 1997, come versione meno rifinita della S1, rispetto alla quale aveva una forcella di tipo tradizionale ed un codone più lungo. La gamma stessa, poi, nel 1999 era stata aggiornata. All'epoca si stava affermando il segmento delle cafe racer, iniziato con la Ducati Monster e la Triumph Speed Triple. Si aspettavano con ansia, quindi le proposte delle altre case e, quando apparve la Buell, il successo fu immediato. Fino alla comparsa della serie XB le Buell montavano un motore Sportster con carburatore,  elaborato ed in grado di sviluppare circa novanta cavalli. 

La “Cafe Cyclone” piace perchè rispetta i presupposti delle prime Buell. Gli interventi sono stati limitati al minimo: carburatore Mikuni HSR 42 con filtro aperto, centralina Screamin'Eagle e terminale di scarico sportivo servono a dare ancora qualche cavallo al motore di serie senza comprometterne l'affidabilità. A parte la pompa del freno anteriore Brembo, il disco Braking ed i pneumatici Pirelli MT60, gli altri interventi non sono stati di natura tecnica, ma prettamente estetica, con la verniciatura marrone metallizzato, in grado di richiamare idealmente il sapore del caffè, abbinata agli steli della forcella color oro ed ai cerchi dipinti in giallo.


giovedì 4 gennaio 2018

The Bueller!

the bueller buell ulysses scrambler revival cycles

the bueller buell ulysses scrambler revival cycles

the bueller buell ulysses scrambler revival cycles

the bueller buell ulysses scrambler revival cycles

the bueller buell ulysses scrambler revival cycles

La Buell Ulysses cambia pelle, per diventare una belva in grado di affrontare il caotico traffico metropolitano.


Una delle tendenze di questi ultimi tempi è rappresentata dalle scrambler: moto con pneumatici tassellati, abbastanza rifinite, con una verniciatura curata, in grado di essere utilizzate sia su terreni impervi, che di far bella figura davanti al bar all'ultima moda. 

Il concetto originario delle scrambler si è evoluto in una ulteriore direzione, quella di moto create appositamente per quei contesti cittadini dominati dal caos delle grandi metropoli e dalle strade rovinate, come se fossero retaggio di una guerra appena conclusa. Sono nate, così, moto estremamente selvagge, elaborate senza spendere molto: un manubrio largo, due pneumatici tassellati ed un alleggerimento globale, pochissima cura di verniciatura e particolari. 

Il caso non è di questa Buell che, diversamente da quanto sembra, è una moto  molto curata. Il lavoro di trasformazione ha avuto come presupposto lo smontaggio completo della Ulysses ed un certosino lavoro di alleggerimento, che ha comportato la sostituzione della parte posteriore del telaio con uno nuovo in alluminio progettato al CAD

Dello stesso materiale il finto serbatoio, sotto al quale ora è ospitata anche la batteria (ora a litio) e la nuova centralina Buell Racing in grado di portare la potenza a 115 cv. Per trovare lo spazio necessario si è sostituito il vecchio air-box con un filtro K&N. L'aumento di cavalli è stato ottenuto anche attraverso un nuovo scarico ispirato alle Harley-Davidson da board-track dei primi del '900.

Per quanto riguarda la ciclistica, la forcella originale Buell è stata modificata con parti di una forcella Aprilia, per abbassarla, mentre sull'ammortizzatore posteriore sono stati costruiti nuovi leveraggi. I cerchi originali sono stati sostituiti da unità Excel a raggi di diverso diametro (17 pollici al posteriore e 19 pollici all'anteriore), che hanno comportato il montaggio di un nuovo impianto frenante all'anteriore, costituito da un disco freno non perimetrale ed una pinza a quattro pistoni Discacciati. In linea con il tipo di moto, la scelta di montare una trasmissione finale a catena in luogo della cinghia dentata ed i pneumatici tassellati Continental TKC80.  

Il vero tocco finale per questa moto sarebbe montare una borsa laterale che la renderebbe non solo ancora più affascinante, ma assai più adatta all'utilizzo urbano.


 

venerdì 1 dicembre 2017

Burton

burton buell x1 cafe racer with buell engine in norton frame

burton buell x1 cafe racer with buell engine in norton frame

burton buell x1 cafe racer with buell engine in norton frame

burton buell x1 cafe racer with buell engine in norton frame

Non è il nome di un attore famoso, ma quello di un moto ottenuta inserendo il motore Buell X1 in un telaio Norton, per una cafe racer alla vecchia maniera!


Triton, Tribsa, Norvin. Nomi che fanno venire la pelle d'oca non solo a chi ha vissuto l'epoca, quella vera, dei rockers, ma anche ai cultori delle cafe racer e delle moto inglesi. Incroci tra telai e motori per creare delle vere e proprie moto da corsa per la strada. 

I cultori di quel periodo conoscono benissimo il tipo di moto ed i risultati ottenibili, pur sapendo bene che le prestazioni di un certo tipo di moto non saranno mai assimilabili a quelle delle moderne naked o supersport. Ma la passione non ha confini, specialmente se si trova l'ambiente giusto, in questo caso la Gran Bretagna.

Per realizzare la Burton non è bastato inserire il motore della Buell X1 in un telaio Norton, ma si sono dovuti operare tutta una serie di adattamenti e costruire molte parti appositamente. Seppur l'elenco sia lungo, possiamo citare il serbatoio dell'olio e della benzina, la sella, lo scarico due-in-uno e la staffa sotto la sella dove è alloggiata la batteria.

Il motore è stato ampiamente elaborato, raggiungendo gli oltre cento cavalli, seppur riconvertito da iniezione a carburatore attraverso il montaggio di un Mikuni HSR42 ed il relativo adattamento dell'accensione.

L'avantreno proviene da una Yamaha R6, mentre mozzi e ruote sono stati anche essi appositamente costruiti, sui quali si è montato un impianto frenante all'anteriore costituito da una coppia di dischi da 320mm, con pinze Brembo provenienti da una Ducati 999R. Posteriormente sono stati montati una coppia di ammortizzatori Hagon regolabili.  

Il bello della Burton è l'unione di due culture motociclistiche, ottenuta anche attraverso una minuziosa cura dei particolari.